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Ricarica a casa: mille km a settimana costano meno di 30 euro

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utilitaria elettrica

Mille km alla settimana posso costare anche meno di 30 euro con la ricarica a casa. E’ una percorrenza ben superiore alla media nazionale (50 mila km in un anno contro 12 mila medi), ma non inconsueta per tanti pendolari. Farli in elettrico si può, e con un significativo risparmio, se si ricarica a casa con una wallbox, durante la notte. Per le gite di piacere fuori porta è indispensabile ricorrere alla rete di ricarica pubblica. Costa di più e richiede programmazione. Ma proviamo a fare qualche conto.

Il test con l’elettrica “del popolo”

Prendiamo un’auto di medie dimensioni come la Volkswagen ID.3, erede elettrica della Golf. E ci facciamo assistere, nella simulazione, dai tecnici di un’azienda specializzata nelle ricariche domestiche come la bergamasca Daze Technology.   Della gamma VW ID.3 prendiamo in considerazione il modello base con batteria da 58 kWh. Proviamo così a rispondere alla domanda che si pongono in tanti: ce la faccio? E quanto mi costa? Poniamo che la distanza per andare e tornare dal lavoro sia complessivamente di 120 km, dal lunedì al venerdì. Ad esempio, spostandosi tra Milano e Lecco. Una percorrenza giornaliera che rientra nel range della ID.3, visto che può arrivare a oltre 300 km senza problemi.

Si può inoltre calcolare un consumo medio reale intorno a 18 kWh/100 km, con un elevato utilizzo dell’autostrada e tenendo in considerazione le oscillazioni di temperatura annuali che impattano sull’autonomia della macchina. Nel nostro caso, quindi, il consumo quotidiano è di 21,6 kWh (108 kWh da lunedì a venerdì).

Facendo la ricarica a casa, con un impianto “standard” da 3 kW, servirebbero circa 6/7 ore. E potrebbero diventare una decina, considerando una potenza più bassa, intorno a 2 kW. Si tratta quindi di un intervallo di tempo che si concilia con un periodo di sosta prolungato dell’auto elettrica, come avviene di notte.

I vantaggi della sperimentazione ARERA-GSE

A tal proposito, risulta interessante la sperimentazione avviata da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) in collaborazione con il GSE (Gestore Servizi Energetici). Aderendo all’iniziativa, un cliente domestico può ottenere gratuitamente un aumento di potenza del contatore fino a 6 kW, durante la notte e nei giorni festivi, con un notevole risparmio di tempo per la ricarica. Infatti, si può “riempire” la batteria in quattro ore, recuperando circa il 40% della capacità, in linea con le esigenze da pendolare che abbiamo ipotizzato.

ricarica a casa

Come diciamo spesso, diventa però importante attrezzarsi di una wall-box domestica “intelligente” per ottimizzare l’utilizzo dell’energia in fase di ricarica e non incorrere in problemi con la rete di distribuzione.

Tra le proposte sul mercato compatibili con la sperimentazione figura DazeBox C. Mediante il sistema Dynamic Power Management (DPM), è in grado di evitare blackout e cali di tensione, monitorando costantemente i consumi domestici ed erogando alla batteria il massimo dell’energia disponibile. Quest’ultima opzione si estende alla funzione Solar Boost, sfruttando un eventuale impianto fotovoltaico.

La ricarica a casa offre le tariffe migliori

A questo punto, si possono valutare le spese. Nonostante i rincari delle tariffe degli ultimi tempi, è possibile avere un costo compreso tra 0,25 euro e 0,35 euro per kW facendo la ricarica a casa. In altre parole, l’esborso varia da 27 euro a 37,8 euro per gli spostamenti di lavoro del nostro test. E la cifra si può abbassare ulteriormente in caso di rifornimento d’energia con pannelli solari e accumulatore.

Qualora l’operazione avvenisse tramite le infrastrutture di ricarica pubblica, il costo sarebbe indicativamente tra 0,45 euro e 0,55 euro con potenza da 22 kW e 0,79 euro per livelli superiori (le colonnine ultra-fast raggiungono ad esempio 150 kW e più). Si andrebbe quindi da 48,6 euro a 85,3 euro. Una bella differenza rispetto alle tariffe domestiche, senza contare che le ricariche veloci accelerano il decadimento delle prestazioni della batteria rispetto a quelle “lente”.

Programmazione, la parola chiave per   i viaggi 

Dopo le fatiche lavorative, il fine settimana rappresenta il momento da dedicare allo svago. Immaginiamo di programmare una trasferta di due giorni a Ponte di Legno. Per recarsi in questa località di montagna, bisogna percorrere circa 200 chilometri partendo dal capoluogo lombardo. In questo caso, con la ID.3 diventa importante programmare il viaggio in funzione del rabbocco d’energia. Ad esempio, sull’autostrada A4 è attiva la stazione ultra-fast di Free To X (leggi) da 300 kW presso l’area di servizio “Brianza Nord”. Un luogo idoneo per ricaricare all’andata o al ritorno, a seconda delle nostre preferenze.

Vale la pena di ricordare che servono l’app o la tessera RFID di aziende che hanno stretto accordi di interoperabilità con Free to X per accedere alla stazione (Duferco Energia, Enel X, evway, Nextcharge, Neogy e Be Charge, soltanto per citarne alcune, oltre al network Hubject). E si paga secondo le tariffe del proprio operatore.

ricarica a casa

Ciò si traduce in una spesa di 42,6 euro per avere 250 chilometri di autonomia, (in base alle offerte Enel X o Be Charge per ricariche ultra-fast). E con un investimento di tempo pari a poche decine di minuti. Conviene dunque fare un piccolo controllo prima di partire.

In più, per sicurezza, serve calcolare un’autonomia “extra” 30-40 chilometri al di là del rifornimento, in modo da potersi recare verso un altro punto di ricarica qualora quello selezionato non fosse disponibile. Dall’analisi risulta confermato ciò che Vaielettrico ha sempre sostenuto: utilizzare la casa come “distributore elettrico” è molto più vantaggioso rispetto alle colonnine pubbliche ed è la condizione base perchè l’auto elettrica risulti più conveniente di quella termica. Resta il fatto che i fatidici mille chilometri a settimana sono pienamente nelle corde (anzi, nella batteria) di un’auto elettrica.

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35 COMMENTI

    • Mi sa che ha preso una cAntoniata, mai scritto di accise, mi ha scambiato per qualche ministro delle Finanze.

      • Sì, Guido, lei non ha mai scritto di accise. Sono io che, volendo strumentalizzare a fin di bene le nostre comicità, non ho resistito alla possibilità di focalizzare l’attenzione degli eventuali curiosi su un PROBLEMA, REALE, al quale né l’ARERA né il GSE hanno sin qui mostrato di voler dare soluzione: SULLE ACCISE CONTINUA AD ESSERE APPLICATA L’IVA!
        Ora, dato che l’accisa ha natura di (una sorta di) imposta di fabbricazione, senza alcun valore aggiunto (quindi senza presupposto logico di applicazione dell’IVA) e, per di più, applicata in progressione crescente rispetto ai consumi correlati sui quali grava, NON TROVO AFFATTO ETICA LA SPECULAZIONE ERARIALE A DANNO DEI CONSUMATORI, COSTRETTI A PAGARE ILLOGICHE IMPOSTE SULLE IMPOSTE!
        Intanto ARERA e GSE si attribuiscono reciprocamente il merito di una collaborazione tra loro per portare gratuitamente a 6 kW la potenza delle forniture elettriche domestiche!

        • Su questo siamo concordi come lo è senz’altro l’intera redazione.
          Purtroppo rimane uno sfogo e niente più.
          Probabilmente non diminuiranno nemmeno, dato che dovranno compensare la diminuzione di gettito dai carburanti in un futuro assai prossimo.
          Non sarà certo Cingolani a farsi paladino delle accise.

        • Se hai voglia di andare in causa per anni vinci e ti restituiscono la differenza… Una decina di anni fa quando lavoravo nel settore ricordo un caso di un pensionato Veneto che si era impuntato e ha vinto… Ma ahimè nonostante la sentenza del tribunale per tutti gli altri non è cambiato nulla
          Ma questo succede anche nella benzina e presumo nel gas, riducendo le accise come han fatto, l’iva non avrebbe dovuto minimamente risentirne, dopotutto è scritto abbastanza chiaro in costituzione che un’imposta non può essere base di un’altra imposta, dopotutto se quei soldi servono, quanto è difficile alzare le accise vere per riequilibrare gli incassi ed essere formalmente a posto?

  1. Certo, ho scritto male UNA VOLTA.
    Lei però non guardi il dito, ma la luna.

    Per la cronaca: si scrive kWh, la K maiuscola indica Kelvin.
    Per fare i saccenti bisogna sapere, è una vecchia ma sempre valida regola.

    • Era in risposta ad Antonio (ultimo commento in basso) ma si è perso l’indentazione ed è finito qui

      • L’umiltà che lei tanto pretende esclusivamente dagli altri sembra conservare un’indenta-ché di lunare poesia… Additi piuttosto se stesso come saccente e la finisca qui davvero.

        • Io sono saccente, mai negato. Sono anche arrogante, verso i saccenti della domenica.
          Nego invece di pretendere umiltà dagli altri: lei ha cominciato e ripreso invocando la mia e lei vuole terminare, avendo l’ultima parola.

          Io la finidsco qui, non stiamo aggiungendo commenti utili agli altri ma solo infantile battibecco.

          Lei ha iniziato, io finisco, continui pure da solo, grazie di avermi dedicato tempo.

  2. Io ho montato una Daze box. Tanto per essere chiari. Con questa Wall box non si puo’ partecipare alla sperimentazione perché’ non ha il modulo per la connessione continua ad internet, indispensabile per mandare i dati costantemente ad Arera. Questo non vuol dire che non funzioni bene. Ma purtroppo fino a Giugno dello scorso anno non aveva i requisiti.
    Massimiliano

    • La sperimentazione arera, conti alla mano, in realtà è tutt’altro che interessante. Anzi, per dirla tutta è una mezza fregatura. Nella migliore delle ipotesi è una partita di giro rispetto all’installazione di una wallbox di buona qualità ma di fascia più economica rispetto a quelle richieste e al semplice innalzamento del contatore a 6 kW. Innalzamento che, per contro, poi è disponibile H24. Quindi ha fatto benissimo lei a comprare la wallbox di suo gradimento e dirò di più, se alza il contatore a 6 kW probabilmente ci sta ancora guadagnando. Con l’ulteriore guadagno che a quel punto la macchina se la carica alle ore che dice lei e che le fan più comodo.

  3. Mi sento un po’ più stupido del solito, ma non capisco il titolo, 30 a settimana per 1000km se il costo del pieno casalingo lo quantifica tra i 27/37 euro sulla base dei kwh necessari lun/venerdì, ovvero 600km… Gli altri 400 ad arrivare ai mille dove son finiti?

    Al contrario dei mal pensanti, il range di costo al kwh che ha proposto è più che sensato, rappresenta il costo medio di chi ha ancora contratto bloccato e di chi è uscito dal vincolo e ha quello che c’è ora, 35 centesimi son un prezzo decisamente molto buono, ma a vedere le bollette attuali è molto in linea, ed è già considerabile un prezzo finito non la sola materia prima, contate che i prezzi della materia prima son saliti di 20 cent rispetto ai prezzi fuori scala al ribasso della pandemia.

    Quindi paragonando 37€ per 600km è comunque un risparmio verso un diesel anche parsimonioso che prenderebbe una persona nella sua situazione, non posso dar un dato preciso ma facendo una proporzione approssimata col diesel a 1.8 mi costerebbe 48€,facciamo pure 50. Però appunto, mi avanzano quei 400km di cui sopra che non ho capito se son da inserire o meno nel conto hehe

    Ci tengo a ricordare comunque che “l’auto del popolo” da 58kw di listino senza optional viene 37k… Praticamente due polo business 1.6 tdi.. nemmeno basic, non è una critica al fatto che diesel è meglio, ma è una critica che costa un enormità, io francamente faccio grosso modo gli stessi km e spesso sulla stessa tratta ma ahimè non prevedibile, non vado mai da punto a punto e resto lì fino a sera (solo per dire che programmare così per molti di quelli che fan strada è impossibile) ma in ogni caso su 15 Anni e più di 600kkm fatti su due auto (in realtà di più ma gli anni con aziendale non li conto) ho speso il 60% di quella cifra per due auto… Francamente penso che oggi prendere l’auto elettrica per risparmiare qualcosa e andare in pari solo pochi anni prima di rivenderla o rottamarla abbia poco senso.

    Però colgo l’occasione per chiedere una info, se per caso la sua residenza è in provincia di lecco, quanto è cambiata la sua Rca? Dato che “uso” spesso il fatto che essere in una provincia a basso costo come lecco faccia risparmiare una stupidata su Rca tale da non essere considerabile un vero risparmio come in province messe peggio già come Milano o tante del centro sud, almeno se ho detto stronzate me le rimangio e sarò più felice di risparmiare 200€ su 270 che ne pago hehe

    • Grazie Xardus per l’osservazione. L’indicazione nel titolo tiene conto di uno scenario ottimale con ricarica domestica tramite impianto fotovoltaico e accumulatore per coprire il fabbisogno di energia con cui percorrere 1000 km settimanali (180 kWh).

      Tuttavia, come indicato dal Professor Abbotto in questo articolo https://www.vaielettrico.it/caro-bolletta-ma-lauto-elettrica-conviene-ancora/ e da altri lettori nei commenti, prestando attenzione alle offerte sul mercato libero, è possibile accedere a tariffe interessanti anche prelevando l’energia dalla rete.

      • Un Consiglio mi sento di darlo.
        Scrivete titoli in linea con gli articoli, soprattutto se il video obiettivo e quello di essere medium serio e scientifico.

        Alla seconda riga, chiunque con un minimo di consapevolezza vi boccia come “imbroglioni”.
        Scrivete 30€ ogni 1.000km. alla seconda riga che l’auto fa 18kWh/100km, fare per 10 é semplice e ai arriva ad un consumo di 180kWh. Diviso per 4 (tariffe minime ottimali di 0,25€) e sei a 45€.
        Tutto con un ragionamento di 20 secondi e due calcoli a mente approssimati. Ed avete perso l’attenzione di chi vi legge.

        Tutti i ragionamenti sul fotovoltaico, etc etc non possono essere “sottointesi” nel titolo

        Peccato, perché l’elettrico per far breccia ha bisogno di trasparenza ed onestà.

        • Ecco il maestrino di giornalismo: venga lei a farci qualche titolo. Ma mi raccomando: meno di 60 battute, altrimenti il sistema lo rifiuta.

        • Sempre meglio dei titoloni anche di giornali presunti riconosciuti del tipo “svolta sulle auto elettriche se non fai questa cosa subito prendi multa”

          Francamente non ho pensato a poca serietà del titolo, ma realmente di essermi perso un passaggio, dopotutto essendo la lettera di un lettore non pretendo abbia capacità di storytelling di un giornalista professionista e, come capita spesso anche a me di saltare pezzi di ragionamento perché mi sembrano scontati può capitare a tutti.

          Eh massimo, per fortuna mia il sistema ne regge di più 😂

  4. Tutto corretto, c’è solo un parametro non considerato: l’efficienza di ricarica. Ciò che viene erogato dalla presa è maggiore rispetto alla ricarica. Ciò è maggiore più é lenta la ricarica. Un buon equilibrio è 16A (3.7kw).

  5. Non capisco perché qualcuno nei commenti include i costi fissi della bolletta nel calcolo dei consumi. Io la vedo così: Il costo fisso è un fardello necessario per avere un contratto di fornitura. Punto. Se possiedo un auto a benzina e una casa allacciata alla rete elettrica compro la benzina ma pago comunque i costi fissi per il contratto di casa quindi perché nel caso alimentassi la vettura con energia elettrica dovrei computare anche i costi fissi? Fatto salvo che quei costi li ho sempre e comunque, il mio aggravio economico sarà dei kWh IN PIÙ che consuma l’automobile. Se potessi evitarli viaggiando a benzina allora si avrebbe senso includerli nei consumi dell’auto, ma non se sono inevitabili

    • Nemmeno io francamente. A meno che non si voglia ritenere come plausibile di vivere in una casa senza energia elettrica. O per converso, partire dal presupposto di spendere comunque decine di migliaia di euro “subito” per installare un impianto di produzione sufficientemente potente da poter avere la “soddisfazione” di dire che si vive estate e inverno off gird.

    • Beh le accise non sono costi fissi, u costi di dispacciamento non sono fissi, le accise non sono fisse… I costi fissi del contatore sono 180€ di contatore annui (sale fino a 240 col 6kw) e 27€ di componente fissa nelle tariffe che, a volte a fronte di altri “vantaggi” come tot kw gratis di notte, aumentano a quasi 40€, sempre annui.
      Mediamente una bolletta a 0kw su un contatore da 3kw uso domestico, costa mensilmente 13/16€. Cioè i costi fissi famosi che vorreste togliere.
      Da ricordare anche che, con contatore fino a 3kw a uso domestico, i primi 150kwh/mese sono esenti accise e sopra sono 0,027, quindi i consumi aggiuntivi dell’auto costano comunque più di quanto paghi per il frigorifero.. Quello già c’era no?

      Poi.. Detto questo, il contatore lo avevi già quindi non conta? Ok togli il contatore visto che non conta è vediamo come carichi.. Se è necessario va contato altrimenti vi ingannate da soli felici di farlo, al massimo l’auto elettrica è un modo per ammortizzare ulteriormente il costo fisso ma in ogni caso il contatore è condizione imprescindibile per la ricarica casalinga
      Stessa cosa il fotovoltaico, lo avevo già quindi non conta? Anche se sarebbe corretto ammortizzare il valore residuo (nel caso si stia ancora pagando con finanziamenti etc), quantomeno va contato il costo del mancato guadagno da ssp e del riacquisto con tutte le sue tasse e costi.
      Se poi ho un accumulo che sia anche bello grosso (non 4 o 5kwh che bastano per la nottata diciamo) per supportare l’auto.. Magicamente anche quello non conta? Avresti mai messo non so 15 o 30kwh di accumulo casalingo se non avevi in previsione l’auto elettrica? Probabilmente no, almeno non in una casa normale con consumi normali

    • È quello che affermò da molto, che se non aumento la potenza contrattuale il costo fisso c’è anche se consumo 0kwh, però con l’aumento dei kWh consumati c’è un bel risparmio nella media dei kWh.
      Poi se uno vuole fare due conti veloci ci sta €/hwh

  6. Vorrei ricordare a tutti che: per ricaricare presso le colonnine pubbliche ESISTONO dei pacchetti di kWh prepagati: ad esempio 60€ per 180 kWh, oppure 45€ per 175 kWh sempre da consumare in un mese.
    Quindi con un minimo di impegno si possono avere risparmi MOLTO consistenti !

  7. Nel vostro interessante articolo, citate la sperimentazione avviata da ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente) in collaborazione con il GSE (Gestore Servizi Energetici). Aderendo all’iniziativa, un cliente domestico può ottenere gratuitamente un aumento di potenza del contatore fino a 6 kW.
    Ho fatto richiesta seguendo la procedura più di un mese fà, ma ad oggi nessuna risposta da parte di GSE, ho posto una domanda per capire dove si fosse “fermata” la mia pratica e la risposta è stata in valutazione da parte del Fornitore, nel mio caso è Sorgenia, società con cui sono contrattualizzato per la fornitura di energia e gas da quasi 2 anni. Speriamo che la fase di valutazione termini prima che finisca, l’iniziativa !!!

    • Tempo fa avevo letto che l’attivazione va fatta solo col gse dato che poi ti segue col cambio operatore, dovrebbe riguardare direttamente il gestore di rete (e distribuzione con ogni probabilità), sorgenia da come lo avevo capito non deve far niente se non inserire in fatturazione i dati, che comunque gli vengono passati dal gestore di rete che è deputato a raccogliere le letture, per sicurezza sentirei entrambi, e anche sorgenia giusto in caso ci siano intoppi di altro tipo

  8. come al solito costi al kw (senza spese fisse che però sono proporzionali al consumo), che trova solo la persona che scrive l’articolo, oltre a ignorare i costi della presa intelligente e relativa ibstalkazione

    • Come al solito c’è qualcuno che ha la presunzione di essere solo lui che ha capito come si legge la bolletta e non si pone nemmeno per un attimo il dubbio che possano avere ragione gli altri.

      Le spese fisse NON sono proporzionali al consumo, lo dice la parola “fisse”, diversamente sarebbero VARIABILI, almeno su questo concorderà. Immagino (spero) non pensi che serva un contatore specifico per caricare la macchina: se ho già il contatore, tutto quello che spendo di spese fisse le spendo perchè ho una casa con un frigorifero, un forno e delle luci, la macchina mi costa solo per gli ulteriori kilowatt di consumo, non è un concetto complicato se si ha soltanto l’umiltà di pensarci.

      Il mio contratto, decorrenza 1° marzo 2022, fornitore EDISON, prevede 0,1250 in fascia notturna, più accise e tasse varie. Sì, il rinnovo è stato il 1° di marzo di quest’anno e pago ogni kWh meno di 0,2€ tasse comprese. Anche lei avrebbe potuto sottoscrivere quel contratto fino a gennaio compreso, poi hanno alzato le tariffe: infatti ora costa 0,287 più accise, i 35 centesimi indicati nell’articolo non sono certo fantascienza. La media sul mercato libero OGGI è 0,25 che diventano con le accise e l’iva esattamente 0,35 (deve aggiungere il 38% circa). Quindi l’articolo riporta correttamente il costo attuale.

      Sono richieste altre cose intelligenti, per l’acquisto di un veicolo elettrico, ma tra questi non c’è obbligatoriamente la presa: deve essere soltanto SICURA dal punto di vista elettrico, ma una comune shuko o presa industriale (costo inferiore ai 100€ installazione compresa se il garage è già servito da cavi di adeguata sezione) è sufficiente nella maggior parte dei casi.
      Io carico con Shuko…

      • Anche noi ricarichiamo a 2.2kw col caricatore shuko in dotazione della id.3 e senza fv o accumulo di sorta; e dopo 9 mesi, nonostante io faccia di proposito il semplicissimo calcolo €/kw, il valore è ad oggi 0.21€ iva inclusa (fornitore A2A, mercato libero, contratto bloccato).
        Ne avevo discusso nei commenti di altri articoli, è vero che l’auto è un consumo additivo rispetto a un impianto già esistente, ma secondo me è una forzatura, perchè allora anche una pdc potrebbe essere calcolata allo stesso modo. Qualcuno degli apparecchi connessi dovrà alla fine “prendersi in carico” i costi fissi no? E a casa mia l’auto è responsabile di circa il 50% dei consumi, quindi secondo me non è mica tanto “un apparecchio in più”, E’ “L'” apparecchio, con la maiuscola.
        E comunque, anche in questo modo, il costo è meno della metà delle più economiche colonnine. E a 17kwh/100km, costa 3.6€ per 100km. Come se un’auto a benzina facesse 50km con un litro.

        • “Qualcuno degli apparecchi connessi dovrà alla fine “prendersi in carico” i costi fissi no?”
          Dato che la macchina elettrica è arrivata 25 anni dopo il contratto, anche se contribuisce al 50%, è decisamente l’apparecchio “in più”… Last but not least, ma sempre last.
          Io non ho aumentato i kW del contratto per la macchina: l’ho fatto per le PdC, 5 anni fa.
          Quindi, almeno nel mio caso, la tratto alla stregua di una lavatrice, allegoria tanto cara a tanti (poco simpatici) commentatori o, meglio, di uno smartphone: non lo mettiamo in carica tutte le notti senza tante paturnie?

        • a leggere i commenti dei più “bravi e migliori”, sembrerebbe di no: entità mistiche “evanescenti” che si palesano a volte sulle bollette.
          alcuni ipotizzano che rimangano a vita nelle abitazioni..

        • Secondo me no. Non ha senso distribuire i costi fissi sui consumi. Mi spiego. Se consumo 1kWh al prezzo di 0,2€ la mia bolletta sarà di 0,2€ più i costi fissi (ipotizzo 30€). Ha senso dire che la mia tariffa è di 30,2€/kWh? No. Il costo fisso è un onere differente dal consumo. È il pagamento di un servizio di fornitura indipendente dal fatto che io prelevi o meno energia dalla rete, giustificato dal fatto che qualcuno ha investito denari per creare una rete, portarmi i cavi fino casa, provvedermi un contatore e tutte le sicurezze del caso. Se poi tornando all’esempio consumo solo 1 kWh mi interrogherò su quanto sia sensato sostenere un contratto di fornitura per così poco utilizzo ma questa è un’altra faccenda

          • Si fa troppa confusione tra prezzo da pagare, e prezzo da paragonare per cambiare fornitore, le cosiddette “componenti fisse” c’è ahimè chi le usa impropriamente (e in passato errore fatto da tanti colleghi che come me vendevano contratti ad aziende anche piuttosto energivore) intendendo tutto quello che non è materia energia e Iva, mentre i reali costi fissi sono una parte dei costi, non è difficile basta richiedere la bolletta non sintetica girarla e si vede esattamente quali valori han un coefficiente al kwh e quali un costo fisso unitario, ovviamente se consumo 1kwh i costi fissi saranno spalmati solo su quel kwh e quel mese 1kw mi è costato 15€, il mese dopo ne faccio 500 e spalmo i 15€ di costi fissi su 500…fatto salvo che se si ha prezzo bloccato i conti andrebbero comunque fatti sui 12 mesi di consumo, alcuni costi fissi sono a scaglioni in base al consumo dell’anno solare, cifre irrisorie parliamo di pochi euro ma ci sono, come anche le accise che non si pagano entro 150kwh/mese (ma solo se hai contatore fino a 3kw altrimenti paghi sempre, immagino il discorso gse notturno non faccia scattare comunque prima dei 150kwh le accise)

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