Rapporti sempre tesi tra Stellantis e il governo Meloni. Il n.1 del grande gruppo automobilistico, Carlos Tavares, lamenta il ritardato varo dei nuovi incentivi.

Rapporti sempre tesi: gli incentivi non arrivano e Tavares sbuffa…
Tra Stellantis e governo Meloni è in corso una partita a scacchi che non promette nulla di buono. Il ministro Adolfo Urso già a fine 2023 aveva promesso l’arrivo di incentivi molto più sostanziosi per l’elettrico, salvo poi tenere tutto congelato. Con l’effetto di bloccare un mercato in cui tutti aspettano i nuovi bonus.
Per di più il governo continua ad agitare lo spettro dell’arrivo di un costruttore cinese di auto elettriche. E Tavares non ha gradito: “Noi stiamo investendo pesantemente nella mobilità pulita in Italia, ma all’inizio di questo processo la produzione è più costosa”, ha detto al Sole 24 Ore. “I sussidi necessari per l’acquisto da parte dei consumatori italiani di auto elettriche che produciamo in Italia sono stati annunciati molte volte. Ma ancora non sono stati ancora implementati. In questo modo noi perdiamo l’occasione di produrre più veicoli elettrici in Italia. Il Governo italiano dovrebbe aiutare i consumatori italiani perché le auto elettriche costano di più di quelle a combustione interna. E il mercato italiano, per la sua specificità, va aiutato più di altri“.

L’arrivo di un costruttore cinese? “Semplice assemblaggio…”
C’è poi la questione dell’arrivo di un costruttore cinese, su cui Tavares smorza facili ottimismi: “Un produttore cinese assemblerebbe auto utilizzando fornitori cinesi”, ha tagliato corto il n.1 di Stellantis. Facendo capire chi qui si parlerebbe di una fabbrica di semplice assemblaggio, con un indotto inesistente.
Insomma, in Italia tutto sembra complicato, mentre in giro per il mondo Stellantis annuncia accordi con governi e autorità locali. Da ultima un’intesa è stata siglata con la California Air Resources Board (CARB), l’agenzia per la tutela della qualità dell’aria. Stellantis si è impegnata ad aumentare l’offerta nel mercato dell’elettrificazione. Promuovendo iniziative per informare clienti e concessionari statunitensi sui vantaggi dell’elettrico.
L’accordo prevede la collaborazione con Veloz, leader nella promozione di progetti di sensibilizzazione sui veicoli elettrici. Così come la fornitura di BEV a prezzi ridotti per le organizzazioni che operano a favore di comunità svantaggiate. Inoltre, è stato ribadito l’impegno a erogare ulteriori 10 milioni di dollari per l’installazione di colonnine pubbliche.
- Tesla ci “nasconde” le colonnine? Facciamo chiarezza su un caso controverso nel NUOVO VIDEO di Paolo Mariano
Non è semplicemente che abbiamo costruito un bel mondo dove gli interessi e la potenza di una multinazionale sono maggiori di quelli di uno stato di medie dimensioni, indipendentemente dal governo che ha. Certo il nostro in questo momento non aiuta molto il paese in generale.
https://www.stellantis.com/it/news/comunicati-stampa/2024/febbraio/risultati-dell-esercizio-2023
“I ricavi netti sono cresciuti del 6% su base annua, raggiungendo 189,5 miliardi di euro. L’utile netto è aumentato dell’11% a 18,6 miliardi di euro.”
Ripetiamolo insieme: 18 miliardi di euro di utile netto.
Possono benissimo abbassare i prezzi di vendita senza che il governo debba regolare loro un singolo euro.
Perfettamente ragione ma lo stato deve smettere di dire cretinate che bloccano il mercato gli incentivi, per i quali sono contrario, o li metti o non li metti ma se si promette una cosa si fa subito non si lasciano in attesa migliaia di possibili acquirenti in attesa.
Lo scopo di questo governo non è mettere o non mettere gli incentivi, é frenare/bloccare in tutti i modi le immatricolazioni di auto elettriche.
Se hanno 18 miliardi di untile netto … se li terranno stretti…
Dovranno assicurare una munifica remunerazione agli azionisti, per evitare che ritengano magari più interessante spostare i loro soldi dall’automotive al settore I.A. o la robotica …. che promette lauti guadagni .
Dovranno continuare a mettere a bilancio ampi budget di investimento R&D in tutti i comparti: batterie, motori+inverter, OBC + SW e altri gestionali dei dati cliente (con cui lucrare tramite analisi, abbonamenti, etc
(alle Banche è stato concesso di mettere i loro ricchissimi extra-profitti al riparo da imposizioni – annunciate – purché incrementassero le “riserve di sicurezza”).
Dovranno soprattutto contenere i loro prezzi sui vari mercati esattamente paragonabili a quello dei vari competitors (europei, americani o asiatici) … il primo che si mette a fare sconti (Tesla ??) costringe tutti gli altri a fare lo stesso, rinunciando a nuovi utili (e relativi compensi CEO & C.) e magari causa pure un calo del titolo in Borsa…
Non illudiamoci … per quanto riescano a guadagnare … ai clienti sconteranno solo il minimo necessario … e finché poi avremo governi che concedono finti “incentivi al cliente” (in realtà con le tasse di tutti ci paghiamo gli sconti a pochi) non cambierà nulla.
Solo quando anche l’automobile elettrica avrà raggiunto la necessaria “maturità tecnologica e produttiva” (costante livello di costi, automazione etc) avremo prodotti dal prezzo stabile e con uno “spread” uniforme.
Esatto Luca.
E per la serie Anche i ricchi piangono andiamo a vedere i miliardi di utile di enel… che poverina non può abbassare i prezzi delle ricariche pubbliche…
18 miliardi di utile e 6,5 mln di veicoli venduti, possono abbassare il prezzo mediamente di 2 mila euro a veicolo, non di più, andrebbero in perdita. Insomma niente di eclatante, poca roba rispetto ai 6/13 mila euro di eventuali incentivi ..
interessante come conto, non ci avevo pensato; però mi vengono in mente dei fattori aggiuntivi che modificano le conclusioni:
>> il bilancio fotografa il 2023, la situazione in un anno è cambiata
i componenti per le auto elettriche sono scesi parecchio di costo (varie migliaia di euro su ogni bev, tra batterie scese a picco; ma anche motori, inverter, pompe di calore, caricatori, etc, ormai affinati nella produzione, fornitori, logistica europea, per me non li “stapagano” più di sicuro, devono costare meno di un motore termico, cambio, filtri scrarico, etc
>> nel 2023 il fatturato è al 96% (?) vendita ICE + PHEV, e al 4% (?) BEV, e poi il margine non e detto sia lo stesso su ICE e BEV
se sulle ICE compatte da 18k hanno effettivamente 2800e di margine (comprese spese concessionari, investimenti, assistenza, etc), e le ICE sono il grosso del venduto, ottieni circa questo margine anche facendo la media con il rimanente 4% del venduto (BEV), ma non ti da informazioni su quale sia il margine sul modello equivalente BEV, che sui listini attuali sta a circa 36k
>> da ignorante non so se fidarmi che il bilancio così come riassunto, formalmente corretto, non sia ingannevole, es. aver computato nell’anno investimenti per altri anni o altre forme di spesa che abbassano gli utili netti (come si cerca di fare di solito, anche rispettando la legge)
>> ricordo alcuni segnali afine 2023, sembrava che stavano iniziando a fare promozioni e sconti, e che se necessario, cioè in caso di arrivo di concorrenti agguerriti anche nelle compatte/utiliatrie, fossero pronti a calare il listino delle BEV
poi sono stati annunciati questi incentivi..va da sè, spariti gli sconti e anziché scendere di 3000-4000e, alcui listini 2024 sono lievitati di altrettanto
mi affascina un problema di algebra (o di economia?)
premessa, quanto costerà la batteria da 22 kwh di una Twingo Elettrica? 2000e? però in Cina.. e spedita o fabbricata qui da noi? o se i nostri brand le pagano più care dai fornitori koreani, anche se prodotte in europa? diciamo 3000e? stesso prezzo ceh se ne compro una io e pago e spese del corriere per 160 kg?
bho.. può essere.. le specifiche.. la garanzia.. antani per tre., etc
ma esageriamo.. diciamo che a trattare il prezzo dei fornitori avevano mandato Urso, per questo ora c’è maretta, oppure che queste piccole batterie sono però fatte a mano una per una da castori albini ammaestrati con tantissimo affetto impagabile.. 4000e .. teniamo questo riferimento
la twingo termica costa 15k di listino, poi scontata un poco in concessionaria
ecco mi sfugge come mettendo un power train più semplice, elettrico, e aggiungendo il costo della batteria, si arriva a 23k di listino
..anche con le compatte Stellantis, 18k le versioni termiche, aggiungendo 54 kwh di batteria (in questo caso a volte il fornitore è cinese) si arriva a 33-36k… stesso problema di algebra con le BEV medie di VW
sbaglio qualche riporto nei conti..non riesco a risolvere.. uhm..
Ed ecco nuovamente Stellantis a spingere sugli incentivi, così il rientro degli investimenti avviene mantenendo elevati i prezzi e rifacendosi sulla fiscalità generale anziché producendo prodotti validi ad un prezzo competitivo che conquistano il mercato e battono la concorrenza.
Purtroppo è così che stanno facendo in Francia e Stellantis vuole la stessa cosa in Italia. Per i prodotti, in realtà, Stellantis è quella più attiva, in ogni settore di mercato e che sta portando la C3 elettrica con un prezzo di partenza accettabile.
Purtroppo noi “spettatori” vediamo solo il “teatrino dei pupi” che esibiscono pubblicamente…
Sarebbe bello essere una mosca 🪰 e posarsi sulle loro spalle.. nelle segrete stanze dove avvengono i veri colloqui..
Le dichiarazioni dei CEO devono necessariamente tenere conto delle reazioni in Borsa ,📈 📉 .. non tutti possono permettersi “sparate” stile Elon Musk…
Il ministro e gli altri componenti del governo devono tenere conto dell’ approssimarsi delle elezioni europee (oltre a quelle in Italia)… devono salvare “la faccia” (volevo scrivere altro. .. )
Ad ogni modo… prima.o poi ognuno dovrà “scoprire le carte” 🃏…
Semplice, tra gli affetti del governo i petrolieri vengono prima dei car maker.
A me pare che sia necessario difendere di più l’industria italiana. Finché c’era solo Fiat il baricentro progettuale ed ingegneristico del gruppo era in Italia, con la pseudo fusione (forse sarebbe meglio definirla acquisizione mascherata) il baricentro si è spostato in Francia. Nel nostro Paese sono rimaste solo alcune piccole produzioni, nel settore auto in fase di ulteriore riduzione (va meglio per veicoli commerciali ed industriali).
Occorre poi sottolineare che Stellantis (e tutti i grandi gruppi auto) negli utlimi anni hanno distribuito generosi dividendi ai propri azionisti.
Sorge quindi la domanda: perché incentivare sempre i soliti, peraltro già ricchi di loro e che hanno deciso di spostare quasi tutto fuori dai nostri confini?
Da ultimo: in queste settimane di attesa degli incentivi tutti i produttori stanno proponendo sconti a ripetizione, il che significa che c’è spazio per riduzioni dei prezzi. E non ci raccontino che la Panda entry level deve costare ben più di 15K euro quando pre covid la proponevano a 11kEuro o meno.
Tra gli affetti di Stellantis i ricchi dividendi ai Francesi e agli Elkann vengono prima degli Italiani. Tanto la cassa integrazione la paghiamo noi e loro producono in Polonia, Serbia, Marocco e Turchia..