Home Bici Reevo Hubless bike. Ma che roba è, la bici di Guerre Stellari?

Reevo Hubless bike. Ma che roba è, la bici di Guerre Stellari?

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reevo hubless

La domanda sorge spontanea: Reevo Hubless bike è il primo esemplare di una nuova generazione di e-bikes? Di certo se la guardi non ritrovi nulla di quel che identifica la  bici come l’hai sempre conosciuta: le ruote non hanno mozzi nè raggi, non si vede traccia di forcella nè davanti nè dietro, il telaio potrebbe essere l’astronave dei “cattivi” di Guerre Stellari (il nero opaco totale non aiuta).

Addio mozzi, catena, raggi

Insomma: ti chiedi se sia un oggetto per viaggiare oppure materiale di scena per un film. Ebbene: è un oggetto per viaggiare. Viaggia già, come si può vedere nei  filmati che circolano su Youtube. Per poterla acquistare, però, bisognerà attendere che si concluda la campagna di raccolta fondi sulla piattaforma Indiegogo (già raccolti 500 mila dollari, nove volte il target) e che la Beno Technologies , la società di Seattle che l’ha ideata, inizi a produrla. Al proposito Beno è avara di dettagli.

E non siamo su scherzi a parte

reevo hubless Chi la prenota sulla piattaforma di crowfunding avrà uno sconto del 40% e quindi la pagherà 1.999 dollari, che è un a prezzo quasi ridicolo a fronte della complessità del progetto e della sovrabbondanza di gadget technologici che promette. Anche per questo, alcuni organi di stampa specializzati ipotizzano che si tratti di una delle tante bufale circolate sul web in questi anni. Un progetto, in sostanza, che finisce in una bolla di sapone (leggi anche).

Due cerchioni scorrono uno sull’altro

Anche sui dattagli tecnici si sa pochino. Reevo Hubless monta un  motore elettrico da 750 watt di potenza, una batteria da 500 wattora, l’autonomia è indicata in circa 60 km. Le ruote sono fissate al telaio tramite un doppio cerchione: uno è fisso, l’altro ruota su cuscinetti e regge il pneumatico. Il motore è integrato al mozzo dei pedali, ma non è chiaro come trasmetta la trazione alla ruota. Punto.

reevo hubless

Il resto, lo ripetiamo, è semplicemente impressionante. Le ruote senza raggi offrono uno spettacolare effetto scenico (ci metti un pò a capire come possano essere solidali al telaio e nel contempo girare). Per realizzarle, comunque, i costruttori di Seattle hanno dovuto risolvere un bel pò di problemi. Come garantire la rigidezza e la tenuta senza raggi? Come frenare? Come assorbire le sollecitazioni del terreno? Come sterzare?  Dicono di esserci riusciti, ma vorremmo montare in sella a questa Reevo Hubless per esserne sicuri. E verificare di persona come si può smontare la ruota, come sostituire un prenumatico, persino come gonfiarlo. Il team di Beno che l’ha progettata (ma sviluppo e prototipazione sono stati delocalizzati a Penang, in Malesia) assicura che tutto è stato preso in considerazione, risolto al meglio e testato.

Antifurto elettronico a impronte digitali

L’antifurto con sensore di impronte

L’hi tech degitale si spreca: c’è antifurto con blocco ruota integrato, fuori dalla portata dei tronchesi, nascosto nel telaio. Si sblocca con un sensore di impronte digitali. Ci sono poi sensori antifurto e tracciamento GPS per ulteriore protezione.  C’è un cavalletto retrattile nascosto. Una base per telefono trasforma lo  smartphone nel cruscotto. Le luci a Led sono integrate nei cerchioni fissi, blu all’antreriore e rosse al posteriore. Si accendono automaticamente quando la luce ambientale si abbassa.

Se è un bluff, lo vedremo presto. Ma noi non ci metteremmo sù dei soldi.

LEGGI ANCHE: Il listino delle e-bike, prezzi e caratteristiche

 

 

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12 COMMENTI

  1. Figata figata figata… poi vedi i freni, guardi il calendario.. caliper nel 2020.. anche no grazie….

  2. Questa eBike è innovativa su tutti i fronti, sia per il design che sull’aspetto ingegneristico. Secondo me non è una bufala, anzi, credo che sia reale. Il video mi sembra genuino e non presenta artefatti o manipolazione con Sofware CGI (computer grafica) per far apparire veritiera il progetto. Resta solo capire se il progetto va avanti e se ci sono buoni propositi da parte degli autori, perché sarebbe un peccato se venisse abbandonato. Il sistema con la ruota senza raggi, mozzo e forcella, ricorda molto una moto elettrica ad alte prestazioni svedese (non ricordo il nome del marchio), dove il motore elettrico è integrato intorno al cerchione e giustifica la trazione; ma in questa eBike non si capisce bene come avviene. Ci sarà forse una ruota dentata intorno al cerchione e questa collegata in un pignone di una GearBox/motore elettrico ??
    E come dice un vecchio proverbio: Chi vivrà, vedrà!

      • Sì è proprio quel modello. Comunque sia, questa eBike sarà oggetto di discussione e anche molto desiderata. Ne sapremo di più quando sarà messo in commercio. La cosa certa è che non sarà economica.

      • Nemmeno troppo complessa, estensione del telaio sono i cerchi statici. La complessita sta in alcune manutensioni, tipo la sostituzione della cpertura.

        • Ma anche dietro sara come davanti, cioè un lato della ruota completamente accessibile, e quindi facile sostituire copertone /camera d’aria… Nn inquadrano mail il dietro da sx. O magari dietro nn è del tutto aperto ma con una semplice copertura rigida rimovibile, magari con alcune levette, per aumentare stabilità del telaio mentre non stai sostituendo le coperture.

          • Mi chiedo comunque se fosse proprio necessario reinventare la ruota, senza risolvere nessun problema, almeno apparentemente, è aggiungendone alcuni.

      • Nulla di nuovo sotto il sole.

        Dietro la ruota hubless e le sue strabilianti applicazioni c’è la storia di un emigrato italiano, figlio della grande emigrazione meridionale in Svizzera, iniziata nel dopo guerra.

        Da Presicce, un piccolo paese del Salento, Franco Sbarro, l’unico figlio maschio della famiglia, all’età di 18 anni, con pochi soldi ma molte idee e una passione smisurata, lascia l’Italia e si dirige in Svizzera dove da carrozziere, apre la sua attività in un paesino di 3.000 anime a Grandson nel Canton Vaud.

        Sbarro dorme e da sempre, le sue auto gli appaiono in sogno dall’età di 6-7 anni. Finché sognerà ed avrà un cliente disposto a immaginare e comprare i suoi sogni continuerà a realizzare i suoi lavori di artigianato scultoreo in poliestere. 600 opere sparse in tutto il mondo per puro caso, dice il nostro emigrato.

        I suoi clienti più fedeli sono re arabi ed emiri che stravedono per lui.
        Ogni anno sta lì, al salone di Ginevra a divertire la gente, sbalordendola con nuove idee. Più la domanda del cliente si avvicina al suo sogno e meno questo sogno condiviso, costa al cliente.

        Franco va a vedere una fabbrica di planeur e si porta via le cupole degli alianti per unirle ad un telaio a siluro e a un motore V8 che aveva lì in carrozzeria.

        Elettrico ancora prima di Tesla.

        Nel 1976 realizza 56 Sbarro elettriche.

        Peso e aerodinamica, elettrico e combustione di 2 litri per 100 km, questi sono oggi gli obiettivi di Sbarro.

        E bisogna ammetterlo, tanti suoi progetti e realizzazioni sono più che mai attuali e viene spontaneo chiedersi: “Why not?”

        Bisogna solo avere il coraggio di realizzarle. Come ha fatto lui con i suoi ragazzi dell’école Espera Sbarro.

        Perché a 80 anni suonati Francesco Zefferino Sbarro sogna più di allora.

        Abbiamo chiamato braccia e sono arrivati uomini.
        Max Frisch

        Il brevetto ed alcune applicazioni hubless di Francesco Zefferino Sbarro. Correvano gli anni ‘80.

        http://sbarro.phcalvet.fr/technique/roue_orbitale/Sbarro_Roue_bike.jpg
        http://sbarro.phcalvet.fr/portfolio/Sbarro_Aero/Sbarro_Aero_1600x1200.jpg
        http://sbarro.phcalvet.fr/technique/roue_orbitale/roue_orbitalegb.html
        https://patentimages.storage.googleapis.com/bd/ff/10/b5d5263dfcca12/WO1990005070A1.pdf
        https://patentimages.storage.googleapis.com/92/2f/2c/d573cdddca3c7f/US5248019.pdf
        https://patents.google.com/patent/US5248019A/en
        http://sbarro.phcalvet.fr/voitures/Orbital_hybrid/orbital_hybridgb.html

        • Non so come lei Alberto abbia conosciuto così appassionatamente la figura eclettica del visionario Franco Sbarro.
          Io da bambino,appassionato già di tutto ciò che”rombava”,e a collezionare intere annate di Quattroruote,ho avuto il piacere di incontrarlo ogni qualvolta ritornava nella sua e nostra Presicce.
          Grande Franco,ancor più grande nella sua semplice consapevolezza di essere stato capace di credere ai suoi sogni;e conceetizzarli tenacemente .

          • Eclettico designer, ingegnere, innovatore e visionario.
            In Sbarro persistono tutte queste professionalità e doti innate.
            Due sono i designer stupefacenti che hanno segnato indelebilmente la loro epoca: Francesco Zeffirino Sbarro e Luigi Lutz Colani.
            Se nel 2006 il caro Dott. Marchionne avesse messo in produzione l’Alfa Romeo Diva, partorita dal Centro Stile Alfa Romeo e la Espera Sbarro Design School di Franco Sbarro avremmo visto sulle strade del mondo una delle più avvincenti Coupé di tutti tempi. Una incommensurabile occasione persa per FCA, l’Alfa Romeo Diva, la prima Sbarro di serie per gli Alfisti di tutto il mondo. Un’occasione di rilancio internazionale perduta per sempre.

            Ora non mi resta che chiedere scusa a VaiElettrico per aver postato questo video della concorrenza per evidenziare il valore di questo immigrato diventato da carrozziere uno dei designer più innovativi e provocatori di tutti i tempi.

            Guardatevi la Diva di Sbarro ed immaginatela elettrica.

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