Dal 2010 l’energia eolica ha ridotto di oltre 104 miliardi di sterline il costo complessivo dell’energia nel Regno Unito. Lo rivela uno studio dell’University College London, che calcola l’impatto combinato della generazione eolica sui prezzi dell’elettricità e sulla domanda di gas.
La ricerca ha analizzato il periodo 2010-2023, stimando che la produzione da parchi eolici abbia ridotto le bollette elettriche di circa 14,2 miliardi di sterline, mentre il calo dei prezzi del gas – dovuto alla minore domanda e al mancato bisogno di costruire nuove centrali – abbia comportato risparmi per altri 133 miliardi.
Anche tenendo conto dei 43 miliardi di sussidi “verdi” pagati dai consumatori, il saldo finale resta molto positivo: 104 miliardi di sterline risparmiati in 13 anni.

Il vento abbatte anche il prezzo del gas
Lo studio mette in luce un effetto spesso trascurato: la diffusione delle rinnovabili abbassa la domanda di gas e quindi anche il suo prezzo di mercato. Un meccanismo che ha beneficiato non solo gli utenti elettrici, ma anche quelli che usano gas per il riscaldamento o la cucina.
Inoltre, grazie all’espansione dell’eolico, si è evitato di costruire nuove centrali a gas, riducendo ulteriormente i costi strutturali del sistema energetico britannico.
Il risultato, spiegano gli autori, dimostra che l’energia pulita non è una spesa, ma un investimento ad alto rendimento.
L’industria eolica UK chiede al governo più coraggio
Per Ana Musat, direttrice delle politiche di RenewableUK, lo studio conferma che investire nel vento significa ridurre i costi energetici nel lungo periodo.
“Ogni gigawatt di eolico offshore porta tra 2 e 3 miliardi di sterline di investimenti privati e crea migliaia di posti di lavoro. Serve però più coraggio nei bandi pubblici per la nuova capacità rinnovabile”.
Il recente annuncio del governo britannico, che ha messo a disposizione solo 1,1 miliardi di sterline per il nuovo round di aste offshore, è stato accolto pertanto con delusione dal settore.

La forza delle rinnovabili
Il caso britannico conferma che la crescita delle rinnovabili fa bene ai conti pubblici, non solo all’ambiente.
In un decennio, l’energia eolica e solare hanno superato ogni previsione: oggi le fonti non fossili coprono già il 41% della generazione elettrica globale, quota che secondo le stime del 2015 non sarebbe stata raggiunta prima del 2035.
Una crescita destinata a non fermarsi. Specie se la riduzione della dipendenza dai combustibili fossili sarà sempre più vista non solo come scelta ambientale, ma come efficace strategia di stabilità economica per gli Stati.
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buongiorno cr1
quello che incassa lo Stato, cioè le imposte, le entrate fiscali, si può raccogliere sia sul kwh rinnovabili che sul kwh fossile
passando alle rinnovabili quello che cambia, di solito diminuendo, è la quota da pagare relativa al costo della materia prima, cioè quanto incassano i produttori di energia
In Italia il governo lo sapeva molto bene che cosa porta l’energia rinnovabile, ed è per questo motivo che spinge sul gas e petrolio. Vorreste non pagare chi fino ad oggi ci ha fornito energia e azzerare le entrare fiscali? Quindi continuiamo come nel passato e alla sardegna che son più cattivi babbo Natale gli riserva il carbone.