Resta roba da smanettoni l’auto elettrica? Dopo averne discusso con la moglie, a Simone è venuto il dubbio. Sono troppe complicazioni per l’uso? Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it
Resta roba da smanettoni? “Mia moglie ne è convinta, ecco perché…”
“Stavo perdendo tempo nel ragionare sul percorso per andare in ferie la prossima settimana con la ID.3 (800 km tra andata e ritorno, più permanenza in loco all’estero). Mentre pensavo se scaricare PKC o ABRP, o affidarmi al navigatore di serie dell’auto… Se comprare un pacchetto di kWh da Enel X, abbonarmi per un mese ai SC Tesla, oppure andare a consumo con Repower o altri provider… Mentre mi registravo sulla app di un fornitore del Paese in cui andremo, per sfruttarne le tariffe economiche…Mentre mi studiavo la mappa con Nextcharge per tenere a mente quali aree di sosta avessero ricariche in autostrada e quali no… Mentre facevo tutto ciò (anche divertendomi) mia moglie vedendomi mi chiede: “Tu sai che io sono convintissima dell’elettrico e felice che abbiamo la ID.3. Ma se una persona come me, che non ha la passione che hai tu, uscisse dal concessionario con un’auto elettrica da zero e non volesse o potesse mettere tutto quel tempo a trovare tariffe e percorsi, come farebbe? Quanto le costerebbe?“.
Alcune nozioni di base non sono poi così difficili…
“La mia risposta è stata: “Alcune nozioni di base, tipo la differenza tra ricarica in AC e in CC, andrebbero imparate a prescindere, così come si impara sull’auto termica a distinguere tra gasolio e benzina. O come hai imparato a mettere l’AdBlue nella tua auto a gasolio. Per il resto, un’elettrica ti viene consegnata con un navigatore a bordo che ti segnala sempre le colonnine più vicine e ti pianifica il viaggio e le soste. Poi ovviamente però dovresti cominciare a farti un’idea, sui tuoi percorsi più quotidiani, di dove siano le colonnine che ti servono (ma fai lo stesso oggi con i distributori). E in ogni caso impareresti a sfruttare le soste fisse per ricaricare, quando possibile. E per il pagamento, l’auto ti viene fornita di default con tessera di ricarica associata alla tua carta di credito, che di fatto ti consente di accedere a tutte le colonnine. Seppure a prezzi non convenienti. Quindi, se anche non avessi un box dove caricare, comunque potresti farcela“.
A ricaricare ce la faresti, ma ti costerebbe caro
“Ora, sono convinto di aver dato una risposta convincente a metà. Resta il fatto che se domattina volessimo provare la strada della ‘non pianificazione’, usando solo la tessera Elli in dotazione alla mia ID.3 senza pagare un abbonamento, avremmo come tariffa standard 0,70 al kwh alle AC, e 0,92 alle DC, superando come minimo allegramente i costi di percorrenza di un’auto a benzina. Insomma, la mia impressione è che la risposta onesta alla domanda “Una persona pur spinta da buona volontà, ma che sull’auto non voglia o non possa – magari per età – mettersi a pianificare e a ragionare su tariffe e tessere varie, come farebbe oggi a prendersi un’auto elettrica?” sarebbe: “Può farlo, ma sarebbe costoso e forse ancora oggi il rapporto costo/fatica non giocherebbe dalla sua parte”. Tutto questo, ovvio, presupponendo l’assenza di un box in cui caricare comodamente ogni notte. Questo penso sia il vero “game changer”. Che ne pensate?“. Simone Rizza

Resta roba da smanettoni? Bisogna far sì che non lo sia
Risposta. In genere al posto del termine smanettoni si utilizza il più elegante early adopters. Ovvero quella categoria di persone che vuole maneggiare in anticipo tutte le novità tecnologiche e si è buttata a pesce anche sull’auto elettrica. Ma anche il termine smanettoni va bene e ha una sua efficacia. Il Sole 24 Ore qualche giorno fa spiegava proprio così il rallentamento nelle vendite delle auto elettriche un po’ in tutta Europa: non si riesce ancora a fare il salto dagli early adopters-smanettoni alla massa degli acquirenti. Quelli, per intenderci, che usano l’auto per andare da A a B e non hanno interesse al tipo di motorizzazione e anche all’impatto ambientale. Per fare questo salto bisogna che le EV costino meno e siano più facili da utilizzare, soprattutto in ricarica. Tanto è stato fatto: ormai le colonnine sono (quasi) ovunque e sistemi come il plug& charge semplificano l’operazione. Ma resta questa giungla dei prezzi che punisce chi non si destreggia con le app come un pesce nel mare. E lì bisogna lavorare.
Grazie a tutti i “passivi” che hanno permesso la salita al potere di certi politici, che al di là della loro leader sono gli stessi dei primi anni del Berlusconismo, veri e propri catafalchi della politica dei tempi andati. Adesso non abbiamo referenti pronti ad accogliere e migliorare l’attuale situazione ma solo oscurantismo che danneggia non solo lo sviluppo dell’auto elettrica ma l’evoluzione del nostro paese.
Scusa, non mi è chiaro, ha vinto quella del ban del 2035 (la Von Der Leyen) fermando l’avanzata delle destre. Il famoso passivo che dici tu chi avrebbe dovuto votare, la Salis? Gli ecologisti estremisti che danno fuoco alle Tesla in Germania?
È un cambiamento epocale, credo sia inevitabile attraversare varie fasi, prima che diventi la normalità. Dovremo affrontare le 7 fasi dell’elettrico. Oggi siamo alla seconda, la negazione. La gente pensa ancora che si possa tornare indietro, che le ICE avranno ancora un futuro. Durerà qualche mese e poi passeremo alla rabbia. Alla fine tutti lo accetteranno, ma ci vorrà tempo.
io sono già alla settima fase “l’entusiasmo” 🙂
Sta storia degli smanettoni/early adopters non può e non deve comunque rappresentare un blocco o un freno allo sviluppo e alla diffusione di una nuova tecnologia, altrimenti avremmo ancora i poverissimi Nokia e non gli smartphone, il Commodore C64 e non la PlayStation, il videoregistratore e non lo streaming, auto con emissioni inquinanti dannose e nocive e non auto a ZERO emissioni. Questo per dire che è normale e naturale dover uscire dalla comfort zone per evolvere.
Le auto a ZERO emissioni non esistono
Dipende dal concetto.
L’EV non emette ma inquina nella produzione e nello smaltimento.
Poi ci sono quelle che emettono prima, durante e dopo.
Il durante è importante.
O no?
Per la precisione esistono auto a emissioni PRIMA e DOPO e auto a emissioni PRIMA e ZERO DOPO: le auto elettriche sono annoverabili tra le auto a emissioni ZERO DOPO, o per semplicità a emissioni ZERO.
Almeno sappiamo che non avvelenano l’aria che respiriamo mentre ci passano sotto al naso.
Falso. Anche l’Europa ha vietato l’utilizzo di “zero emissioni” per le elettriche perché la produzione di corrente per ricaricarle non è a zero emissioni (e no, non ci sono unicorni che volano in cielo)
Finisci la frase, l’utilizzo di espressioni come “zero emissioni” per promuovere i veicoli elettrici.
Il termine ZEV continua ad indicare i veicoli che con zero emissioni allo scarico
ti è sfuggito il DOPO, comunque anche il “PRIMA” inquina molto meno (un 40% in meno circa) del succo di dinosauro .
Quando la guidi l’auto elettrica è a ZERO emissioni nocive, a meno che vuoi tirare fuori la questione dei freni….che un auto elettrica quasi non usa. Poi ok, lo sappiamo tutti che nulla di ciò che viene costruito è a impatto zero, ma è meglio incentivare ciò che impatta sensibilmente meno sulla salute delle persone e dell’ambiente, cioè auto elettriche piuttosto che con motore a scoppio
attento che adesso “tira fuori” la storia degli pneumatici, che come tutti sappiamo le ICE non consumano ovviamente.
Carlo ti ho nel cuore. Il livello di preparazione generale è questo qui, che vuoi farci. Fammi tirare fuori un link ad un giornale di famosi petrolhead:
https://www.vaielettrico.it/no-alla-pubblicita-delle-ev-come-emissioni-zero/
Cito: /// L’ASA ritiene che queste affermazioni diano una “rappresentazione fuorviante dell’impatto ambientale dei veicoli. Anche se abbiamo accertato che questo è vero durante la guida, abbiamo stabilito che questo era fuorviante in quanto producevano ancora emissioni quando venivano prodotti o, a seconda della fonte elettrica, durante la ricarica“. […] BMW e MG non ne sono state particolarmente colpite e hanno fatto sapere che si adegueranno senza difficoltà alla raccomandazione ///
Quindi TU hai ragione e tutti gli altri torto.
Al solito mesti nel torbido. L’Asa è l’authority del Regno Unito, che dopo la brexit non è più Unione europea. Abbiamo riportato la notizia, ma in Europa vale una cippa.
La Francia è sempre Europa o ne è già uscita?
https://www.sicurauto.it/news/francia-lautorita-per-la-pubblicita-lauto-elettrica-non-e-ecologica/
/// “L’utilizzo di questo servizio implica necessariamente alcuni effetti negativi sull’ambiente, a partire dal fatto che l’elettricità necessaria alla ricarica non è detto che provenga da risorse rinnovabili”. […] non è la prima volta che l’Autorità giudica le auto elettriche secondo questa linea. Sono stati affrontati già nove casi, tra cui la C-Zèro della Citroen, l’Opel Ampera, la Nissan Leaf e la BlueCub della Bolloré (il car sharing di Bordeaux). Tutti i costruttori si sono adeguati al dettato della Corte ad eccezione della Bolloré che non ha ancora risposto alle sollecitazioni del giudice. ///
Ma, hey, la frase di Carlo che io ho scritto essere giusta al 100% era solo questa qui: “Le auto a ZERO emissioni non esistono”. Non ha scritto altro.
Di nuovo, ecco cosa scrivono i miei amici petrolhead, cito solo il titolo: “UNA VOLTA PER TUTTE: L’AUTO ELETTRICA NON E’ A EMISSIONI ZERO” [ https://www.vaielettrico.it/una-volta-per-tutte-lauto-elettrica-non-e-a-emissioni-zero/ ].
Pur di venirmi sempre contro, arrivi a sconfessare te stesso.
Dai, adesso fammi sentire quella musichetta delle unghie che grattano sul vetro …
Non sconfesso un accidenti. Non ho mai scritto che le auto elettriche sono ad emissioni zero oggi, ma potranno esserlo domani quando l’energia per produrle e alimentarle sarà tutta green. Quelle a petrolio non lo saranno mai.
Perfetto. Carlo hai 2 like, oltre al mio c’è anche quello di Massimo, hai ragione tu: le auto a ZERO emissioni non esistono. Domani forse chissà, oggi hai ragione tu.
Quant’è dura …
Zero emissioni allo scarico, se vuoi la dizione corretta (ma che palle!!).
Ma sei ancora qui? Sei ancora qui a criticare continuamente l’auto elettrica e i suoi utilizzatori senza conoscere minimamente ciò che costantemente denigri, solo per il piacere di provocare e fare tuoi evidenti interessi personali per difendere i combustibili di origine fossile, indiscutibilmente più nocivi e dannosi della corrente elettrica. Qui che è un luogo di crescita e di progresso, una comunità che cerca di migliorare lo sviluppo e l’utilizzo di una nuova tecnologia di mobilità più sostenibile. Va bene la libertà di espressione ma qui, nel tuo caso, c’è un costante abuso di malafede, utile principalmente solo a te stesso.
“Il livello di preparazione generale è questo qui, che vuoi farci.”
Beh, se conti che in questo forum la stragrande maggioranza dei commenti è tua, è facile capire come si possa avere questo livello medio.
Si, è proprio questione di pigrizia mentale. Non è possibile fare un parallelo ICE/BEV, sono 2 mondi diversi.
Io e mia moglie, quasi 60enni, prima di prendere, ad aprile, l’attuale BEV, avevamo una Yaris presa a noleggio nel 2021. Mi ero preso la briga di contare i pulsanti sparsi a bordo. 44 pulsanti, 4 manopole, 2 selettori al volante. Mia moglie usava 2 manopole: volume della radio e temperatura del clima. Del resto non sapeva/importava nulla. Luci e tergi automatici e per lei era più che sufficente.
Ora le ho messo in mano una Bev con zero pulsanti, zero manopole e 2 leve al volante, solo un tablet nel mezzo della Volvo ex 30.
All’inizio era terrorizzata ma piano piano sta cambiando idea.
Come per tutte le nuove tecnologie, serve imparare ad usarle, o attendere di estinguerci e lasciare la cosa alle nuove generazioni.
Caro Roberto non è la macchina che ci rompe le scatole è il sistema e i costi della ricarica che sono stati concepiti da menti bisognosa di TSO
Ne sono consapevole, il sistema delle ricariche fa letteralmente pena. Senza un app diventa anche difficile trovarle. Ho trovato anche nidi di vespe attaccate alla spina del cavo di ricarica,
difficoltà a fare partire le ricariche, quindi cosa possiamo fare? Questo abbiamo ora. Arrenderci o adattarci a smanettare in attesa quantomeno del plug & pay e vera concorrenza di tariffe.
Boh, non so. Io penso che finché ci sarà una scelta bev oppure ice, la gente si dividerà. Se la transizione ad una mobilità ambientalmente meno impattante è una urgente necessità, allora nessuna scelta, ma direttive con formazione decise dall’alto.
Non siamo più nel Ventennio
Non siamo nel ventennio, vero. Ma c’è un ma. Quando il petrolio schizzò negli anni ‘70 del secolo scorso io mi sono ritrovato a passeggiare a piedi nei fine settimana su di una nazionale di provincia perché non c’erano alternative. Oggi se i prezzi dovessero schizzare c’è un’alternativa e una società può e deve sceglierla per mantenere lo stesso tenore di vita. Se poi la scelta riduce gli inquinanti abbiamo un’ulteriore motivo per programmare lo switch.
Ora c’è una domanda a cui dovremmo dare una risposta: arriverà prima il prezzo alto del petrolio o la questione climatica ad imporci il passaggio alla mobilità elettrica? Se non lo faremo o ritarderemo ci costerà di più o no rispetto a fare questo switch ora?
Ecco sembra che la questione climatica non permetterà un ritardo visto che la potremmo pagare cara.
Concordo, il grosso problema sarà quando le due cose messe insieme si faranno impellenti: la curva del clima è una curva lenta, ma potrebbe anche accelerare. Quella del prezzo del petrolio è come hai detto tu, tutto sembra andare come sempre e poi tutto d’un tratto esplode alimentata da crisi “imprevedibili” come succede con i terremoti (sappiamo che avverrà ma non possiamo dire esattamente quando, sarà intorno al 2035 come dicono gli esperti?).
Quando arriverà la mannaia con gli ibridi si resterà a piedi come con le termiche negli anni ’70, le plug-in andranno bene soltanto per i viaggi brevi e con possibilità di ricarica domestica, le BEV probabilmente saranno le uniche in grado di fare viaggi lunghi senza troppi sacrifici.
Il nostradamus del XXI Secolo
Your mileage may vary 👋
Ricordiamoci come è stato introdurre il computer nelle nostre case: 40 o più anni fa, c’è chi come me era appassionato e si era comprato un home computer (per me e stato il Sinclair Spectrum) solo per il gusto di scoprire una cosa nuova, altri lo avevano comprato per lavoro(vi ricordate i PC olivetti ed IBM?); avere un PC presupponeva studiarsi un linguaggio di programmazione (almeno le basi), imparare ad usare il DOS (ancora non c’era Linux), comprare del software ed imparare ad usarlo.
Quindi le molle che hanno spinto e che spingono verso l’uso dei computer sono:
1) passione e curiosità (e qualche soldino da spendere)
2) obbligo normativo
3) necessitá lavorative.
Adesso il PC è in tutte le case e con Windows ed è diventato relativamente semplice usarlo, e chi non sapeva usarlo ai giorni nostri è stato costretto a farlo nel periodo del lockdown.
Per l’auto elettrica possiamo pensare ad un discorso similare: gli appassionati, aiutati anche da incentivi, ne hanno presa almeno una, per gli altri, che stan comodi nel loro vivere attuale, verranno pian piano cooptati a passare all’elettrico per informazione (quella vera!), obblighi normativi (ZTL varie, norme antinquinamento, 2035 vi dice niente?), e magari anche per questione costi (nessuno ci garantisce che il petrolio costerà sempre poco), e con il tempo anche le infrastrutture, volente o nolente, dovranno crescere di numero e diventare più semplici nell’uso. Ovvio che per una rivoluzione di questo genere occorreranno decenni, non pensate che tra un anno saremo tutti elettrici.
E direi che imparare a destreggiarsi giá da oggi tra quello che possa rappresentare una complicazione abbonamenti, ricariche etc.) possa invece servire a preparare una base culturale che faciliterá il successivo passaggio all’elettrificazione del traffico veicolare.
Guarda, stavo proprio facendo lo stesso discorso pochi giorni fa.
Io sto notando questo tra parenti amici/colleghi: chi nel tempo è “stato obbligato” a comprarsi un PC per casa, ora non lo usa più, perché fa le stesse cose con lo smartphone/tablet.
Conosco parecchie in questa situazione, alcuni di loro, “mi sfruttano” quando poi devono stampare qualcosa o fare lavori che sarebbero faticosi da fare con lo smartphone.
Io infatti, sono un appassionato di PC da almeno 30 anni, ho ancora il PC e lo uso tutti i giorni.
Alcuni di loro, invece, sono “una via di mezzo”, nel senso che non hanno un PC personale, fanno la gran parte di quello che gli serve con lo smartphone, e per il resto sfruttano il PC portatile aziendale fuori dall’orario di lavoro per i propri scopi.
Quindi, riallacciandomi al tuo discorso, quando si sono sentiti “obbligati a farlo”, fino a qualche anno fa, hanno comprato il PC, fisso o portatile che fosse. Nel momento in cui hanno invece potuto scegliere, non lo hanno più comprato, ed hanno sopperito alla mancanza in altro modo.
Ad alcuni di loro ho anche chiesto il motivo, e la risposta più gettonata è: “perché dovrei spendere 2 volte per comprare comprare PC e Smartphone, quando con lo Smartphone riesco bene o male a fare le stesse cose?”
Ciao, Mario
Fabio questo tuo bel ragionamento serve solo a ritardare il passaggio che potrebbe essere velocissimo e sarebbe già facilissimo farlo consentire a tutti una ricarica come al distributore senza tante balle a un prezzo accettabile accettabile.
Cvedrini ricariche HPC in stile distributore significa riproporre lo stesso business che lega mani e piedi un automobilista ai suoi fornitori.
Deve essere chiaro che tutta questa resistenza alla transizione è impostata sul messaggio che non si può ricaricare velocemente e c’è minore autonomia. Messaggio che è inculcato da chi oggi mangia sull’attuale sistema del trasporto privato. La svolta BEV è più fine e mette in discussione questo modello specialmente perché per molti è possibile saltare chi ci andrebbe a vedere l’energia (questo per la maggior parte degli spostamenti). Aggiungiamoci l’accoppiata fotovoltaico per l’autoproduzione dell’energia e forse le salterà all’occhio quanto può spiazzare chi oggi lucra con i carburanti per il trasporto. Il problema è tutto qui. La campagna mediatica contro le BEV è stata avviata puntando sui punti deboli ma non sono stati spiegati i punti di forza che permetterebbe una sensibile diminuzione dei costi di gestione per chi deve per forza usare un’auto (tra costi energetici caricando a casa e manutenzione ordinaria ovvero i tagliandi). Rimane ancora un costo da limare che è quello d’acquisto, che però è volutamente tenuto alto dai costruttori sempre perché sanno benissimo che ci saranno minori introiti per la manutenzione ordinaria.
La mia domanda è: che vogliamo fare? Cullarci nell’illusione che ci convenga ancora il termico perché è facile fare rifornimento? Oppure è ora di attrezzarci per godere dei benefici delle BEV se si rientra nella categoria di chi lo può fare già? Ps: I condomini dovrebbero attrezzarsi se hanno dei parcheggi o box visto che la maggior parte non è proprio agiata e potrebbero beneficiare molto dei forti risparmi di una mobilità elettrica.
Ricordo che per chi è agiato girare su un suvvone termico o elettrico cambia poco. Loro le risorse economiche le hanno. È alla maggioranza che può fare la differenza.
Bob devo essere sincero ho capito molto poco di quello che ha scritto, ma ti tolgo qualche certezza chi ti parla ha già in 4 anni acquistato due BEV , attualmente ho una ID3 ho due impianti fotovoltaici e carico quando mi pare dal mio box , quindi dele colonnine e quanto costa un kw me ne strafotto, ma se vogliamo crescere e non rimanere i quattro gatti che siamo ,basta guardare cosa fanno i nostri vicini e vedere dove stanno posizionando le ricariche ,poi datti una risposta
@federico
Certo che siamo nel ventennio… ma del secolo dopo.
E sii pure certo che non è nel campo della transizione ecologica che si sta sempre più palesando.
La soluzione, semplicissima, sarebbe di mettere al posto/in alternativa delle pompe della benzina delle colonnine dove paghi con lo stesso criterio (carta, etc.), senza abbonamenti, e con prezzi tra 0,20/0,25 kwh equilibrati come succede con i vari brand del petrolio. Finché non sarà così, e cioè un servizio perTUTTI, le BEV saranno ai margini del mercato.
Pier è la soluzione finale che tutti si augurano e di logica sarà l’ unica a funzionare, quanti anni saranno necessari per farlo capire a chi comanda ?
Sulla A22 del Brennero, stazione di servizio di Affi, oltre a una infilata di Ionity sotto pensilina fotovoltaica ed al SuperCharger Tesla ci sono delle colonnine con connettori AC, DC e ChaDeMo alle quali si paga (0,38 €/kWh) con la tessera bancomat; esperienza personale.
Stiamo dicendo tutti la stessa cosa dai più esperti naviganti di app e navigatori a chi non si sognerebbe mai di consigliare una una BEV anche avendola se non a certe condizioni di utilizzo.Che tutto il sistema di ricarica vada cambiato è ormai evidente a tutti,ma quelli che dovrebbero farlo se ne strafregano , resteremo una minoranza.pieni di colonnine che non serviranno a un c…. ,niente
Ha ragione tua moglie è ancora da smanettoni e a costi sconsiderati te lo dico io che ho una ID3 ma se devo andare lontano uso la Niro . Per ora da noi ,ed è purtroppo appositamente voluto,o sei un maniaco smanettone da app e ricerca da navigatore in questa assurda babele, oppure usi un’ altra auto e in più risparmi .
La situazione paradossale è che dove maggior utilità avrebbe l’ auto elettrica è in città: consumi irrisori, silenzio e semplicità di guida, aria pulita e polmoni sani… dovremmo avere tutti piccole auto tipo keicar o seg. A/B per avere anche traffico scorrevole e più posti auto nei parcheggi… invece di “mandrie” di SUVvini e SUVvoni inquinanti e pericolosi per l’ utenza più “debole” (grazie anche a comportamenti talvolta spregiudicati dei conducenti..forti del senso di sicurezza ed impunità).
Purtroppo la fascia bassa delle piccole BEV ha prezzi ancora irraggiungibili per la tipica utenza… Sarebbero queste le vetture da incentivare…anche in modo permanente magari con IVA ridotta (a fini ambientali e di salute pubblica) oltre alle agevolazioni su bollo (vantaggio piccolo per chi arriva da altre piccole ICE) e magari, se possibile, parcheggio.
Le vetture più grandi da seg. C in su sono già abbastanza confrontabili per prezzo e costi di gestione .. ne hanno meno bisogno…
Per quanto riguarda il prezzo di ricarica pubblica…una vettura grossa BEV non paga bollo e sostituisce sicuramente una grossa ICE con ampio risparmio (io solo di bollo e manutenzione annuale risparmio oltre 800€ anno rispetto ad ICE precedente…potendomi così permettere volendo pure ricariche-ladrocinio .. quindi sopportabile anche da chi può ricaricare a casa (a tariffa domestica) o addirittura con FV .
Se venissero incentivate sostituzioni di vecchi carretti sgasanti con piccole BEV già vedremmo sempre più supermercati ed aziende con punti di ricarica… diventerebbe semplice anche per i meno esperti…anche per effetti emulazione e “consulenza” di guidatori più esperti.
Io spesso sono imbarazzato quando (troppi) conoscenti mi fanno domande assurde su cosa può fare e come si usa una vettura BEV.
È una questione culturale… occorre una nuova “alfabetizzazione”.. poi ognuno dopo potrà fare le proprie scelte in base ai vari contesti d’uso…ma con conoscenza e consapevolezza…non fandonie pilotate ad arte
Io una possibilità a quella povera id.3 gliela darei, noi con la 45 kwh ci siamo fatti un paio di viaggi da 800km a tratta (Germania e Francia del Sud), usando unicamente ABRP. Si risparmia tantissimo anche nei viaggi lunghi, e ci sono punti di ricarica chiaramente indicati e raggiungibili.
Non si può negare che sia vero. Siamo onesti, io per primo non l’ho consigliata al mio babbo, nonostante avesse un euro 3 da rottamare, perché a 80 anni mi sarei trovato a precipitarmi ad attivargli la colonnina ogni qualvolta avesse avuto bisogno di ricaricare. È tutto estremamente facile se si dispone di parcheggio privato e wallbox. È altrettanto estremamente difficile se si ha bisogno delle colonnine ma non si vuole spendere un capitale
Infatti esci da un qualsiasi concessionario con una auto non Tesla e sei in mezzo a una strada con Tesla invece indichi la destinazione e ti porta con tutte le tappe di ricarica senza sbatti, è meglio sempre poter caricare a casa o ufficio quando la macchina non si usa
Sarà che sono stato quasi un “early adopter” di tante nuove tecnologie (usando terminali COBOL. poi PC Dos, poi Windows, i cellulari eTACS coi loro Symbian e T9..poi smartphone…ed in cucina..dal Bimby Vorwerk al microonde e induzione)
In fin dei conti è come imparare un altra lingua. si fa fatica all’ inizio ma poi, con la pratica quotidiana, si pensa direttamente anche in quella nuova.
Molti anni fa doveva fare calcoli anche per le mie avventurose gite in moto. perché non era garantito trovare aperto o funzionante un distribuzione di carburante in certe zone lontane dalle città.
Se la corrente di ricarica costasse max PUNx5.. magari molti imparerebbero che attaccare una Modo2 o Combi di una colonnina pubblica non è molto diverso da attaccare una presa (magari Schuko) della scopa ricaricabile.
Per chi fa lunghe percorrenze magari fuori da autostrade o in montagna magari un po’ di attenzione e preparazione (5 minuti per impostare il navigatore dell’ auto e vedere cosa suggerisce) è consigliabile..specie se alle prime esperienze. I navigatori (anche gMaps sullo smartphone) danno tante indicazioni facilmente consultabili e sempre prudenziali rispetto alle effettive possibilità.
Ora come ora siamo nella “terra di mezzo”…con una tecnologia in evoluzione continua.. un nuovo modo di usare la vettura.. talvolta non ben predisposto né a casa (appartamento) ne sul lavoro ..o dai comuni ..e con tante persone di generazioni poco o nulla tecnologiche che vanno assistite pure per il decoder del TV .
Poi altri soggetti son proprio restii ad imparare qualunque novità…per pigrizia.. rifiuto mentale.. mancanza di tempo.
Quando gestivo consegna auto nelle conc. avevo molti più problemi di rispetto dei tempi da parte di chi ritirava una semplice utilitaria (spiegare 3 o 5 volte da capo i comandi luci o climatizzatore della Panda !) rispetto a coloro che acquistavano mangari la prima Jeep o Audi Q5..o Jaguar…che anche se al primo impatto sapevano intuire da soli i principali comandi e uscivano in 15/20 minuti.
A.parte la guerra di classe scatenata da politici ed alimentata dai media..penso che tra 5 anni circa saremo “maturati” anche noi italiani…vedendo più auto in giro e più colonnine per strada .magari HPC nei consueti distributori..ed arriveranno anche “vecchi al volante” che hanno sempre lavorato con PC e smartphone…per nulla spaventati da un nuovo oggetto elettronico. Seppure con le ruote
Bravo Damiano la maggior parte di chi utilizza un auto non è come te ma è esattamente quello della panda che non sa niente e non gli frega niente e va in macchina per spostarsi,non ha nessunissima intenzione di imparare anche come fare il pieno,che attualmente è la cosa più complessa dell’ uso di queste auto.
Una delle peggiori esperienze in fase di consegna non è la persona con deficit di attenzione (capita…a volte anche l’ emozione…) o chi ha acquistato una vettura totalmente incosciente di cosa ha comprato (la prima AR 4C … ad un signore che voleva risparmiare rispetto a una 911 ma credeva di poterla usare nella stessa maniera!). In assoluto è l’ opposizione a voler imparare qualcosa di nuovo o solo diverso dalle proprie radicate abitudini.
Quasi rabbia mi ha fatto un giovane professore che, non riuscendo a memorizzare i (pochi !!) comandi della sua nuova utilitaria ha detto che si rifiutava di consultare il manuale di Uso della vettura ! Ma che professore è ?? Cosa potrà mai insegnare ai suoi studenti?
Nella vita occorre stare ogni giorno “al passo”…inseriti nella società corrente con nuove modalità di lavoro, acquisto, gestione finanziaria e tutto il resto.
Mia madre (ora ultraottantenne) è andata in pensione Senza aver mai lavorato su un PC in ufficio…solo calcolatrice a nastro e Olivetti Lettera32…ma con gli anni si è felicemente abituata ad usare induzione (al posto di fornelli a gas .che ogni tanto lasciava aperti !), il forno microonde al posto di quello classico, ed è diventata una smanettona su smartphone.. facendo tutto il giorno ricerche coi browser android, email con allegre uso continuo di W.A & Telegram… Ed usa tranquillamente l’ App bancaria…
talvolta ha bisogno di un aiutino… ma per tante cose è meglio di alcuni colleghi giovani con cui ho lavorato…
Se pensi che le auto fan max 60km al giorno non credo ci sia alcuna difficoltà ad usare piccole e poco potenti BEV per anziani… anzi! L’ assenza di difficoltà in partenza (senza frizione e freno a mano) e la gestione monomarcia col motore sempre pronto a riprendere velocità o frenare appena togli acceleratore… è puro aiuto e riposo.
Sicuramente per molte BEV piuttosto potenti (se non proprio esagerate) vorrei ci fosse una patente di guida sicura da conseguire (anche x ICE) perché a certi livelli di peso e potenza le dinamiche di guida richiedono tecniche evolute di guida… non solo un capiente portafoglio.
Stendiamo un velo pietoso sul giovane professore, che posso pensare fosse come il mio prof di lettere del primo anno delle superiori, che riuscì a far grippare il motore del suo Maggiolino perché non sapeva capire che la spia che si era accesa inistentemente sul cruscotto era quella della pressione dell’olio! Manuale anche da lui letto nemmeno con cannocchiale!
Nella vita non occorre essere esperti di tutto…basta capire che bisogna imparare sempre qualcosa di diverso e nuovo.. e soprattutto che spesso basta semplicemente COPIARE quello che ad altri funziona bene e porta vantaggi.
Warren Buffet è multi-miliardario ¢¢¢ senza capire quasi nulla di come lavorano le aziende in cui investe ..ha solo imparato come si comportano le persone quando ci sono novità…
“Quasi rabbia mi ha fatto un giovane professore che…”
Plastico esempio dell’atteggiamento mentale, paradossalmente creato ed amplificato dalla progressiva diffusione del benessere negli ultimi 40 anni, riassunto al massimo grado di efficacia dalla nuova espressione” zero sbatti”, che io trovo quanto mai odiosa ma che ormai tante pubblicità cavalcano senza ritegno.
E così, a forza di “zero sbatti”, ci stiamo rincoglionendo alla velocità della luce, disimparando nozioni elementari — ad esempio, chi fa più calcoli a mente, anche i più semplici? “Zero sbatti”, c’è la calcolatrice nel cellulare — e a fare tante cose che lo “zero sbatti” ci assuefa a non fare più, ottundendoci la mente e facendo regredire la nostra capacità di adattamento ai cambiamenti.
Proprio qui sta il punto , a forza di consegnarci mani e piedi ad un computer ( le bev questo sono) o a chi pensa per noi stiamo regredendo al punto che dal punto a al punto b ( ovviamente non strade che facciamo regolarmente) non sappiamo più in quale punto geografico ci troviamo
Questo cerco di dire da un pezzo io non ho social ( tranne wu per lavoro non uso PC portatile fuori orario lsvorativo( tranne 4/5 volte anno)e da qualche mese nel privato ho ricominciato a girare con mappe cartacee, sicuramente so fare calcoli a mente e per lavoro uso tutti gli strumenti tecnologici necessari
Ma la vita privata è vita privata e li in tutto voglio ” guidare” io
Solo un appunto gli zero sbatti non sono un male ma una necessità di quando sei impegnato 25 ore sl giorno o come ultimo quando sento che il clima ci imporrà qualche cosa entro i prossimo 10 o 20 anno , perdonatemi ma mi rotolo dalle risate
Quindi Ivan.S il fatto che anno dopo anno ci siano sempre più problemi a mantenere una produzione agricola per mancanza d’acqua causata dai cambiamenti climatici per lei non è un problema.
Proprio oggi una persona evidenziava la mancanza di piogge che sta mettendo in discussione la resa di moltissime produzioni. Quall’è la soluzione per lei? Emigrare verso nord? Oppure visto che abbiamo le conoscenze scientifiche e le capacità tecnologiche mettere mano al problema per almeno iniziare a rallentare la tendenza? Ricordo che sono oramai più di un’anno che vengono battute le temperature medie mensili. Se questo non è una prova allora non ho idea cosa potrà aprirle gli occhi di quanto sia serio il problema. Il bello è che di persone come lei ce ne sono molte in giro e tutt’e se ne stanno all’angolo ad aspettare.
Guardi Bob , facevo notare che la tappa tecnologia rischia di rendere idiote le persone perché agisce e pensa per loro è ci sono studi che lo dimostrano
Fate sempre fatica a rispondere un po più pratico
Non credo a quelli che paventano disastri nel prossimo decennio così come a quelli ottimisti perché i ghiacciai italiani stanno aumentando quest’anno
Semplicemente credo occorra adattarsi ad un cambiamento che pia illusione interrompere continuando allegramente ad aumentare come popolazione , aumenti a cui poi vorremmo dire fai questo nonbfare quello vai lì non andare la il mondo non funziona così
Quale altea soluzione?
Un insieme , banalizzando, non costruire , anzi abbattere nelle zone a rischio investire in centri raccolta acque piovane magari non mettendoci 65 anni per fare il collaudo( ogni riferimento alla Sicilia non è casuale) rifare acquedotti che sono colabrodo, potenziare i trasporti pubblici per le città
Voi vi siete fossilizzati su un’unica cosa che permettetemi non vedrà mai la luce nel 2035 ( i prodromi ci sono già tutti) ma magari ne 2050
Le soluzioni sono molte ed integrate e saranno possibili solo e soltanto trattando le persone da adulte evitando di fare terrorismo che produce reazione contraria e rispettando i loro tempi e possibilità per arrivare all’agognato traguardo
@Ivan.s, il punto è che la gente è così permeata dalla filosofia “zero sbatti” che non riesce nemmeno a prendere in considerazione il fatto che gestire un’auto termica È uno “sbatti” a cui semplicemente è assuefatta (distributore + meccanico), e non vuole / non riesce nemmeno a provare a valutare quanto sarebbe lo “sbatti” di gestire un’auto elettrica.
Queste sono le conseguenze generali, profonde e nefaste della filosofia “zero sbatti”: avvitarsi nei propri “sbatti” quotidiani senza riconoscerli come tali perché ci si è abituati, e rifiutare lo “sbatti” di alzare lo sguardo per valutare cose diverse.
Buon giorno Eugenio , può essere che lei abbia molta ragione nel suo ragionamento e sebbene io sappia bene la moltitudine di “teste” presenti nel genere umano so altrettanto bene che nel mio caso personale non si tratta di pigrizia ma di incompatibilità tra la mia attuale vita ( privata più professionale) e ciò che ATTUALMENTE richiede come “sbatti” l’auto elettrica
Vi prego solo di non sottovalutare mai il numero elevato di persone nelle mie stesse condizioni
Smanettoni o no, come sempre saranno i consumatori a decidere se questa tecnologia prenderà piede o meno. Io dico che, per il momento, se fosse davvero conveniente e semplice da usare ci sarebbe la fila fuori dai concessionari. Invece per ora nulla di tutto ciò. Il futuro chi vivrà lo vedrà. Tutto il resto sono inutili chiacchiere da bar
Verissimo. Personalmente non ho nessun problema con la tecnologia odierna, non ho problemi ad installare app, configurare navigatori o utilizzare card. Però ho comprato una bev piccola, la Twingo, solo per usarla per il traffico quotidiano e perché posso caricare comodamente a casa e gratis col fotovoltaico. Per il resto uso la Niro hev, a diventare matto a cercare colonnine, tariffe, pianificare viaggi e soste non ci penso nemmeno, la vita è già abbastanza stressante con le cose da fare che non voglio aggiungere altri fastidi. Quando vogliamo fare un viaggio salgo in auto e parto, carta di credito in tasca ed un distributore di benzina lo trovo dappertutto senza problemi. E in quanto a spesa, con i costi attuali di ricarica forse con la benzina spendo meno. Per la questione ecologica mi consolo con fatto che il 90 % dei nostri spostamenti lo facciamo utilizzando la Twingo e lo scooter Niu ricaricati entrambe e sempre ad energia solare, quindi in coscienza sono a posto. Per le ev come unica auto ( perché appena mi faranno andare in pensione terremo un’auto sola) si può ancora aspettare, se i prezzi resteranno quelli attuali e il discorso ricariche anche mi sa che la Niro la farò diventare auto storica
Ilario siamo esattamente nelle stesse condizioni e utilizziamo le auto allo stesso modo una BEV e una Niro , che alle attali condizioni credo passerà anche lei nel registro delle storiche
mia stessa situazione, piccola BEV per il 90% dell’utilizzo e ice se devo fare viaggi lunghi.
Pienamente ragione, infatti siamo attorno al 3% senza sussidi statali, con i sussidi saliamo attorno all’8%.
Al restante 92% non interessa.
Non è proprio così … In base al tuo ragionamento, io sarei nel 92%, ma in realtà sono molto interessato ad un’auto elettrica,ma non rientro nel gruppo di chi può chiedere gli incentivi, ed i prezzi attuali delle elettriche sono troppo alti. C’è poi il discorso di fondo della email da cui è partita tutta questa discussione: al momento la gestione di una elettrica, SE NON HAI MODO DI RICARICARE DA CASA, o da una colonnina vicino a casa tua, ti porta a perdere troppo tempo, cosa che un “utente tipo” non sempre è disposto a fare.
Ecco!! Io sono uno di quelli!! Intanto se non avessi potuto caricare a casa non l’avrei presa… anche oggi ( dopo 4 anni) x questioni logistiche mi sarebbe praticamente impossibile la ricarica pubblica ma ,qui oltre il 90% potrebbe caricare a casa…non avevo nessuna applicazione sul telefono e se necessario io ricarico con la tessera ma, è stato grazie all’auto che piano piano ho scoperto tante cose nuove andando oltre la mobilità e quelle che mi sono veramente utili nella quotidianità. Ho ricevuto una spinta decisiva x cercare di capire il progresso tecnologico e sfruttarne le opportunità.
Il problema non è tanto nella “giungla dei prezzi”, quella c’è anche per diesel/benzina.
Ho appena fatto una ricerca per Gasolio in PrezziBenzina, in un raggio di 15 km da casa mia: si va da 1.685 a 1.899 al litro. Se quello da 1.899 al litro è ancora aperto, significa che c’è gente che si ferma, altrimenti sarebbe già fallito. Conosco gente che quando si accende la spia della riserva, si ferma al primo distributore che trova e fa rifornimento.
A parte chi può caricare da casa, che ci guadagna sia in soldi che in tempo, per tutti gli altri, il vero problema è la “complicazione” e le perdite di tempo per fare rifornimento.
Mi spiego meglio: se devo fare gasolio, so già quali sono i distributori della zona più economici,
ma se proprio voglio perdere un minuto in più, verifico prima con l’app PrezziBenzina, prendo la macchina e o ci vado apposta, o quando passo davanti ad uno di quelli, mi fermo, faccio il pieno in meno di 5 minuti, pago col bancomat, e vista l’autonomia della mia macchina di circa 1.000 km con un pieno, per un mese sono apposto.
Vediamo ora con l’auto elettrica. Non parlo per esperienza diretta, fa faccio un mix di quello che ho letto qui e da altre parti. Devi farti uno o più abbonamenti (prima perdita di tempo), andare alla colonnina apposta o quando ci passi davanti, sperare che non sia occupata/rotta/inagibile per qualsiasi motivo. Quante volte, nella vostra vita, vi è capitato di andare apposta ad un distributore e trovarlo chiuso? A volte, pur essendo tutto ok, ho letto che si fa fatica ad usare il proprio abbonamento. Metti l’auto in carica, ed aspetti almeno mezzora. Viste le autonomie medie delle elettriche, devo rifare tutte queste cose dopo 10 o 15 giorni.
P.S. Mi è appena venuta in mente una cosa: ho 50 anni, e nella mia vita ho comprato 4 macchine nuove. Tutte le volte, c’era dentro abbastanza carburante per arrivare più o meno al primo distributore. La prima delle 4 che aveva il computer di bordo, mi dava 20 km di autonomia !!!
Pensate se dovesse succedere la stessa cosa con la prima auto elettrica, e magari uno non parte preparato, e quindi non ha nessun abbonamento attivo …
Io ne ho 67 e ho preso 5 auto nuove…consegnate sempre praticamente in secca…si fermi al primo distributore ( che ha sicuramente visto!) mi hanno sempre detto. L’ultima la Kona 64 me la consegnarono con il 100% di batteria…x sicurezza mi ero raccomandato con la concessionaria…
Generalmente le concessionarie mettono si e no 5 litri di carburante… mentre in generale si consegna la BEV con batteria 100% (salvo accordi specifici).
PS. mi congratulo per l’ ottima scelta..
Idem, vabbè la mia era al 97% 😂
Hai chiesto troppo sconto! 🤣
Le colonnine nei dintorni o lungo i percorsi che si fanno più di frequente o che si trovano in luoghi che si frequentano (supermercati, palestre, eccetera) le conosciamo più o meno come conosciamo (conoscevamo?) i distributori di benzina di zona. Il discorso di App e abbonamenti dipende dal fatto che è normale come si tutte le cose di cercare di acquistare dove è più conveniente.
Con le colonnine capita addirittura una cosa che con i distributori non capita: si possono fare abbonamenti o accedere a tariffe di gestori terzi sulla colonnina di un certo brand, al contrario se il distributore sotto casa fa un prezzo, quello è e non si scappa.
Il problema che abbiamo in questo periodo con le ricariche elettriche in Italia è dovuto principalmente al fatto che due soli operatori coprono il 70% delle colonnine installate, troppo facile non farsi troppa concorrenza ed evitare di prestarsi i piedi a vicenda, anche senza ipotizzare ingerenze politiche o cartelli che sia: immaginate i prezzi dei carburanti se ci fossero solo due compagnie a partecipazione pubblica!?
Ascolti chi usa l’auto elettrica: a ogni abbonamento corrisponde una app che segnala le colonnine in tutta Europa, ti dice se sono libere o occupate, indica il prezzo della ricarica, ti permette di prenotarle e avviare la ricarica. Intanto tu fai altro e la stessa app ti dice a che punto è la ricarica. Semplicissimo? No, ma eviti di parlare di quello che non conosce.
Trovi la differenza:
– a ogni abbonamento corrisponde una app che segnala le colonnine in tutta Europa, ti dice se sono libere o occupate, indica il prezzo della ricarica, ti permette di prenotarle e avviare la ricarica. (ho letto anche qui di colonnine segnalate come libere e poi non funzionanti)
– vado ad un distributore a caso, in tutta Europa e pago col Bancomat
Quale delle 2 è la più semplice ?
P.S. “Intanto tu fai altro e la stessa app ti dice a che punto è la ricarica.” Sì, ma io sono andato lì per fare rifornimento, e mi ritrovo obbligato a fare altro per ingannare il tempo …
Da aprile anche per le nuove colonnine è obbligatorio il Pos che consente di pagare con il Bancomat. Oggi ho caricato nella stazione del supermercato, dove ho fatto la spesa, come sempre. Cosa ne dice? La ricarica precedente l’ho fatto delle 19 alle 8 della mattina successiva: per ingannare il tempo ho cenato, guardato la Tv, letto 20 pagine di un libro e beatamente dormito sette ore.
>>Da aprile anche per le nuove colonnine è obbligatorio il Pos che consente di pagare con il Bancomat.
Ok, in Italia, in quante colonnine in percentuale si può pagare col bancomat senza essere obbligati a fare un abbonamento o scaricare un app in precedenza?
Per benzina/gasolio/gpl il100% o giù di lì.
>>Oggi ho caricato nella stazione del supermercato, dove ho fatto la spesa, come sempre. Cosa ne dice? La ricarica precedente l’ho fatto delle 19 alle 8 della mattina successiva: per ingannare il tempo ho cenato, guardato la Tv, letto 20 pagine di un libro e beatamente dormito sette ore.
La ricarica precedente l’ha fatta in quell’orario solo perché ha una colonnina vicino a casa, o perché può caricare a casa, ma ho specificato nel mio primo commento che per chi ha questa fortuna, la cosa è sicuramente vantaggiosa.
Per quanto riguarda invece il fare rifornimento mentre si fa la spesa, ok, può essere comodo, ma sarebbe un’altra cosa da aggiungere alla lista delle cose che con la macchina a Gasolio si può fare, e con quella elettrica no, come fare rifornimento mentre vado al lavoro, o mentre torno, perdendo non più di 10 minuti di tempo.
Tanto per fare un esempio pratico: nel supermercato dove faccio io la spesa, non c’è nessuna colonnina. Quindi se compro la macchina elettrica devo anche andare a fare la spesa da un’altra parte? (altra cosa da aggiungere alla lista delle cose che con la macchina a Gasolio si può fare, e con quella elettrica no)
Ok, lei continui con il gasolio e la smetta di grufolare qui, senza alcuna voglia di imparare qualcosa da chi ne sa ma solo per il gusto di farci perdere tempo.
Mi scusi ma alla sua etá dovrebbe (suppongo) essere uscito dalla famiglia dei suoi genitori e intrapreso una propria vita indipendente.
Se lo ha fatto, non credo che si sia fatto spaventare dalla necessitá di prendere casa, magari con mutuo o in affitto, imparare a gestire l’economia domestica (la spesa quotidiana, vestiario, figli etc.).
Altrimenti nessuno di noi uscirebbe dalla casa genitoriale perché la mamma ci cucina, lava e stira , ci rifá il letto etc. etc., restando fidanzati magari a vita.
Gestire un’auto elettrica, avendo le giuste premesse, non è poi così difficile da gestire come ha letto nei racconti di chi e incappato in qualche disavventura: non è la normalità, ma l’eccezione.
Per me è per assurdo più difficile trovare agibile lo sportello Bancomat della mia banca se dovessi fare operazioni bancarie fuori orario (con terminale spesso fuori servizio). Eppure è un servizio che uso correntemente. E non mi faccio spaventare dalle difficoltà.
Il commento era per Mario Bonati
“Vediamo ora con l’auto elettrica. Non parlo per esperienza diretta…”
Ecco, appunto: non parli se non ha esperienza diretta. Grazie!