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Renault sullo switch all’elettrico: “Ci mette in difficoltà”

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Luca de Meo, 56 anni, numero uno del gruppo Renault_ Dacia-Alpine.

Renault sullo switch all’elettrico: “Ci mette un pochino in difficoltà”, dice il n.1 Luca De Meo, che guida anche l’ACEA, l’Associazione europea dei costruttori.

Renault sullo switch
La MG4, l’elettrica cinese salita al sesto posto nelle vendite in Europa

Renault sullo switch: “I cinesi controllano la catena alta del valore…”

Al contrario dei suoi predecessori, De Meo non è mai stato un fan dell’elettrico e sta ri-orientando la gamma Renault soprattutto sull’ibrido. Ultima conferma: il lancio del nuovo Espace, un grande SUV disponibile anche a 7 posti con motore Full Hybridsenza necessità di ricarica“. Il top manager italiano ha spiegato il suo punto di vista al Festival dell’Economia di Trento, premettendo che “l’industria europea dell’auto da più di 100 anni è la migliore del pianeta“. Ma rischia di perdere questo primato proprio perché “lo switch verso le vetture elettriche e intelligenti ci mette un pochino in difficolta”. Motivo? “I cinesi controllano la parte alta della catena del valore e sono partiti prima: in Europa si vendono 1 milione di auto elettriche l’anno e in Cina 6-7 milioni“. Il problema è che, secondo De Meo, “la prossima frontiera dei produttori cinesi sarà proprio l’Europa. Europa che già si trova a fronteggiare fenomeni come Tesla“.

Renault sullo switch
La catena di montaggio della Renault Megane E-TECH, elettrica

“L’industria europea va protetta, occupa l’11% degli addetti totali”

Secondo De Meo un’invasione cinese (con il cavallo di Troia dell’elettrico) non sarebbe un problema solo per l’industria dell’auto: “Il 30% degli investimenti privati in Europa nella ricerca e sviluppo è legato all’auto‘, ha spiegato, sottolineando che  “un settore  così rilevante dev’essere protetto. Dobbiamo lottare per preservare questo vantaggio. Siamo di fronte a una sfida: serve una strategia industriale europea“. Il n.1 di Renault serve chiede una politica comunitaria per far fronte alla concorrenza internazionale, in sintonia con i dazi invocati da Macron. “In Europa siamo concorrenti tra Renault, Stellantis, Volkswagen, non possiamo accordarci tra di noi. Ma quel che conta è la nostra capacità di fare prodotti, di investire, di dare ai clienti quello che vogliono e questo è ciò che va preservato a livello comunitario. I piu’ grandi marchi sono qui, in Germania, Francia e Italia. In Europa l’11% della popolazione attiva lavora nell’auto, direttamente o indirettamente. È l’industria che ha il più grande impatto sulla bilancia internazionale, con un surplus di 100 miliardi di euro“.

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30 COMMENTI

  1. Le spiegazioni di De Meo hanno un senso, specie pensando alla politica Cinese, loro sono i primi a mettere dazi sulle auto di importazione….Poi ci sono i soliti commenti da tifosi saputelli da bar sport, senza capire che ci rimetteremo tutti.

    • Certo che hanno un senso, è un CEO mica l’ultimo dei fessi!? Gran parte del suo lavoro è convincere gli investitori a pagargli lo stipendio mentre lascia che la nave vada incontro al suo destino.
      Diess che ha provato a invertire la rotta troppo velocemente è stato espulso, evidentemente De Meo è più prodente, tanto i danni li pagheranno azionisti e lavoratori (e possibilmente i cittadini tutti). Basta non farsi troppi scrupoli e il gioco è fatto.

  2. Tutti i settori lottano con la concorrenza estera, possibile che solo voi del settore auto vi lamentate? Potevate pensarci prima, non c’era bisogno di essere preveggenti, bastava valutare in modo obiettivo i prodotti Tesla (che devono essere buoni visto che sono stati premiati dal mercato) e pensare all’interesse dei propri clienti invece che a guadagnare seduti sugli allori grazie alla posizione dominante.

    • Mettiamola così: c’è qualcosa di profondamente malato nel ragionamento anti elettrico, si guardi ad esempio l’ostinazione di Toyota con l’idrogeno o gli investimenti (o presunti tali) in “neutralità tecnologica”. Insomma tutto sembra andare bene ad eccezione dell’elettrico.
      E intanto chi ha avuto la vista lunga gongola e inizia a fagocitare il mercato di chi ha dormito sugli allori.

  3. E la R5 elettrica dov’è finita, caro De Meo? Siamo bravi a fare concept, prototipi, esercizi di stile e altre masturbazioni cerebrali, ma quando c’è da scendere dal pero e confrontarsi con la realtà diventiamo impotenti… Se fai una bella R5 che costa di meno della Zoe (era questa la promessa che hai fatto) la compreranno a frotte! Che credi che siamo diventati tutti cinesi, ci piacciono ancora le cose belle e i ricordi delle “nostre” auto di una volta…. Ma senza alternative concrete ordino una MG4 che, con tutti i suoi problemi, è un oggetto che si può toccare con mano, non una fantasia.
    I costruttori tengono più ai dividendi per gli azionisti che a produrre realmente, questa è la finanziarizzazione dell’industria. Le loro lamentele sono solo recite per chi ci crede. E i cinesi ci godono!

  4. Caro De Meo , non ci sono più “pasti gratis” per nessuno. Non ci sono più per i lavoratori e neppure per voi. Smettetela di piagnucolare, è uno spettacolo indecoroso.

  5. “I piu’ grandi marchi sono qui, in Germania, Francia e Italia.”
    Non per eccesso di precisione, ma Italia mi pare qui fuori luogo, anche se chi parla è italiano. L’auto in Europa è roba di Germania e Francia. Altrimenti aggiungete anche Spagna Cechia Polonia ecc.

  6. Ma la Renault non è quella che vende in Europa una utilitaria elettrica fatta in Cina ma a prezzi ben superiori alla gemella cinese?
    I dazi servono a fargli fare soldi importando auto cinesi da rimarchiare mantenendo fuori dal mercato i costruttori cinesi?
    Non so se l’Europa difenderà questi approfittatori, ma credo proprio che continuerò a NON comprare auto europee.

  7. Sarà interessare conoscere i margini della R4 e della R5 elettriche … o meglio, le perdite …

    In Cina vendono quasi tutti in perdita, negli USA pure, pur di conquistare posizioni e visibilità nel mondo dell’elettrico si stanno indebitando tutti … certo, le perdite sono dovute anche agli investimenti che vanno ammortizzati ma non è solo questo … Musk ieri ha detto che prevede che ci saranno dei fallimenti nei prossimi 12 mesi, in Cina ogni tot mesi c’è una startup che fallisce …

    Quello che si sta facendo è prendere un mercato solido e trasformare tutto in una scommessa. Le tedesche in Cina non vendono quasi più (nonostante brand come VW lì vendono a metà costo). Basta davvero poco per perdere quote di mercato, inoltre un investimento sbagliato può costare caso. Basta pensare a Cariad, ai ritardi di Toyota, al battery swap sì o no, agli investimenti in società che producono batterie a stato solido (ma intanto le nuove LMFP hanno la stessa densità delle prime batterie a stato solido pur costando molto meno), alla scommessa sulle miniere, alle preferenze degli utenti (quanti sono quelli che “resisteranno” al cambiamento e cercheranno alternative?).

    Rispetto al passato, tutto prima era rosa e fiori.

  8. Discorsi inammissibili per manager di alto livello.
    Però a pensarci bene questi signori sono di alto livello perchè hanno l’ufficio in cima alla torre, ma per il resto sono banali ragionieri che ogni trimestre fanno conti su come sbarcare il lunario, cercano denaro a fondo perduto dai governi, riempiono i concessionari di ferraglia di ogni tipo, guai a chi in azienda propone innovazioni ed ovviamente se si presenta sul mercato qualche innovatore, allora bene che lo deridono!!
    Se non ricordo male la Renault qualche anno fa tecnicamente era fallita, però la mano generosa dello stato francese l’ha tenuta in piedi.
    Ebbene questo signore si permette di pontificare sul futuro, bè no mi sbaglio, questo signore chiede ai governi soldi a fondo perduto, altrimenti tutti coloro che lavorano nel termico verranno licenziati e moriranno di fame.
    Quanta cecità e quanta presunzione!

    Ricordo che mio nonno assieme ai suoi figli zappava la terra a manazza, poi sono arrivati i trattori, mica sono morti di fame, mica sono andati a chiedere l’elemosina per mangiare, anzi i figli giovani hanno impiegato pochissimo a capire come girava il fumo e non dico che sono diventati ricchi ma hanno cominciare a vivere molto ma molto bene.

    • Dall’intervento di De Meo al festival dell’economia: “Quando ero in Volkswagen e siamo andati in Cina anni fa, non siamo andati con le mani in tasca, bisognava localizzare la tecnologia, realizzare partnership con imprese locali. Non possiamo permettere a tutti quanti di entrare in Europa senza contribuire alla crescita dell’ecosistema europeo. Quando gli europei sono andati in Cina, hanno dovuto investire sul posto, localizzare alcune produzioni”. Non chiede aiuti a fondo perduto, ma condizioni uguali a quelle cui hanno dovuto sottostare i produttori europei per entrare nel mercato cinese. Altrimenti chi ci rimetterà non saranno certo i “signori di alto livello in cima alla torre” che trovano sempre il modo di cavarsela, ma chi lavora nel settore automotive in Europa e corre il rischio di trovarsi sulla strada: basta che guardi al numero di factory già chiuse o prossime alla chiusura in Europa

        • Per me , Renault ed i suoi sub brand possono già chiudere baracca e burattini. Prodotti scadenti venduti a caro prezzo . Preferisco parare dazio e prendere un prodotto che alla fine non è più costoso se consideri qualità in generale e prestazioni

  9. Se questa è la strategia che mette in campo l’industria automobilistica Europea, la vedo grigia!Quanto tempo si sta perdendo, già in passato si é utilizzato lo spauracchio dei dazi e sappiamo tutti come finita.

    • Vorrei farti notare che tutti, e dico tutti, i marchi cinesi sono o diretta proprietà dello stato cinese, o del partito comunista cinese, o di enti provinciali cinesi e comunque sempre controllati da membri del partito comunista cinese che siedono per legge in tutti i consigli di amministrazione, e tutti i marchi cinesi ricevono ogni anno aiuti di stato, di provincia e di amministrazione cittadini. Nessun marchio cinese fa profitto vendendo EV e PhEV, neppure BYD che compensa con margini in altri settori.

      • Guarda, io sono basito. Le urla di giubilo sulle difficoltà dell’auto europea mi sembrano davvero incredibili. E’ inconcepibile come questa gente non riesca a capire che se un’industria strategica come quella dell’auto in Europa perde colpi poi diventa un problema per tutti. D’altronde, questi sono i risultati quando di inculca nella gente l’idea che prima vengono i consumatori e poi le persone.

        • -questi sono i risultati quando di inculca nella gente l’idea che prima vengono i consumatori e poi le persone.-

          Concordo. L’argomento sta da anni su un piano inclinato che mi spaventa. È un tema che mi capita di affrontare in letture e discussioni e un po’ mi spaventa vedere come lo affrontiamo. E il primato del “cittadino” sul “consumatore” a sentimento dovrebbe anche essere una cosa un po’ di sinistra. Che stavolta, guarda un po’, faccio mia di slancio.

          Discorso lungo, e qui chiaramente non è il posto.

          • Detto questo, effettivamente MaraMeo è quello che vende la Spring in Europa a 20k e rotti euro, ciucciandosi i contributi e facendosi strapagare un veicolo che altrove vende a meno della metà. Anche questo va detto.

      • Grazie Roberto, lo supponevo ma non ne ero sicuro. E allora perché non si investono buona parte di questi soldi per riequilibrare il gap con la Cina, invece di riempire le tasche dei sacri investitori. Si assicurerebbe così anche il guadagno degli stessi in futuro, che altrimenti dovrebbero andare a investire in Cina.

        • Perchè non sono utili immediatamente disponibili, ma bensì saldi di partite correnti che servono a compensare gli scambi relativamente a cui siamo deficitari. In parole povere, paghiamo con l’automotive le importazioni di materie prime, semilavorati, derrate alimentari e simili

  10. Leggendo fra le righe: mentre noi continuiamo a non impegnarci a fare auto a emissioni zero mettiamo dei dazi ai brutti e cattivi cinesi che fanno auto elettriche economiche.
    Nokizzazione allo stato puro.

    • Mi spiace ma credo che semplicemente i cinesi faranno come Tesla, ossia apriranno i loro stabilimenti, forti dell’enorme mercato interno sosterranno la costruzione di stabilimenti fuori.

      Notizia dinqualche giorno fa BYD che si vociferava volesse aprire fra Germania, Francia e Spagna.

      A quel punto come Tesla la produzione sarà europea e tanti saluti alla storia dei cinesi.

      Anche perché se l’alternativa alla MG4 a 30800€ è la Spring a 24200€ (cavo Type 2 e DC li prenderemmo no?) o la Megane e-tech da 41000€ la 60KWh…

      Anche grazie Tesla e MG.

      E considero la Megane e-tech la più bella BEV i commercio, anche gli interni sono vermante ben curati e di stile. Bravi ma costare cone una Model 3 anche NO.

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