Retromarcia Mercedes: ibride oltre il 2030

Retromarcia Mercedes: il n.1 Ola Källenius conferma nuovi investimenti sui motori ibridi, in modo che “reggano anche nel prossimo decennio “. Rimandando ancora una volta il passaggio al solo-elettrico, inizialmente previsto nel 2030.

Retromarcia MercedesRetromarcia Mercedes: si punta sulle Euro 7, con nuovi investimenti

Kallenius ha fatto il punto della situazione in un’intervista alla testata tedesca Wirtschaftswoche, confermando quanto trapelato a inizio anno. Il futuro solo elettrico è rimandato, le vendite sono sotto le aspettative e si procederà su due binari, elettrico e motore a combustione, più a lungo di quanto previsto. Sono così ripartiti gli investimenti in ricerca&sviluppo per i motori ibridi, che qualche anno fa erano stati congelati pensando che il futuro EV fosse ineluttabile. Altra correzione di rotta: fino a qualche tempo i costruttori, non solo Mercedes, ritenevano che il passaggio alla normativa Euro 7 fosse troppo dispendiosa. E che quindi tanto valeva passare direttamente all’elettrico. Ora Kallenius fa sapere che tutti  “i motori a combustione e le combinazioni di trasmissione pertinenti” saranno conformi alle nuove normative come EU7 o China 7.

Retromarcia Mercedes
(tutte le foto sono tratte dal sito Mercedes Media).

Obiettivi sull’elettrico continuamente rivisti al ribasso

Questo non significa cancellare gli investimenti sull’elettrico, che però saranno più diluiti nel tempo. Il n.1 Mercedes ha smentito per esempio le voci che davano per interrotto lo sviluppo della nuova Classe S a batterie. Falso. Così come non sono cancellati i piani per la produzione di batterie, in partnership con Stellantis e TotalEnergies. La due nuove Gigafactory restano in programma (tra queste c’è la riconversione dell’ex Fiat di Termoli, oltre a Kaiserslautern, in Germania). Ma al momento è tutto fermo perché il mercato non tira e i piani vengono continuamente rivisti al ribasso. Si era partiti nel 2021 programmando al 2030 lo switch totale, pur comprendendo le ibride plug-in. Poi quel 100% è stato ridotto al 50%. Ora in quel 50% rientrano i modelli ibridi, obiettivo molto più modesto. Ma le vendite  ristagnano: a breve Mercedes annuncerà il consuntivo del primo semestre 2024 e gli analisti prevedono numeri ancora deludenti per l’elettrico.

Visualizza commenti (74)
  1. Il ban 2035 è stato scritto sulla necessità di dare una direttiva alla produzione di gran parte dei motori che inquinano.

    Nello stesso ban è però stata indicata una darà di revisione che il 2026.

    In quella data verrà fatto il punto della situazione per capire se il 2035 è la data corretta.

    Se spostarla o anticiparla.

    Al momento nessuno è in grado di prevedere se la commissione europea metterà mani alla norma prima del 2026…

    Nel frattempo l’industria Europea traccia i primi bilanci e nuove strategie.

    Per rimanere a galla e poter fare nuovi investimento parecchie case produttrici, forse tutte, stanno rivedendo i piani su un elettrico puro e di un elettrico misto con il motore a scoppio.
    In modo da poter accontentare la richiesta della clientela.

    Ci si è resi conto, anche da parte dei politici, del rischio che si possa creare un mercato senza alternative.

    Un blocco completo di termico misto, avrebbe potuto causare un brusco arresto delle vendite.

    Con 2 grossi problemi, il primo naturalmente economico e il secondo ancora più grave e che la gente non volendo più comprare nulla avrebbe finito per tenersi la vecchia auto…

    Con un effetto contrario sull’inquinamento rispetto a quanto immaginato.

    I politici hanno recepito le indicazioni delle case europee e le faranno loro per poterle poi applicare.

    Lo vedremo nei prossimi mesi così succederà.

    E anche auspicabile e pensabile che al di là del Ban, dal 2035 o data simili la tecnologia Bev si sia imposta naturalmente e le infrastrutture e relativi costi siano stati ottimizzati.

    1. -Ci si è resi conto, anche da parte dei politici, del rischio che si possa creare un mercato senza alternative.-

      al netto passaggio che ho isolato, tutto l’intervento è molto condivisibile. Peccato che è anni che parecchi gente come il sottoscritto, magari sì meno titolato ma non per questo per forza del tutto incompetente, queste stesse cose le vada ripetendo da anni.
      E senza per questo considerarsi un no watt 😉

      1. A.d., scusa ma il mercato delle auto termiche è stato un mercato con alternative?
        Sempre combustibili fossili sono stati bruciati nei motori.
        Oggi con le BEV possiamo dire che c’è un’alternativa.
        Poi non mi venite a dire che c’era il benzina, il diesel, il metano o il GPL visto che sempre della stessa pappa si tratta.

        1. In un contesto l’idea, dico solo che tempi che ci siamo dati, considerando il pacchetto tecnologico che abbiamo in mano oggi, sono troppo stretti e i modi per comunicare la cosa si sono rivelati sbagliati. Ed è esattamente quello che stiamo vedendo e che da anni vado ripetendo che sarebbe successo. Reazioni comprese.

          1. Direi che sono le reazioni degli italiani.
            D’altra parte se il 2035 è troppo vicino per il BAN delle termiche allora il 2030 per la riqualificazione degli edifici residenziali cosa può essere?
            Queste politiche sono state decise dopo il 2011 e dopo un tira e molla sono diventate una normativa seria UE.
            Normativa che i politici italiani vorrebbero mettere nuovamente in discussione, un po’ come stanno facendo con il DL Salvini che vuole scardinare i paletti della legge che regolamenta l’edilizia dal 2001.
            Ma è normale che in un paese civile si debba buttare in caciara ogni regolamentazione che ha messo un po’ d’ordine solo perché fa comodo ad un sottogruppo di finanziatori della politica?

          2. -Direi che sono le reazioni degli italiani.-

            Temo di mezza Europa, e stasera vediamo cosa succede anche in Francia.

            -il 2030 per la riqualificazione degli edifici residenziali cosa può essere?-

            Materialmente impossibile a farsi entro il 2030 salvo tali e tante deroghe da snaturare il tutto.
            Tempo fa avevo fatto quattro conti della serva assieme al signor Massimo, tenga conto che io con gli immobili ci lavoro, e gli raccontavo che io e diversi professionisti con cui mi capita di confrontarmi avevamo fatto una stima buon senso che per “risanare” una parte consistente degli immobili in classe G presenti in Italia (quindi solo i peggiori e quindi non tutti tra queati peggiori) potrebbero non essere sufficienti 20 anni. Ma non per ignavia o cattiveria, ma per motivazioni materiali, oggettive. Una su tutte per esempio è che non c’è abbastanza gente per farlo.
            Con ciò ci mancherebbe: sono d’accordissimo con l’idea di fondo.

            E si ritorna sempre al punto di partenza che ho evidenziato: a fronte di idee ottime e tutto sommato condivisibili nella loro natura, per quanto mi riguarda c’è stata una pessima comunicazione ed una pianificazione della cosa decisamente superficiale.

          3. A.d., visto che si occupa di immobili, ho una curiosità a cui forse mi potrà rispondere.
            Per quello che ricordo com’è concessa l’agibilità e l’abilità se non sbaglio gli stessi uffici dovrebbero vigilare e se ci sono i requisiti dovrebbero revocarle e se necessario richiedere la demolizione degli edifici.
            Mi sbaglio? Se poi è così perché non ho visto nei miei cinquant’anni di vita un edificio a cui è stata revocata l’abitabilità/agibilità se non nei casi più eclatanti causati da eventi naturali? Eppure di case in queste condizioni ci sono ma gli uffici competenti girano lo sguardo altrove. Se invece facessero il loro lavoro non ci troveremo nelle condizioni in cui ci siamo oggi, in cui effettivamente l’impresa di riqualificazione sarà ardua ed in molti si aspettano contributi/sgravi. Stavo proprio leggendo un’articolo in cui ci sono 2,5 milioni di edifici che dovrebbero essere ristrutturati ed i loro proprietari non vogliono investirci ma di persone disposte a comprarle e ristrutturarle sono solo 800 mila ovvero 1/4. Prevedo forte svalutazione del patrimonio immobiliare.

          4. La agibilità e l’abitabilità sono dotate fondamentalmente da questioni statiche e volumetriche. Quindi una volta che vengono concesse, posto che i metri cubi knon si restringono, affinché un edificio venga dichiarato inagibile rimane solo l’eventualità che questo sia pericolante fu pesantemente in salubre, o affini estremi. Quindi no, al di là di questo revocare agibilità e abitabilità pressoché impossibile una volta che vengono concesse.

            Per quanto riguarda la valorizzazione del patrimonio immobiliare, d’accordo con lei che nei prossimi decenni se non addirittura nei prossimi lustri ci sarà un pesantissimo rimescolamento

  2. Una cosa che non capisco: queste case automobilistiche straricche, con liquidità pari al bilancio di Paesi interi, non si sono mai convinte ad accordarsi per creare od incentivare una espansione vera della rete di ricarica stile Tesla. Ionity, Ewiva, etc. sono solo dei timidi tentativi, dovrebbero essere molto più aggressivi ed estesi, senza una valida infrastruttura l’elettrico non decollerà, non possiamo pensare di ricaricare solo nel garage di casa, occorre poterlo fare in tranquillità anche in viaggio e lontano da casa.

  3. Produci ciò che si vende. Punto. Fesso chi crede che dietro una grande azienda ci siano motivazioni e ideali al di fuori del soldo.

    1. Plivot, nessuno si illude che il capitalismo è mosso da ideali, anche se ci sono stati anche in Italia come Olivetti che abbinò il lucro ad un’idea di società più equa.
      La politica ha il DOVERE di mettere correttivi alle scelte egoistiche del soldo a favore del benessere dell’intera società.

  4. La realtà a volte, e per fortuna, ridimensiona le ideologie di chi pensa di avere la bacchetta magica o crede di essere una sorta di imperatore ed avere la sudditanza completa degli europei.
    Lo si è detto in tutti i modi e in tutte le salse, nessuna obiezione al green ma gli obiettivi devono essere sostenibili, la biondina d’Europa ha invece sparato fuochi d’artificio partorendo una tenaglia green in cui l’industria europea non si rispecchia e su cui non è disposta a investire milioni di euro di tasca propria per burocrazia ideologica.
    Invece di aiutare l’industria le blateranti idee marcate Ursula la stanno mettendo in difficoltà esponendo ancora di più l’Europa all’invasione Cinese e non chi stupidamente afferma anche che loro sono stati più bravi lo fa in piena malafede dimenticando il regime di monopolio sulle batterie delle BEV e la concorrenza sleale delle industrie cinesi gonfiate da miliardi di investimenti statali voluti dal governo di Pechino.
    Ursula ha imposto la sella prima del cavallo ed in più ha girato io conto agli europei.
    Per fare quello che lei vorrebbe in questi pochi anni servirebbero il quadruplo dei fondi ma questo vorrebbe dire drenare da ogni altro investimento, impossibile.
    L’auto elettrica non è matura come non lo è tutta l’infrastruttura che la deve sostenere, lo sarà forse nel 2030 ma le aziende automobilistiche non possono cambiare interi sistemi di produzione dall’oggi al domani, ne possono fallire per i capricci di Ursula.
    Le elettriche stentano sul mercato del nuovo, incentivi a parte, e svalutato pericolosamente su quello dell’usato. In uno scenario che penalizza costruttori e clienti è chiaro che il sistema non gira.
    Per la stragrande maggioranza delle persone l’auto è il modo più semplice per spostarsi e tale deve restare per mantenere il suo status, se mi devo fare una competenza prima di scegliere una BEV perché rischio di prendere un prodotto vecchio o che non rispecchia le mie esigenze già non va bene.
    I burocrati europei hanno pensato come al solito da politici ma l’industria, quella vera, non ha intenzione di pagare per loro e i dazi sulle auto cinesi sono un primo segnale sulla vaccata green a nome Ursula!

    1. Ogni opinione è legittima e noi, pur non condividendo per nulla la sua, non intendiamo censurarla. Ma i toni sprezzanti, il continuo richiamo a luoghi comuni e pregiudizi veicolati da ben precise parti politiche, tolgono qualsiasi credibilità ai suoi commenti. E alla lunga sono intollerabili. Cambi atteggiamento o saremo costretti a cestinarli.

    2. Leonardo (R)

      Quella che lei chiama “biondina d’Europa” ha dietro una squadra di consulenti che tutto noi ci sogniamo.
      Ma anche senza consulenti, se lei crede che la Cina che corre si possa prendere rallentando, non posso che fare gli auguri a quel poco che resterà della nostra industria automotive.

      1. Più che altro la “biondina” ha dietro centinaia di parlamentari di gruppi parlamentari diversi che, dopo anni di discussioni in aula, nelle commissioni, nelle riunioni fra capi di stato, di governo, di ministri, di funzionari incaricati, e poi centinaia di audizioni di portatori di interesse di qualsiasi tipo, e poi di analisi dei risultati di diversi comitati scientifici e tecnici interpellati, alla fine hanno votato democraticamente alcune soluzioni per cercare di diminuire l’inquinamento da noi stessi e dalle nostre attività economiche generato.
        E lo hanno fatto indicando tempi e progressioni ampiamente adeguati (2035, 2040, 2050, …) ad essere perseguiti senza stravolgere le economie dei nostri paesi, ma al contrario cercando di stimolarle verso modelli economici più virtuosi e addirittura più redditizi, pur se in un modo diverso.
        Questi che scrivono “la biondina ha detto, ha fatto, ha scritto” sono quelli che sono rimasti alla mentalità in fondo sempliciotta del Duce che tutto comanda e tutto dispone, non comprendendo (non potendo comprendere, temo) la complessità della società in cui viviamo e quindi incapaci di rapportarvisi. Spaventa che gente che affida tutta sè stessa al “capo” possa arrivare un giorno a prendere il potere.

        “La libertà non è star sopra un albero
        non è neanche un gesto o un’invenzione
        la libertà non è uno spazio libero
        libertà è partecipazione.”
        (“La libertà”, Giorgio Gaber)

      2. antonio gobbo

        Magari, visti o risultati (e non solo sol’automotive) forse sarebbe ora che li locenziasse in tronco 🙂

        1. Leonardo (R)

          Il problema principale è che i risultati non sono neppure tanto male.
          Forse vuole provare a vedere cosa succede lasciando andare il Titanic senza neppure provare a schivare l’iceberg!?!?

      3. O si, immagino quale squadra! Del resto il parlamento europeo rappresenta da sempre l’Eldorado della politica, come posso comprendere il profondo amore di Ursulina Von der Leyen per quello stipendio lordo di circa 27.000 Euro al mese senza contare i benefit per lavorare 3 gg. a settimana. Sfiancante! E partorire poi le cui di sopra vaccate, la dead line 2035 per l’auto a zero emissioni.
        Immagino la famosa “squadra di consulenti che tutti noi ci sogniamo” affannarsi nello studiare a 360° ogni soluzione, gente con un QI fuori dal normale che non ha minimamente immaginato che 100 anni di automotive europeo finiva pesantemente esposta al monopolio cinese della produzione di batterie ed auto elettriche, prodotte con ingenti investimenti del governo cinese per prendersi il mercato, aiuti di Stato da noi non consentiti. Eppure io l’ho pensato, quelle menti eccelse no e adesso fanno i dazi, roba da “a lezioni di politica economica”.
        La famosa Europa così attenta al Green ma che ancora non si è sbilanciata sulla carne sintetica, che blocca le coltivazioni di grano e mais in Italia ma che ha concesso l’uso della farina di grilli, oppure che ti dice che in Italia devi fare le case come in Norvegia ma a spese tue! Niente altro che soliti interessi e giochi di potere ma che coinvolgo in questo caso centinaia di milioni di persone.

    3. Remo se vai sulla treccani la 3ª definizione di ideologia è: “ Nel pensiero sociologico, il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale; anche, ogni dottrina non scientifica che proceda con la sola documentazione intellettuale e senza soverchie esigenze di puntuali riscontri materiali, sostenuta per lo più da atteggiamenti emotivi e fideistici, e tale da riuscire veicolo di persuasione e propaganda: l’i. razzista, l’i. nazionalista, ecc. ”
      Ecco, in base a questa definizione è ideologia ciò che vuole negare il Green deal, una scelta politica presa in base ad evidenze scientifiche.
      D’altra parte questa parola è abbondantemente abusata dai rappresentanti di 2 gruppi politici che basano tutta la loro politica su ben precise ideologie che guarda caso in molti casi sono in antitesi a quanto scritto sulla nostra costituzione. Eppure in molti non si stanno rendendo conto di come stanno usando la parola ideologia per ribaltarne il significato, quando sono loro ad avere un’ideologia che vorrebbero far credere di essere abbracciata dalla maggioranza dei cittadini italiani, cosa che non è!

      1. Volendo si potrebbe cercare anche questa sulla Treccani, di sovente chi segue un’ideologia poco si preoccupa dei pareri altrui e anzi li svilisce.
        La differenza è nella sostanza, io gli argomenti li presento mentre le risposte come al solito sono di una banalità disarmante e queste si fanno riferimento a discorsi da bar, luoghi comuni e pregiudizi.
        L’Europa che ha una percentuale di emissioni ben più bassa rispetto agli altri Paesi sta facendo una politica green allucinante e con fondi risibili, la Cina invece si sta prendendo tutto il tempo necessario, mantenendo nel passaggio le fonti fossili ma anche con ingenti fondi verso il sostenibile.
        Se nel 2035 l’obbligo fosse stato di immatricolare auto ibride e non più termiche le cose erano ben diverse e non avrebbero penalizzato così tanto.
        Ci si lamenta della CO2 e si fa una propaganda estrema per l’auto elettrica, perché adesso il problema è tutto li, ma nessuno si è mai posto la domanda di quanto ha inquinato sino ad ora 2 anni di guerra della Russia in Ucraina, ve lo dice Remo che argomenta con i soliti luoghi comuni, circa 175 MILIONI di tonnellate pari a circa 90 milioni di autoveicoli usati per un anno.
        Beh qualcuno si deve prendere anche la briga di dire a Puntin che sta minando il clima e se proprio vuole bombardare usasse mezzi green!
        Ma andiamo avanti con i luoghi comuni, J.D Power ha da poco rilasciato il suo studio di qualità dove le BEV ne sono uscite drammaticamente penalizzate rispetto alle termiche, lo studio non ha destato stupore perchè queste auto sono predominate da tecnologia ma è una tecnologia che non è affinata e che costringe a più interventi e riparazioni rispetto alle termiche e ribadisco non lo dico io.
        Altro pregiudizio? Siamo in estate, la gente si sposta e magari qualcuno anche con la roulotte o il gommone al seguito, bene sono stati fatti dei test che mostrano come l’autonomia di un’elettrica con un rimorchi subisce drastici cali di autonomia e quelle meno performanti arrivano oltre al 50% dell’autonomia dichiarata, non rele attenzione, tradotto c’è chi si è ritrovato con una media dopo 150 km a doversi fermare per ricaricare rispetto agli oltre 300 e passa dichiarati.
        Per chi spara a zero sul termico andasse a leggersi qualcosa anche sulla Dumarey, questa era la strada da intraprendere per una giusta transizione e tutelare l’automotive europeo tanto apprezzato nel mondo e fare gli interessi dell’Europa, non le vaccate della biondina e dei suoi scarsi collaboratori che hanno aperto praterie di mercato alla Cina e adesso pensano di fermarle con barricate di stuzzicadenti.
        Queste sono le realtà e la bolla dell’elettrico, chi dice che le BEV sono l’unica strada o è in malafede o ha chiaramente degli interessi e il clima c’entra ben poco perchè come ho detto la soluzione non è in mano all’ UE ma serve la collaborazione di tutto il pianeta.

  5. Posso confermare che tra gli addetti ai lavori il ban del 2035 viene visto come un qualcosa che andrà rimodulato, le dichiarazioni di Kallenius, come anche l’intenzione di investire nel termico di vw e la creazione di horse da parte di Renault, sono molto chiare agli occhi degli specialisti.

    1. Leonardo (R)

      Ho la vaga sensazione che “gli specialisti” credano che si possa cancellare il ban del 2035 come se niente fosse. In effetti il ban si potrebbe rimuovere ma resterebbero valide, anzi sarebbero ancora più valide le motivazioni per cui è stato messo.
      Questo significa che al 2035, con crisi climatica ancora più conclamata, e senza sapere quali saranno le prossime mosse dei petrolieri, diventerebbe urgente e necessario mettere tasse molto alte per scoraggiare l’ulteriore immissione di CO2 in atmosfera.
      Il futuro per l’endotermico non lo vedo molto roseo, in particolare nel 2035.
      Fate un nodo al fazzoletto: Leonardo (R) contro “Gli specialisti”, chi si sarà avvicinato di più? 😜

      1. Avevo fatto un nodo anche quando un tizio blaterava di cavalli dalla finestra (Tony Seba), aggiungo il suo nodo a quello che ho già in tasca 😉…ne ho piene le tasche di nodi 😎

        1. Leonardo (R)

          Sì bisogna anche scioglierli i nodi.
          C’era quello che aveva fatto il nodo per quello che diceva il club di Roma, ora ci stiamo divertendo con il clima impazzito e i danni che fa. Stessa cosa per Tony Seba.

          1. Si propio lui! Grazie per averci ricordato i suoi commenti che le hanno sbattuto in faccia la realtà ✌️

          2. L’esperto di mobilità proveniente dall’arredo bagno 😂…il punto più alto di quella discussione

          3. Guido Baccarini

            Luigi
            Stiamo ancora aspettando che Franco (ma non solo..) porti un singolo argomento, un numero, qualcosa che vada oltre il nulla, tipico di chi , totalmente privo di capacità dialettica e con gravi problemi di autostima compensati da arroganza e supponenza piuttosto evidenti, non trova altri appigli che commentare il mestiere di chi tende il dito verso la luna.

          4. Guido non fraintenda, lo sto aspettando anche io come lei, un consiglio però, autoproclamarsi “indicatori della luna” senza averne alcun titolo (poiché ci stiamo solo scambiando opinioni tutte legittime) non fa altro che aumentare la voglia di approfondire il background dell’interlocutore

          5. Guido Baccarini

            Luigi
            Mi scuso per la risposta brusca, purtroppo “Luigi” è un nick piuttosto comune e credevo di rispondere a quello sbagliato… Dato che in passato ho avuto a che fare con un “Luigi” (le virgolette sono necessarie dato che non era il suo nome) che ha visitato davvero il mio profilo, credevo di parlare con quello.
            Il consiglio lo accetto come regola generale, che infrango volentieri quando penso di rispondere a certi interlocutori: necessità di adeguare il linguaggio per farsi capire.

      2. antonio gobbo

        Nessuno mette indubbio le “buone intenzioni” del cambio nel 2035, purtroppo però spesso (anzi sempre) le buone intenzioni devono fare compromessi con la realtà, ed oggi la realtà non spinge certo in quella direzione e rischiare una crisi nel reparto automotive con migliaia di posti di lavoro a rischio (che ricordo sono pure elettori come hanno dimostrato i risultati delle europee appena tenute) per essere “puri” alla fine si rischia di avere l’effetto contrario do quanto sperato (vedasi i risultati dei partiti green alle europee).

        1. Leonardo (R)

          Allora non mi sono spiegato: il 2035 è già un grosso compromesso tra quello che si doveva fare anni fa e non è stato fatto e quello che si può fare ora. Rallentando ancora saremo asfaltati dalla crisi climatica e dalla tecnologia cinese. E fine del film per l’industria automobilistica europea. Qualcosa resterà ma la trasformazione sarà epocale.

    2. Edwin Abbott

      Per una volta, il mondo è equo: anche gli specialisti di settore soffriranno insieme a noi, ma, sbuffando per il caldo soffocante, inaleranno più gas di noi.

  6. Secondo me questi manager sono pagati in proporzione alla confusione che hanno in testa. CATL fa volare un aereo da 4 tonnellate con le batterie. Fa uscire una batteria per auto garantita 5 anni senza decadimento. Il prezzo del litio crolla. Il 40% dei nuovi autobus nel mondo sono a batteria. E lui cosa fa? Dice che dopo il 2030 puntano ancora ai motori termici.

    1. Leonardo (R)

      La matrice è sempre quella: mentre la concorrenza sviluppa i prodotti del futuro loro si concentrano sui prodotti del presente (in fondo i dati di vendita e le preferenze dei clienti parlano chiaro).
      Poi il futuro arriva e la concorrenza li asfalta.

    2. forse è solo un annuncio “politico/commerciale” per attirare un po’ di attenzione su media sul brand, facendo vedere che segue la tendenza del giorno (la tendenza sui media, no quella tecnologica); come dire:
      da qui al 2030 comprate sereni i nostri ibridi perchè sono comunque aggiornati, non fatti al risparmio

      il tempo è galantuomo, al 2030 le densità minime minime di pacco batteria dovrebbero essere 220-260 wh/kg nel premium e 170-190 wh/kg nel LFP-LMFP,
      oppure anche un po’ di più se saranno pronte le stato solido, e nel premium i tempi di ricaricarica sono già oggi sui 20 minuti, con i modelli in arrivo già sui 15 minuti e punte dei mogliori in cina sui 10 minuti

      insomma al 2030 pesi limati, autonomie esagerate, ricariche da 10-15 minuti; inoltre il prezzo energia elettrica in europa è previsto scendere e quello fossile salire, oltre ai crediti carbonici in arrivo;

      mettiamoci snche che in 6 anni matura la rete i ricarica HPC, si diffondono le ricariche a induzione, e anche più box vengono attrezati

      fatico a pensare che nel 2030 mercedes vederà termiche, se non come nicchia

      1. Comprendo perfettamente che faccia fatica a pensare, ma su una cosa ha ragione, il tempo è galantuomo e lo stiamo vedendo benissimo. Saluti carissimi

        1. magari il fatto che lavori nella filera oil influenza il tuo di pensiero, chissà.. ps..nuovo nick? problemi di identità?

          1. Inutile che le dica che: quando non si hanno argomenti cosa si fa? Chissà…

          2. si fa come hai fatto tu due righe sopra, la butti in caciara usando l’anonimato

            non stai facendo una bella pubblicità al settore oil, sembra che cercate di barare e ingannare persino sui forum

          3. Mi hai scoperto! Non gliela si fà mica da R.S…no no no!
            Faccio parte di quei cattivoni de settore oil 🙈
            Bhe una cosa è sicura, usiamo entrambi l’anonimato, ma nel mio caso funziona 😉

      2. antonio gobbo

        Scusa ma prendendo gli articoli del 2020 e 2021 già quest’anno ci sarebbero dovute essere auto meno costose delle endotermiche, il prezzo dell’energia elettrica sarebbe dovuto costare molto meno grazie alle rinnovabili, l’autonomia sarebbe dovuta essere uguale o superiore a quelle a benzina ecc purtroppo la realtà soprattutto in Italia è piuttosto diversa e sinceramente ho qualche dubbio che in pochi anoi cambi radicalmente… poi chissà mai dire mai … staremo alla finestra a vedere e se davvero sarà come dici tu .. be allora l’elettrico potrà essere una buona alternativa, altrimenti … bhe aspetteremo pazienti fino quando prima o poi avverrà.

    1. Ma… cosa hanno fatto per cercare di creare le condizioni di mercato, tenendo conto che tutte le novità sono per natura accolte con sospettosità e vanno accompagnate adeguatamente? 🤔
      Non dico prezzi bassi, ovviamente, ma… modelli all’avanguardia? Innovazione tecnologica? Campagne informative per avvicinare le persone alle auto elettriche? Formazione del personale delle concessionarie per metterli in grado di inserire l’elettrico nelle proposte ai clienti, dato che nei segmenti tipicamente coperti da Mercedes le loro elettriche hanno prezzi allineati con le loro termiche?
      Se hanno fatto tutto questo, vuol dire che ci credevano davvero e che, se non sta funzionando, è davvero il mercato che non le vuole.

    2. Guido Baccarini

      Il mercato però è fatto solo in parte di consumatori consapevoli, la maggior parte del mercato è passiva, Apple insegna: nemmeno l’1 per mille ha un iPhone perché gli serviva esattamente quello.
      Vorrei avere una percentuale esatta di quante persone non sanno se la propria auto ha 3 o 4 cilindri e se ci va o meno l’AdBlue.
      L’acquisto è totalmente disinformato e emozionale, pochi sono Enzo o Alessandro. I giovani sono ancora peggio, totale disinteresse del come e perché, interessa solo il cosa.
      Le case automobilistiche potrebbero, ma non fanno.
      Concordo con Eugenio, qualcuna proclama ma fa, qualcuno proclama e aspetta e si vedrà o ridimensionato a addirittura asfaltato.

      1. antonio gobbo

        Forse non è così semplice, io ho casa due figlie “patentate” ed entrambe non si sono minimamente informate sul discorso auto elettriche ma non perchè non siano istruite (una con master, l’altra al 2 anno) o menefreghiste su ambiente o novità, semplicemente perchè hanno capito che le elettriche sono over de budget (loro e mio per acquistargliene una ciascuna) e perchè non potrebbero ricaricare a casa, per cui hanno deciso di non perder tempo ora per qualcosa che forse gli servirà fra non meno di 7 – 10 anni (tempo in cui le loro attuali auto, acquistate di seconda mano, saranno da rottamare)

    3. Amici, io volevo solamente mettere in risalto l’atteggiamento da paraculo delle case costruttrici, le quali in un primo momento si tagliano i ponti dietro di loro e a gran voce bruciano le navi sulla spiaggia.
      Poi fanno retromarcia e ho leggerezza accusano il destino cinico e baro… 🤭

      Mi fa ridere, perché se la cosa fosse stata gestita con un pochino più di realismo e di onestà adesso non farebbero la figura dei cioccolatai.

      1. Siamo perfettamente sulla stessa sintonia, allora!
        Le case automobilistiche non hanno voluto, punto e basta.
        La maggior parte, fatti i compitini minimi chiesti dall’EU, si è seduta e business as usual.
        Qualcuno ha osato un po’ di più, ma trasferendo nell’elettrico la stessa struttura produttiva e mentalità di vendita adottata nel termico.
        Risultato: modelli ancora più cari dei già cari (e ulteriormente artificialmente rincarati) modelli termici, anche un po’ apposta per poter reclamare incentivi governativi.
        Insomma, niente di nuovo e tutto di vecchio, in un campo però dove l’innovazione è continua e inarrestabile.

      2. antonio gobbo

        Le case hanno seguito i dictack che l’Europa gli ha messo e siccome sono obbligati a vendere una certa % di elettriche e ibride pompano questo canale con pubblicità e dichiarazioni da fine del mondo … altrimenti gli tocca pagare multe salatissimw e co.e dicono a Napoli … acca niscuno è fisso!!!

  7. L’annuncite va di moda perché un annuncio è gratis così come pure una smentita. Quando questi brand hanno annunciato il passato all’elettrico … fesso chi ci ha creduto. Li avete visti usare il tritolo per distruggere le fabbriche che producevano motori a benzina? No e allora è solo annuncite. Sono previsioni, forecast, desideri, ipotesi, opinioni e soprattutto tentativi di cavalcare il trend del momento. Quando l’elettrico è trendy sono tutti pro-elettrico ed è gara a chi adotta più orsi polari e querce (ricordate il muschio nella Sono Motors Sion?), quando smette di essere trendy eccovi l’auto a benzina che tanto vi piace.

    Tra l’altro anche dire che continueranno a sviluppare per adeguarsi all’euro 7 è una fesseria markettara perché per le auto l’euro 7 è praticamente identico all’euro 6. Alla fine stanno decidendo solo come risparmiare ulteriormente levando un cilindro e noi e aggiungendo uno 0 finale ai listini. Stanno andando dove va il mercato e come è normale che sia perché un’azienda non paga gli stipendi e i fornitori con l’ideologia ma con l’euro. Se le persone non vogliono comprare le auto elettriche e continuano a comprare auto a benzina tant’è: provateci voi a vendere hamburger vegani al posto di quelli animali oggi, McDonalds ci ha dovuto rinunciare e ha fallito addirittura a San Francisco, capitale “comunista” americana, dove i suoi hamburger vegani non li ha comprati nessuno.

    E poi ci sono tanti modi di mascherare il retrofront dell’annuncite. BMW di recente ha mostrato la sua faccia di bronzo dicendo che loro l’avevano sempre detto che le previsioni sull’elettrico erano troppo ottimistiche (pochi mesi prima aveva dichiarato raggiante che non avrebbe costruito più motori a benzina in Germania e l’ha detto in un modo tale da far credere ai meno attenti che cessava la produzione quando invece si limitava a costruirli FUORI la Germania: ma allora qual era il senso del comunicato? A chi frega se li costruisci in Germania o a Frittole?). Altri brand come Nissan dichiarano di non voler investire più sui motori termici ma in realtà potranno comprarli “già investiti” e pronti all’uso da Horse. Altri come Tavares e De Meo da un lato dicono che loro vogliono competere con i cinesi e che sono fuori ma poi esce fuori uno scilinguagnolo incomprensibile con scappellamento a destra che è colpa dell’allineamento astrale e del muflone del Tibet se il loro elettrico non decolla, con De Meo che fa un appello all’Europa che non si è capito cosa ha chiesto e Tavares che ogni mattina alza il telefono e minaccia un premier (ieri quello italiano, oggi quello inglese, domani credo toccherà al papa).

    In tutto questo l’Europa che vorrebbe che passassimo alle elettriche e schifa le plugin applica (sì/no/forse/gira la ruota) i dazi al 38.1% sulle elettriche cinesi più economiche e niente sulle plugin cinesi. E’ logico, Watson.

    Comunque è tutta colpa di Tesla. Mentre tutti fanno i salti mortali e cercano di farci divertire facendo capriole in cerchi di fuoco, Tesla non è della partita. Per completare il quadretto servirebbe che Tesla iniziasse a produrre qualche V8 lanciafiamme a idrogeno ma ancora niente, tarda l’ingresso nel circo. Forse se la roadster fosse alimentata col protossido d’azoto … dai Musk, facci divertire anche tu, che il cybertruck rotto non ci basta, vogliamo qualche altra ca@@ata!

    1. Detto da un che di ca@@ate se ne intende e ne spara a iosa. Bravo, continua così, ogni tuo commento rafforza sempre più in me, e nel 99,99% di utenti di auto elettrica, la convinzione della bontà di aver scelto un anno e mezzo fa, dopo oltre 33 anni di auto fossili, di passare all’auto elettrica, che mi stragodo e mi coccolo con enormi soddisfazione e appagamento. Ma tu continua così

      1. Massimo Bonato

        Occhio al Muskio, che se gli gira fa uscire la model2 praticamente a prezzo di fabbrica, tanto è abituato a rischiare grosso, e tutti gli altri restano col cerino – per accendere il motore – in mano….

        1. Stai pure sereno, quando sarà, con la mia Tesla mi prenderò di certo belle soddisfazioni. Sarei senz’altro più preoccupato fossi in te, per te prevedo zero soddisfazioni. Io serenamente mi continuo a godere le “Enormi” soddisfazioni che la mia elettrica mi da.

      2. antonio gobbo

        Il 99.99% … bho forse fra te e i tuoi amici non ne dubito, negli USA dove uno su tre tornerebbe all’endotermico direi proprio di no.
        Comunque anche per assurdo fosse il 99.99% stiamo parlando dello 9.5% del parco circolante… capisco esser pochi ma buoni ma tutto ha un limite dai 🙂

        1. Fosse il 99,99% sarebbe il…..99,99%. Dai, ti ci vuole un piccolo ripasso in statistica; il calcolo lo fai sul bene che stai valutando, non puoi mettere tutto insieme comprendendo beni diversi. Va bene che provi a confutare i dati, ma c’è proprio un limite a tutto

    2. Nel mondo agricolo e movimento terra posso dire che i diesel più moderni arrancano (stage V) ma abbiamo preso numerose commesse per mezzi con motori molto più obsoleti 3a e 3b praticamente equiparabile ad un euro 3 ed un euro 4 delle vetture perché il contadino non c’ha più una palanca e vuole mezzi da lavoro senza sbattimenti, poca elettronica, manutenzione semplice che deve costare il meno possibile e non deve chiamare l’assistenza

    1. Leonardo (R)

      Cambiare spesso strategia, o non avere una strategia (voler fare tutto cercando di adattarsi agli alti e bassi ad alta frequenza della domanda) è cosa assai rischiosa.

      Un esempio di questo tipo di strategia senza finale a lieto fine:

      Nel 2013 viene messo in vendita il primo dispositivo con il nuovo sistema operativo BlackBerry 10, il BlackBerry Z10 (completamente touchscreen), affiancato dal Q10 (con tastiera fisica), dallo Z30 (modello full touchscreen più avanzato dello Z10) e dalla versione Porsche Design, ovvero il BlackBerry Z10 con design rinnovato in collaborazione con Porsche Design.

      Nel recente periodo il marchio BlackBerry ha avuto varie crisi, fino ad un accordo con la cinese Tcl Communication che si è offerta di produrre smartphone (basati su Android).

      L’accordo con Tcl non ha avuto molto successo, per cui da settembre 2020 l’azienda ha firmato un nuovo contratto con una società americana, la OnwardMobility e la farm cinese, Foxconn, per la produzione di nuovi smartphone 5G, sempre dotati di tastiera fisica. Anche questa iniziativa non si è rivelata molto fortunata per il brand. Se nel febbraio del 2021 erano attesi nel corso dell’anno nuovi dispositivi a marchio BlackBerry, il brand ha poi venduto diversi brevetti nel Delaware e almeno 60 a Huawei. OnwardMobility ha dovuto quindi annunciare di aver concluso la sua esperienza con il brand BlackBerry senza che venisse annunciato alcun telefono.

      1. E nel frattempo Fisker e tanti altri sono falliti, il 3d è riproposto in tutte le salse e fallisce sempre e il mondo assiste al ritorno del vinile e, addirittura, delle musicassette e la bicicletta non è stata soppiantata né dai motorini né dalle auto. Non mischiamo pere con mele, Blackberry non c’entra una cippa, ogni fenomeno ha storia a sé.

        1. Leonardo (R)

          Col vinile e le musicassette mi hai fatto ridere di gusto!
          Sui TV 3D hai ragione, ma la tecnologia è troppo complessa e non ha sfondato neppure nei cinema, insomma è un no way a tutto tondo.
          La bicicletta ha dalla sua la semplicità, ma non la usi certo per fare le mitiche sfacchinate da 1000 km senza mai fare pipì.
          Indovina cosa sta per uccidere le ICE? La complessità.
          Il re ormai è quasi nudo, manca solo il bambino che lo dica a voce alta?

          1. /// Col vinile e le musicassette mi hai fatto ridere di gusto! ///

            Eh, tu scherzaci …

            https://www.ilpost.it/2023/09/27/musicassette-ritorno/

            https://www.afdigitale.it/il-ritorno-delle-audio-cassette-lennesimo-ed-inutile-rigurgito-tecnologico/

            https://www.wired.it/article/vinili-ritorno-social-media-analisi/

            https://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/tempo_libero/2023/04/19/la-nuova-stagione-di-successo-dei-vinili-e-nella-second-hand_fc2f731d-7111-471e-8153-c9b0b0cb0459.html

            https://www.rsi.ch/cultura/musica/notizie/Sempre-pi%C3%B9-vinile–1812767.html

            /// Indovina cosa sta per uccidere le ICE? La complessità. ///

            No, le leggi. Le ICE costano pochissimo da produrre, in Cina puoi avere berline valide a 8000 euro. Ma chiaro che se le leggi pretendono emissioni pari a una scorreggina ogni 1000 km il motore è una schifezza …

          2. /// le bici elettriche stanno soppiantando quelle muscolari (e in parte gli scooter). Ma Enzo non lo sa ///

            Lo so perché sono napoletano. La compri, la trucchi, va più di uno scooter ma non hai targa, assicurazione, casco, non becchi multe, puoi andare contromano, impennare, andarci sul marciapiede o contromano, fare quello che ti pare totalmente impunito. Voi non lo sapete, ma la bici elettrica l’hanno inventata i napoletani di Scampia. Per un po’ c’è stata la moda dei monopattini ma presto torneranno alle ebike.

            https://www.striscialanotizia.mediaset.it/video/napoli-monopattini-fuorilegge-su-strade-killer_330138/

            Ovviamente si scherza, eh, rispettate tutti il cds, mi raccomando

            https://www.vaielettrico.it/ebike-e-monopattini-truccati-cosa-si-rischia-pene-e-sanzioni/

        2. Enzo, ma secondo te i costruttori europei in quanti anni avevano programmato di rientrare negli investimenti fatti sulle elettriche?
          10, 5 o meno?
          A me sembra che erano andati al ribasso, con prodotti cari e tecnologicamente nati già vecchi.
          Quindi è normale che le generaliste abbiano ritardato la messa in commercio di modelli elettrici (e comunque ora che l’hanno fatto hanno prezzi alti e sono tecnologicamente indietro alla concorrenza) ma anche i big del lusso hanno puntato tutto su prodotti troppo costosi rispetto a quello che offrivano sperando di attirare i clienti puntando sull’eslusività. Poi con la pressione esercitata per annacquare la normativa euro 7 si sono potuti permettere di ripensare la strategia.
          Il problema è sempre lo stesso: i costruttori europei hanno in catalogo BEV che i consumatori reputano validi su tutti i fronti?
          Ecco, la risposta è no e si vede in tutti i mercati europei dove le auto elettriche più vendite sono Tesla, Nio o Volvo EX30 prodotte in Cina 🇨🇳 e basate su una piattaforma pensata in Cina.

          1. Mi scusi Bob, ma mi faccia capire quali vantaggi ha un’auto elettrica tipo la EQS rispetto alla S500. Il risparmio? Irrilevante se ho speso 150.000 euro per l’acquisto. Il comfort? No. La praticità? Non direi proprio. L’unica motivazione può essere l’ecologia, e a quanto pare dell’ecologia importa a pochissime persone.

          2. Leonardo (R)

            Una volta una persona mi chiese: qual è la differenza tra l’uomo e gli animali?
            La risposta fu: “Quell’attimo di raziocinio tra l’istinto di fare una cosa e la decisione di non farla”.

          3. Secondo me avevano sottovalutato l’accelerata tecnologica della Cina.

            Gli investimenti passati erano figli di una strategia un po’ miope. I produttori si sono chiesti com’è fatta un’auto elettrica e quindi hanno cercato di farla uguale, facendo tutto in casa. Una strategia indubbiamente costosa (e sbagliata, tra poco dirò perché). E la colpa non è loro: è che sono andati a traino di Tesla, che ha seguito questa strategia. Pensavano di copiare dal migliore ma non ha funzionato perché, secondo me, una parte di quegli investimenti (che loro pensavano rientrasse in almeno 10 anni) sono soldi buttati che non rientreranno mai.

            Cosa è andato storto (IMHO)
            – l’accaparramento delle materie prime e l’idea di costruirsi tutto in casa è estremamente rischioso. O tu sai oggi quale sarà la tecnologia che vincerà domani e sei pronto a rivendere a terzi la tua tecnologia (vedi BYD con le sue batterie) o vai a sbattere. 2 esempi: la R5 e la R4 escono con una batteria obsoleta (ma fatta in casa), nettamente inferiore alla migliore concorrenza, non competitiva. Tesla (nessuno ne sta parlando) si è data da sola un ultimatum: o con le celle 4680 svolta nei costi di produzione o, già a fine anno (!!!) chiude baracca e burattini (addio 4680) e comprerà le batterie solo da terze parti

            – l’auto elettrica è 50% elettronica di consumo (tanta elettronica, tanti firmware, tanto software e tanta infrastruttura). E il reparto hi-tech dei colossi automobilistici ha competenze di ingegneria automobilistica ma di software zero, han sempre fatto pena (e infatti VW, Ford, GM e Stellantis son messe malissimo con Renault che si limita al 6– politico)

            In sintesi sin son portati a casa ciò che non gli serviva (le materie prime) e non cosa gli serviva (gli informatici e qualche ingegnere).

            Hanno dovuto aggiustare il tiro in corsa. Da un lato ritrattando i piani di investimento sulle batterie (e infatti secondo me neanche la metà delle battery farm previste aprirà …), dall’altro facendo partnership con chi il software lo sa fare e rinunciando a farselo da soli (quindi joint venture, partnership, acquisizioni).

            Il problema è che hanno gettato FIUMI di euro di cui non rientreranno mai e anche chi come Stellantis è stato più prudente non vive tranquillo, con vendite di elettriche a picco in Nord America e non solo.

            La verità? Al momento non hanno una strategia. Sono tutti terrorizzati dai cinesi perché ogni anno che passa i cinesi guadagnano 2 anni di vantaggio in tecnologia e loro sono fermi. Il problema non è risolvibile in alcun modo a meno di rinunciare a fare business as usual (non lo faranno mai) o con i dazi (che sono un boomerang però): se e quando i produttori europei dovessero raggiungere i cinesi in quanti a tecnologia, comunque non sarebbero competitivi per i prezzi perché il produttore cinese è disposto a marginalizzare poco ma per un produttore occidentale questa è un’eresia, loro sono quelli del poca spesa e tanta resa. Oggi le auto cinesi sono migliori e costano meno e questi 2 vantaggi sono destinati ad aumentare.

            Voglio dire, se domani Xiaomi aprisse una fabbrica in Ungheria e iniziasse a vendere la Su7 allo stesso prezzo con cui noi oggi vendiamo la Fiat 500e che speranza avrebbero i produttori europei? Nessuna, assolutamente nessuna. L’unica sarebbe accettare di competere con i cinesi con la mentalità cinese e i margini cinesi ma, come scritto, non lo faranno mai, sono troppo nobili, lenti, vecchi per questo mercato.

          4. Leonardo (R)

            @Enzo questa volta condivido quasi totalmente ciò che dici.
            Il peccato originale, il grave passò falso che hanno fatto, è stato una decina di anni fa. Purtroppo è difficile cogliere certe opportunità quando sei incumbent e gli affari ti stanno andando bene, guardi i dati di vendita e te ne esci con le uscite tipo quella di Marchionne che disse che ogni auto elettrica che vendeva per lui era una perdita, lasciando andare avanti i cinesi ignorandoli totalmente.
            Il problema è che una volta che il treno è passato non c’è più modo di risalirci su. Una volta avevo visto un’intervista a Bill Gates che alla domanda su quale ritenesse fosse stato l’errore più grande in Microsoft rispose “non essere partiti abbastanza presto con gli smartphone”, e nonostante una potenza di fuoco di investimenti enorme non hanno mai recuperato il terreno perso. E pensare che Bill da giovane capì subito che il momento per salire sul treno dell’informatica personale era subito, al punto di interrompere gli studi per non perdere l’occasione che effettivamente si rivelò epocale.
            Questa è la normalità ormai, i casi opposti, quelli in cui riesci a recuperare, sono la rarità.

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