Ricarica a 2 km da casa, l’auto elettrica non la compro. Matteo ci spiega perché per altri cinque anni almeno si terrà la sua diesel Euro 5. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri messaggi vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it
Ricarica a 2 km da casa. E magari arrivi ed è pure occupata…
“Sono un vostro lettore casuale, ogni tanto leggo qualche articolo, soprattutto quelli inerenti all’autonomia delle auto elettriche e alla ricarica. Le mie curiosità/domande ultimamente sono per lo più concentrate su quest’ultimo aspetto. Faccio però una doverosa e terribile premessa. Non ho un’auto elettrica, ho una macchina diesel del 2013 (euro 5) regolarmente revisionata e tagliandata che non ho intenzione di cambiare per almeno altri 5 anni. Consuma d’inverno 5,3 litri ogni 100 km (d’estate anche 4,8). Ad ogni modo, il cruccio che mi sto ponendo è: non è un problema di autonomia che mi sta facendo tergiversare sul futuro e possibile acquisto di un’auto elettrica. Ma la presenza di punti di ricarica pubblici, nel mio caso gli unici che potrei usare, dato che l’azienda per cui lavoro non ha intenzione di installare colonnine nei sui parcheggi. E io non ho un parcheggio privato a casa. Immagino che questa situazione sia comune a molti, non solo in città, ma anche in periferia e nei piccoli centri“.
Troppe incognite anche sui prezzi alla colonnina: quanto ci guadagnano?
“Come si può quindi pretendere che io vada a parcheggiare a 2 km da casa per ricaricare, non avendo neanche la certezza di trovare posto. Ma come anche di spendere anche 0,50/0,65/0,89 euro per kWh nelle colonnine dei supermercati, per cui mi chiedo: ma quel è il loro margine di profitto? Ritengo che la tecnologia delle auto elettriche sia giusta, ma la sue ramificazioni nei vari aspetti sono critiche in Italia. Colonnine poco frequenti, ma anche posti privati in casa, possibile non tenuta delle rete locale e nazionale una volta che aumenteranno le colonnine. Possibili speculazioni sui costi delle ricariche, efficienza della produzione di elettricità e del trasporto dalla fonte alla colonnina… A volte mi prende il pensiero radicale: vietare del tutto ogni mezzo privato e potenziare i mezzi pubblici. Non raddoppiare, ma decuplicare o oltre, sia in cittá che fuori e cambiare radicalmente il mondo della mobilità“. Matteo Russi
Risposta. Per una volta la domanda facciamo noi: ma chi pretende che Lei compri un’elettrica e se ne vada a a ricaricare a 2 km da casa? Finiamola con questo vittimismo da obbligo (inesistente) di passare a un’auto a batterie. Abbiamo scritto mille volte che oggi l’elettrico è per molti, ma non per tutti. Chi ha difficoltà a ricaricare, stia alla larga. Ci sono molte cose inesatte, in quello che ha scritto, tipo non sapere se una colonnina sarà libera o occupata (ci sono le app per questo…). Ma non vogliamo entrare nel merito. Senza ricariche vicine, l’auto elettrica meglio non comprarla.
- Quanto costa muoversi in elettrico? Da 5 a 15 km/100 km, dipende…da voi. Il NUOVO VIDEO di Paolo Mariano
Che palle sti scappati di casa che piagnucolano su concetti stupidi…
che palle questi redattori che danno risposte del tipo …”sono cavoli suoi a noi che siamo fortunati che ce frega” !!!
Le app ti dicono anche se lo stallo è occupato da una termica in divieto?
Purtroppo no, a quello ci dovrebbero pensare le polizie locali
Ciao…
L’affermazione che su un sito dedicato si spuntino per i venditori , i prezzi migliori è tutta da verificare. Lo stesso vostro sito si guarda bene dal pubblicare i prezzi di vendita effettivi (ma è noto che l’Italia la trasparenza non ha mai saputo cosa sia in genere) che non mi stupirei affatto se fossero molto diversi da quelli richiesti e simili a quelli del mercato normale. Poi è si un sito specializzato ma il 90% delle auto in vendita è privo delle indicazioni della capacità residua della batteria.
Eh no vaielettrico… L’europa ti obbliga a compare un’auto elettrica a partire dal 2035, se la vuoi nuova, altrimenti devi accontentarti dell’usato. Visto che l’acquisto di un’auto lo si fa con ponderazione, È lecito cominciarsi a farsi già a fare domande e ipotizzare possibili strategie, come ha fatto il lettore, e che nel suo caso non sono affatto ottimali (e il lettore lo sta facendo 5 anni prima!).
“non esistono domande stupide, ma stupide risposte”. A mio parere la domanda del lettore è assolutamente legittima. È la vostra risposta ad essere scorbutica e fuori luogo, e ultimamente ne leggo tante.
Una precisazione riguardo alle colonnine libere o occupate: quando il lettore dice che non sa se troverà la colonnina libera o occupata non significa che non avrà modo di appurarlo, ma significa che se torna da lavoro e trova la sua colonnina “vicina” di 2km occupata, cosa diavolo fa? Andare in quella che magari è a 3 o 4 o 5 km o peggio? O aspetta ore prima che la colonnina si liberi?
A volte seguo gli articoli e questa rubrica, dove gli utenti possono scrivere le loro esperienze con le auto elettriche o dubbi sul loro acquisto. Ma chi ha idee oppure opinioni sull’elettrico diverse dal punto di vista della redazione, nelle risposte viene subito “attaccato” con un approccio di superiorità che non ha eguali … sono pienamente d’accordo con te e più leggo le loro risposte, più mi passa la voglia di passare all’elettrico.
Impossibile biasimare la redazione, qualsiasi redattore al mondo reagirebbe con tale trasparenza e decisione di fronte ai continui attacchi di haters e negazionisti che vengono su questo forum appositamente a provocare e deridere appassionati ed utenti di auto elettriche.
hater negazionista uno che dice che non cambierà l’auto perchè la colonnina di ricarica è a una distanza irragionevole per un uso quotidiano? con questi ragionamenti e con questo menefreghismo per i problemi altrui non c’è da meravigliarsi che le auto elettriche siano tra il 4 e il 5% in Italia, ma forse avrebbero potuto indicare che il forum è riservato ai soli possessori di BEV felici della loro scelta.
La risposta al commento del lettore era in generale, non come riferito dallo stesso lettore riferito al caso specifico. Stia pure più sereno, io guarda caso lo sono già, ce la può fare anche lei
https://www.vaielettrico.it/ricarica-nei-lampioni-la-soluzione-italiana-ce-ma/. Questa mi sembra la soluzione per chi non ha la possibilità di ricarica a casa. Ci sono aggiornamenti?
Non sono molto d’accordo nè con le paure del lettore Matteo nè con la risposta della redazione.
Se si fanno 10-15.000 km l’anno con una BEV long range, si farà circa una ricarica completa una volta ogni 10-15 giorni, oppure più ricariche parziali a seconda delle necessità o delle abitudini. Quindi, anche non avendo una colonnina troppo vicina, non vedo un grande problema per la maggior parte degli automobilisti.
Quando noleggio una auto elettrica a Milano (o a Londra dove vivo) mi trovo in condizioni simili… quindi la ricarico dove trovo una colonnina veloce, viaggio e ricarico dove trovo colonnine disponibili. Se anche torno a casa col 30% di batteria, ci penserò un altro giorno, o se sto pianificando un lungo viaggio il giorno dopo, allora avrò portato l’auto a un supercharger per arrivare a casa con un livello adeguato di carica (ormai se ne trovano ovunque, anche in Italia). Ci si abitua molto presto, l’ansia è più tipica di chi non ci ha ancora provato.
Io proprio non sono snodato, e la palestra più vicina è almeno a 2 km, non l’ho mai provato ma sono sicuro che il pilates non faccia proprio per me. Adesso corro a scriverlo su vaipilates.it, perché è importante che il mondo lo sappia.
Quello che mi da più fastidio è che l’UE mi obbliga a iscrivermi a un corso di pilates entro il 2035.
Però ora che ci penso, magari entro il 2035 apriranno una palestra nel mio isolato, visto che dovranno farlo tutti. Facile anche che ci siano corsi fatti su misura per i “diversamente snodati” come me. Dai, stavolta lascio perdere commenti inutili.
Non lo facciamo mai. Ma il suo commento merita un’eccezione: plauso unanime del team Vaielettrico.
Grazie!
Finché si continua a considerare il tempo di ricarica come paragone del pieno per le auto termiche si sbaglia nel concetto. Una BEV la devi ricaricare mentre fai altro, sia sosta autogrill piuttosto che di notte, piuttosto che durante l’orario di lavoro o durante la spesa. Se manca questo presupposto la BEV viene utilizzata MALE. Se inoltre ci mettiamo il costo PUN che oggi è circa 0,129 mentre i gestori delle colonnine vendono a 0,6 – 1,0 €/kwh (e le colonnine sono state pagate con le sovvenzioni europee) costa pure TROPPO.
Del resto se in IT il costo delle colonnine è esagerato ci sarà un motivo….
Con un monopattino elettrico si può affrontare il tragitto colonnina lenta (AC)/casa e ritorno a fine ricarica in pochissimi minuti e senza problemi. Questa distanza non è affatto un limite. Ma colonnine ne stanno installando di continuo, in ogni dove, anche hpc per rabbocchi di un quarto d’ora o pieni da 30/35 minuti per una sosta di vario genere. Per i prezzi, meglio se si va ai Tesla Supercharger o in AC si ricarica con Repower ancora a 0.60 €/kWh in pay per use
Comodo ed economico in effetti.
Devo considerare un altro investimento per comprarmi un monopattino elettrico, avere il coraggio di salirci, ricordarmi di metterlo in carica, tenere il bagagliaio costantemente occupato da questo, sperare che non piova, o che non nevichi, o che non faccia freddo
Finalmente una soluzione zero-sbatti!
E tutto questo per ricaricare alle colonnine (e quindi a prezzi non dissimili dalle termiche)
Ma siete seri?
Mettetevi nei panni di chi l’auto la usa per necessità, e non per gioco dai, altrimenti allontanate anche quelli con le migliori intenzioni con questi “suggerimenti”…
Ormai anche lo staff di Vaielettrico dice che se non ricarichi a casa la BEV è meglio evitarla – non restiamo fermi su posizioni irrealistiche, su!
Le devo dire che non avendo un posto auto dove abito io ricarico alle colonnine pubbliche, non sono distanti e quindi non ho bisogno di un monopattino, in ogni caso problemi zero, sbattimento zero, costi sempre meno che col gasolio, solo tanto tanto godimento nel guidare un’auto elettrica così appagante e gratificante, che non emette rumori molesti e gas cancerogeni e clima-alteranti. Un’auto che, seppur elettrica e non la vuole nessuno, guarda caso è stata la più venduta di tutte in Europa il mese scorso e la più venduta di tutte nel mondo l’anno scorso. Ma auguro anche a lei buona guida
Io non sto dicendo che per te, Volpesalva, la BEV non sia una buona soluzione (se non addirittura una ideale).
Ma mettiti nei panni degli altri, se vuoi dare consigli: se TU avessi la colonnina più vicina a 2 km, e magari non avessi la capacità economica per comprare una Tesla Y il cui bagagliaio è decisamente capiente, e facessi pure qualcosa in più dei classici 15 mila km…
Ecco, in queste condizioni, sinceramente, ti compreresti un monopattino da tenere fisso in auto, solo per poter andare e tornare dalle colonnine ogni volta che serve, sotto il sole cocente o la pioggia battente, se non la strada lastricata di ghiaccio?
Se la risposta è sinceramente sì, sarei curioso di sapere che lavoro fai, perché io di eroi che possono permettersi una cosa del genere ne conosco ben pochi.
E ad ogni modo, la tua sarebbe una situazione decisamente particolare.
Sono un semplice impiegato com famiglia, ahimè non sono un eroe. Comunque tieni presente che avendo un autonomia di 400 km, tra l’altro la più bassa per le Tesla, a me serve ricaricare ogni 10 giorni circa, decisamente sostenibile e facilmente gestibile. Se adesso sono in pochi a poterlo fare non lo so, ma in un prossimo futuro sicuramente saranno in tanti. Fattibile senza poi sti grandi problemi.
E vabbè Volpesalva, 40 km al giorno, tutti i giorni, tragitto standard, variazioni pochissime, imprevisti pure, gite zero o quasi: sei in una condizione super-ideale per una BEV.
Eppure, continuo a dubitare che parcheggeresti a 2 km da casa, dopo essere rientrato alle (boh) 17.30, fatto una doccia, rilassato, e dopo cena via a portare la spazzatura a mettere l’auto in carica, rientrando in monopattino. D’inverno, al freddo, sotto la pioggia.
E al mattino, partire 10 minuti prima. Sempre al freddo, sempre sotto la pioggia.
Fosse anche una volta ogni 10 giorni.
Dai, sii sincero, non lo faresti mai 🙂
Se non ricarichi a casa o se non hai colonnine lente vicine a casa. Questo dice Vaielettrico.
Giusta la precisazione, ma io per “vicine a casa” intendo qualcosa di raggiungibile in una manciata di minuti, non in mezz’ora!
2 km in generale son troppi, per voi no?
decisamente si mi sembran tanti soprattutto se piove, se sei in inverno o i estate a 40 gradi se sei in sovrappeso, se per farli devi costeggiare una statale trafficata, per non parlare per chi ha problemi di deambulazione e/o non hai più 20 anni ma 60 o più… figurati io che ne avrei non 2 ma 3 + 3 (A/R) da fare!
Il monopattino nel baule per poter andare a casa quando ricarichi? peccato che Paolo villaggio sia morto altrimenti questa sarebbe potuta essere un’ottima idea per un nuovo film di Fantozzi … magari giusto con l’arrivo di un temporale imprevisto con grandine o una tempesta di neve e uno scontro con una altra signora anch’essa in monopattino a ricaricare di 150 KG 🙂 Ma da dove vi vengono certe idee ?
È un’idea Antonio, come detto non è il mio caso, ma rimane un’idea applicabile. Per fortuna qualcuno ha ancora qualche idea da proporre per migliorare il mondo e non rimane fossilizzato a strenua difesa del proprio cortile. E grazie per non scomodare più il mio mito di gioventù ragionier Fantozzi
Rimane un’idea, ok.
Applicabile, no.
Altrimenti, anche chiedere un passaggio al vicino per andare fino alla colonnina. O andarci coi pattini.
O affittare una camera in un hotel vicino le notti in cui serve ricaricare…
Tutte idee. Ma applicabili, no.
Se mi consenti, questo allontana ancor di più chi è attratto dall’elettrico, ma si scontra con problemi (come questo) che sono innegabili.
Se a problemi complessi dai soluzioni ancor più complesse, li fai scappare tutti.
Se trovi complesso l’utilizzo di in monopattino per situazioni particolari, rarissime, estreme e temporanee è evidente che il problema non è l’auto elettrica che stai criticando, ma cercalo in te.
Particolari, rarissime, estreme, PER TE, Volpesalva.
Ho cercato di farti capire che per me non lo sono. E nemmeno per molti altri (e alcuni commenti sono qui a dimostrarlo).
È impensabile sperare di completare la necessaria e senpre più urgente transizione energetica ignorando i problemi reali che questa comporta, o proponendo soluzioni irrealizzabili perché incapaci di guardare oltre il proprio piccolo microcosmo di esigenze. Questo è parte del problema, purtroppo
🙁
Bazzi, a te conviene aspettare ancora un po’, la situazione nel corso dei prossimi anni, pochi, migliorerà sensibilmente e da più che accettabile, come già lo è ora, passerà a ottimale, accessibile ai più, così chi ha ora più problemi e limiti potrà valutare anche l’auto elettrica come la prima scelta o più che valida alternativa. Io nel frattempo vado avanti e le faccio strada.
Io ho una Tesla da giugno, sono insegnante, così come mia moglie. L’auto precedente era una Hyundai Tucson hybrid, pagata di più rispetto all’attuale BEV. Ancora mi tocca sentire frasi del tipo : “Tu che ti puoi permettere la macchinona…”, quando, ripeto, ho risparmiato, di listino, rispetto al termico, ma ho una macchina decisamente superiore in termini di allestimento e prestazioni. Nei viaggi autostradali ho sempre caricato durante le soste per colazione/pranzo/cena, così come ero solito fare in passato. Zero sbattimento, zero ansia da ricarica. Ho un box auto, fotovoltaico e possibilità di caricare a casa a 0.22 al kWh. Pur non essendo un fan dell’elettrico, non rimpiango minimamente il termico.
ecco, appunto. Sei TU Alessio che hai box e fotovoltaico ma non IO Matteo che abita in città, che non ho un box, che abito in collina e che la colonnina più vicina la ho a 2.4 km di distanza. Ovviamente ben più in basso rispetto a dove abito io. Come la mettiamo?
Prima di una elettrica forse penserei a non vivere in un posto dove non ho neanche un garage e un giardino mio….
cioè quasi il 70% della popolazione…
Secondo me, dovete sperare che non ce ne siano tanti con l’auto elettrica che non può essere caricata a casa, perché poi le colonnine che si spera di trovare libere, nel tempo di arrivare possono essere già occupate da altri che erano più vicini.. pensate il caos che ne verrebbe se ci fossero code alle ricariche… Meglio pochi finché la distribuzione non sia più capillare come le stazioni di servizio carburante
Il solito commento inutile, il numero di colonnine è commisurato al numero di auto in circolazione e possono essere installate in numero mostruosamente alto.
Inoltre non tutte le auto stanno in carica tutti i giorni tutto il giorno, verosimilmente basteranno al 90% della popolazione un paio di ricariche a settimana.
Con una colonnina Ultra Fast un’auto elettrica ricarica in 30 minuti, ma entro 2 o 3 anni il tempo sarà di 15 minuti che è simile ad un rifornimento + caffè in autogrill.
Ma con una colonnina da 50KW, messa di fronte alla palestra, potrei caricare l’auto nell’ora e mezza che mi alleno.
Con la colonnina a 300m da casa potrei caricare tutta la notte senza problemi.
Si certo, perché la colonnina non va allacciata alla rete elettrica, possono quindi essere installate ” in un numero mostruosamente alto” ovunque. Ovvio. Magari un pensiero che una colonnina fast da 350 kW richieda la potenza necessaria a più di 100 appartamenti ( un intero quartiere) che prelevano alla massima potenza tutti contemporaneamente non la sfiora neppure. Poveri noi
Via Ilario, un quartiere di una media città di appartamenti ne ha alcune migliaia. E probabilmente qualche decina di condomini con 100 appartamenti. Detto questo, le colonnine da 350 kW in città non hanno senso. Servirebbero alcune colonnine lente in ogni strada, alimentate dalla rete in bassa tensione che le percorre tutte.
In certe zone (così come in certi condomini) già trovare parcheggio la sera è impresa titanica.
Una soluzione simile, però, incentiverebbe (almeno all’inizio, fino a saturazione dei posti) l’acquisto di BEV: ho sotto casa tot parcheggi riservati alla ricarica, quindi se compro l’elettrica ho il posto garantito.
Sorgerebbero altre problematiche:
– per quanto tempo posso lasciarla in carica?
– a che prezzo?
– con quali costi, se sforo?
Sarebbe una soluzione da testare sicuramente, ma visto quello che stanno facendo con i prezzi delle ricariche temo che le condizioni diventerebbero pessime in poco tempo.
Tre domande a cui possiamo già rispondere: Le auto elettriche possono occupare gli stalli di sosta finchè non è esaurita la carica. Dalle 23 alle 7 possono occuparli anche a carica ultimata, ma entro le 8 devono essere rimosse. I costi “se sfora” sono pubblici, indicati da tutti gli operatori e sono di alcuni centesimi al minuto.
Assolutamente d’accordo, il mio commento era solo perchè nella risposta si diceva numero mostruosamente alto e colonnine fast. Purtroppo chi non ha pratica nel campo tecnico a volte non ha la misura delle cose, installare una colonnina non è come installare un lampione. D’accordo anche sul fatto che sarebbe utilissimo il dispiegamento di colonnine anche solo da 10 kWh in ac magari in un grande parcheggio dove le persone potrebbero lasciare l’auto collegata durante la notte e averla carica al mattino. Magari un parcheggio chiuso con una sbarra che consente l’accesso solo alle bev per evitare i soliti furbi. E tariffe concorrenziali rispetto al termico perchè la storia è sempre la stessa, va bene l’anima eco ma se devo spendere uguale o di più rispetto alla benzina ovviamente si capisce subito quale sarà la scelta
“Entro le 8 devono essere rimosse” diventerebbe già un bel problema, nel mio caso.
Gli “alcuni” centesimi al minuto, a quanto ricordo erano 10 a Mestre via Ulloa, ovvero 6 euro all’ora – decisamente troppi per lasciarla lì in balia di ritardi del treno per Venezia o altri impedimenti vari, per cui all’epoca rinunciai tout court alla ricarica (capisco che il tutto serve giustamente a creare la rotazione sullo stallo per chi deve caricare, è giusto).
Insomma, non credo mi risolverebbe il problema, ma ad altri magari sì – più soluzioni ci sono, meglio è.
Aspettiamo fiduciosi che qualcuno queste colonnine da lampione le faccia … per ora sono solo poche installazioni soprattutto negli in USA, quando ci saranno in tutte le città italiane (dove servono) ne riparleremo.
Gentilissima redazione, vi leggo da molto ma intervengo poco. Ho una piccola Spring di cui sono felicissimo e che uso in città e fuori e quindi non penso di poter passare per un “no watt” (termine che proprio odio). Questa volta ho avuto la brutta sensazione di leggere una risposta, da parte vostra, un po’ arrogante soprattutto quando si vuole fare passare il messaggio che per sapere se una colonnina è libera basta usare una app. Questo può essere vero in linea teorica mentre capita spesso di arrivare dove si crede di poter caricare e di trovare la piazzola occupata da termiche. A me la lettera del lettore è sembrata molto equilibrata.
Ah ma ancora non è chiaro che l’auto elettrica è per chi può ricaricare autonomamente (box/garage) ancora meglio se con pannelli solari e non per altri?
quindi per la stragrande MINORANZA della popolazione, dal 2035 dovremmo girare tutti con un tostapane?
Mi sembra che alle volte esageriate al contrario.
La valutazione di acquisto dell’auto elettrica dipende dall’utilizzo che se ne fa..
Se potesse ricaricare in 15 minuti per avere una autonomia di 400Km effettivi che magari gli bastano per 7gg, non vedo perchè il limite dovrebbe essere la colonnina a 2km da casa.
Secondo me non esagerano. Chi non ha una possibilità di ricarica a casa o al massimo al lavoro si tenga alla larga dalle bev. Perché? Molta scomodità e prezzi di ricarica peggiori che col termico. In Italia, senza, posto auto privato attrezzabile, oggi non ha senso
Condivido, senza ricarica comoda meglio evitare di acquistare una BEV, dalla lettera traspare un certo rammarico per non poter comperare una BEV, arriveranno tempi migliori si spera per quanto riguarda il discorso ricariche.
Direi che l’utente dovrebbe tenere il suo diesel a fine vita anziché 5 anni.
Mi permetto di dire che la risposta è un po’ da stizziti, perché non si fa’ altro che alimentare chi dice che l obbligo di produrre auto elettriche dal 2035, è una cosa inaccettabile
Ma se l’elettrico non è per tutti perchè la commissione europea ha imposto l’obbligo? facciamo la rivoluzione al contrario di Ford? auto solo per ricchi con villetta, fv, caviale ed erre moscia. Transizione classista e attacco alla libertà di movimento delle classi proletarie
Giusto per chiarire per l’ennesima volta io faccio parte del ceto medio basso, con isee di 22000 euro, è vero ho una villetta a schiera e pago il mutuo, non ho il fotovoltaico, non ho la erre moscia ma un accento spiccato di Udin, eppure ho cambiato la vecchia C3 di 20 anni con una MG4, senza grandi pretese, e posso dirti che ho già fatto 9000 km in 4 mesi spendendo solo 200 euro. Se vuoi puoi.
Non c’è peggior Jack di chi non vuol sentire.
Mandi Loris, il “se vuoi, puoi” è frustrante per chi vuole, ma non può.
Credo che smettere di usarlo, cercando invece di capire perché non si può ed aiutare a superare il problema se possibile sia un atteggiamento molto più utile alla causa.
Per assurdo, sebbene scritta in modo piuttosto respingente (ma è un po’ il timbro di fabbrica, qui), la risposta della reazione “se non puoi ricaricare a casa, stai alla larga” è molto azzeccata.
Ci aggiungerei giusto un “salvo casi particolari”, per non chiudere del tutto la porta a chi è comunque fortemente motivato.
Saluti da uno che vuole ma, al momento, non può (il perché io lo so – non esiste ancora il mix di modello di BEV, rete di ricarica e prezzi adatti alle mie esigenze, anche se spero che non manchi molto).
Non commento le obiezioni, che ovviamente sono valide per chi le ha fatte. Di getto, il distributore diesel a me più vicino è a 6 km, e ad altri va peggio. Nonostante tutto, nella forma mentale dell’automobilista classico non c’è la “critica” della distanza del punto to di rifornimento. Al contrario, assistiamo con comprensione alla “razionalizzazione” dei distributori, che ci viene spiegata come una necessità inevitabile per non alleggerire troppo i nostri portafogli
Roberto, premesso che sono assolutamente favorevole alle bev : le obiezioni se si vogliono capire non sono così difficili da capire. I distributori di benzina sono ancora molto diffusi, ci sono in ogni città ed in ogni paese. Il tempo di un rifornimento è questione di pochi minuti. Facendo un pieno e girando solo in città con una ibrida moderna si fanno anche 1000 km, quindi il fatto che il distributore dista 7 km poco importa. Non giro col pensiero di dover ricaricare chissà dove, se avrò problemi ecc. In tanti anni che guido non mi sono mai posto il problema rifornimento, parto tranquillo con la certezza che tanto un benzinaio per strada lo trovo. L’obiezione principale secondo me è quella, se poi aggiungiamo il caro colonnine e il prezzo di acquisto di una bev è ovvio che tante persone non faranno il passaggio
Mi scusi Roberto. Il suo paragone proprio è fuori luogo. Vuol mettere fare il pieno in quattro minuti e per 800÷ 1.000 km sei a posto, col fare soste di 30 minuti minimi, per 300 o poco più km?
Ad oggi non c’è confronto di comodità e di perdita di tempo.
È che il tempo necessario per le cariche delle EV, non viene mai conteggiato. Vogliamo mettere € 50 orari e rifacciamo i conti complessivi, per verificare se è ancora così conveniente la EV? Al netto del fastidio?
A mio avviso, si creerebbe un abisso a favore delle termiche.
Dipende, se la ricarica avviene mentre si fa altro (spesa al supermercato, colazione, pranzo, lavoro, riposo notturno….) la cosa si ribalta. Nel mio caso perdevo molto più tempo per fare gasolio rispetto alla ricarica elettrica.
Quindi fammi capire, scendere dall’auto, attaccare il cavo, staccarlo e metterlo nel bagagliaio, 2 volte a settimana, vi mette meno che fare 1 pieno al mese? Sono confuso
Quindi fammi capire, arrivare a casa la sera e mettere la macchina in carica e ritrovarla carica la mattina dopo, oppure, arrivare al supermercato mettere la macchina in carica e trovarla carica al ritorno, queste azioni sarebbero un peso? Impiego non più di 5 secondi per metterla in carica a casa e quando carico fuori casa ne impiego forse 30 in tutto tra attaccare e staccare (e non uso mai il cavo di emergenza che ho in auto). Sinceramente mi pesava di più prima quando dovevo fare il pieno 2 volte a settimana e poi mi puzzavano le mani di gasolio per tutto il giorno. Però de gustibus.
No. È cercare la colonnina ed aspettare che si ricarichi l’auto che fa perdere tempo.
Non tutti (anzi, credo abbastanza pochi) hanno la “libertà” di poter decidere quando ricaricare, abbinando la cosa ad altre attività.
Nel mio caso, anche se potessi ricaricare a casa (a breve potrò), avrei comunque delle difficoltà nel gestire l’autonomia di una BEV che sia alla mia portata.
E in ogni caso, su 3 che ne avremo a breve in famiglia, al massimo UNA potrà essere BEV, perché le altre, a casa, dove le ricarico altrimenti?
Purtroppo in Italia, per chiare limitazioni artificiali (=politiche), sembra che per chiedere un contratto da 10-20 kW, si debba essere il CNR, la Fiat, o la NASA. I cittadini possono solo stare con il lumino dei 3 kW e o fare la lavatrice, o caricare un’auto, o accendere il forno, o asciugarsi i capelli.
Scusi Luca io non ho un diesel ma ho una bev , la Twingo,e una ibrida,la Niro. Con quest’ultima con un pieno di benzina ci faccio mediamente 800 km. Siccome tengo conto di tutto e ho sempre fatto il pieno da quando la ho comprata posso fare una statistica : in 6 anni e mezzo ho fatto 79 pieni spendendo 4279 € di benzina e percorrendo quasi 56000 km. Quanti tempo ho impiegato? 5 minuti scarsi per 79 volte sono 6 ore e mezza , quindi un’ora all’anno. Credo sia chiarissimo, io per muovermi con l’auto dedico al rifornimento un’ora all’anno. E ho l’auto sempre pronta ; ok, la Twingo la carico sempre a casa e va bene così ma se non potessi dovrei andare alla colonnina e comunque perdere tanto tempo che dovrei dedicare esclusivamente a quello. Non posso ricaricare al lavoro semplicemente perché ci vado in scooter visto che là con c’è parcheggio. Non ho colonnine vicino a casa, la più vicina sta a 5 km, una ac plenitude. Durante il giorno sono al lavoro quindi dovrei andarci di sera ed aspettare, in una piazza davanti al municipio dove non c’è nulla, solo un parcheggio deserto. Dovrei farlo 2 volte a settimana almeno, quanti minuti fanno in un anno ( e 10 km a/r percorsi solo ed esclusivamente per quello). Infatti la Twingo la ho comprata solo perché la posso caricare a casa ed è una seconda auto. Mi spiace per chi vede nell’ elettrico la soluzione a tutto ma per ora mi tengo buona la hev. In futuro si vedrà
Lucabot scusi, sinceramente gli esempi da lei fatti mi sembrano un attimo tirati per i capelli:
– spesa al supermercato, colazione, pranzo in questi casi occorre avere una colonnina vicina e dato che normalmente queste pause sono “brevi” la colonnina dovrebbe essere una fast a si sa che i costi in questi casi diventan da “gioielleria”
– lavoro, questo si andrebbe bene ma torniamo sempre al punto … quanti hanno una ricarica AC al lavoro o nelle immediate vicinanze?
– riposo notturno, stesso discorso del lavoro la ricarica AC deve distare 2 – 300 metri ed essere libera e funzionante altrimenti il discorso decade,
Ad oggi nessuna delle ipotesi è realisticamente fattibile per un elevato numero di persone (poi i fortunati ci sono sempre ma non fanno media) fintantochè non ci saranno le famose “ricariche da lampione” diffuse ovunque in modo che possano essere disponibili per tutti e non solo per i fortunati che trovano quel parcheggio llibero, la ricarica per chi non ha un box è e resterà un ostacolo difficilmente sormontabile.