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Renault rifa la Scenic, elettrica+idrogeno

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Renault rifa la Scenic, elettrica+idrogeno. Per ora è una concept car, Scénic Vision, ma arriverà sul mercato tra due anni. L’idea che è un secondo motore a idrogeno, un range extender, renda l’auto più fruibile e sostenibile.  

renault rifa la scenicRenault rifa la Scenic: ricariche più rapide e -75% carbon footprint

Le tre parole d’ordine sono ambiente, sicurezza ed inclusione, declinate così: 

  • L’eco-design e le innovazioni dell’economia circolare includono oltre il 70% di materiali riciclati, tra cui diversi a cicli chiusi, e riciclabili al 95%
  • renault rifa la scenicLa motorizzazione ibrida, sia elettrica che ad idrogeno, punta a ridurre i tempi di sosta per la ricarica. Diminuendo la carbon footprint, compresa quella della batteria. Renault Scénic Vision promette zero emissioni a livello di produzione e utilizzo e riduce del 75% la carbon fooprintrispetto ai classici veicoli elettrici.
  • Le tecnologie di bordo offrono maggior sicurezza per il conducente e i passeggeri, promettendo di ridurre il numero di incidenti fino al 70%. Riflettendo anche la volontà già in progettazione “di creare un veicolo unico, accessibile e adatto a tutti“. 

renault rifa la scenicArriva nel 2024, subito dopo la R5

Occorreranno due anni prima che, nel 2024, dalla concept-car si passi ad un’auto familiare di produzione. Dal primo impatto diremmo che il Centro Stile Renault ha saputo fare di meglio, ma le auto vanno viste dal vero per giudicare. Il n.1 di Renault Luca De Meo, che di belle auto se ne intende, per ora si concentra sui concetti più virtuosi: “Tutti i nostri impegni come azienda non bastano se non li applichiamo ai nostri veicoli. Ecco perché ho chiesto ai team Renault di sviluppare la prima concept car che incarnasse perfettamente la nostra nuova strategia ESG. Con i suoi 3 pilastri: ambiente, sicurezza ed inclusione. L’abbiamo chiamata Scénic Vision. Scénic, come la nostra iconica “voiture à vivre”, e Vision perché risponde alle nuove attese della gente”. La nuova Scenic arriverà sul mercato subito dopo la R5, altra icona della storia Renault, seguita poi dalla R4. Con la promesse che i prezzi delle elettriche si avvicineranno ormai a quello delle termiche.

renault rifa la scenica

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39 COMMENTI

  1. L’idea è buona per carità.. Mi chiedo solo… Se già oggi si fa una fatica cane a trovare colonnine su spostamenti extra cittadini… Un distributore di idrogeno liquido dov’è che lo trovo per usarlo come ibrido? 😅 L’elettricità è estremamente comoda anche se inefficiente da produrre, un cavo di alta tensione costa una frazione di un gasdotto e lo installi in una frazione ancor più piccola del tempo e con costi inferiori, e puoi così prevedere collegamenti ridondanti in caso di guasti e manomissioni (tipo di chi vuol incentivare import di gas e petrolio).
    Idrogeno, è sicuramente indispensabile, ma come riserva di energia! E soprattutto c’è da rendere molto più efficiente la trasformazione da idrogeno a energia elettrica che oggi è solo di poco superiore a quella dei derivati fossili, ci saranno sempre aree off grid che oggi vanno con motori diesel o bombole a gas per cucinare in assenza di corrente etc.
    Magari usarlo nei trasporti pesanti su navi e aerei (che aiuterebbe anche a rimettere in circolo l’acqua di scarto nel suo posto naturale anziché nei centri città già belli umidi in estate o in inverno quell’acqua si condensa su strade e marciapiedi come ghiaccio) in macchine agricole leggere e pesanti pensando magari al recupero attivo dell’acqua per rigirarla in irrigazione o potabile se le quantità son basse…
    Ma sulle auto? Che razza di senso ha? Piuttosto inventatemi una copertina per auto coperta di pannelli (flessibili già esistono) che mi ricarica a gratis quando vado in spiaggia e mi evita il sole internamente trovando il volante solo caldo e non ustionante, se la fai facile da mettere e togliere magari automatico la useremo tutti ogni volta che parcheggiamo anche per solo mezz’ora, e hai in automatico milioni di pannelli solari a bassa efficienza che drenano un pochino di calore ovunque nel mondo e soprattutto nelle città ad alta densità che soffrono l’accumulo del cemento (altra risorsa inutilizzata).
    per le lunghe percorrenze in elettrico basta aspettare quattro o cinque anni e il problema sarà quasi risolto o cmq talmente mitigato da essere un problema veramente solo per quelle rarissime categorie come ncc che oltre ai costi di viaggio conta tantissimo anche i tempi, una volta che un 10 minuti di pausa caffè ricarichi 300km su auto che ti costano 15k euro (quindi per tutti) c’è solo il problema di gestire la rete di ricarica in modo che regga i futuri esodi estivi di sole bev ma dato che ci vorrà un decennio per vedere forse il 20% del parco auto rinnovato non mi preoccuperei troppo, facendo il giusto anno dopo anno ci arrivi senza i soliti sforzi dell’ultimo momento.

  2. quando ho visto il titolo ho cominciato a ridere,
    pensando a tutti quelli che “itrocenoo itroceno pasta itrocenooo!!”.. 😂🤣

    poi si leggono commenti di gente “studiata” del tipo -Fra qualche anno ci saranno miglioramenti nelle batterie ed autonomie, quindi già oggi il discorso è CHIUSO quì.-
    della serie “degli Esposti” levati..

  3. Mau 19 Maggio 2022 at 18:17
    “Bene regà, possiamo chiudere “l’internet”. La panzana del 2022 è bella che servita.”

    Concordo, questa uscirà assieme alla
    https://www.vaielettrico.it/la-centoventi-sha-da-fare-per-la-fiat-e-per-litalia/
    https://www.vaielettrico.it/la-panda-elettrica/
    https://www.vaielettrico.it/la-fiat-centoventi-la-puoi-configurare-online/
    https://www.vaielettrico.it/fca-psa-la-fusione-e-fatta-ora-dateci-la-centoventi/
    l’anno del mai, il 36 d’agosto come diceva mia madre

  4. Tanto per cominciare 2,5kg di idrogeno + 40kWh di batteria non riescono a fare 800km di autonomia.
    Per continuare la versione del 2024 sarà elettrica e la versione a idrogeno è prevista per… quando sarà capillare la rete di distribuzione dell’idrogeno ahahah…ai posteriori l’ardua sentenza.
    E per finire, il volante così, le portiere a libro senza montante, i copricerchi orridi che si aprono da fermi e si richiudono a contrappeso e forza centrifuga…se il meccanismo all’interno dei cerchi è pulito ahahah e voi sapete bene quanto è pulito l’interno del cerchio ahahah.
    Chi vivrà, la scenic vedrà
    Ma per sicuro non sarà questa qua!
    tanto per fare rima

    • In effetti sembra poco realistico il dato di 800 km. Ovviamente Renault ha giocato molto sull’ambiguità [ https://www.renault.fr/gamme-concept-cars/scenic-vision.html ] “La fuel cell da 16 kW completa le capacità della batteria elettrica da 40 kWh estendendone l’autonomia. I lunghi viaggi fino a 800 km vengono effettuati senza ricarica elettrica con una sosta inferiore a 5 minuti per un pieno di idrogeno verde che riduce al minimo l’impronta di carbonio”. E’ lo stesso giochino di parole della VW che dice che per andare da Genova a Roma basta una ricarica: in realtà in entrambi i casi sono 2 le ricariche necessarie, devi partire col pieno e poi fare un secondo pieno a metà viaggio (di idrogeno nel caso della Scenic e di elettroni nel caso della VW).
      Alcuni media infatti stimano intorno ai 500 km l’autonomia complessiva (250 elettrico + 250 da idrogeno) anche se il dato ad oggi è solo indicativo, visto che Renault punta a venderla solo elettrica e la soluzione elettrica + ibrida … chissà!

      Ma anche questo ennesimo sforzo di Renault sta ad indicare solo una cosa: ovvero i costruttori hanno abbandonato la middle class. Perché mai preoccuparsene e non puntare tutto sul mercato premium e luxury guadagnando solo da quello? L’abbiamo visto con la ID.Buzz che è la rivisitazione in chiave moderna del Bully: il Bully era un mezzo per l’avventura accessibile, l’ID.Buzz è un’auto per pochi ricchi. Poi c’è Mercedes che si appresta a tagliare classe A e B e ad abbandonare il ceto medio, puntando invece forse su AMG, classe G e modelli più costosi. BMW sono anni che non produce più la economica i3 elettrica, la Renault Zoe costa sempre di più, le economiche Volvo V40 sono solo un lontano ricordo, Alfa Romeo ha detto addio alle politiche delle scontatissime km 0 (chi bazzica i listini di AutoScout24 se ne sarà accorto), Smart si è spostata su costosi suv, Nissan, Toyota, Kia e Hyundai solo auto molto costose, etc. etc.

      L’avvento dell’auto elettrica sta decretando la morte dell’auto del popolo (ah già, c’è l’emozionante Dacia Spring, perché la dimentico sempre?) inteso come popolo italiano e sud-europeo: per il popolo tedesco, svizzero e norvegese il problema non si pone …

      E questo ennesimo modello è la ennesima dimostrazione. Vedere tanto entusiasmo per l’auto elettrica di oggi è un po’ come vedere i like dei fanboy ai post social di Angelina Jolie che regala un’isola privata a forma di cuore a Brad Pitt … stiamo applaudendo le auto che non possiamo permetterci senza preoccuparci del fatto che il 2035 è dietro l’angolo …

      • Eh ma il problema è che stiamo diventando sempre più poveri, non certo l’auto elettrica. L’auto elettrica è soltanto il canarino nella miniera!
        Tra l’altro se hai un problema di reddito l’auto di proprietà non è altro che fonte di ulteriore impoverimento (ad eccezione di chi la usa per lavoro e non per svago).

      • -stiamo applaudendo le auto che non possiamo permetterci senza preoccuparci del fatto che il 2035 è dietro l’angolo –

        E la cosa più divertente (parlo principalmente fuori di qui) è che spesso gli applausi vedo che arrivano da tanti che, se le cose continuano così, alla fatidica data saranno proprio quelli presi in pieno dal problema, e che dovranno letteralmente attaccarsi al tram. Surreale.

        • Ricordiamoci che VW, il massimo sostenitore dell’elettrico, ha promesso nel 2025 la ID.Life a 20000 euro con 400 km di autonomia WLTP. Nero su bianco, è su tutti i media, a reti unificate. 234 CV e 290 Nm di coppia, 0-100 km/h in 6,9 secondi, velocità massima di 180 km/h, batteria da 57 kWh. E’ questa la promessa alla base delle decisioni politiche che hanno stabilito lo switch-off del termico nel 2035.

          Ne ho prenotate già 7 di 7 colori diversi, così ogni giorno della settimana cambio auto.

          Se però ci hanno preso in giro e invece quest’auto non arriverà … ahi ahi ahi …

          • -… ahi ahi ahi …-

            Ma ahi ahi ahi davvero… Se non arriva, Graziella per tutti… ahahah

  5. Idea valida. Unisce i vantaggi dell’elettrico con la possibilità di rifornire velocemente in modo tradizionale, perfetta per i lunghi viaggi. Tutto sommato, le elettriche i lunghi viaggi li affrontano male per 2 motivi: velocità limitata e ricariche fast che però, come sappiamo, non sono così fast, non sono così economiche e soprattutto non sono questa botta di salute per le batterie.

    Analizziamo la soluzione Renault e valutiamo pregi e difetti:
    – peso contenuto (1700 kg, come la Megane E-Tech)
    – batteria da 40 kW, più ecologica, perfetta per la città e per gli spostamenti a medio raggio: minore inquinamento e produzione di CO2, uno stop a batterie sempre più grandi
    – idrogeno per i POCHI spostamenti a lungo raggio senza ansia da ricarica, limiti alle velocità massime, tempi di rifornimento, colonnine guaste etc. Autonomia totale: 800 Km
    – nessun problema per l’usura della batteria: anche se questa si usura e l’autonomia cala e non si riesce a ricaricare in giornata, si può sempre viaggiare ad idrogeno

    Contro:
    – è una fuel cell, quindi non c’è il sound e il piacere di guida di un’auto con un motore alimentato ad idrogeno (al quale sta lavorando invece Toyota). Qui il motore gira a un regime fisso e serve da range extender per alimentare la batteria

  6. Pare faranno anche una versione idrogeno + pellet ma la venderanno solo a Verbania e provincia perché li il pellet va forte.

    • Per risolvere i problemi di ricarica dell’idrogeno stanno mettendo a punto un dispositivo di “steam reforming” da piazzare nei sedili posteriori per produrre l’idrogeno dal metano i cui distributori ci sono già. Il vapore necessario per il “steam reforming” è proprio generato da stufa a pellet.

      • Se mi parla di un dispositivo posizionato nei sedili per produrre l’idrogeno derivato dal metano prodotto a bordo, L’unica cosa che mi fa venire in mente è un’immagine agghiacciante 😂😂😂😂😂

        • Il dispositivo meliforme di cui parli io c’è l’ho già ma produce metano, non idrogeno, si alimenta principalmente a fagioli anche cipolla cotta e, a mia esperienza a “cucchiaioli” (castagne secche poi bollite, slurp)

  7. Sapendo che la gente vuole il rombo e non vuole perdere tempo a caricare ha già trovato la sua nicchia di mercato, l’inefficienza ci sta per la goduria di pochi.
    A parte gli scherzi parlano di green di usare materiali riciclati e poi l’idrogeno come lo producono se green non ha senso se grigio casca tutto il discorso, anche se fosse a celle è sempre inefficiente 🤦🤦🤦

      • Beh, come hai detto sopra è una fuel cell che gira (e romberà presuppongo) a regime fisso 😁😂🤣
        Sì, ho visto che ti sei corretto 😊

      • Si Enzo era una risposta sarcastica, comunque attualmente non è conveniente l’idrogeno verde 65/70kwh e 4000 litri d’acqua per produrre un kg di idrogeno che ha come potere energetico poco più di 54kwh penso che solo con questi tre dati si capisce la percorribilità del idrogeno per auto.

        • Sì ma cammineresti ad idrogeno solo 10 volte l’anno, il resto dell’anno vai a corrente (anche perché costa meno dell’idrogeno, non c’è il rischio che l’utente si “confonda” e scelga di pagare di più). Quindi non è un problema se siamo un pelino meno efficienti su quel fronte perché si compensa con tutto il bene che si fa all’ambiente accontentandosi di batterie più piccole (e per questo che Renault dice che alla fine questa auto emette nel ciclo di vita una minor quantità di co2)

          • Enzo mi sembra che l’utente stia già pagando di più ma non gli e ne frega una mazza viaggia tutti i giorni fregandosene dei costi ma quella volta o due che gli serve ha l’autonomia che vuole, quindi è un discorso vano.
            La confort zone non la vuole perdere a tutti i costi, anzi gli fanno pure gli sconti per mantenerlo li e accaparrarsi i voti alle prossime elezioni.

  8. Ma se per fare l’idrogeno (con il fuel cell) si sprecano i 2/3 di energia rispetto all’elettrico, con un motore (immagino termico) che resa avrà?

    Temo che De Meo stia servendo qualche padrone.

    Goshn torna indietro, ti perdoniamo tutto.

    • De Meo qualche giorno fa: “I veicoli elettrici soddisfano all’85% le esigenze degli automobilisti anche se non sono così utili per i viaggi più lunghi, magari 2-3 all’anno che alcune persone devono fare. Poi c’è la CO2 di tutto il ciclo vita dell’auto, la cui risposta non è così scontata. Alcuni carburanti alternativi, o ibridi, possono essere più puliti dei veicoli elettrici su queste misurazioni. E poi c’è l’accessibilità finanziaria dei veicoli elettrici. Vediamo la parità dei prezzi intorno al 2025, ma ora potrebbe essersi spostata a causa dell’inflazione delle materie prime. Tagliare le endotermiche vuol dire eliminare anche le possibilità di investimento per migliorare questi propulsori.”

      Oi oi …

      • Ohi ohi De Meo, dice né più né meno quello che diceva Nokia un po’ di tempo fa, forse spinto giù dal burrone dal CdA.

      • Enzo 19 Maggio 2022 at 21:35
        In primo luogo il taglio della CO2 è solo per il pianeta, ci dimentichiamo sempre tutto il resto che uccide direttamente noi tutti.
        Poi investire su cosa se in oltre 150anni ci sono stati passi modici nella tecnologia e soprattutto nella resa che senso ha buttare risorse per un motore endotermico, se guardiamo inquinamento migliorie poche e molte volte camuffate quindi nessuna con logica di investimento è adatta al endotermico.

    • Sinceramente a me non sembra un’idea così tremenda, anche se non so quanto sia vincente. Potrebbe però diventare una complicazione pressoché inutile con il progresso della tecnologia degli accumulatori.

      Sulla carta il vantaggio principale è quello di non dover dotare l’automobile di una quantità di accumulatori che per il 90% del tempo sono inutili gravandola di pesi e costi non indifferenti.

      Il problema principale che vedo, non è tanto quanto sia verde l’idrogeno da utilizzare perché nella grande maggioranza dei casi verrebbe usato poche volte l’anno ma la rete di distribuzione che ha dei costi notevoli e che dovrebbe raggiungere un certo numero di stazioni di ricarica autostradali per avere un senso.

      • Invece portarsi dietro una fuel cell e un voluminoso e pesante serbatoio per usarlo solo saltuariamente è meglio?
        Direi di no: batteria più grande significa migliori prestazioni (più potenza disponibile e maggior capacità di recupero in frenata) mentre una fuel cell da solo 16 kW significa un grosso compromesso sulle.prestazioni e sulle capacità di ricarica: fatemi capire una colonnina fast da 150 kW sarebbe lenta mentre 16 kW di fuel cell vi pare correttamente dimensionata? Anche tenendo conto che la produzione è a bordo e in marcia la soluzione non mi pare granché entusiasmante (la i3 Rex non è piaciuta a molti possessori proprio per le limitazioni della soluzione range extender in sé)

      • Ancora ad insistere…. Fra qualche anno ci saranno miglioramenti nelle batterie ed autonomie, quindi già oggi il discorso è CHIUSO quì. Per la mobilità privata e commerciale (leggera almeno per adesso) SOLO elettrico le chiacchiere sono solo contorno per business.

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