Il governo britannico ha confermato un nuovo pacchetto di incentivi 1,3 miliardi di sterline per sostenere la diffusione dei veicoli elettrici fino al 2030. Ma dal 2028 entrerà in vigore la tassa “a chilometro” per EV e ibride plug-in.
Questa strategia a doppio binario punta a stimolare le vendite ma anche a compensare il crollo degli introiti derivanti dai carburanti. La mossa arriva in un momento di forte pressione sul mercato UK, che nel 2024 ha superato Francia e Germania per immatricolazioni EV, pur restando lontano dai target imposti dal mandato ZEV (Zero Emission Vehicle).

Un maxi-budget per il mercato EV
Il nuovo stanziamento da 1,3 mld porta il totale dell’Electric Car Grant – l’incentivo governativo sull’acquisto di EV – a quasi 2 miliardi di sterline, grazie anche ai 650 milioni già previsti nell’estate 2024. La misura consente oggi di ottenere fino a 3.750 sterline per EV con prezzo di listino inferiore a 37.000 sterline, e le nuove risorse dovrebbero garantire copertura fino al 2030, con un incremento previsto degli importi.
E l’esenzione dalla tassa sulle imprese per le ricariche
Accanto agli incentivi all’acquisto, Londra punta anche sulle infrastrutture: sono previsti 200 milioni aggiuntivi per i sistemi di ricarica, più una serie di agevolazioni fiscali per imprese e operatori che installano colonnine. Per almeno dieci anni, alcune tipologie di punti di ricarica godranno di esenzione totale dalla business rate, un intervento che mira ad accelerare la diffusione dell’infrastruttura anche fuori dai grandi centri urbani.
Il governo ha inoltre inserito diversi provvedimenti pensati per sostenere operatori e flotte.

Ma dal 2028 le miglia si pagano
Parallelamente agli incentivi, l’esecutivo britannico ha confermato che introdurrà, dal 2028, l’Electric Vehicle Excise Duty (eVED), un sistema a consumo che prevede 3 pence per miglio (circa 2,2 centesimi di euro/km) per i veicoli elettrici e 1,5 pence per i plug-in. Per un automobilista medio la spesa aggiuntiva sarà di circa 276 sterline l’anno.
Il motivo è semplice: con l’aumento delle auto elettriche, gli introiti da fuel duty (tassa sui carburanti) si stanno rapidamente erodendo. Quindi questa tassa compensa le perdite.
Gli analisti dell’OBR stimano un gettito di 1,1 miliardi nel primo anno di applicazione, destinato a salire a 1,9 miliardi nel 2031.
Anche la fuel duty su benzina e diesel tornerà a crescere dal 2026, dopo 14 anni di congelamento: un passaggio che interessa indirettamente anche l’Europa, dove i temi della fiscalità stradale e della riduzione dei sussidi ai carburanti fossili stanno tornando centrali.

Regno Unito in ritardo sulla sfida elettrica
Nonostante le 382.000 nuove immatricolazioni elettriche nel 2024, il mercato britannico non cresce al ritmo richiesto dal mandato ZEV, che impone una quota minima del 28% di vendite EV nel 2025 fino ad arrivare all’80% nel 2030. Molti costruttori hanno raggiunto gli obiettivi solo grazie a forti sconti, con un impatto evidente sui margini.
Il governo ha già rallentato l’applicazione delle regole nel 2025, ma vuole comunque mantenere la pressione sul settore inviando un segnale chiaro: gli incentivi restano, ma non potranno sostenere da soli la transizione.
LEGGI anche “Incentivi, ricariche, ban 2035: Cardinali (UNRAE) suona la carica” e guarda il VIDEO

