Retrokit ha tagliato il traguardo e oggi è pronto per convertire la Vespa 50. Lo fanno sapere i soci di Motoveloci che comunicano anche il prezzo: 2290 euro. A cui bisogna aggiungere i costi dell’installazione e quelli dell’omologazione. Vediamo i dettagli.
Il kit Retrokit da Motoveloci ve lo spediscono direttamente a casa. In circa 2/4 ore un meccanico meccatronico riesce a convertire il vespino 50. Si fa presto ad elettrificare la Vespa. Si rischia di perdere più tempo per i documenti. Questo l’iter: insieme al meccanico si passa alla Motorizzazione dove si sganciano 200 euro per aggiornare la carta di circolazione. Questa in estrema sintesi l’operazione.
Poi si aggiungono meccanico e omologazione
Il Retrokit è disponibile a 2290 euro a cui si aggiunge la fattura del meccanico ed i 200 euro da versare in Motorizzazione per il nuovo libretto di circolazione. In questo momento l’omologazione può venire a costare sui 2000 mila euro. Alla fine della fiera solo con queste voci si arriva ai 6 mila euro. Più o meno il costo di una Vespa elettrica nuova.
L’omologazione, come fare?
Recentemente abbiamo scritto più volte sul tema omologazione (guarda). Facciamo chiarezza utilizzando lo schema realizzato dal team di Motoveloci. In teoria ci sono due modalità per avere il via libera alla circolazione, in pratica per la seconda bisogna aspettare più di qualche mese. Vediamo le due possibili strade da percorrere:
– Esemplare unico: è il percorso più veloce ma meno economico, la sola omologazione può arrivare a costare fino a 2000 euro per ogni Vespa convertita.
– Omologazione tramite decreto: sarà la soluzione più economica e seguirà le procedure sulla falsa riga del decreto retrofit per le autovetture (vedi D.M. n. 219/15).

Sulla seconda via gli imprenditori romagnoli spiegano: “Stiamo collaborando con il governo e la motorizzazione per regolamentare il retrofit dei motoveicoli (e ciclomotori) rendendo le procedure e i costi di omologazione molto più snelli ed economici – lo avevamo scritto qui -. La legge non sarà pronta prima di metà 2020”. Come detto c’è da aspettare, ma ci sono novità per gli operatori del settore: “Questo cambiamento non viene gratis, ovvero dovremmo convertirci da artigiani a veri e propri costruttori di parti speciali accreditati e CERTIFICATI – sottolineano gli imprenditori -. Un processo costoso ma fattibile, indispensabile per poter dare le maggiori garanzie ai nostri clienti”. Questa la risposta, non immediata e senza mettere in conto variabili politiche come crisi ed elezioni.
I dati tecnici del Retrokit: pacco batterie estraibile
Dal primo articolo che abbiamo scritto ad oggi il team ha lavorato per migliorare il kit. Sintetizziamo le caratteristiche principali, alcune novità sono state già anticipate da Vai Elettrico: “Il kit sostituisce integralmente il blocco motore e il serbatoio mantenendo però la ruota e il freno originale. Nessuna modifica viene effettuata al telaio della Vespa convertita, basterà sostituire solo le lampadine ed il clacson”.
Molto agevole il pacco batteria: “Leggero ed estraibile in modo da poter essere caricato ovunque. Nel sotto sella c’è anche lo spazio per riporre il caricabatterie e per un indicatore sullo stato della carica”. Un aspetto a cui tengono particolarmente gli imprenditori riguarda l’estetica: “Non vengono aggiunti orribili display digitali sul manubrio o in altri posti dove l’estetica potrebbe essere compromessa. Tutti i parametri di viaggio si potranno monitorare direttamente dallo smartphone con una app che si connette in bluetooth alla centralina”.
Come si acquista e come si monta
La pratica è abbastanza semplice: “Dopo l’acquisto vi spediremo il kit in scatola di montaggio. A questo punto il kit potrà essere montato da un qualsiasi meccanico di moto-scooter con la qualifica di meccatronico aiutato dal nostro video tutorial. Si impiegano circa 2-4 ore di lavoro a seconda dello stato della Vespa”. Il terzo passaggio è burocratico: “Il meccanico assieme al cliente dovrà recarsi in Motorizzazione per aggiornare la carta di circolazione al costo di circa 200 euro. A questo punto la Vespa sarà un moderno mezzo elettrico”.
Cancellati dal registro storico
L’importo di assicurazione e bollo sono gli stessi che si pagherebbero per un ciclomotore elettrico, dipende da regione e compagnia assicurativa”. Un dato importante per i tanti appassionati di moto d’epoca: “Si perderà l’iscrizione al registro storico (se presente)”.
La prevendita con il crowdfunding
Chiariti i passaggi principali, per far decollare il Retrokit si punta sulla prevendita e sulla possibilità di ricavare delle economie di scala: “Utilizzeremo metodi trasparenti e sicuri, vedi il crowdfunding Kickstarter o Indiegogo, in cui vi indicheremo la procedura”. Dubbi e perplessità? C’è un appello:”Ti chiediamo di dirci cosa ne pensi e di porci tutte le domande che ti vengono in mente per affrontare al meglio la prossima fase, collaborando con noi allo sviluppo del progetto scrivendo a retrokit@motoveloci.it”.
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I veicoli d’epoca (non esiste solo la vespa grazie a Dio!) sono un patrimonio storico enorme e fondamentale del nostro paese. Questo patrimonio lo si conserva mantenendo i veicoli originali e registrati negli appositi registri storici e club, usandoli per gli scopi ed usi a cui possono essere dedicati.
Fortunatamente e giustamente, ai veicoli di interesse storico è sempre consentito circolare ad eccezione delle “isole pedonali”.
Se vogliamo parlare di veicoli storici ed ecologia… suggerirei di riservare i combustibili fossili alla sola ed esclusiva ragione di permettere ai veicoli storici di circolare, impedendo così ai SUV, i veicoli catalizzati o dotati di filtri antiparticolato (entrambi scaricano quando esausti) di continuare a muoversi liberamente, anche solo nel ciclo extra-urbano.
Insomma… lascerei i pochi veicoli storici liberi e fermerei tutto quanto viene da EURO1 in poi che è stata un scusa solo ed esclusivamente per mantenere artatamente in piedi il mercato dei veicoli in generale, governato da normative alquanto discutibili.
A dimostrazione della discutibilità delle norme succitate, vi siete mai chiesti perché in tutti questi anni non si è mai sviluppato un mercato per l’implementazione di dispositivi come la marmitta catalitica per veicoli sprovvisti?
Se davvero si voleva l’ecologia, visto che nel mondo ed in Italia vi erano una enormità di veicoli vecchi e quindi “migliorabili” (che a produrli nuovi inquinano più che a circolare per altri 100 anni) e fior-fiore di professionisti in grado di ingegnerizzare certi interventi migliorativi, perché interventi migliorativi sui veicoli esistenti sono sempre stati “bloccati” dalle normative?
Temo che per queste ragioni, il retrokit farà la stessa fine… la Piaggio, certamente non spenderà poche risorse al fine di evitare che il suo mercato si contragga.
Questo è il capitalismo, intrinsecamente incompatibile con l’ecologia.
La transizione elettrica è necessaria?
Attualmente la motorizzazione elettrica ha un impronta ambientale di gran lunga superiore a quella dei motori endotermici (circa 2.8 volte superiore), sebbene la riduzione della circolazione dei veicoli endotermici lasci l’aria delle città più pulita dal particolato… se, però, è inverno non fa alcuna differenza…
Esiste una via?
Il problema ambientale si risolve con efficentamento energetico e riduzione delle emissioni dei processi industriali, zootecnici ed energetici che rappresentano nel mondo l’80% dell’inquinamento che produce effetto serra. Per il resto il 17% è determinato dalle emissioni per riscaldamento e climatizzazione domestiaca che sono il vero problema dell’inquinamento nelle nostre città.
La cicolazione dei veicoli finisce per essere marginale!
Quindi, si vergognino gli stati per la grande presa in giro del contenimento delle emissioni nel campo della trattazione terrestre e si informi chi pensa e punta il dito sulla gente che con un vecchio motorino va in giro per la città!
Scusate lo sfogo, ma sono 30 anni che dedico la mia vita a questo argomento, in qualità di ingegnere e progettista nel settore green-energy (con grande esperienza nella termotecnica, termodinamica, ecologia e processo)…
Saluti a tutti, M.I.
Dove ha letto che il “foot print” dei veicoli elettrici è 2,8 volte superiore a quello degli endotermici? Anche le sue percentuali sulle emissioni di gas serra mi sembrano sballate. A noi risulta che il settore trasporti rappresenti un terzo del totale. Ed è l’unico settore che non le ha ridotte negli ultimi 20 anni.
Grazie Matteo per le sue osservazioni e il tempo dedicato, ma i veicoli storici non sono pochi. Pensiamo solo alla Vespa, sono milioni di unità nel mondo. Passi per chi le usa solo per i raduni (oggi non è concepibile che i centri abitati vengano attraversati da centinaia di mezzi inquinanti), ma non è possibile pensare ad un utilizzo quotidiano di questi motori. Il motore termico non è più sostenibile e la mobilità urbana e il trasporto merci sono responsabili di una fetta troppo grande di inquinamento. Basta leggere le ricerche dei medici specializzati nelle malattie respiratorie. Senza offesa e con il massimo rispetto mi fido più dei medici quando si parla di inquinamento che degli ingegneri.
Il patrimonio storico si salva unicamente lasciando i mezzi assolutamente originali, senza se e senza ma
Se si vuole entrare in ztl ci si compra un mezzo elettrico nuovo, spendendo pure meno
Ciao, sembra che finalmente i ragazzi hanno trovato il modo di omologare.
È inutile dire che la Vespa inquina poco, la legge dice che in certi posti non si può circolare, stop! Nella mia città e in molte altre non posso girare con la mia Vespa perché euro 0 e non cè certificazione storica che tenga. Poi se uno circola lo stesso e non lo fermano é un altra questione.
Questo potrebbe essere una soluzione a questo problema.
Andate avanti ragazzi!
Il punto è questo, le norme ci sono. In molte città non si può circolare. Per salvare questo patrimonio storico e culturale serve il retrofit.
Ma voi pensate di aver risolto i problemi del inquinamento trasformando i vespini in veicoli elettrici……io penso che un aereo che decolla inquini più di tutti i vespini circolanti in Italia messi insieme…..ma di che cosa vogliamo parlare???se veramente vi interessa l’ ambiente incominciate a studiare un kit elettrico per tutti gli aerei di linea…..o per gli impianti siderurgici……invece di rompere i cordoni a chi già spende dei bei soldini per mantenere vivo un pezzo di Italia.
Non è l’inquinamento dei Vespini, ma l’inquinamento dei motori termici e ognuno, in misura maggiore o minore, fa la sua parte. Si è trovata una soluzione, anzi più di una soluzione perché ci sono diverse aziende impegnate su questo fronte. Poi sui costi troppo elevati, una burocrazia lenta ed una normativa inadeguata possiamo anche trovarci d’accordo.
Guardi che non le facciamo noi le norme. Sono d’accordo sul fatto che l’inquinamento prodotto dagli aerei sia un problema gigantesco, peraltro aggravato dall’avvvento dei low-cost, che hanno moltiplicato i voli. Noi ci limitiamo a raccontare le novità sul mercato dell’elettrico. E Le assicuro che i kit per mettere in elettrico i vecchi Vespini riscuotono un enorme interesse.
Grazie Marco, una bella, completa ed articolata riflessione. Critiche ma anche proposte.
Da appassionato e possessore di moto storiche (storiche vere, oltre che certificate, la più giovane ha 40 anni, la più vecchia va per i 70) trovo assurda la crociata contro tali mezzi in nome della lotta alll’inquinamento. A conti fatti le mie 4 moto, sommate insieme, percorrono meno di 2000km all’anno. L’ultima cosa che vorrei fare è convertirle elettriche. Però un plauso va fatto a questi ragazzi che si mettono in gioco per creare un prodotto che permetta di aggiornare veicoli, magari dal non elevato valore storico, ma che sono ancora in grado di essere utilizzati quotidianamente nei centri città con emissioni nulle, oltre che evitare quelle dovute alla creazione di un veicolo nuovo (perfetto in ottica “circular economy”) . A tal proposito, suggerirei di rivedere l’idea del kit per Vespa 50 (sono quasi tutte storiche “di lunga data”, difficile che qualcuno voglia perdere il loro valore storico) a favore di un kit per Vespa PX. Il numero di PX prodotti da piaggio è enormemente maggiore rispetto alla Vespa 50, e generalmente il valore storico è minore (dai primi anni 90 in poi) quindi più facile che qualcuno voglia darsi alla conversione. Io stesso ho fermo in garage un PX del 1986, non iscritto come storico, da restaurare, che sto seriamente pensando di retrofittare (e usare poi tutti i giorni) nel caso questo tipo di progetti vadano avanti. Un saluto.
Ciao Marco,grazie per il commento, il kit per vespa px è già in progettazione, ma per ora non sappiamo dare delle informazioni su costi e prestazioni. Speriamo di poter realizzarlo e poterlo vendere:). Non abbiamo sicuro pensato a kit per pezzi di elevato valore storico o poco pratico da utilizzare. La vespa è stata la.prima che ci è venuta in mente per praticità d’uso e linea ancora al passo con i tempi.
Grazie Alex per l’informazione. Il Retrokit, al di là delle criticità del sistema burocratico, sta suscitando interesse e provocando un utile dibattito.
Buono a sapersi. Conoscendo in maniera abbastanza approfondita sia la meccanica small-frame (Vespa 50, 125 Primavera) che la large-frame (PX, ma anche tutta la serie anni 70, TS, GTR ecc…), su quest’ultima si dovrebbe lavorare molto meglio essendo le dimensioni del telaio più generose (ogni tanto fantastico anche io su come sostituire il gruppo termico e albero motore calettando il tutto con la meccanica originale, lasciando carter, frizione, cambio e tutto il resto inalterato).
Marco
Trovo personalmente assurdo operazioni simili, taroccare una vespa 50, con pure costi elevati, a che pro?
Ottenere un mezzo simile per percorrerebbe probabilmente pochi chilometri al giorno, tanto vale acquistare (nuova) una ebike, e con una spesa praticamente identica di avrebbe un mezzo MOLTO più sicuro
Impariamo a rispettare moto e auto, soprattutto se storiche, lasciandole ESATTAMENTE come sono uscite dalla fabbrica
Nascot guarda quest’altro retrofit di vespa https://www.vaielettrico.it/omologazione-kit-due-ruote-punto-con-motoveloci/
Ho letto, ma continuo a non trovare una minima ragione logica nel fare una simile trasformazione quando, con una identica cifra, se non addirittura inferiore, si può acquistare uno scooter elettrico nuovo, e la preziosa guida pubblicata qui su via elettrico ne è testimone https://www.vaielettrico.it/moto-e-scooter-elettrici-il-listino-facile/
Un mezzo dotato di ciclistica e sistema frenante attuale, omologato 2019, e chi come me ha guidato i Vespini 50, con le oggettive difficoltà di guida e di frenata, sicuramente concorderà.
Ciao ragazzi,ho ripristinato un Carpino a Nuovo,x ovvi motivi è fermo in garage,inquinamento? Vado a lavoro in bici ,4 km x 4 volte al giorno ,risultato è che rimango in forma e risparmio pure,peccato xche il giretto in Vespa mi manca ????
Bene Mauro, complimenti per le pedalate. Noi speriamo che scendano i prezzi e che sia più snella burocrazia così da poter rifare un giretto in Vespa.
La verita incontestabile è che il futuro sarà elettrico, silenzioso e non inquinante.
Congratulazioni agli imprenditori che hanno trovato una soluzione tecnica.Bravi!
Bravi tecnicamente sappiamo che lo siete. Bravi per la pazienza con le istituzioni.
L’altra verità dei commenti sopra è la sproporzione del prezzo non ci siamo. Il prezzo è un parametro di sviluppo e progettazione, anzi di fattibilità. Vi dice quanti vi compreranno. Io sono molto interessato ai kit sia per auto che per moto sono disposto a pagarli fino al 50% del mezzo che significa nel caso di una vespa 125 1500 euro installato con massimo 500 euro di omologazione e atti vari. Quindi 2000 complessivi. I 6000 attuali sono semplicemente impossibili anche se arrivassero a 4000. 6000 potrebbe essere accettabile per una soluzione esteticamente molto vicina al motore vespa ma ancora saremmo fuori dal commerciale, collezionismo.
La soluzione che dovete progettare deve essere fatta quanto più possibile di pezzi standard per avere già a vostro favore economie di scala fin dall inizio.
Grazie del tuo contributo Danilo. I prezzi (con una burocrazia amica) sono una variabile fondamentale per lo sviluppo del retrofit
Come rovinare una vespa. Mah!!!
Sarà. Ma ogni volta che scriviamo di retrofit elettrici per il vespino siamo bombardati di commenti e sommersi di visualizzazioni. Evidentemente non tutti la pensano come lei.
L elettrico non è il massimo dell’ecologia, pensate che ancora produciamo elettricità con centrali a carbone.
Non è vero Gianfranco: il 34,4% del’elettricità in Italia è prodotto da fonti rinnovabili (fotovoltaico, idroelettrico, geotermico, eolico), oltre i 40% dal gas naturale, il meno inquinante dei carburanti fossili, e il 10% scarso da carbone (che sarà eliminato totalmente entro il 2025).
Ci sono anche i nostri polmoni da non rovinare
il problema dell’ inquinamento sarebbero i vecchi vespini in circolazione? ma quante fregnacce! inquina molto di piu produrre elettricita con centrali a combustibile. Tutte stupidate per vendere e fare soldi. il motore elettrico è antieconomico e antiecologico svegliatevi!
A proposito di fregnacce: il 34,4% dell’ elettricità prodotta in Italia nel 2018 viene da fonti rinnovabili, cioè assolutamente pulite. Il restante 40% da gas naturale, il meno inquinante dei carburanti. E le emissioni di un veicolo elettrico in marcia sono zero. Cosa mi dice, Manuel, della miscela al 5%?
Innanzi tutto un vespino usa la miscela al massimo 2 , si informi, poi c’è da considerare che con un litro di miscela può percorrere anche 40 chilometri quindi facendo un semplice ragionamento sul rapporto emissioni e km si presume che inquina pochissimo. Inoltre c’è da considerare che è un veicolo che ha più di 40 anni quindi è storico, manometterlo in quella maniera è come usurparlo della sua identità.
Alex qui proprio non ci stiamo, se si fa un confronto non c’è storia. Infatti in tante città d’Italia non può circolare
La smetta di raccontare frottole basta che sia iscritto asi e può circolare ovunque.
Possiamo argomentare quanto vogliamo sull’opportunità di “manomettere” un veicolo di 40 anni, e se questo significhi “usurparlo” o invece farlo rivivere e circolare. Ma che in versione elettrica inquini di meno non è serio nemmeno discutere.
Non sono previste eccezioni alla.circolazione anche per veicoli storici registrati sia ASI ed FMI. In centro città e zone limitrofe ove è indicato il divieto, non può circolare più se non con dei permessi particolari.
Il pericoloso tasso di inquinamento atmosferico – i dati sui morti sono inquietanti – è dato dalla somma delle diverse fonti di inquinamento. Nel loro piccolo contribuiscono anche i vespini.
Si ma… Prestazioni?
Fabio trovi tutte le informazioni nell’articolo precedente https://www.vaielettrico.it/omologazione-kit-due-ruote-punto-con-motoveloci/
Siamo in Italia il paese dei cachi. Una vespa px percorre usata ogni giorno al massimo 40 km, in una settimana di 5 gg lavorativi 200 che costano 8 euro a settimana. Il kit costa 2290 più il meccanico più 200 per agg. Libretto più l’omologazione che non si sa manco quale ufficio la fa. La vespa non sarebbe più veicolo storico. Un affare la ammortizzi in circa 7/15 anni. Lo faccio subito ordino il kit. Mi raccomando mandatemelo presto con la scritta Paperino purtroppo invece di dare incentivi per queste trasformazioni pensano a mettere il bollo il superbollo la guerra al diesel la tassa per la guerra in Abissinia il collaudo annuale e cagate varie. Fate l’accordo col Governo poi ne riparliamo. Qui si deve fare la guerra a chi ostacola lo sviluppo mettendolo in galera non al governo.
Al momento la conversione costa, un dato di fatto. Si può fare. Speriamo che si faccia presto con il nuovo decreto che ha l’obiettivo di far scendere i prezzi. Un atto urgente, ma ci dicono di aspettare a metà del 2020, perché sono centinaia di migliaia le due ruote in circolazione che inquinano tantissimo. Si tratta di un patrimonio storico da preservare e custodire e preservare, ma prima viene la salute. Grazie ai kit e al lavoro e al genio di tanti artigiani dal punto di vista tecnologico è ampiamente superato. Il problema resta essenzialmente politico.
Italia, popolo di inventori e parassiti.
Incentivi all’elettrico ? Ma se c’è ancora il portale bloccato che impedisce di fatto lo sconto del 30% per l’acquisto di un motociclo elettrico in caso di rottamazione !
Dipendiamo e siamo ostacolati da un branco di parassiti incapaci !!!!!!
Gentile Vittorio, va bene ed è comprensibile lo sfogo (ne abbiamo scritto qui in modo schietto dei problemi https://www.vaielettrico.it/un-mese-senza-incentivi-senza-parole-e-senza-vergogna/) anche se in questo articolo si parla di semplificare e snellire la burocrazia e permettere così anche dei risparmi di spesa sul retrofit.
Ha ragione Vittorio, il contatore dello stesso ministero indica che dei 10 milioni di incentivi stanziati ne sono stati spesi solo poche decine di migliaia. Qui https://www.vaielettrico.it/ecobonus-per-le-due-ruote-elettriche-al-palo-ecco-perche/ ho tentato di spiegare perché.