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Ricarica auto elettriche, tagli ai costi e V2G nel mirino

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Costi di un pieno a confronto: la slde fa parte di una memoria presentata al Mise in gennaio dall'Associazione MOTUS-Eu

Novità in vista per il “pieno” delle auto elettriche. Ricarica domestiche più semplice e vantaggiosa (anche negli spazi condominiali); più colonnine pubbliche con tariffe meno onerose; avvio delle tecnologie vehicle to grid (V2G). Se ne discute in Parlamento, dove l’Autorità di regolazione. l’ Arera, ha presentato una memoria con le sue proposte per incentivare la mobilità elettrica.

Cosa succederà con 4 milioni di EV in carica?

Nel 2030 circoleranno in Italia 6 milioni di veicoli elettrici. Per l’esattezza due milioni  di ibridi plug in e 4 milioni di elettrici puri,  secondo le previsioni ufficiali del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima PNIEC. Per alimentarli occorrerà più elettricità (circa 2 TWh all’anno ogni milione di auto). Ma non è questo che preoccupa: dieci anni di politiche di efficientamento dei consumi  hanno già liberato una capacità installata sufficiente a coprire il fabbisogno aggiuntivo generato dalla ricarica delle auto elettriche.

Smart charging per evitare balckout

Il vero problema sono i picchi di richiesta. Se tutte le auto saranno in carica alla stessa ora, per esempio nelle case al rientro dal lavoro, il sistema elettrico rischierà infatti di andare in tilt. E’ un po’ quello che avviene fra le mura domestiche, se con contratti standard da 3 kW entrano in funzione contemporaneamente lavatrice, lavastoviglie, forno a microonde  e asciugacapelli: scatta il black out.

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Prima lamentela dei gestori di flotte: insufficiente la rete di ricarica.

Che fare allora? Le strade sono due. Una molto costosa, l’altra molto complessa. La prima è dotare il Paese di una capacità produttiva ridondante, pronta ad intervenire solo per coprire i picchi. Vorrebbe dire investire in nuove centrali _ che a questo punto dovrebbero essere principalmente termiche _ da tenere “spente” per la maggior parte dell’anno. La seconda è introdurre meccanismi che “taglino” i picchi, spalmando la richiesta sull’intero arco delle 24 ore.

Le proposte di Arera al Parlamento

Come? L’ha spiegato in audizione alla Commissione Finanze della Camera il presidente dell’Autority  di regolazione per l’energia (Arera) Stefano Besseghini. L’audizione si è svolta nell’ambito della discussione sulla proposta di legge sulle agevolazioni fiscali per l’acquisto di veicoli elettrici.

Queste le proposte

Più infrastrutture di ricarica pubblica e privata nelle città per consentire agli automobilisti elettrici di rabboccare le batterie in più luoghi e a tutte le ore.

Tariffe di ricarica differenziate per fasce orarie e dispositivi di ricarica “intelligenti” per indirizzare i prelievi verso orari compatibili con le maggiori disponibilità di energia in rete.

Utilizzo bidirezionale delle batterie auto in supporto della rete, il cosiddetto V2G.

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Scatta il decreto per avviare il Vehicle to grid

Proprio l’avvio del  V2G è oggetto di un decreto ministeriale pubblicato in Gazzetta ufficiale il 15 febbraio scorso. Prevede che entro 90 giorni Arera adotti misure per integrare i flussi bidirezionali delle auto elettriche in ricarica nel sistema di dispacciamento operato da Terna. Il Gestore dei servizi energetici (GSE) avrà invece 120 giorni per definire le procedure con le quali gli automobilisti potranno aderire al servizio, nel rispetto delle specifiche tecniche previste dai costruttori per la tutela delle batterie. «Gli impatti sulle reti non dipendono tanto dal volume di energia prelevata, quanto piuttosto dalla potenza prelevata istantaneamente, nonché dall’istante e dal punto della rete in cui ciò avviene». Questa la premessa di Arera nella memoria presentata al Parlamento.

I maggiori oneri? Non pesino in bolletta

 

La buona notizia è che, secondo Arera, gli oneri relativi  a queste misure, andando a beneficio di tutti gli utenti elettrici e della collettività nel suo insieme, dovrebbero essere «in tutto o in parte a carico della fiscalità generale».  In altre parole non dovrebbero incidere sulle bollette attraverso aumenti delle tariffe. Si tratta in particolare di rimodulare oneri di sistema e costi di trasmissione (LEGGI) e di introdurre contributi e agevolazioni per gli operatori della ricarica che installano impianti aperti al pubblico. Il che ridurrebbe i costi per il “pieno” al di fuori dell’ambiente domestico.  Una sollecitazione che viene anche da MOTUS-E, l’Associazione che rappresenta i principali protagonisti italiani della mobilità elettrica.

Agevolazioni per la ricarica domestica

Il prof e la ricarica
A casa è sempre preferibile ricaricare con una wall-box, in grado do gestire l’operazione in sicurezza.

Per la ricarica domestica delle auto elettriche, Arera propone di consentire aumenti di potenza gratuiti nelle ore notturne anche a clienti connessi in bassa tensione con contratto a 3 kW. Per quella condominiale propone infine l’ammodernamento delle colonne montanti con l’installazione di contatore unico. Ciò consentirebbe di equiparare le tariffe praticate per la ricarica delle auto elettriche da caricatori condominiali a quelle delle singole abitazioni.

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