Ricarica bidirezionale: la Germania toglie la doppia tassa sul V2G

La Germania cancella uno degli ostacoli più pesanti allo sviluppo del vehicle-to-grid. Niente più doppia tariffazione per l’energia prelevata e poi reimmessa in rete tramite sistemi di accumulo, compresi i veicoli elettrici. Una svolta per la ricarica bidirezionale delle EV.

La modifica è stata introdotta nel maxi-pacchetto di riforma dell’Energy Industry Law, approvato dal Bundestag. Una decisione che potrebbe accelerare il V2G proprio nel Paese che finora aveva frenato il più possibile.

Con l’emendamento inserito nella parte finale del testo, l’elettricità prelevata dalla rete, immagazzinata e reimmessa nella stessa rete verrà esentata da oneri di rete e tasse sull’elettricità. Vale per gli accumuli stazionari e per gli EV dotati di ricarica bidirezionale, superando un paradosso normativo che aveva reso il V2G economicamente insostenibile.

Via all’intoppo regolatorio che bloccava tutto

Finora la Germania classificava gli EV unicamente come mezzi di trasporto, non come strumenti di accumulo energetico. Questo comportava una doppia imposizione: l’energia veniva pagata quando prelevata e poi nuovamente quando immessa. Un modello in controtendenza rispetto alle ambizioni tedesche sulla flessibilità della rete.

Con il nuovo allineamento legislativo – che estende ai veicoli elettrici le regole già valide per gli storage fissi – la ricarica bidirezionale entra finalmente in un quadro economico sensato, non più da nicchia sperimentale.

L’auto elettrica come risorsa per la rete

In Germania la riforma è stata accolta come una svolta attesa da anni dagli operatori della ricarica. La decisione arriva mentre la Bundesnetzagentur – l’agenzia federale tedesca per la regolamentazione delle reti – sta portando avanti la consultazione MiSpeL, che include una modalità semplificata per restituire energia alla rete senza un secondo contatore, usando una tariffa forfettaria. Se entrambe le misure entreranno in vigore, il V2G potrebbe diventare parte della gestione quotidiana dell’energia domestica.

Gli operatori di rete tedeschi stimano 9-12 mesi per aggiornare i sistemi IT e applicare le nuove regole. E resta obbligatorio l’uso di contatori intelligenti.

Insomma, i tempi tecnici non sono immediati ma la strada sembra ormai tracciata. La Germania vuole che l’auto elettrica diventi una risorsa per la rete, contribuendo a stabilizzare la domanda e a ridurre la necessità di nuovi impianti di accumulo stazionario. Solo così il Paese potrà integrare in modo efficiente la crescente generazione rinnovabile, soprattutto eolica.

Uno schema semplificato di come funziona la ricarica bidirezionale

Un cambio di passo che interessa anche l’Italia

Per il mercato italiano, ancora privo di un quadro normativo chiaro, la mossa tedesca rappresenta un precedente importante: indica che integrare i veicoli elettrici nella rete non è fantascienza, ma una scelta regolatoria. Una recente analisi di Agora stima un valore potenziale fino a 500 euro l’anno per un proprietario di EV in Germania che partecipa ai servizi V2G entro il 2030. Cifre che, se replicate anche altrove in Europa, potrebbero cambiare la percezione dell’auto elettrica: non più solo un mezzo di trasporto, ma un asset energetico che crea valore.

  • LEGGI anche “Il futuro della ricarica: Arera lo immagina così” e guarda il VIDEO

Visualizza commenti (3)
  1. Questa cosa del V2G mi lascia un pò perplesso.
    Immagino che per guadagnare 500€ in un anno bisogna caricare e riscaricare l’intera batteria dell’auto per 365 giorni l’anno o giù di lì.
    Ok che potrò scegliere quando e quanto “ciclare” (andando però sotto i 500€) ma in ogni caso “invecchio” notevolmente la batteria della mia auto che ha un numero finito di cicli di carica/scarica.
    Vero che le batterie, da quel che leggo (anche qui su vaielettrico), si stanno dimostrando mediamente + longeve del previsto ma non so se il gioco vale la candela.
    Della serie… guadagnare 5000€ ma dopo 10 anni avere la batteria col 70% o meno di capacità non so se mi ripago della stessa. E gli ultimi anno sono parecchio penalizzato nell’autonomia.
    Almeno per le batterie attuali che costano ancora parecchio.
    Già ci si lamenta (tanti non tutti) della scarsa autonomia…
    O sbaglio qualcosa nel ragionamento?
    Ciao a tutti.

    1. Ti fai troppi problemi. Le batterie LFP hanno circa 4.000 cicli prima di scendere sotto l’80%. Ovvero con una batteria da 60 kWh e consumi da 0,200 kWh/km sono garantiti circa 1.000.000 km. Su batterie NMC i cicli sono minimo 2.000 e quindi avendo 500.000 km.
      Anche a ridurre alla metà siano a 250.000 km. Ecco oltre il 50% delle auto sono rottamate prima di raggiungere i 200.000 km. Direi che puoi dormire sonni tranquilli. Anche solo ad usare le batterie della propria auto in modalità V2G o V2H.
      Io però una domanda che mi farei è perché ancora il V2H è il V2G non è regolamentato in Italia. Ecco se lo fosse avrei già la 2ª BEV e la userei per accumulare elettricità in eccesso di un impianto fotovoltaico domestico che potrei persino vedere l quando mi converrebbe di più.

  2. in Germania,
    nel pacchetto di riforme citato, stanno facilitando in vari modi lo sviluppo dello storage di energia di rete, da loro diventato necessità urgente e massiccia essendo il loro mix di elettricità a già circa 56% di energia rinnovabile (eolico+fotovoltaico+biomassa+ un poco di idroelettrico)

    e la diffusione della tariffazione intelligente/flessibile del kwh, cioè con tariffe che invece che essere fisse seguono gli andamenti di prezzo orari del mercato, aplicabili anche su piccole utenze; sottointeso bisogna avere installato un contatore intelligente, da loro ancora poco diffusi ma in rapida crescita, mentre in Italia sono già quasi la norma

    Austria
    ho letto anche si sta muovendo in tal senso, permettendo anche agli impianti domestici di fare “trading” dell’energia o anche solo “risparmio” sui costi, tramite la possibilità di scegliere tariffe dinamiche orarie del kwh, sia per il prelievo, che per l’immissione in rete di energia ( sa si hanno un impianto fotovoltaico e/o un accumulo a batterie, o a questo punto anche un’auto elettrica con vtg)

    i prezzi orari del kwh previsti nelle prossime 24 ore o nella prossima settimana risultano conoscibili in anticipo tramine una “app”, così chi vuole può programmare i consumi e le immissioni; è simpatico anche il nome che hanno dato alla tariffazione dinamica, cioè “Sunny Spot 60 min”

    https://www-pv–magazine-de.translate.goog/2025/11/17/marktorientierte-verguetung-awattar-startet-dynamischen-einspeisetarif-fuer-photovoltaik-in-oesterreich/?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

 

Articolo Precedente

Vigili del Fuoco: 3.500 veicoli elettrici, 1.700 t di CO₂ risparmiate in un anno

Articolo Successivo

Accordo Bmw-Momenta: la nuova iX3 punta sull’autonomia avanzata in Cina

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!

Iscriviti alla nostra Newsletter

Abbonati alla nostra newsletter e resta aggiornato.
Seleziona i tuoi interessi:
No spam e zero emissioni garantiti!