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Quanto poco può costare viaggiare in elettrico (1)

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I display della Mercedes EQA del nostro lettore, con i dati su consumo, navigazione ecc.
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quanto poco può costareQuanto poco può costare viaggiare in elettrico. Dario, un lettore ticinese, condivide con noi la cronaca di un week-end in Engadina con la Mercedes EQA. Certo, l’energia in Svizzera costa meno, e Dario ne produce anche col fotovoltaico, ma i dati di consumo e spesa sono comunque interessanti.

quanto poco può costare
Una montagna di neve al Col de Julier, 2.284 metri.

Quanto poco può costare…./ A Sankt Moritz con la EQA

di Dario Oberti

“Dopo il week-end in Trentino di due settimane fa, questo fine settimana siamo stati a Sankt Moritz. Partenza da Mendrisio con batteria (caricata con energia prodotta dal nostro fotovoltaico) al 90% e 300 km di autonomia venerdì sera, temperatura +4°. Destinazione: Savognin, Canton Grigioni, per arrivarci circa 180 km (di cui 150 km di autostrada) e un passo alpino da valicare. Arriviamo con il 26% di batteria e 75 km di autonomia rimanente, temperatura – 2°. Ricarichiamo durante la notte nel parcheggio esterno di casa con una presa schuko da 3.3 kWh. Al mattino partenza per Sankt Moritz con auto pre riscaldata a 21°, batteria 83%, autonomia 230 km, temperatura – 6°.  Ci aspetta il passo dello Julier, 2.280 metri di quota, temperatura – 10° da fare andata e ritorno. Circa 100 km percorsi, di cui 50 km su strada innevata e devo dire che l’auto sulla neve è semplicemente eccezionale. Tornati a casa con 50% di batteria“.

Il confronto con la Skoda Octavia, l’auto precedente

Durante la notte ricarichiamo sempre con la nostra presa schuko, fino al 100%: autonomia 350 km.Nel pomeriggio partiamo destinazione casa, ma passando da Chiavenna e facendo la strada del lago di Como. Sono 200 km, tutta strada provinciale e batteria a destinazione 45% e 190 km di autonomia.Lunedì ricarica green e gratis grazie al sole. È una strada che percorriamo abbastanza spesso, questa è stata la prima volta con la Mercedes EQA. Nella tabella abbiamo riassunto quanto abbiamo speso e quanto ci sarebbe costato lo stesso viaggio con l’auto precedente, una Skoda Octavia. Dopo 4 mesi possiamo fare un primo bilancio estremamente positivo sia per quanto riguarda il passaggio all’elettrico. Ma soprattutto della Mercedes EQA, nonostante la stagione invernale e la riduzione di autonomia dovuta al freddo. L’ 80 % delle ricariche deriva dal fotovoltaico, il 10% da ricarica notturna a casa e il rimanente 10% da colonnine a pagamento.
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20 COMMENTI

  1. Sto osservando il mercato dell’elettrico da qualche mese. Attualmente ho una grossa monovolume 7 posti con alimentazione diesel che ha appena compiuto 11 anni di vita e veleggia attorno ai 175 mila km.
    Sono assolutamente sicuro che la mobilità del futuro prossima sarà elettrica e questa richiederà un notevole cambiamento nelle abitudini quotidiane degli automobilisti.
    C’è un però ovviamente. Ed è il classico però dei costi, inutile girarci attorno. Oggi, per avere una macchina BEV con le medesime caratteristiche di quella che ho adesso dovrei spendere non meno di 50 o 60 mila euro (non so con precisione quali case, a parte Tesla, producano ancora auto a 7 posti) considerando che sul mercato dell’usato non ce ne sono e non ce ne saranno per anni.
    Certo, potrei scendere di categoria e prendere un SUV compatto e lasciare due figli a piedi 😀 risparmiando così circa 15 mila euro. In ogni caso spenderei, rispetto ad un’auto a combustione, almeno 10 mila euro in più sul nuovo e una cifra spropositata rispetto ad un veicolo usato di qualche anno.
    Il consumo di carburante e le manutenzioni, considerando che anche le BEV non sono esenti da tagliandi e materiale di consumo (e non sono certo oli o liquidi di raffreddamento a pesare sui costi di manutenzione), se correlati ai km che quotidianamente faccio rendono l’ammortamento del maggior costo della vettura nettamente superiore al decennio.
    A questo devo necessariamente aggiungere il fatto che un’auto elettrica acquistata oggi si svaluterà rapidamente man mano che la tecnologia, specialmente quella riguardante le batterie, avanzerà.
    Per concludere, se i prezzi delle auto elettriche non si allineeranno (verso il basso) ai prezzi delle auto a combustione la vedo molto in salita.
    Grazie a tutti per il continuo dibattito in materia.

  2. Tutto bello e funziona, visto che tra viaggi, recensioni e uso quotidiano funziona…… ma si è ancora pochi. Con la carenza strutturale, pochi e male funzionanti a volte, con l’educazione da “italiano medio” ….. mi piacerebbe capire quanti disagi ci sarebbero se domani mattina metà andasse ad elettrico…..

    • Che senso ha dire “se domani mattina”? Faccia due calcoli e scoprirà che per sostituire metà del parco auto italiano ci vorrebbero dieci anni anche se da domani mattina venissero immatricolate solo auto elettriche. Quindi non mancherà il tempo per installare molte migliaia di banali colonnine

  3. Bene, ora ditemi, quanto costa la EQA ? E quanto l’Octavia RS ?
    Ovviamente confrontate anche le DOTAZIONI, perchè non vale prendere la EQA base se la confrontiamo col TOP della linea Octavia.

    La differenza quant’è ? Ve lo dico io…. la RS (versione col DSG, non badiamo a spese) viene 38k di listino (ocio, al lordo degli sconti), la EQA base (la Sport, che non ha tutte le figate che vantano tutti i recensori online) parte da 51k…. siamo già a 13k di differenza e non ho neanche messo UN optional alla Mercedes.
    Confronto ingiusto ? Quanto ci metto a consumare 10k di diesel ? 5 anni ? 8 anni ? Quanto vale la EQA dopo 8 anni (dove magari è già nata la 2a serie di EQA stessa rendendola obsoleta tecnologicamente ?) e l’Octavia ?

    Ah non parlatemi “costi di manutenzione”, perchè un diesel Skoda avrà tagliandi da 400e annuali AL MAX (e se hai il plan, per 4+4 anni li paghi meno di 2k in totale), bollo e assicurazione paragonabili alla Mercedes e durata nel tempo….beh, ci son motori TDI con 500k km che ancora camminano (e fuori garanzia, anche un danno devastante potrai farlo sistemare da Pino il meccanico di quartiere, in tempi CERTI).

    • Una volta gli ecologisti dicevano che l’auto che inquina di meno è quella che già hai. Oggi si concentrano solo sulle emissioni di CO² in Europa, come se l’inquinamento prodotto altrove, per farci emettere meno qui, sia fuori dall’equazione. Considerando anche che le nostre auto fuori legge continuano ad inquinare dietro l’angolo in qualche paese extra UE.

      • Quale inquinamento prodotto altrove?
        Allude all’estrazione del litio?
        Alle cave di metalli rari?
        Allude anche all’estrazione del petrolio con tutto l’inquinamento che si porta?
        Ha mai visto come funziona l’estrazione con il fracking che utilizzano negli USA?
        Oppure il procedimento per estrarlo dalle sabbie bituminose nordamericane?
        E quello per raffinarlo?
        Gli incentivi che sono stati dati, prevedevano la rottamazione, non la radiazione per esportazione.

        • Mi riferivo all’inquinamento prodotto per la produzione di un nuovo veicolo che è di gran lunga superiore a quello prodotto da un automobile a petrolio già circolante che viene utilizzata per per fare il solito casa/lavoro.
          Io sono tra quelli che pensano che l’elettrico sia il futuro di mobilità giusto, però vedo delle criticità:
          1) la tecnologia attuale delle batterie è già vecchia e mi sembra quantomeno verosimile che stiano frenando l’impiego delle nuove celle, con conseguente obsolescenza programmata del parco EV circolante;
          2) i costi attuali delle EV, coniugati ai vari shortage, e considerando che andranno ad aumentare, fanno si che molte persone non potranno mai permettersene una;
          3) una volta che le vetture termiche saranno bandite molte persone si troveranno senza la possibilità di muoversi in auto (e probabilmente è l’obbiettivo madre) con problemi sociali che lascio immaginare a chi legge, primo su tutti l’incompatibilità con il “90%” degli impieghi lavorativi attuali.
          L’elettrico così per come ci si prospetta equivale a chiedere ai meno abbienti di avere un impatto zero, ovvero andare a piedi. Perché non fanno un contributo inversamente proporzionale al reddito per l’acquisto di auto elettriche? Credo che in molti sostituirebbero i loro mezzi a nafta se ne potessero avere una elettrica in cambio ad un prezzo compatibile con le proprie finanze.

          • Ci sono auto di tutte le taglie, e c’è ne saranno di più, man mano che l’offerta aumenterà.
            Già da oggi si parte con la spring, la twingo, la e-up.
            E si prosegue con Zoe, corsa-e, e208, mokka, e-berlingo, i3, id3 e così via.
            Se si vuol fare, la possibilità c’è.
            Molti non lo fanno per paura.
            Tutto qua.

  4. Senza nulla levare all’auto, ai suoi tanti pro e al consumo che sicuramente è quello testimoniato da tante prove.

    L’auto, ricordiamolo, dichiara 426 km di autonomia in wltp.

    Notavo che durante la capatina a Saint Moritz l’auto parte con batteria all’83% (ricordo a tutti che si suggerisce sempre molto caldamente di evitare troppe ricariche sopra l’80% tranne che per le batterie lfp che però soffrono proprio il freddo). Con l’83% l’auto stima 230 km. E già questo fa riflettere. L’indovinometro ci prende in pieno perché i consumi reali poi ricalcano le previsioni (dopo 100 km circa l’autonomia arriva al 50% di batteria).

    Quindi col freddo intenso, Mercedes Eqa prezzo di partenza superiore a 51000 per la versione base: 83% di batteria, 230 km di autonomia (ripeto: col freddo intenso). Io mi porto a casa questo dato.

    • con la nissan evalia in queste setiimane, sempre stesso tragitto parto che indica 220 km con carica 100% ma poi il percorso superstrada -autostrada quindi padeale praticamente abbassato 130 (di più non fa) , econometro escluso altrimenti diventa più lento del pandino, arrivo che ha fumato il 70% della carica teorica (percorrenza 100 KM andata)
      messa in carica, la tolgo per il rientro sempre carica 100% però solitamente dato il tipo di carica diverso l’autonomia indicata è solitamente 200 km ma il risultato al rientro è sempre fumato il 70% di carica. rispetto a due mesi fa la perdita di autonomia è di circa 50 km

  5. Penso che continui a sfuggire ai più (detrattori) che tutti quelli che possiedono garage o posto fisso in condominio e possono o potranno ricaricare in casa, lo faranno sempre lì (tranne quando effettuano viaggi superiori all’autonomia, ovviamente), per cui non c’è la necessità di avere postazioni di ricarica per 40 milioni di futuri veicoli, ma solo per chi non ha alternative.

    Investendo sui parcheggi dei supermercati/cinema/etc. si coprirebbe già una parte di esigenze, ricariche a 22kWh, non fast, adatte ad una permanenza prolungata e non di transito veloce.

    Quello che manca ancora è una infrastruttura software condivisa che permetta senza tante app e complicazioni di attaccare il cavo (possibilmente fisso sulla colonnina) e basta, con addebito diretto (stile Tesla, per intendersi, dove non è richiesto nulla, nemmeno il cavo, tempo zero per attivare carica).
    Per fare questo si dovrebbe da subito imporre anche uno standard sul posizionamento della presa sul veicolo: posteriore sx o anteriore dx o viceversa, ma uguale per tutti, così che si possa parcheggiare in un senso o nell’altro e basti un cavo da 1 metro e poco più direttamente nella colonnina.

  6. Sono uno stra convinto della mobilità elettrica, tanto che ho una id3 iperfelice. Penso che l’elettrico sia attuale ora e vada bene per il 90% delle persone. Solo che la vera svolta sarà quando smetteremo di vedere la percentuale. E questo succederà con la batteria allo stato solido e una capilarità di colonnine pari alle pompe di benzina.

    • Oggi le stazioni di ricarica in Italia sono in numero praticamente identico alle pompe di benzina (anzi leggermente di più). Inoltre l’auto elettrica può caricarla ovunque ci sia una presa di corrente e già molte migliaia di box auto privati sono dotati di wall box. La fida è avere un rete di ricariche pubbliche dieci volte più capillare di quella dei carburanti fossili

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