Cercasi officine per montare kit di motori elettrici sulle auto da convertire alle emissioni zero. Pur con estrema lentezza il decreto retrofit -correva l’anno 2015 – sta iniziando a portare i suoi frutti. Le società accreditate al ministero sono tre e l’ultima ad aver ricevuto il via libera sta organizzando la sua rete nazionale.

Lo avevano anticipato a Vaielettrico con Gaetano La Legname: “Abbiamo ricevuto l’accreditamento dal ministero, ora dobbiamo organizzare la rete e verso settembre dovremo aver selezionato i primi kit“. C’è ancora lavoro da fare, ma sembra proprio di essere vicini al traguardo. Quello del mercato.
Pur non cercando numeri industriali, il retrofit potrebbe garantire posti di lavoro e integrazione di lavoro alle officine.
L’annuncio di Mobility r-Evolution

La rete di imprese Mobility r-Evolution annuncia che “seleziona, in tutta Italia, aziende di autoriparazione multi-servizi per l’installazione dei sistemi di conversione elettrica dei veicoli ai sensi del D.M. 1 dicembre 2015 n° 219 (decreto Retrofit Elettrico)“. Un po’ burocratico, ma giustamente bisogna dare i giusti riferimenti legislativi.

Naturalmente non tutte le officine possono essere interessate o avere i requisiti aziendali richiesti e necessari. A iniziare dagli “spazi idonei ed attrezzature per l’installazione dei kit di retrofit“.
I requisiti professionali

Vediamo invece i requisiti professionali con la specifica delle competenze:
– Meccatronica
– Corso sul rischio elettrico (PES, PAV e PEI)
L’azienda e il proprio personale dovrà avere la predisposizione di lavorare in un gruppo di imprese con competenze specifiche tecniche di altissimo livello nei seguenti campi:
– ricerca e sviluppo
– progettazione
– ingegneria
– disegno tecnico
– allestimento
– restauro veicoli
Un’officina per provincia, le info per aderire
L’indicazione è chiara: “Verrà selezionata, solo un’azienda per ogni provincia italiana“. Ci sono dei parametri, ma sarebbe già un gran risultato riuscire ad avere questa rete. Infine i tempi: “Le aziende saranno operative a partire da settembre 2022 ed entro la fine del 2023“.
Per chi è interessato basta scrivere alla mail installatori@mobilityrevolution.org.
E il bonus? Zero novità da Roma
Al momento, con la speranza di essere smentiti, non si hanno ancora notizie del decreto attuativo che può permettere di attivare le risorse stanziate per un bonus da 3500 euro a chi converte la propria auto in elettrico. Poca cosa rispetto agli 10mila concessi in alcuni dipartimenti francesi ma sarebbe comunque un aiuto interessante per far scendere i prezzi.

La legge c’è, i soldi idem, ma dal ministero dei trasporti ancora nessun segnale. Stesso discorso per la norma sulle due ruote. I francesi sono partiti anni dopo di noi e hanno non solo la legge ma pure l’incentivo da 1000 euro per le moto. Un altro Paese.
Anche Germania o Gran Bretagna dove si vendono e si installano tranquillamente i kit per la Vespa. In Italia c’è un’azienda che dal 2018 è pronta tecnologicamente, ma la politica italiana è indietro. Si grida alla perdita di posti di lavoro, ma non si lavora per crearne di nuovi. Eppure funziona pure in Africa (leggi qui).
Beh, ci siamo riusciti, no?
Dite grazie alla task force che ha lavorato direttamente sulla bozza di decreto, a chi l’ha fatto apporvare ed a chi, tecinci motorizzazione compresi, è interventuto sui mille e mille aspetti… Ah e dite anche grazie a chi, in questi lunghi anni di attesa, ha scelto come ministri dei trasporti persone le più varie purchè senza alcuna competenza specifica. Una era esperta in conserve di pomodori, essendo la presidente del relativo consorzio. Giusto per dire..
nell’articolo si legge che attualmente vi sono 3 società accreditate al ministero. si può sapere quali sono? vi è un elenco in corso di aggiornamento? un saluto e grazie
È bene precisarlo sempre: emissioni zero nel punto in cui si circola. Da qualche altra parte, emissioni maggiori di zero
Precisazione su precisazione se carico la batteria con il pannello di casa o con un fornitore di rinnovabili le emissioni sono a zero o non lontane dallo zero. Altra precisazione se alimento con energia elettrica prodotta da materiale fossile c’è produzione di emissioni ma inferiore visto il rendimento maggiore del motore elettrico.
Precisazione della precisazione; pure benzina e diesel vanno estratte dai giacimenti, trasportati sulle petroliere, raffinate nelle raffinerie, distribuite con le autobotti. Quindi emissioni non zero sul punto in cui si curloa più emissioni non zero in tutta la filiera
Mi chiedo se dietro alla rete mobility r-evolution c’è sempre Newtron, oppure se si tratta di un soggetto slegato, con un proprio progetto.
Non capsico il perché di questa domanda, in ogni caso sono due aziende diverse. Una accreditata da tempo e l’altra recentemente
Io penso che in Italia dovremmo focalizzarci su :
Motori
Inverter
Chargers
BMS
Battery packs da proporre a varie aziende costruttrici di auto .
Il problema dei costruttori auto è che negli anni hanno spostato la progettazione presso i terzisti ed oggi non sono più capaci di progettare .
Sulle prime 4 linee siamo già leader , dobbiamo impleentare aspetto battery packs .
Solo così avremo una creazione di posti di lavoro . Lasciamo che la tolla sia prodotta in Polonia o da altre parti
Grazie Daniele per il contributo se il discorso è la creazione di tanti posti di lavoro hai ragione e più che le 100 officine (ma fossero anche 300) sono fondamentali le aziende che producono kit che poi sono motori e batterie e tutto quello che compone un sistema di propulsione. E vuoi mettere vendere kit/motori elettrici per la Vespa. Milioni di clienti in tutto il modo, eppure dopo quasi 5 anni in Italia per problemi burocratici non si riesce a far partire una startup.