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Recovery Plan: ai traghetti mezzo miliardo per refitting green

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il porto di Livorno (foto da porti Alto Tirreno)

Nel Recovery Plan c’è mezzo miliardo destinato al rinnovo e refitting green della vetusta flotta italiana dei traghetti. L’annuncio arriva da Assarmatori dopo la sessione con il ministro alle mobilità sostenibili Enrico Giovannini.

Non sono tutti soldi destinati all’elettrico, ma una parte sarà investito nell’ adeguamento tecnico delle navi per poter utilizzare le banchine elettriche.

Rinnovo e refitting green da mezzo miliardo di euro

Giovannini
Il ministro Enrico Giovannini

Prima erano 2 miliardi (leggi qui), poi zero e ora sono 500 milioni. Questi i soldi che dovrebbero arrivare agli armatori con i fondi della Next Generation. L’associazione degli armatori è positiva: “Accogliendo le istanze di Assarmatori, il ministro insieme alla sua struttura tecnica ha individuato nella proposta condivisa con il ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani una delle chiavi strategiche per il rilancio del sistema Paese in una visione di modalità di trasporto integrata“. Insomma ci sono le risorse per gli armatori che si occupano di trasporto pubblico e di collegamento con le isole.

Stefano Messina: “Concentrare le risorse”

assarmatori
il presidente di Assarmatori Stefano Messina

Il rappresentante dell’associazione Stefano Messina ha ribadito: “La necessità di concentrare le risorse su quegli interventi che consentano al sistema logistico e al trasporto di compiere un vero salto di qualità nella direzione dell’efficienza e della sostenibilità“. Si punta a rinnovare la flotta, ci sono navi varate decenni fa, per “migliorare le performance ambientali“, e “innescare una positiva reazione a catena in termini di occupazione e produzione industriale“.

Banchine elettriche: serve un coordinamento

tanto fumo dai caminiIl presidente Messina ha sottolineato la necessità di un coordinamento degli interventi pubblici dedicati all’elettrificazione delle banchine portuali e “l’adeguamento tecnico delle navi che a quelle banchine faranno sistematicamente scalo, con ovvio riferimento ai servizi di traghetti per le isole e alle Autostrade del Mare“.  Sul fronte elettrico la Grimaldi che sta dotando di potenti batterie i suoi traghetti che così in porto sono in modalità “zero emission” 8leggi qui).

E ora i traghetti 100% elettrici per le tratte brevi

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Quello che manca sono  finanziamenti  specifici e dedicati per traghetti completamente elettrici. Mezzi che possono garantire il servizio pubblico in diverse tratte minori ma frequentate da milioni di persone. Pensiamo allo Stretto di Messina (leggi qui) alla gran parte delle piccole isole italiane.

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2 COMMENTI

    • Caro Claudio diciamo che la priorità è cambiare al propulsione ai traghetti, poi in questo caso con soli 30 minuti di navigazione e con tutta la gestione dei passeggeri e delle auto non è per niente semplice. Sicuramente più avanti con sistemi di ricarica a terra può essere tutto più facile e immediato. Oggi sarebbe già buono avere delle infrastrutture di ricarica in prossimità dell’imbarco.

      Discorso completamente diverso è per i traghetti a lunga percorrenza dove la navigazione dura diverse ore. E su questo abbiamo scritto indicando pure i “buoni” e i “cattivi”, legga pure e saluti https://www.vaielettrico.it/ricarica-in-traghetto-un-lettore-scrive-agli-armatori-zero-servizio/

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