Gli automobilisti britannici di veicoli elettrici potrebbero presto affrontare una nuova tassa a chilometro percorso. Secondo la BBC e il Daily Telegraph, il governo starebbe valutando un sistema “pay-per-mile” per compensare il calo delle entrate fiscali dovuto al passaggio dai motori termici a quelli elettrici.
La misura, che potrebbe essere annunciata nel prossimo Budget di novembre, arriverebbe in un momento di forte pressione sui conti pubblici britannici. Il governo sarebbe alla ricerca di decine di miliardi di sterline di nuove entrate e l’assenza di un equivalente della fuel duty (accisa sui carburanti) per i veicoli elettrici rappresenta ormai un buco fiscale crescente.
Si tratta di una misura destinata a far discutere, perché potrebbe diventare un precedente per tutta l’Europa dopo quello della Svizzera.

La tassa che “rende il sistema più equo”?
Secondo quanto riportato dal Telegraph, la nuova tassa a chilometro entrerebbe in vigore dal 2028, dopo una fase di consultazione pubblica. Il sistema ipotizzato prevede un addebito di circa 3 penny per miglio (circa 5 centesimi di euro al chilometro), con un’aliquota ridotta per le auto ibride.
Gli automobilisti dovrebbero stimare la percorrenza annuale e pagare in anticipo. A fine anno, chi avesse percorso meno chilometri riceverebbe un credito, mentre chi avesse superato la stima pagherebbe un conguaglio. Abbastanza macchinoso.
Un portavoce del governo ha confermato alla BBC che sono in corso dibattiti sul tema: “La fuel duty copre benzina e diesel, ma non esiste un sistema equivalente per i veicoli elettrici. Vogliamo un sistema più equo per tutti gli automobilisti.”
Da aprile 2025 abolita anche l’esenzione dal bollo
La proposta arriva dopo che, da aprile 2025, le auto elettriche hanno perso l’esenzione dalla tassa di circolazione (vehicle excise duty), in seguito a una decisione del governo. Bollo che ora gli automobilisti EV devono pagare.
“È giusto cercare un sistema fiscale che finanzi in modo equo le strade, le infrastrutture e i servizi pubblici,” ha dichiarato un portavoce governativo, ricordando anche i 4 miliardi di sterline già stanziati per sostenere la transizione verso l’elettrico, con incentivi fino a £3.750 per veicolo.

Le reazioni: “Misura sbagliata nel momento sbagliato”
Come prevedibile, la proposta ha suscitato forti critiche sia da parte dell’opposizione che di buona parte del settore automotive, che teme una frenata brusca nel processo di transizione della mobilità in atto.
La Society of Motor Manufacturers and Traders (SMMT) ha definito la tassa «una misura sbagliata nel momento sbagliato». «Introdurre un sistema così complesso e costoso, proprio mentre i costruttori faticano a vendere veicoli elettrici, sarebbe un errore strategico». Anche Edmund King, presidente dell’AA (Automobile Association), ha invitato il governo alla cautela: «Comprendiamo la perdita di gettito dalla fuel duty, ma occorre agire con prudenza per non rallentare la transizione verso l’elettrico». E il CEO di AutoTrader, Nathan Coe, ha aggiunto che una tassa per miglio ridurrebbe uno dei principali vantaggi economici degli EV: «Le auto elettriche costano di più all’acquisto ma sono più economiche da gestire. Questo tipo di tassa ne ridurrebbe l’attrattività».
La proposta ha innescato anche uno scontro politico. Il deputato conservatore Mel Stride ha accusato il governo laburista di voler «colpire i pendolari per tappare i buchi di bilancio».
La Liberal Democrat Daisy Cooper ha definito l’ipotesi “incredibile e miope”. «Nel pieno di una crisi del costo della vita e di emergenze ambientali, il governo vuole tassare chi sceglie un’auto elettrica. Dovrebbe invece facilitare l’installazione di nuove colonnine e rendere l’elettrico più accessibile».

Tassa a chilometro, rischio contagio
Il calo delle vendite di auto a benzina e diesel sta già creando un “tax gap” per il Tesoro britannico. Ogni litro di carburante venduto contribuisce circa 52,95 penny in tasse, mentre un’auto elettrica non genera entrate dirette durante l’uso. Secondo gli analisti, la transizione all’elettrico potrebbe quindi ridurre le entrate fiscali annuali fino a 30 miliardi di sterline entro il 2030, rendendo pertanto inevitabile una riforma della tassazione automobilistica.
In definitiva, il Regno Unito si trova davanti a un equilibrio difficile: mantenere gli incentivi alla mobilità elettrica senza compromettere le entrate pubbliche. Ma una tassa sui chilometri percorsi rischia di frenare la diffusione degli EV, proprio mentre il Paese fatica a centrare gli obiettivi di emissioni zero fissati per il 2035.
Tuttavia nel Regno Unito la transizione elettrica è in accelerazione e potrebbe ormai camminare sulle proprie gambe. Le auto elettriche quest’anno toccheranno infatti una quota di mercato del 28% e in settembre hanno registrato un record di immatricolazioni ( 72.779 unità) con un aumento del 29% rispetto all’anno precedente.
Per ora nessun Paese dell’UE ha presentato piani analoghi, ma la mossa di Londra potrebbe aprire la strada a un nuovo modello di tassazione “a consumo”.
- LEGGI anche “Che impatto avrebbe un’Europa di sole auto elettriche sulla CO₂ atmosferica?” e guarda il VIDEO di Filippo Pagliuca

