Home Auto Quel miliardo e otto che FCA-Fiat pagherà a Tesla…

Quel miliardo e otto che FCA-Fiat pagherà a Tesla…

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La Fiat Centoventi, prototipo di una futura auto elettrica.

Sta suscitando scalpore la notizia che la cifra che FCA-Fiat pagherà a Tesla per acquistare “crediti verdi” sarà di 1,8 miliardi. Evitando così le multe della UE. Secondo l’agenzia Bloomberg (qui l’articolo, per accelerare il suo ingresso nel mercato delle auto elettriche FCA starebbe considerando di stringere un accordo con il Gruppo PSA (Peugeot-Citroen-Opel) per una “super-piattaforma” comune. L’ad Jack Manley, alla domanda su un effettivo interesse per un’intesa con i francesi, ha risposto in termini positivi: <Absolutely>. Con PSA il Gruppo FCA-Fiat condivide già il grande stabilimento di Atessa, in Abruzzo, per la produzione di veicoli commerciali come il Ducato, il Boxer e il Jumper.

Una montagna di “crediti verdi”          

Era stato il Financial Times ad aprile a rivelare (qui il nostro articolo) che il gruppo italo-americano e l’azienda di Elon Musk si erano accordati per un’insolita transizione. L’accordo risaliva a febbraio e partiva dalla constatazione che FCA non avrebbe mai centrato i limiti fissati dall’Unione Europea ai costruttori per le emissioni di CO2 della loro gamma di veicoli. Ovvero 95 grammi/km di media, contro i 120,5 che il sistema dell’automotive registrava a fine 2018, secondo la società specializzata Jato Dynamics.

Mike Manley, il manager inglese che guida FCA Group: ha detto che non è Fiat-Chrysler in ritardo sull’elettrico, sono gli altri ad essere troppo in anticipo.

Mission impossible per un costruttore come Fiat-Chrysler che è ancora lontana dall’elettrificare la sua gamma. Mentre la Tesla, che produce solo elettriche a emissioni zero, è addirittura in credito. Sempre secondo il Financial Times (che cita dichiarazioni dell’ad di FCA, Mike Manley, qui), FCA nel 2020 acquisterà da Tesla crediti per  l’80% del suo “debito verde“. Per poi scendere al 15% nel 2021, anno in cui saranno sul mercato le prime elettriche (tra cui la nuova 500) e ibride plug-in (tra cui la Jeep Renegade).

Prodi e “il piano inclinato dell’auto italiana”

Tra i tanti commenti, uno particolarmente allarmato è venuto da Romano Prodi, con un editoriale sul Messaggero dal titolo “Il piano inclinato dell’auto italiana”. Un articolo in cui l’ex premier lamenta anche la scarsità di risorse che il Gruppo FCA-Fiat mette a disposizione per finanziare la costosa transizione verso l’auto elettrica.

Romano Prodi

Visto anche che buona parte delle risorse incassate dalla vendita della Magneti Marelli è andato agli azionisti, piuttosto che agli investimenti. E ammonendo anche sul rischio che l’Italia resti fuori dai grandi progetti sulla produzione di batterie per le auto elettriche. Questo dopo che l’Unione Europea ha approvato  gli aiuti che i governi di Francia e Germania hanno accordato a due consorzi che costruiranno nuove fabbriche e impianti sperimentali. Un rischio che ormai è una certezza e che noi di Vaielettrico.it abbiamo più volte denunciato (qui l’ultimo articolo).

 

 

 

 

 

 

 

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3 COMMENTI

  1. se leggete le multe che dovranno pagare psa 5 miliardi o vw 9miliardi ad esempio, fca ha fatto un affarone (risparmia circa il 60%, senza dover progettare e vendere oggi una scatoletta da 30mila euro che non comprerà nessuno)

    poi è da vedere se gli altri le multe le pagheranno davvero. a far proclami è facile, incassare è diverso.

  2. A mio avviso FCA verrà venduta al mio miglior offerente. Non assume, non investe, piuottosto incentiva gli operai ad andare in pre pensionamento con la NASPI per cui Mirafiori fiore dell’occhiello della produzione automobilistica sarà destinata a chiudere i battenti entro pochi anni. La FCA non ha rinnovato il parco vetture la 500 è NATA NEL 2007 !!! dopo solo pochissime vetture Giulietta, Jeep Renegate, FCA Tipo. La Panda anche se rinnovata più volte da quanto tempo è sul mercato ?. A mio avviso bastava mettere in produzione una vettura tipo la SMART elettrica e la FCA sarebbe stata sul mercato. Altro che declino qui le prospeettive sono queele di sparire dal mercato. Troppi errori di programmazione.

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