Retrofit troppo caro? Rispondono gli operatori: “Utilitaria a 7500 euro”

Retrofit troppo caro? Spendere 36mila euro per trasformare in elettrico il motore di un Suv è esagerato come si lamenta il lettore Sergio Lombardi? Dopo aver letto l’articolo si è fatto sentire Gaetano La Legname di Mobility r-Evolution – la rete di imprese nata per sviluppare il mercato del retrofit elettrico dei veicoli – che ha fatto il punto sul mercato e su un ipotetico listino. E soprattutto propone un modello simile ai Gas – i gruppi di acquisto solidale di solito pensati per l’acquisto di cibo – per abbattere la spesa. Se avete esperienza da operatori o clienti o avete semplicemente chiesto un preventivo i vostri quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it.

 Il retrofit per il Suv?

retrofit kenia
Operai al lavoro con il retrofit nel centro di Nairobi

Andiamo subito al sodo con Gaetano: “Il retrofit è stato pensato per i piccoli veicoli urbani più che per i Suv. Una macchina pesante, con parecchi kW di potenza e tanti kWh del pacco batterie. Per questo  diventa onerosa la conversione. Massimo si può scendere a 30 mila euro. I costi ci sono tutti anche perché per un Suv si chiede autonomia. Il retrofit è nato per fare poche decine di chilometri“. Non è un problema tecnico, ma economico: “Alla piccola 500 riusciamo a far fare oltre 150 chilometri di autonomia. stiamo lavorando su un camper che avrà da 200 a 250 chilometri di autonomia“.

Quanto si spende per l’utilitaria? Dai 7500 ai 9.000 euro (Iva compresa) con il Gruppo d’acquisto

Il Suv non è il mezzo più indicato per un retrofit economico. Ma quanto costa passare alla batteria con una utilitaria?Se ci si mette insieme con un gruppo d’acquisto andiamo dai 7.500 ai 9.000 euro (Iva compresa)  per chi è nel gruppo d’acquisto. Sale a 8100 a 9.720 per altre spese –  risponde Gaetano -. Ma per un’autonomia massima da 50 a 60 chilometri. Perché se si va oltre serve un pacco batterie importante“.

Retrofit
In Francia anche la Twingo viene offerta con il retrofit

Un po’ poco. Se però entrasse in vigore il bonus retrofit – ancora avvolto nella nebbia perché senza decreto attuativo – con i suoi 3500 euro di contributo?Riuscirei a montare un pacco batterie con maggiore capacità e superare i 100 chilometri“.

gaetano la legname
Gaetano La Legname è impegnato da anni nel campo retrofit

In Italia ci sono milioni di utenti a bassa percorrenza, che usano l’auto tutti i giorni ma per distanze limitate. E’ questa la fascia interessata ? Magari per entrare in centro storico? “Facciamo un esempio concreto: chi lavora a Milano e vive a Melzo. Sono poco più di venti chilometri. Ricarichi la notte in modalità lenta e ti durano di più le batterie“.

Per Gaetano si tratta di “fare un retrofit strategico secondo gli usi quotidiani. Io non consiglierei mai, sempre che non si tratti di un appassionato, di fare un retrofit ad un Suv. Noi intendiamo la conversione in questo senso: hai l’auto, non la buttare, noi la elettrifichiamo e ci fai quello che ti serve durante il giorno“.

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Il retrofit su una 850 Fiat a Modena

L’ingegnere si pone il problema delle lunghe distanze: “Per quelle, o hai un’altra auto o prendi il treno, o la noleggi. Per fortuna ci sono diverse soluzioni. Il retrofit, ripeto, non è fatto per veicoli estremi e per fare tanti chilometri“.

LEGGI ANCHE: Tutti gli articoli dedicati al retrofit su vaielettrico.it

Come si risparmia con il gruppo d’acquisto?

C’è una strada per abbassare la spesa, anche del 10/15% secondo Gaetano: “Vogliamo lavorare con i pre ordini dove basta versare una caparra minima, un gruppo d’acquisto con ordini ogni sei mesi  e numeri limitati ovvero con 15/20 ordini al massimo. Perché i kit bisogna poi montarli e anche se sono sempre gli stessi, devono essere omologati  e  il numero di ingegneri del ministero è limitato. Siamo costretti ad andare piano anche per questo motivo“.

Patrizio Moto Guzzi
Patrizio Roversi in sella alla Moto Guzzi convertita in elettrico dal team di Gaetano La Legname

La rete di Mobility r-Evolution – il marchio commerciale è retrofitaly – conta al momento sette imprese, saranno dieci entro la fine dell’anno, ed è la terza accreditata al ministero. Passaggio obbligato a cui seguirà l’omologazione dei kit: “Stiamo testando diversi prototipi, questa fase terminerà a fine estate e poi si andrà alla motorizzazione per richiedere l’omologazione. La commercializzazione vera e propria inizierà nel 2023. Partiamo con un gruppo d’acquisto interno con l’importazione di alcuni kit per le aziende che fanno parte della rete. Sono una quindicina di kit e abbattiamo i costi grazie alla scontistica “. Questa la strada. Si tratta di una filiera importante ma visti i numeri, i tempi e i costi  inciderà relativamente sul totale della transizione della mobilità.

Visualizza commenti (50)
  1. La possibilità di entrare in “centro storico” con l’elettrica è solo un benefit temporaneo. Non usatelo come vantaggio permanente, non sarà sostenibile in futuro

    1. Sicuramente su questo ha ragione, per il momento è giusto poi con il tempo per evitare la congestione ci saranno sicuramente dei limiti. Per questo è necessario muoversi su più fronti: rendere sempre più efficiente il trasporto pubblico, incrementare la micro mobilità a emissioni zero e stimolare il car sharing.

  2. Io sinceramente sono d’accordo a far aprire il mercato dei retrofit elettrici su auto d’epoca (ho visto qualche episodio di Voltage Garage e mi hanno stupito ad esempio per quello fatto sulla vecchia Fiat 500) ma non sono d’accordo sull’utilizzo di tutti questi bonus. Io posseggo una Opel Astra Sport Tourer Ecom 1.4 Turbo a metano acquistata nuova nel 2020, 15 giorni prima che scoppiasse la pandemia. La sto ancora pagando e ne avrò fino al 2027. Vorrei comprare una Hybrid (ci piace la nuova Qashqai o la nuova Sportage) ma non rientro nei bonus. Rivenderla ora come usato perderei molti soldi rispetto il suo valore reale perché il metano ora costa circa 2€/lt. Altre persone non potrebbero permettersi una ibrida o elettrica pura nemmeno con gli incentivi ma nemmeno un retrofit sulla loro vecchia Fiat Punto o Citroen Saxo del 1999. Così a potersi cambiare la macchina saranno sempre i soliti che guadagnano abbastanza bene da poter spendere 20k € e acquistare una macchina da 40k perché lo Stato ci mette altri 20k sopra pagati anche da quel poveraccio che non arriva a fine mese e che viaggia con la Punto comprata, magari già usata, 25 anni fa, con le tasse che ognuno di noi lascia in busta paga.

    1. Grazie Simone ma non esageriamo con le fasce di reddito. Ci sono milioni di persone che spendono sui 15 mila euro per comprare un’auto e non si possono permettere di spendere di più. A loro il bonus retrofit farebbe comodo e sono “poveri”, come anche i bonus soprattutto quelli precedenti. Conosco tante persone con un reddito basso e che non riuscirebbero a spendere più di 15mila euro che sono riuscite a prendere le utilitarie elettriche a meno, per esempio la Twingo a 12 mila, ma anche la Dacia.

      Detto questo si fanno tanto ragionamenti sull’elettrico basati sulla convenienza, ma il punto fondamentale dell’elettrico è ridurre le emissioni inquinanti e contribuire a salvare il pianeta. Questo il punto fondamentale.

    2. Non dire queste cose in questo forum… Non è generalmente concesso dire le cose come stanno.
      Senza considerare che un mio post, con scritto qualcosa di simile, è sparito nel nulla…

      1. Ha scritto due righe senza dire niente a parte che censuriamo ma non è vero visto che tutti i lettori possono verificare che si leggono opinioni di ogni sorta e colore. Lo pubblichiamo anche se si tratta praticamente di parole al vento.

  3. Alberto Zaffaina

    Io penso che l auto elettrica sia il fururo, solamente serve un cambio di mentalità che ad oggi non abbiamo. Siamo come con i primi telefoni GSM bellissima idea ma non funzionavano e non prendevano, ora con le connessioni che ci sono facciamo cose impensabili. Una cosa non abbiamo ancora capito, il gas metano non abbiamo bisogno di estrarlo dal sottosuolo e nemmeno di comprarlo dal matto bombarolo, basta solamente produrlo, io lo faccio già da un po’, lo uso per fare energia elettrica, ecco perché ho accumuli da 32 kWh, il gas lo faccio con l umido, l elettricita la faccio con fotovoltaico ,termodinamico a concentrazione e biogas. Se le aziende agricole producessero biogas con i reflui da zootecnia avremmo metà effetto serra ed il mato bombarolo sarebbe già fallito da un pezzo.

    1. E va bene l’autoproduzione delle aziende agricole, ne ho scritto recentemente, https://www.vaielettrico.it/ceci-fave-fotovoltatico-e-ricariche-gratis-per-i-dipendenti/, ma se vogliamo veramente incidere sulla decarbonizzazione, che non è un vezzo ma una strategia e forse l’unica per salvare il pianeta, l’obiettivo è quello di utilizzare fonti pulite e motori a emissioni zero. Non sono perfetti? Oggi ci sono molte soluzioni che soddisfano i bisogni di milioni di persone. E qualche sacrificio (tipo programmare i viaggi) val bene la scelta elettrica

  4. Al limite salutisti perché teniamo a respirare bene…. Sul retrofit riceviamo tante richieste, tante officine fanno il pieno di richieste (ma non sono ancora pronte dal punto di vista legislativo o non riescono a smaltire gli ordini in tempi brevi), in tutto il mondo si convertono auto, moto (meno che in Italia dove si rischia il ridicolo) barche (in Svizzera una grossa barca trasporto passeggeri di linea del secolo scorso invece di essere stata demolita con tutti i costi ambientali del caso naviga in elettrico con alti benefici ecologici) e qui qualcuno vuole decretarne la morte?

    Ognuno è libero di fare le sue scelte, ma se io (è il mio caso personale ma ci sono tanti come me) percorro al massimo 200 chilometri al mese (ma il paragone vale anche per chi ne fa 1000 o 2000) e voglio entrare in centro storico, non voglio più sentire la puzza di petrolio e invece di spendere 15 (se ci sono gli incentivi) o 20 mila euro preferisco investirne 8/9 mila (se fosse attivo il bonus potrei stare sui 5/6 mila) che problema c’è? Conviene comprare una elettrica usata mi si risponde, ma se voglio girare con la vecchia Renault 4 o Renault 5 o con la Fiat Panda (evitando così una rottamazione con un forte costo ambientale) che problema c’è?

  5. Alberto Zaffaina

    Due risposte per chiarire. Innanzitutto io non sono contro l elettico ma contro il sistema con cui attualmente viene gestito. Ora il costo dei pacchi batterie 18650 si riferisce a cosa costa farlo in azienda con i robot di posizionamento e saldatura automatici e tutti i requisiti tecnici per omologarle e metterle in commercio. Il controllo della temperatura viene fatto da BMS ma resta il fatto che se l auto/bike/scooter sui quali viene applicato non rispetta i parametri di scarica e di sicurezza facciamo lo stesso un bel falò. Poi per quanto riguarda esenzioni di bollo / assicurazione / manutenzione, per il bollo parliamo di 400 euro su circa 15000 km da ingegnere su un calcolo diventa trascurabile, per l assicurazione mi sa che dovrebbe essere il contrario in quanto l auto elettrica è molto più soggetta a prendere fuoco e credetemi quando prende fuoco le batterie nella combustione si generano l ossigeno e quindi sono impossibili da spegnere ( io i miei accumuli li ho in mezzo al campo) per la manutenzione è ancora troppo presto per fare conti è una tecnologia nuova abbiamo pacchi che ritornano finiti dopo 2 anni ed altri che a 5/6 anni li aggiorno il BMS le li rimando al cliente. Una cosa per precisare, rendere stagno un pacco batteria è il modo migliore per fare un bel falò.

  6. Mi punge vaghezza di immaginare quanto potrebbe costare il retrofit di un quadriciclo leggero Ligier JS50 (diesel bicilindrico Lombardini common rail iniezione diretta, 480cc)…

  7. Scusate, ma dovrei spendere 9000 euri per usare un mezzo obsoleto, e per non più di 60 km al giorno. Ma allora mi conviene il taxi che non devo preoccuparmi per trovare parcheggio.

    1. Evidentemente non hai mai preso un taxi, visto che questi signori chiedono 30 euro per fare 6 km. Sperando che lei lavori a 6 km da casa, spende 60 euro al giorno, in meno di 6 mesi si è ripagato la trasformazione

  8. Io nei veicoli elettrici ci lavoro e le batterie me le costruisco da solo. Un pacco da 1,5 kw su celle 18 650 al litio con bms dinamico completo con sitema di carica in tensione/corrente a mosfet ( il meglio ad oggi ) costa finita circa 300/ 350 euro. Viene venduta di media a 1000 euro. Ci sono guadagni spudorati sulle batterie. Un pacco per la Kuga da 16kW costa 3000 euro e con tecnologia al litio ferro siamo sui 5000 euro massimo. Chi rinuncia a questi guadagni?
    Se le industrie mettessero uno standard a batterie intercambiabili gestito a canone, uno arriva al distributore sgancia la batteria scarica e aggancia quella carica fa il pieno in 2 minuti, la utonomia a questo punto non conterebbe più di tanto e le auto avrebbero prezzi
    più abbordabili perche la batteria serebbe esclusa dall acquisto. Cosi però non spremerebbero più i cittadini. Ultimo, ad oggi un auto a gasolio ha costo chilometrico intorno ad 1 euro quella elettrica siamo a 0,8 ( parlo di autonomia REALE no WLTP e balle varie) quindi se la elettrica costa 1,5 volte quella a gasolio gia uno che sa fare due conti ed è sano di mente non la compra neanche morto.

    1. Forse lei ha sbagliato i conti sul costo chilometrico del diesel e anche dell’elettrico. Provi a riguardarli. Poi non capisco: lei lavora nei veicoli elettrici e da “sano di mente” non lo comprerebbe mai?

      1. Alberto Zaffaina

        Ok, allora facciamo due conti della serva: un diesel ( il mio per l esattezza ) fa 18 con un litro, con il gasolio a 2 euro al litro fa 9 km con 1 euro. Quindi siamo a 0,11 circa.
        Ora passiamo all’ elettrica, Cupra Born mio collega di lavoro, guida piu o meno come me. Con un ” pieno”fa 250 km, il pacco della born è da 45 kWh e la corrente ( a casa e senza gli oneri di sitema, tasse, e balzelli vari) va a 0,4 euro .
        Quindi 0,4 x 45 = 18 euro 18 / 250 = 0,07 euro a km se contiamo che la macchina costa una volta e mezza la vesione a gasolio, che all appello mancano tutte le tasse sulla bolleta elettrica e che comunque il gasolio costa cosi perché c’e il matto bombarolo che vuole il dombass, fatevi voi due conti. Per la cronaca io ho preso la plug in hybrid ma solamente perché ho qualcosa come 33 kwh di accumulo da solare e posso permettermi di ricaricarmela a gratis con la corrente che la GSE mi paga per averla prodotta tramite il 1 conto energia.

        1. Il matto bombarolo ha fatto raddoppiare anche i prezzi dell’elettricità, se è per quello. Sui costi della BEV tolga anche il bollo, dimezzi la manutenzione, riduca l’assicurazione e vedrà che la differenza fra diesel ed elettrica si riduce.

        2. C’è solo una falla nel discorso, l’Italia importava solo il 10% del totale di petrolio raffinato,
          Il costo del barile aumenta perché ne viene estratto meno ma c’è comunque domanda molto forte (chi compra dalla Russia comunque ora ha uno sconto del 30% rispetto al listino).
          Noi dipendiamo solo dal gas, che come il costo della benzina è aumentato in modo totalmente sproporzionato al cliente finale che compra l’energia elettrica da gas ed essendo estate è nel picco minimo del costo nell’anno solare, speculazione e preoccupazione per approvvigionamenti futuri, però hey.. Nessuno che ha il contratto 100% green che si lamenta che la sua essendo energia da rinnovabili, la paga comunque quanto quella prodotta dal gas… Pure l’energia prodotta dalle atomiche francesi che acquistiamo alla bisogna che costa pochi centesimi al kwh ci viene rivenduta al prezzo del pun 4 o 5 volte superiore.

          La guerra del matto, che poi matto, l’Europa era il cliente principale che da tre anni a questa parte è impegnatissima a elettrificare tutto quello che prima aveva necessità di comprare da lui, trasporti su terra, acqua e aria, produzione elettrica e industria ad altissime temperature, ha chiarissimo che senza interferire nel giro di 10 anni avrebbe avuto l’unica sua grande ricchezza e potere nel mondo, più che dimezzata, Cina e India (che da sole fan quasi metà della popolazione mondiale) sono sulla stessa linea anche se più lentamente di noi.. Il donbass guardacaso ha miniere di carbone enormi e sfruttate pochissimo, si prende tutte le coste sul mar nero per rendere costosissime le esportazioni Ukraine (che facevano concorrenza sul grano russo)… Poi si fa il matto e sparano non sense come han sempre fatto tutti i “leader” per giustificare le guerre, le masse si muovono solo se spinte da una ideologia e andare a far guerra per una miniera non fa presa, le crociate usavano la scusa religiosa, ma comunque tornavano carichi d’oro schiavi terre, l’altro pazzo della seconda guerra mondiale si è inventato la superiorità della propria “razza”, ma è tornato con opere d’arte inestimabili trafugato ovunque, deportato scienziati per farli lavorare sia sotto minaccia che sotto l’ideologia a seconda di quella che faceva presa…
          In sordoni questa è una guerra preventiva per non fallire completamente entro 30 anni, dati i problemi del cambiamento climatico al posto del paranoico di Putin mi aspetterei che se peggiora la situazione ambientale un divieto a estrarre a livello mondiale con attacchi in caso di rifiuto sarebbe quasi certa, e avendo India e Cina a soffrirne forse più di altri non starebbero a fargli i grattini sulla pancia.
          Insomma le cose non sono così semplici dove basta un salvini condottiero per la patria che fa quattro chiacchiere e risolve tutto perché in fondo è solo matto.. Lo è ma non basta quella per fare ciò che sta facendo, servono motivazioni ben più grosse del far fuori qualche “nazista”

    2. Se è per questo un iPhone da 1699€ costo produttivo è inferiore ai 500,magari poco più di più.

      Poi vorrei anche vedere che differenza di pacco batterie c’è tra uno fatto da lei o da una catena industrializzata che deve garantire la tenuta stagna, le temperature sotto controllo, la resistenza alle sollecitazioni meccaniche per un tempo indefinito (ok perdita di capacità, ma che va a fuoco dopo 8 anni perché era al risparmio è un problema)
      Mi sembra oramai ovvio che il costo di una batteria da 10k non sia 9500 di litio cobalto e rame e 500 di guadagno… Quel pacco da 3k se dovesse decidere di venderli per viverci, a quanto li venderebbe? Quanti giorni di lavoro impiega a farne una? In un mese lavorando 8h quante ne riuscirebbe a fare? Dovrebbe affittare un magazzino per fare scorta perché se una consegna di 18650 è in ritardo di due settimane quel mese non vende nulla, quindi aprire partita Iva e girare metà del margine tra tasse, autorizzazioni, permessi (di sicuro non le fan tenere le batterie nel vano caldaia di casa).
      Non so, 10% di margine mi sembra eticamente corretto no? trecento euro a batteria fatta, facciamo 400 perché compra all’ingrosso..
      Ah ovviamente devi dare due anni minimo di garanzia per venderle in Europa, ma le case te ne danno fino a 8 o 160k km..
      Ahhh ma tu parlavi in nero senza alcuna garanzia né responsabilità in caso di danni causati dalla tua creazione, avevo capito male scusa

      1. Valide tutte le sue argomentazioni, in Italia esiste un decreto retrofit per un motivo ben chiaro: la conversione deve seguire regole, standard, norme… e a cura di soggetti autorizzati e professionisti. E’ stato fatto male e ora ci sono solo tre aziende accreditate e non tutte con un kit autorizzato, ma sempre meglio che il far west di chi si monta motore e batteria in casa

  9. Alessandro D.

    Allora: tutto giustissimo e davvero simpaticissimo. Ci mancherebbe.
    Però… A parte che sarebbe doveroso capire se i 7500/9000 euro di cui sopra sono comprensivi di IVA, comunque stiamo parlando di una cifra non indifferente per avere un mezzo (peraltro oggettivamente vecchio e datato nel resto del complesso) che offre “un’autonomia massima da 50 a 60 chilometri. Perché se si va oltre serve un pacco batterie importante”

    Di conseguenza si tratta di spendere non pochi soldi per avere un veicolo sicuramente utile, non discuto, ma oggettivamente “limitato” ad una sola funzione. Tant’è che se uno dovesse avventurarsi un po’ più in là del solito o hai “un’altra auto o prendi il treno, o la noleggi”. Per l’amor del cielo, tutto si può fare, ma spendere 9000 euro per avere tutti questi limiti onestamente lo vedo qualcosa alla portata di chi, in realtà, di problemi economici non ne ha tali e tanti da ritenere che questo tipo di discorso gli serva per avere anche un risparmio.
    Cioè, sinceramente: io con ste cose a livello di “sogno” ci andrei decisamente a nozze. Quando ci penso mi viene da dire che è un gioco FA VO LO SO. Ma mi viene difficile dire che abbia un vero senso sia da un punto di vista “ecologico”, sia economico sia poi anche (perchè no) della sicurezza di marcia visto che se parliamo per esempio di una 500 (adorabile…) comunque parliamo di un oggetto con 4 freni a tamburo e un concetto di sicurezza passiva del tutto assente.
    Se invece il discorso è trasformare per esempio un camion, che per quanto caro poi si mette a resa ipotizziamo per altri 20 anni, allora il discorso assume tutta un’altra prospettiva.

    1. Senza considerare che una Twingo elettrica usata con meno di 20000 km e 2 anni di vita su AutoScout24 la si trova a 15000 e ti porti a casa anche Apple CarPlay e Android Auto, ricarica AC a 22 kW, etc. etc.

      In realtà il retrofit lo vedrei bene in ambito tuning: non sono un meccanico ma pensando ad un’auto a trazione anteriore, ad esempio, potrebbe essere possibile montare un motore elettrico al posteriore con tanti cavalli collegati ad una batteria piccola in grado però di alimentare in pieno il motore (penso ad esempio alla batteria della Qashqai e-power di appena 2.1 kWh che però alimenta un motore elettrico da 190 cv) e recupero dell’energia in frenata. In questo modo si potrebbe collegare il motore elettrico ad un pulsante che, se schiacciato, darebbe un boost di potenza una tantum per pochi secondi: in pratica una sorta di nos elettrico e legale, utile per fare sorpassi o per passare col giallo (non l’ho scritto davvero). Si aggiungerebbe poco peso all’auto ma tanto divertimento 😉

        1. Alessandro D.

          -ma pensando ad un’auto a trazione anteriore, ad esempio, potrebbe essere possibile montare un motore elettrico al posteriore-

          Enzo… fidati… No. ahahahah!

          Cioè, almeno, senza preventivare almeno un 50k, avere a tiro un ingegnere amico, appassionato e che lavora “pro bono” e in aggiunta senza metterci le mani in prima persona la risposta è no. Credimi, di cuore.
          Te lo dice uno che sta mettendo (da troppo tempo) il motore di un Dominator nel telaio di un Cagiva Mito.

          Poi… libero anche di sbagliarmi.

          1. https://www.wired.com/2012/08/hybrid-conversion/

            https://www.autobytel.com/car-ownership/technology/hybrid-car-conversion-kit-104313/

            e ho trovato tante aziende che si sono cimentate in questi progetti ma sono tutte fallite. Comunque la soluzione descritta nell’articolo di Wired è la più semplice di tutte: 2 motori elettrici direttamente nelle ruote e un pacco batterie ad alimentarlo, costo totale 3000$.

            Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare ma questi qui nel 2012 ci sono riusciti. Il mio meccanico avrebbe voluto lavorarci a un progetto così, se qualcuno ha il cash per sperimentare sulla propria auto lui ci sta a sporcarsi le mani (e lui è uno che se le sporca).

          2. Alessandro D.

            -ho trovato tante aziende che si sono cimentate in questi progetti ma sono tutte fallite.-

            E come direbbe Marzullo… fatti una domanda e datti la risposta. 😉😂

          3. – Te lo dice uno che sta mettendo (da troppo tempo) il motore di un Dominator nel telaio di un Cagiva Mito. –

            Intervento giusto, anno sbagliato. Avessi fatto questa cosa quando avevi 16, avresti vinto. Lo so bene, avendo avuto una Aprilia RS Extrema 125 (praticamente uno dei primissimi numeri di telaio prodotti in Italia), la mia e la Mito erano le regine incontrastate delle strada, Gilera, Yamaha, Honda, nessuno si avvicinava abbastanza da impensierirci.

            125 2 tempi, 34.5 cv, 172.5 km/h, 0-100 in 7.2″, 6 marce (vado a memoria, senza googlare, scavando nei miei ricordi del maggio 1992). Tutto questo a 16 anni. La Mito aveva prestazioni identiche ma cambio a 7 marce. Ringrazio Dio per avermi fatto vivere la golden age dei motori e per avermi salvato la vita non so quante volte, oggi quando vedo un 125 4 tempi mi vado a scusare con il proprietario per le leggi che si ritrova …

        2. Le LMP che corrono (ora pensionate a favore delle hypercar) nel WEC hanno proprio queste caratteristiche. L’audi R18 etron ad esempio aveva 2 motori elettrici per ruota sull’anteriore, così in uscita di curva si azionavano e avevi molta più trazione in uscita di curva.

        1. Gian, Gian …

          Non lo faccio più, Gian, ci proverò. Non sono sicuro sicuro di aver capito cosa, ma non lo faccio più. Meglio non promettere e tenersi sul vago … 😉

          Facciamo così, per farmi perdonare: https://www.youtube.com/watch?v=0_jxTdRkCL4 (io l’ho vista tutta la puntata e in italiano e merita)

          Mi vuoi più bene adesso? 😉

    2. Grazie Alessandro del contributo, parliamo di Iva inclusa e ho integrato l’articolo. Il retrofit costa? Senza dubbio e non solo per i Suv. Ma se viene applicato il bonus, come succede in Francia si potrebbe arrivare a spendere sui 5mila euro. Un’utilitaria nuova elettrica quanto costa? Anche e più del triplo nonostante il bonus nazionale.

      A questo punto ragioniamo a livello macro. Ci sono milione di auto a bassa percorrenza. Quella media l’anno scorso è calata da 44 a 43 chilometri quotidiani, ma è una media e ci sono tantissime persone (chi scrive per esempio) che la usa ancora meno.

      Inoltre bisogna fare riferimento alle auto per famiglia dove ci sono più veicoli e alcuni usati molto poco. Qui puntare sul retrofit può convenire a livello di famiglia e a livello di ambiente. La famiglia spende meno (ci può risparmiare anche 10mila euro) e rispetto alla termica risparmia su parcheggio e ingresso in Ztl (oltre la comodità) e soprattutto (almeno secondo il mio punto di vista) calano le emissioni globali e si azzerano quelle locali in contesti densamente popolati o frequentati. Ci guadagnano qualcosa i nostri polmoni.

      1. Alessandro D.

        Guard, non discuto e lungi da me voler mettere in dubbio quello che dici.😉 Però sinceramente rimango della mia idea e continuo a non poter essere del tutto d’accordo. Non è che una cosa diventa automaticamente conveniente solo perché costa relativamente poco. Anche al netto di utilissimi incentivi si finisce con avere in mano un mezzo comunque vecchio e che dopo aver speso €5000 ha un autonomia di 50-60 km suscettibili di diventare 35-40 durante la stagione fredda. Al di là di qualsiasi considerazione, mi viene veramente difficile che possa davvero fungere al servizio di seconda auto. Molto più probabile ipotizzare che la si possa usare come terza auto, ma a quel punto se parliamo di terza auto si cade a bomba nella considerazione iniziale e cioè che stiamo parlando di situazioni in cui inevitabilmente si parte da un presupposto di un minimo benessere economico. Cioè in ultima analisi confermiamo che, per quanto la cosa sia sicuramente appassionante, quantomeno per adesso il retrofit rimane un’opzione più che altro da persone benestanti che hanno il sacrosanto desiderio di avere qualcosa di diverso e particolare. Questo per dire cosa? L’idea è tutt’altro che sbagliata. Sia chiaro. Ma mi viene veramente difficile pensare che questo tipo di discorso possa diventare strutturale quando parliamo di conversione alla mobilità elettrica. Volendo essere propositivo, troverei sicuramente più interessante partire da un presupposto del tipo batteria da 15 kW che come minimo mi assicura una percorrenza di 75 km e magari la possibilità di ricaricare in corrente alternata 22 kW in modo da poter sfruttare appieno le colonie di questo tipo. che ormai poche non sono. Secondo me una trasformazione di questo tipo permetterebbe di avere un mezzo sicuramente più completo, vuoi per la maggiore autonomia coadiuvata inoltre da una migliore capacità di ricarica. Ma temo che a quel punto i costi si avvicinerebbe parecchio alla Twingo usata che citava Enzo, Twingo che tra l’altro, guardacaso, rispecchia i requisiti di cui sopra. E che per quel tipo di utilizzo che si ipotizza sembra proprio essere perfetta.

        1. Metta pure in dubbio, nessun problema. Il retrofit ha un suo senso per le auto storiche o più semplicemente familiari o di affezione e naturalmente per una grandissima parte dei mezzi pesanti dove il nuovo ha dei costi altissimi.

          Poi c’è tutto un mondo, anche abbastanza vasto, che vuole fare questa scelta anche se in assoluto non è la più conveniente -con i vecchi incentivi si portava a casa un auto elettrica nuova a meno di 10mila euro – perché vuole allungare la vita alla sua auto. Una scelta che può – ma non sempre – avere una convenienza minore per il singolo ma con una ricaduta in termini generali. I suoi ragionamenti hanno senso, ma anche il retrofit.

          1. Alessndro D.

            Ma glielo faccio anche provare se vuole. 😈

            Così diventerà un adepto anche lei del lato oscuro della scossa! 🤣

    3. Grazie Alessandro del contributo, parliamo di Iva inclusa e ho integrato l’articolo. Il retrofit costa? Senza dubbio e non solo per i Suv. Ma se viene applicato il bonus, come succede in Francia si potrebbe arrivare a spendere sui 5mila euro. Un’utilitaria nuova elettrica quanto costa? Anche il triplo nonostante il bonus nazionale.

      A questo punto ragioniamo a livello macro. Ci sono milione di auto a bassa percorrenza. Quella media l’anno scorso è calata da 44 a 43 chilometri quotidiani, ma è una media e ci sono tantissime persone (chi scrive per esempio) che la usa ancora meno. E bisogna fare riferimento alle auto per famiglia dove ci sono più veicoli e alcuni usati molto poco. Qui puntare sul retrofit può convenire a livello di famiglia e a livello di ambiente.

  10. Per. Ind. PaoloPerotti

    Tecnicamente, per le più svariate ragioni, realizzare un retrofit efficiente e funzionale è molto complesso,
    ad esempio :
    -Quasi tutti, per rendere le cose più semplici, tolgono il motore a pistoni e collegano il motore elettrico al posto della frizione sul cambio: mantenendo quindi in rotazione una cascata di ingranaggi di fatto inutile che occupa spazio, aumenta rumori, peso ed attriti.
    -Tolto il motore a pistoni come riscaldiamo l’abitacolo ? resistenza elettrica, PDC (pompa di calore alimentata) dalla batteria o riscaldatore esterno tipo Wabasto .
    -Come raffreddiamo l’abitacolo ? Non mettiamo il condizionatore o istalliamo la PDC .
    -Servosterzo : se presente deve essere sostituito con uno elettrico (EPS)

    1. Per carità Paolo ci sono diverse soluzioni. Il problema è sempre politico: il retrofit costa caro ma con un contributo è possibile renderlo più a portata di tasca per tanti. Il paradosso della nostra Repubblica delle carte bollate e che il contributo esiste, ma manca il decreto attuativo. Per questo nel 2021 non si è speso un centesimo, per questo nel 2022 si rischia di non spendere i soldi stanziati. Questo secondo me il più grande problema. Poi grazie tante per il tuo contributo tecnico su alcune criticità della conversione.

      1. Certo, parliamo dei contributi sempre e solo come di qualcosa caduto dal cielo.
        Un po’ come accaduto con il 110% che ha fatto venire tante belle idee per truffare lo stato ed ha prodotto risultati deludenti (vabbè, le regole del gioco erano quelle che erano, la truffa era dietro l’angolo). Siamo certi che incentivare vetture “rattoppate” che non possono neppure minimamente essere paragonate a delle elettriche native, sarebbe poi una bella scelta?
        Il padre di famiglia operaio non farà mai retrofittare la sua Panda 1.2 del 2006… Il gioco non varrebbe la candela…
        Diciamo che i contributi, ancora una volta, finirebbero per portare giovamento a chi non ne avrebbe realmente bisogno. Il 70enne in pensione, con un po’ di soldi da spendere e un catorcetto da elettrificare… O no?

        1. Vediamo un caso: il marito operaio e la moglie impiegata, il primo magari a percorrenza bassa perchè ha il posto di lavoro vicino. In questo caso perché, se vuole, non aiutarlo a tenere l’auto (rottamarla ha un costo ambientale) e convertirla in elettrico? Con il bonus riuscirebbe a stare tra i 6/7mila euro e risparmierebbe rispetto ad un auto nuova non poco.

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