Ricarica, Atlante gioca di squadra con Spark Alliance

atlante spark alliance

Atlante gioca di squadra con Spark Alliance per tagliare i costi di ricarica e migliorare l’esperienza utente. Punta sull’innovazione per innescare un  percorso virtuoso di riduzione delle tariffe. E con l’ingresso nel neonato network Spark Alliance promette di offrire agli Ev Driver europei un servizio migliore di quanto abbiano mai sperimentato. Rispondendo alle cinque domande flash di “Fuoco Amico” l’amministratore delegato Stefano Terranova entra nel vivo dei problemi e anticipa le soluzioni che vedremo a breve nelle stazioni di ricarica ultrafast di Atlante. 

Spark Alliance, app integrate da giugno. Poi abbonamenti condivisi e standard per la ricarica Plug&Charge

Il primo passo del nuovo network europeo Spark Alliance che riunisce Atlante, Electra, FasNed e Ionity sarà, entro giugno, l’integrazione nelle rispettive App di tutte le stazioni di ricarica dei quattro partner. Così, anticipa Terranova «per l’esodo estivo gli automobilisti elettrici di tutta Europa  avranno vita facile nella ricarica on the go».

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Stefano Terranova

Spark Alliance, la ricarica come non l’avete mai vista. App condivise da giugno, poi abbonamenti in comune e gli standard per la ricarica Plug&Charge

Non è prevista una tariffa unica. «Continueremo a farci un’agguerrita concorrenza per aggiudicarci clienti e siti, ma è evidente che nessuno di noi vorrà risultare il più caro dei quattro». Però uno dei temi sul tavolo è l’introduzione di abbonamenti condivisi che livellino il costo di ricarica per l’automobilisti. Terranova non lo dice, ma il modello potrebbe essere quello del circuito Elli fra Ionity ed Ewiva.

La tariffa, però, non è tutto. «Contiamo molto sui vantaggi di mettere a fattor comune le migliori esperienze e le migliori soluzioni tecnologiche per garantire potenza, affidabilità, semplicità, e immediatezza all’esperienza di ricarica in tutte le nostre stazioni».

L’Ad di Atlante: “Con Spark Alliance ci prepariamo ai tempi dell’auto elettrica di massa”

Spark Alliance, per esempio, si candida come l’interlocutore dei carmaker per sviluppare gli standard di comunicazione necessari all’adozione delle tecnologie di ricarica senza preattivazione, come l’Autocharge o il Plug&charge.  Guarda avanti, insomma «al giorno, non più tanto lontano, in cui l’auto elettrica sarà di massa».

Terranova è consapevole che il costo delle ricarica pubblica è l’ostacolo numero uno alla diffusione delle mobilità elettrica in Italia: Atlante opera in Francia e Spagna dove pratica «tariffe vicine alla metà di quelle italiane». Come se ne esce? Riducendo i prezzi dell’energia (scontiamo l’errore di esserci affidati alle centrali a gas) e spalmando i costi fissi degli operatori su volumi di vendita più alti. Facile a dirsi, meno a farsi: «Ci troviamo in un circolo vizioso, dove ogni problema è al contempo causa ed effetto dell’altro».

Tuttavia, precisa, non è corretto gettare la croce addosso agli operatori che hanno mostrato già il loro coraggio realizzando una capillare rete di ricarica quando le auto elettriche erano solo alcune migliaia. Hanno investito molte centinaia di milioni senza alcuna garanzia di ritorno economico e non si può pretendere che ne investano altrettanti praticando tariffe che non coprono le spese.

Autoproduzione, accumulo e fondi europei

Atlante, quindi, è concentrata ad adottare tutte le soluzioni tecnologiche che riducano i costi fissi di approvvigionamento dell’energia. Per esempio, stazioni con autoproduzione da fotovoltaico (ma in Italia, dice, non è facile ottenere le autorizzazioni) e dotate di accumulo.

L’accumulo consente infatti di prelevare energia in bassa tensione, con meno problemi di allaccio alla rete, tariffe dedicate BTVE senza oneri fissi, e nei momenti di prezzo off peak. Erogandola poi ad alta potenza quando vi sia richiesta (ancora insufficiente a coprire i costi fissi di un collegamento in media tensione).

ricarica

Finora, aggiunge Terranova, «non sempre siamo riusciti ad installare l’accumulo negli spazi ristretti di molte stazioni di ricarica. Ma dall’autunno disporremo di impianti di storage progettati appositamente per noi, con ingombri ridotti al minimo».

Assicura infine che presto saranno attive le stazioni di ricarica realizzate con il cofinanziamento europeo. E in quelle «potremo praticare prezzi più convenienti per i nostri clienti».

Obiettivo, 5.000 puti di ricarica entro il 2025

Atlante conta oggi in Europa 1.000 stazioni già on line. Le ultime due, a Padova, dotate di autoproduzione da fotovoltaico e accumulo. Altrettante sono in sviluppo o in costruzione. O in attesa di allacciamento alla rete, procedura che «in Italia e Spagna richiede tempi biblici». Quindi Terranova conferma l’obiettivo di raggiungere i 5.000 punti di ricarica entro il 2025 previsti dal piano e finanziati nel bilancio della capogruppo italo francese NHOA.

L’arrivo sul mercato di autovetture elettriche a prezzi più popolari e i segnali positivi sul fronte delle vendite anche in Italia, giustificano insomma un certo ottimismo. La missione di chiudere il circolo vizioso dei costi della ricarica  non è impossibile. Parola di Stefano Terranova.

  • Guarda anche il VIDEO di Luca Palestini

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