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Batterie delle moto elettriche Zero, second life domestica

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Quello relativo alla gestione, in chiave ecosostenibile, della raccolta e del riciclo delle batterie, anche a bordo delle moto elettriche, è un tema che sta imponendosi in parallelo alla diffusione progressiva di una proposta di mobilità zero emissioni.

Conscia delle possibili ricadute a livello ambientale di un approccio scorretto, Zero Motorcycles – azienda di punta globale produttrice di sole due ruote a trazione alternativa – ha da poco annunciato la sottoscrizione di una partnership con la piattaforma europea Reneos, puntando su un know how sinora unico a livello continentale.

Una collaborazione che, per bocca dei diretti interessati, costituisce un valido esempio, tracciando la via, per il superamento della criticità in questione (aumento della produzione di batterie), del ricorso a una rete territoriale che contiene in sé un’elevata competenza.

L’expertise di Reneos nel riciclo delle batterie delle moto elettriche

Le batterie delle moto elettriche – usurate, ma anche danneggiate – sono stoccate e movimentate in tutta sicurezza ricorrendo alle società locali aderenti. Linee guide europee e legislazione nazionale in tema di trasporto di merci pericolose sono i due riferimenti normativi adottati dalle aziende impegnate.

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«Una batteria come le nostre, da 14,4 kWh, anche se decade del 10% dopo dieci anni, ne mantiene sempre 12 e può quindi essere utilizzata altrimenti – ha sottolineato, a Vaielettrico, Umberto Uccelli, Vice President and Managing Director area EMEA di Zero Motorcycles -. Sono tanti gli utilizzi possibili per una ‘seconda vita’. Un progetto tedesco prevede, ad esempio, il riciclo delle batterie di auto e moto come accumulatore domestico collegato ai pannelli solari».

E-mobility e due ruote, l’approccio in Italia

Uccelli ha quindi posto l’accento sulle specificità di un mercato, quello italiano delle moto, che è uno dei più importanti al mondo. Si può dire che la storia della moto italiana, insieme con quella del Regno Unito, sia di fatto una storia globale, per numero di marchi e sopravvivenza degli stessi.

La tradizione delle due ruote è molto forte da noi, ha sempre fatto parte del nostro DNA. Si tratta tuttavia di un mercato abbastanza tradizionalista rispetto ad altre piazze commerciali.

«In passato si è guardato alle nuove tecnologie e alle soluzioni di trasporto legate all’elettrico con più diffidenza – ha rimarcato il Vice President and Managing Director area EMEA di Zero Motorcycles -, di qui il nostro ritardo come paese. Acuito da altri fattori, come l’interesse a livello statale e delle istituzioni, superiore altrove e da noi arrivato solo più avanti, per soluzioni di trasporto alternative, con impatto ambientale inferiore. O la disponibilità di incentivi, introdotti abbastanza in là con il tempo e alquanto macchinosi».

L’auspicio è che questo distacco sia recuperato ampiamente, anche sul piano culturale, così da riportare l’Italia in linea con il resto d’Europa e farle abbandonare la casella di fanalino di coda.

Zero Motorcycles, un percorso di crescita

Da par suo, intanto, l’azienda californiana, con quartier generale europeo in Olanda, accelera. «Puntiamo sull’Italia, dove stiamo per rafforzare la nostra presenza – ha ripreso Uccelli -. La rete commerciale dell’azienda è in via di sviluppo. Siamo già in zone importanti: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, la Sicilia, il Triveneto. Siamo però ancora lontani dall’avere una copertura completa e forte».

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Una condizione comune ad aziende giovani, con meno di vent’anni di vita (Zero Motorcycles esiste da tredici), che necessitano di un tempo fisiologico di crescita. Tanto più che l’obiettivo dichiarato, nel momento di nomina di un nuovo concessionario, è quello di instaurare un rapporto di lungo periodo, forti anche del fatto che le dimensioni contenute non richiedono grossi investimenti.

Moto elettriche, scelta alternativa alla prova

Tra le richieste ai dealer da parte del produttore figura la presenza di almeno due moto demo a disposizione degli interessati a un test drive.

«Abbiamo sempre puntato sui test drive – ha chiarito Umberto Uccelli -. Mezz’ora in sella stimola molto di più di qualsiasi tipo di discorso. Provare una delle nostre moto elettriche significa innamorarsene: è molto divertente, ha tanta coppia (accelerazione), ti dà adrenalina. La sensazione di silenzio ti fa sentire come se ti spostassi in barca a vela. Vi si aggiunga la facilità d’uso, molto intuitiva. Si ha subito la sensazione di conoscere il mezzo e di esserne padroni“.

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L’eccessiva confidenza potrebbe tuttavia generare una situazione di pericolo. Di qui l’invito alla prudenza, considerate le particolarità della trazione che libera subito tutta la potenza.

Due ruote a batteria, le barriere: (1) il prezzo

I clienti – reali o potenziali – di Zero Motorcycles orientano le proprie richieste principalmente su tre piani, corrispondenti ad altrettanti criteri in grado di rallentare/bloccare la scelta di una moto elettrica, allontanando quanti sono più legati a un modello con alimentazione tradizionale.

Si parte dal prezzo che va rapportato non al listino, ma al costo di utilizzo (TCO – Total Cost of Ownership). Vanno infatti considerati, tra gli altri, i costi di manutenzione, le agevolazioni su assicurazione, bollo, parcheggi, ingresso in città, e gli incentivi.

«Certo, se ci ferma al solo prezzo di listino, il nostro è magari uguale o un po’ più caro rispetto a tanti modelli – ha rimarcato Uccelli -. Tenuto però conto che non vendiamo moto economiche, le nostre sono addirittura più convenienti rispetto alla maggior parte di quelle tradizionali di prestigio sul mercato grazie al miglior rapporto qualità-prezzo».

Due ruote a batteria, le barriere: (2) l’autonomia e (3) il tempo di ricarica

Altre criticità sottolineate dai consumatori riguardano l’autonomia e il tempo di sosta per la ricarica. «L’utilizzo medio delle nostre moto è di 15/16 km per gli spostamenti casa-lavoro e di 150/160 km nel corso del fine settimana – ha soggiunto Uccelli -. L’autonomia appare da sempre allineata alle esigenze dei nostri clienti: si possono infatti percorrere fino a 300 km nel weekend in caso di carica al massimo e di andamento lento o, comunque, in tutta tranquillità, 200 km».

Quanto allo stato della rete infrastrutturale. Uccelli ha ricordato la presenza di soluzioni per la ricarica delle moto elettriche nei parcheggi di sempre più attività ricettive. La disponibilità di una batteria aggiuntiva e di una soluzione per il fast charge si pongono entrambe nella direzione di consentire spostamenti quanto più rilassati.

«In Italia ci sono tanti fornitori di energia che stanno investendo nelle reti di ricarica – ha concluso Uccelli -, a riprova che la strada è tracciata e che tutte le case costruttrici hanno deciso per l’elettrico».

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