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Quattroruote: troppe colonnine scollegate o usurpate

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Milano, via della Moscova: una Lancia Y nello stallo di ricarica A2A (foto: Quattroruote).

Quattroruote con l’inchiesta pubblicata nel numero di giugno colpisce nel segno. Documentando che troppe colonnine sono scollegate o occupate da abusivi.quattroruote

Quattroruote: una fotografia  del caos di Roma e degli abusivi nelle ricariche di Milano

Il servizio si intitola “La solitudine della colonnina” e dimostra quanto anche noi diciamo da tempo. Il problema non è tanto nel numero delle colonnine, ma nella reale disponibilità di quelle che ci sono. Il mensile ha il merito di documentare la situazione con decine di immagini, alcune delle quali sono riprodotte in questo articolo. Centinaia di colonnine installate e mai attivate a Roma, per una burocrazia cieca che trova sempre un cavillo per non scomodare chi di dovere. E decine di punti di ricarica a Milano occupati da auto a benzina o gasolio, i cui proprietari hanno deciso di parcheggiare in spregio a regole ed educazione.

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Ancora Milano, via Ludovico di Breme: una vecchia Panda nell’area riservata alla ricarica (con tanto di cartello).

Addirittura nell’articolo, firmato da Emilio Deleidi e Cosimo Murianni, si parla di un 50% di stalli occupati abusivamente in quella che sarebbe “la capitale morale” d’Italia”. Questo solo per parlare delle due città più importanti del Paese, ma sappiamo che in provincia spesso le cose non vanno meglio.

C’è anche una mappa delle ricariche “più a rischio”

Il caso di Milano, la città in cui si vendono più auto elettriche in Italia, è surreale: “Siamo arrivati al punto in cui gli habitué dell’elettrico si sono costruiti una sorta di mappa dei punti maggiormente a rischio di occupazione abusiva. In certe ore del giorno, per esempio, la zona del Palazzo di Giustizia è off-limits, perché c’è un’invasione di Suv plug-in neppure collegati alle colonnine“. Quattoruote segnala che la Polizia Municipale, quando viene allertata, si reca sul posto con grande ritardo, quando lo fa.

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Ancora Milano, stazione Rogoredo: un’auto a benzina proprio davanti alla ricarica. Qui i segnali sono due.

A subire i danni della maleducazione non sono solo gli automobilisti che si devono arrangiare altrove, nonostante che sulle app quelle colonnine risultino libere.  Ma anche le aziende che hanno investito decine di migliaia di euro per l’installazione di impianti che non erogano alcun servizio. Come se qualcuno parcheggiasse negli spazi in cui si fa rifornimento di benzina o gasolio. Sul sito il mensile ha creato uno spazio “SOS colonnine” per raccogliere segnalazioni di colonnine inservibili per i motivi di cui sopra. In modo da sollecitare chi di dovere a intervenire.

 

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6 COMMENTI

  1. Se vedo strisce bianche senza altre indicazioni orizzontali (e il cartello verticale NON serve a niente), io parcheggio.

  2. Mi vengono in mente gli incivili che parcheggiano senza titolo nei posti dedicati ai portatori di handicap :-((

  3. Lungi dal voler difendere un comportamento poco ortodosso, ma nelle due foto il cartello secondo me non è abbastanza chiaro, oltretutto nella prima (con la panda) addirittura la colonnina è sprovvista dei cavi di ricarica! Sarebbe secondo me molto più semplice e chiaro disegnare l’auto con la spina direttamente sul posto auto e/o tingerlo di verde; un po’ come quello per portatori di handicap. Se lo facessero sarebbe più intuitivo capire che li non si può posteggiare rispetto ad un cartello (spesso comunque solo per furbizia) che può non venir visto.

    • Le colonnine sono normalmente sprovviste di cavi, tranne quelle “fast”. Al di là del posto riservato alle auto elettriche, bisognerebbe sempre assicurarsi del posto occupato per evitare multe (disco orario, posto riservato a specifiche categorie, ecc..)
      Poi sono d’accordo che una segnaletica orizzontale più visto bile sarebbe l’ideale

  4. Una storia infinita: gli italiani vanno puniti nel portafogli con multe salatissime.
    L’unico deterrente efficace(a parte le bastonate,ancora più efficaci ma poco rispettose del nauseante”politicamente corretto”).

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