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Reti di ricarica in crisi? I primi alert arrivano da ChargePoint e Blink Charging, due tra i più importanti network degli Stati Uniti, che navigano in acque difficili.
Reti di ricarica in crisi: troppe colonnine in luoghi poco frequentati
L’inesperienza ha giocato brutti scherzi alle due società. L’obbiettivo di costruire in breve tempo una rete capillare le ha portate a installare anche in località in località poco battute dagli automobilisti. Con molte colonnine sotto-utilizzate. Per di più diverse stazioni di prima generazione sono già diventate obsolete in un mercato come quello degli USA, in cui Tesla innova continuamente i suoi caricatori. Anche con il nuovo standard NACS. Ergo: ChargePoint e Blink Charging devono continuare a investire enormi somme a fronte di ricavi ben al di sotto delle aspettative. In un’intervistaal sito specializzato Automotive News, , il CEO di Blink Charging Brendan Jones ha ammesso che sono stati “commessi errori“, installando senza prestare particolare attenzione alla scelta delle location. “È un punto di riflessione per noi, ora lavoriamo sulla qualità‘”. Aggiungendo di lavorare per una maggiore redditività delle stazioni: “Abbiamo un percorso per arrivarci“.
Il CEO di Blink Charging, Brendan Jones.
Investimenti enormi a fronte di ritorni modesti nei ricavi
I numeri, però, raccontano un’altra storia. Secondo gli ultimi bilanci trimestrali, sia ChargePoint che Blink Charging hanno liquidità per un altro anno scarso, non di più. Già a giugno il direttore finanziario di ChargePoint, Rex Jackson, aveva fatto presente che le perdite operative erano il principale motore dell’aumento del consumo di cassa dell’azienda. La società ha poi fatto sapere di essere impegnata a ridurre le perdite e di avere un programma per ridurre il consumo di cassa. Blink Charging è nella stessa situazione: nella prima metà di quest’anno ha investito 65 milioni di dollari, più del doppio rispetto al 2022. E la sua liquidità si è ridotta a 75 milioni, sufficiente per sostenere altri sette mesi di attività. Poi allarme rosso. Qualche campanello d’allarme può suonare anche in Europa, tra chi ha piantato bandierine senza andar troppo per il sottile?
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La redditività delle stazioni di ricarica è una criticità di cui si è già detto mesi fa, ricordo da un’analisi McKinsei.
Alcune zone possono solo esse coperte da impianti pubblici, non avendo senso per i privati.
Certo che far soldi vendendo anche 100kWh all’ora di media per colonnina non è facile, senza altri servizi al contorno che invece al momento non sembrano parte del business.
Da tanto l’idea di un servizio creato da chi il prodotto (l’auto elettrica) non lo usa. Altrimenti non serve una laurea per capire quali colonnine installare e dove, pur tenendo conto di eventuali limitazioni tecniche insite di certe aree. A volte però certe installazioni non hanno un briciolo di senso
Mi piacerebbe anche sapere , visto che non mi sembra che Tesla sia in crisi economica con i loro caricatori anche se il kW costa meno , ma quante sono le colonnine Tesla in alternata a 11 kW posizionate a caso in posti improbabili
Altro motivo per cui, a mio avviso, questo tipo di ricarica non ha senso.
Non sarebbe più semplice adottare uno standard e attrezzare i distributori per fare battery swap?
Se ha letto l’articolo, si dice che hanno fatto l’investimento nel luogo sbagliato (oltre al discorso dei connettori, che però si possono sostituire).
Cosa cambierebbe avere una stazione di battery swap nel luogo sbagliato, a parte avere sostenuto costi di gran lunga superiori rispetto ad una colonnina?
Che invece di installare colonnine ovunque e dover sempre cercare uno stallo che funzioni, possibilmente vicino al luogo in cui devi andare, la ricarica avverrebbe come oggi. Sei in riserva? Vai al distributore, in 5 minuti cambi batteria e via.
SenZa contare poi che sarebbe molto più semplice gestire il trasporto di evergia in pochi posti centralizzati piuttosto che ovunque.
/// diverse stazioni di prima generazione sono già diventate obsolete in un mercato come quello degli USA, in cui Tesla innova continuamente i suoi caricatori. Anche con il nuovo standard NACS \\\ Penso che gli operatori dovranno mettersi bene d’accordo con Tesla per mantenere competitivi sia i propri p.d.r. che la rete SC di Elon M. https://www.vaielettrico.it/standard-di-ricarica-nacs-tesla/
esatto Luigi sono già obsolete ma non solo negli usa ma molte da noi probabilmente non hanno mai caricato una da quando le hanno installate ho già commentato che a mio avviso questo sistema di ricariche lente funzionano più da parcheggio che da ricarica ,anche se Vaielettrico sostiene il contrario , ma aggiungo che altre ricariche veloci potrebbero fare la stessa fine
io sono un non tesla di parma ieri entro in un supercaricatore tesla 250 kw 20 stalli nessun parcheggio abusivo attivo l’applicazione seguo le indicazioni pochi secondi tutto funziona a euro 0,56 a kw senza abbonamenti o altre menate ottima cosa anche il fatto che se non togli la macchina entro un minuto da fine ricarica questo ti costa un euro e qui se dormi ti svegli di colpo . i ns caricatori si fanno pagare quasi il doppio a volte sono occupati da chicchessia o non funzionano proprio ma così come pensano di tirare avanti . Unico problema il cavo di ricarica tesla è corto un non tesla deve quasi per forza occupare 2 stalli peccato .
La redditività delle stazioni di ricarica è una criticità di cui si è già detto mesi fa, ricordo da un’analisi McKinsei.
Alcune zone possono solo esse coperte da impianti pubblici, non avendo senso per i privati.
Certo che far soldi vendendo anche 100kWh all’ora di media per colonnina non è facile, senza altri servizi al contorno che invece al momento non sembrano parte del business.
Da tanto l’idea di un servizio creato da chi il prodotto (l’auto elettrica) non lo usa. Altrimenti non serve una laurea per capire quali colonnine installare e dove, pur tenendo conto di eventuali limitazioni tecniche insite di certe aree. A volte però certe installazioni non hanno un briciolo di senso
Si non hanno senso e sono migliaia
Mi piacerebbe anche sapere , visto che non mi sembra che Tesla sia in crisi economica con i loro caricatori anche se il kW costa meno , ma quante sono le colonnine Tesla in alternata a 11 kW posizionate a caso in posti improbabili
Altro motivo per cui, a mio avviso, questo tipo di ricarica non ha senso.
Non sarebbe più semplice adottare uno standard e attrezzare i distributori per fare battery swap?
così poi la perdi come la NIO di qualche mese fa, avevo anche commentato quell’articolo.
Se ha letto l’articolo, si dice che hanno fatto l’investimento nel luogo sbagliato (oltre al discorso dei connettori, che però si possono sostituire).
Cosa cambierebbe avere una stazione di battery swap nel luogo sbagliato, a parte avere sostenuto costi di gran lunga superiori rispetto ad una colonnina?
Che invece di installare colonnine ovunque e dover sempre cercare uno stallo che funzioni, possibilmente vicino al luogo in cui devi andare, la ricarica avverrebbe come oggi. Sei in riserva? Vai al distributore, in 5 minuti cambi batteria e via.
SenZa contare poi che sarebbe molto più semplice gestire il trasporto di evergia in pochi posti centralizzati piuttosto che ovunque.
/// diverse stazioni di prima generazione sono già diventate obsolete in un mercato come quello degli USA, in cui Tesla innova continuamente i suoi caricatori. Anche con il nuovo standard NACS \\\ Penso che gli operatori dovranno mettersi bene d’accordo con Tesla per mantenere competitivi sia i propri p.d.r. che la rete SC di Elon M.
https://www.vaielettrico.it/standard-di-ricarica-nacs-tesla/
esatto Luigi sono già obsolete ma non solo negli usa ma molte da noi probabilmente non hanno mai caricato una da quando le hanno installate ho già commentato che a mio avviso questo sistema di ricariche lente funzionano più da parcheggio che da ricarica ,anche se Vaielettrico sostiene il contrario , ma aggiungo che altre ricariche veloci potrebbero fare la stessa fine
io sono un non tesla di parma ieri entro in un supercaricatore tesla 250 kw 20 stalli nessun parcheggio abusivo attivo l’applicazione seguo le indicazioni pochi secondi tutto funziona a euro 0,56 a kw senza abbonamenti o altre menate ottima cosa anche il fatto che se non togli la macchina entro un minuto da fine ricarica questo ti costa un euro e qui se dormi ti svegli di colpo . i ns caricatori si fanno pagare quasi il doppio a volte sono occupati da chicchessia o non funzionano proprio ma così come pensano di tirare avanti . Unico problema il cavo di ricarica tesla è corto un non tesla deve quasi per forza occupare 2 stalli peccato .
Correggo 0,59 euro a kW