Il gruppo Renault potrebbe avviare una produzione di droni in Ucraina, in collaborazione con una Pmi francese del settore della difesa. L’azienda, dopo le anticipazioni di France.info, ha confermato l’avvio di colloqui. Ma ha precisato che non è ancora stata presa alcuna decisione definitiva.
Dal leader dell’auto elettrica in Francia alla svolta sul fronte della Difesa. In una economia di guerra non dovrebbe sorprendere. Il gruppo guidato dal manager italiano Luca de Meo sarebbe stato coinvolto direttamente dal Ministero delle Forze Armate per avviare un centro di produzione di droni direttamente in Ucraina. Renault ha però chiarito che si tratta solo di discussioni preliminari. In attesa di maggiori dettagli da parte dell’esecutivo francese.
Renault produrrà droni con una società della Difesa
Ma ci sono elementi per credere che il progetto, sebbene nella sua fase iniziale, sia ben più concreto. Sia per l’impegno del presidente Emanuel Macron a sostegno del governo di Kiev, sia per il fatto che lo Stato possiede una quota azionaria pari al 15% del capitale di Renault. E può sicuramente influire sulla scelta finale.
L’eventuale ingresso nel settore della difesa rappresenterebbe una svolta storica per Renault, che si troverebbe a realizzare dispositivi bellici per la prima volta nella sua storia. La produzione sarebbe destinata principalmente all’esercito ucraino, ma anche le forze armate francesi ne trarrebbero beneficio, in particolare per addestramenti realistici modellati sul conflitto in corso.
Venerdì scorso, il ministro della Difesa Sébastien Lecornu aveva annunciato “una partnership del tutto inedita, in cui un’importante casa automobilistica francese unirà le forze con una pmi francese del settore difesa per linee di produzione in Ucraina per la produzione di droni“.
Renault sosterrà l’Ucraina nella produzione militare: Kiev vuole utilizzare oltre 4,5 milioni di droni entro il 2025
Secondo Lecornu, l’obiettivo è sfruttare la capacità produttiva e ingegneristica dell’industria civile per rispondere alle esigenze militari. Renault rappresenta un candidato naturale: dispone di impianti altamente automatizzati, competenze avanzate in ingegneria e un’ampia esperienza nella produzione su larga scala.
L’iniziativa si inserisce in una strategia più ampia della Francia per aumentare rapidamente la produzione militare. Emmanuel Chiva, delegato generale per l’armamento, aveva già indicato nei mesi scorsi la necessità di produrre “migliaia di droni in pochi mesi”. Anche grazie al coinvolgimento di filiere industriali civili. Renault potrebbe così diventare un pilastro dell’ecosistema militare francese. Contribuendo a colmare il gap rispetto ad altri Paesi, tra cui l’Ucraina stessa.
Renault – sotto la guida di De Meo – ha investito pesantemente nella transizione elettrica, diventando uno dei leader europei del settore. L’ipotesi di entrare nella difesa rappresenta una direzione inedita e carica di incognite. Potrebbero essere necessari importanti adeguamenti tecnologici e una riconversione parziale delle linee produttive, pur mantenendo l’attuale core business legato alla mobilità sostenibile.
L’Ucraina ha annunciato l’obiettivo di utilizzare oltre 4,5 milioni di droni entro il 2025, che rappresenteranno circa il 70% della capacità di distruzione di mezzi nemici al fronte. La produzione in loco rappresenterebbe un vantaggio logistico-strategico significativo, riducendo i tempi e i costi di approvvigionamento.
- LEGGI anche “Renault 5 E-Tech: bella in città e divertente tra le curve” e guarda la VIDEO prova di Marco Berti Quattrini
ecco perché han ritirato fuori il modello “Rafale” 🛩️ !
Purtoppo questo è quello che ci vuole nel tempo in cui viviamo, o l’Europa si muove su questo fronte o scomparirà in una morsa a tenaglia tra le dittature dell’est e la pseudo-democrazia malata USA che si tinge sempre più di influssi dittatoriali. Poi facile dire sarebbe bello facesse solo auto, aboliamo le fabbriche di armi, siamo tutti pacifisti… la democrazia e la pace sono valori che una volta “conquistati” vanno difesi, non sono conquiste perenni come forse ci si illudeva fossero…
Mi fa piacere che ci sia qualcuno che pensa che la nostra democrazia , dove se dici qualcosa fuori dal coro ti putinizzano o ti antisemitizzamo abbia ancora qualcosa da difendere all’ infuori degli interessi bancari, della crescita della borsa e dell’affamare chi lavora. Tutte cose che in ottant’anni gli ha , con grande impegno, “imparato” quella che chiami la pseudo democrazia malata USA.
Tra le forme di governo per quanto imperfetta è quella che preferisco, c’e’ chi preferisce altro … degustibus …
Molto imperfetta direi e sinceramente con le ultime elezioni USA e con le posizioni europee (soprattutto dei “volonterosi”) sulla guerra, la differenza con le “pseudo-democrazie” cino-russe si fa sempre più sottile … e se continua così a breve scomparirà del tutto.
ognuno scelga le alternative , i russi hanno scelto, i cinesi anche … oppure ci si può dar da fare per perfezionarla , sparare a zero fa il gioco degli altri…
Ursula, è lei?
meno male abbiamo lei e non Orban, poi siamo in Itaglia e Orban va per la maggiore qui assieme ad altri modelli tupo AFD & roba simile.
Era meglio sfruttare le capacità ingegneristiche per fare auto elettriche a prezzi più bassi e poi mettersi in società con uno che si chiama Le Cornu non credo porti bene.
-una svolta storica per Renault, che si troverebbe a realizzare dispositivi bellici per la prima volta nella sua storia-
Certamente, se non vogliamo considerare le migliaia di carri armati e gli aerei da caccia prodotti tra la prima e la seconda guerra mondiale… E chissà cosa dimentico… 🙂
Ma la vera domanda è: i droni saranno elettrici o a benzina/jet?
Un’altra domanda è:
se i russi la radono al suolo chi pagherà?
Oppure la faranno dopo che è scoppiata la pace?
-se i russi la radono al suolo chi pagherà?-
Anche dopo la privatizzazione del ’96, la Renault è forse l’azienda geneticamente più “statale” che cìè sulla faccia della terra, la pagheranno tutti i francesi, come hanno già fatto più volte fra l’altro (come e peggio della FIAT). 🙂
Basta che poi non la facciano pagare all’Europa …. ovvero a noi, possono abbatterla anche un giorno dopo l’inaugurazione 🙂
Renault non ha mai abbandonato il ramo militare, ma si è trasformata acquisendo la panhard e in joint venture con volvo chiamandosi arquus. Dove ho lavorato abbiamo fornito gli assali per il vab mk2 , abbiamo fatto i proto del sherpa oltre che componenti per IAI ramta RAM mk3
Male, molto male. La conversione delle industrie in fabbriche di armi le abbiamo già viste in passato e non hanno mai portato bene, producono solo strumenti di morte. Se cosi fosse per quanto mi riguarda la Twingo che possiedo sarà la mia ultima Renault