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Quanto è verde l’energia verde? Armaroli vs Mariutti (e viceversa)

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Il Parco solare di Aurora, negli Stati Uniti di Enel Green Power
Training Academy Varta

Quanto è verde l’energia verde? La videointervista del professor Nicola Armaroli,  molto critica nei confronti di un articolo firmato da Enrico Mariutti per Econopoly de Il Sole 24 Ore,  ha suscitato la replica risentita e altrettanto brusca di quest’ultimo. E’ comparsa tra i commenti di queste pagine, ma la riproponiamo per chi l’avesse persa. E oggi ci arriva la risposta di Nicola Armaroli. Le pubblichiamo entrambe qui di seguito. Aggiungiamo che l’intervento di Armaroli è stato commentato da una sessantina di nostri lettori, a conferma dell’interesse sollevato dal dibattito.  E su Twitter anche dall’Amministratore delegato di Enel Francesco Starace.

armaroli

Perciò proponiamo ad entrambi i protagonisti un contronto un steaming nel quale possano argomentare di persona le rispettive tesi.

Ci scrive Enrico Mariutti

Il dott. Nicola Armaroli dice un sacco di falsità.
1) il tempo di ritorno energetico di un pannello fotovoltaico è di pochi anni se si conta solo il silicio. Ma non mi pare che un impianto fotovoltaico sia fatto solo di wafer di silicio. Se contiamo calcestruzzo, acciaio, alluminio, rame e via dicendo l’EROEI (Energy Return on Energy Investment) è NEGATIVO. E rimarrà di poco sopra 1:1 per molti decenni.
2) il problema delle risorse correlato con i pannelli solari non è l’argento (anche se la Banca Mondiale stima che avremo bisogno di una quantità di argento superiore alle riserve mondiali), il problema principale sono l’indio, il telluluro e altre terre rare.
3) “possiamo decuplicare la produzione di litio”. Peccato che per elettrificare la flotta globale di veicoli servano batterie per 200.000 GWh, a cui si aggiungono batterie per altri 100.000 GWh per l’energy storage. Quindi parliamo di moltiplicare per migliaia di volte la produzione attuale e no, il litio non basta.
4) “la cattura diretta è una tecnologia che non esiste”. Infatti da 3 anni Carbon Engineering con il suo impianto cattura le mosche . Il ciclo industriale è stato pubblicato su Joule, sister journal di Cell, ed è stato revisionato dalla NASEM, l’Accademia delle Scienze USA. Morale: Carbon Engineering cattura la CO2 a 94 dollari la tonnellata, senza provocare terremoti e senza provocare disastri ambientali, al contrario delle miniere di litio o di rame. L’Accademia delle Scienze britannica, di cui mi pare che il dott. Armaroli sia socio, prevede che entro il secolo la cattura diretta sarà un business da 10.000 miliardi di dollari e l’economia mondiale sarà una Carbon Economy, visto che con con il carbonio ci si può fare praticamente qualunque cosa.
5) io capisco che siano temi divisivi, capisco che ci possano essere idiosincrasie caratteriali o punti di vista molto diversi ma nessuna tematica è così importante da far passare in secondo piano la correttezza. Io non rivolgo mai, mai, attacchi personali e invece ricevo mensilmente palate di insulti, attacchi diffamatori e persino minacce di morte da fanatici integralisti. Fanatici integralisti aizzati da esperti con il vizio della “retorica incendiaria” come il dott. Armaroli. Mi sono stancato, ho già querelato Sylvie Coyaud e ora querelerò il dott. Armaroli. Non è possibile discutere di un argomento serio e complesso come l’AGW in questa maniera.

Uscito oggi come addendum, qui trovate tutte le fonti ai dati brevemente riassunti in questo intervento.

https://www.econopoly.ilsole24ore.com/2020/12/22/rinnovabili-rivoluzione-verde-risposte/

Botta e risposta anche con Vaielettrico

Alla nostra risposta (“Lasciamo al professor Armaroli il compito di risponderle nel merito. Ma la minaccia di querela, signor Mariutti, la qualifica da sè. Dimostra arroganza e scarse conoscenze giuridiche”) Mariutti ha aggiunto:

Non minaccio proprio niente e ho parlato preventivamente con l’avvocato. Purtroppo accusare una persona di sparare palle e prendere in giro la gente in Italia è reato, si chiama diffamazione. Permetto quotidianamente questi vezzi a Marco777452 o Gaia-bio-veg-nat sui social ma non posso certo permetterlo a un dirigente del CNR, perché ciascuno ha la sua reputazione da difendere. Trovo anche singolare ospitare un attacco ad personam senza contraddittorio, mi pare si definisca macchina del fango ma magari mi sbaglio.

Ed ecco la replica di Nicola Armaroli

Premetto che mi rendo conto di essermi scaldato durante l’intervista, perché questi temi mi appassionano. Le chiedo scusa se il mio tono le è apparso sopra le righe e ha urtato la sua sensibilità.

Il mio problema è che sono stanco di sentire opinioni prive di base scientifica solida che guadagnano una risonanza enorme sui media. Io e altri colleghi facciamo una fatica ciclopica per provare a fare un’informazione scientificamente solida, ma basta pochissimo per distruggere il nostro paziente e spesso oscuro lavoro. È molto frustrante: il mio tono accalorato rifletteva questa frustrazione.

Non era certamente mia intenzione mettere in discussione la sua buona fede. Le sue affermazioni sulla fattibilità del sequestro della CO2 sono evidentemente dettate dalla mancanza di basi chimiche, fisiche e termodinamiche al problema. Non è mia intenzione fargliene una colpa visto che, se ho capito bene, lei è laureato in storia.

Lei scrive quanto segue nel suo pezzo sul blog del Sole 24 Ore:

“Un caso esemplare: la cattura diretta in atmosfera (della CO2 n.d.r.). La cattura diretta è una tecnologia dall’apparenza pionieristica, ma in realtà molto semplice, che permette di separare l’anidride carbonica dall’aria. Niente di fantascientifico, esistono decine di impianti pilota perfettamente funzionanti in tutto il mondo.”

L’idea che io possa essere querelato per aver detto che è falso sostenere che sia oggi possibile sequestrare la CO2 in modo tecnicamente ed economicamente sensato sulla scala che sarebbe necessario è fuori dal mondo. Le faccio presente che si tratta di un fatto semplicemente ovvio per chiunque abbia un minimo di conoscenza tecnico-scientifica in campo energetico. Provi piuttosto a immaginare quante persone, prive degli strumenti necessari per discernere, hanno creduto – leggendo il suo pezzo apparso con l’etichetta di un autorevole quotidiano nazionale – che possiamo già farlo oggi. Qual è il danno prodotto, utilizzando un mezzo così potente come la rete? Su questo credo si potrebbe aprire un dibattito.

Il fatto che esistano impianti prototipo che studiano il sequestro e la cattura della CO2, non significa nulla di rilevante dal punto di vista industriale. Nel mio laboratorio abbiamo vari prototipi, ma onestà intellettuale richiede che non si vada in giro a raccontare – sulla base di un prototipo – che abbiamo messo a punto nuovi pannelli solari o dispositivi fotosintetici artificiali in grado di risolvere subito il problema energetico (guardi la mia precedente videointervista con Degli Esposti), magari per ottenere più fondi per portare avanti i nostri studi.

Nel suo commento sostiene che un pannello FV ha un EROI negativo. Guardi, non controbatto nemmeno perché davvero non ne vale la pena. È una affermazione destituita di qualsiasi fondamento. Del resto lei sostiene che il problema delle risorse correlato ai pannelli solari riguarda “l’indio, il telluluro (sarebbe magari il tellurio, ma pazienza) e altre terre rare”. Guardi che nei pannelli FV al silicio (95% del mercato mondiale) questi materiali, semplicemente, non ci sono. Non aggiungo altro.

Riguardo al fatto che io dica falsità, per difendermi mi trovo costretto a fare una cosa che detesto: qui può leggere il mio CV e le occasioni in cui ho detto o scritto falsità scientifiche su riviste internazionali, libri, università, aziende, centri di ricerca in tutto il mondo.

Augurandole Buon Natale, spero un giorno di avere occasione di incontrarla di persona per esporre in maniera ancora più chiara le mie idee.

Armaroli e Mariutti, rivediamoci in streaming

Cogliendo come spunto l’ultima frase di Nicola Armaroli, rilanciamo ad entrambi la proposta di un dibattito “all’americana”, con tempi definiti e uguali per entrambi i protagonisti di questa appassionante contesa scientifica. Ed eventualmente riservando uno spazio per le domande del pubblico. Che ne dite? Non trovate che potrebbe essere un modo interessante per impegnare un’ora di lock down natalizio?

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48 COMMENTI

  1. Anch’io sono abituato, come altri che hanno scritto, a valutare le fonti prima di dar credito alle persone. Non perché io sia un tecnocrate, ma perché essendomi laureato in una facoltà scientifica, sono abituato a scrivere e leggere citando le fonti e verificandole. Questo è un punto di partenza imprescindibile per poter parlare di qualcosa. Ho fatto sempre così nell’attività professionale, nelle commissioni ambientali provinciali e regionali alle quali ho partecipato ecc… Fermo restando che alcune scoperte sono state fatte per caso non necessariamente da persone del settore, e che i ricercatori del settore possono talvolta essere ingabbiati in pregiudizi che mancano a chi del settore non è.
    In ogni caso, io da biologo, posso discutere di ambiente (cioè sono credibile su questo tema), di cellule, di piante e posso esprimere una opinione (niente di più) nel campo della storia medievale, che invece mi par di capire sia il campo del citato Cardini. Così, mi par di capire, per Mariutti. Perciò mi vien da dire che quantomeno la bilancia della credibilità pesa di più dalla parte di Armaroli. Se c’è la buona fede (e non intendo metterla in dubbio perché non conosco le persone coinvolte), allora direi che il criterio da considerare sia quello della sostenibilità e della possibilità di cambiare le cose che – credo – sia evidente a tutti che così non possono continuare. Come spiega bene Armaroli, se un’automobile produce CO2 pari a 20 volte il suo peso usando il termico, è evidente che con 8 miliardi di persone su questo pianeta, la cosa non regge. Perciò va cercato un altro sistema, e quello delle rinnovabili è l’unico (in linea teorica di certo, e credo anche in pratica) che regga.

    • Concordo pienamente con lei. Se le interessa, domani, sabato 2 gennaio, alle 18, Armaroli e Mariutti dibatteranno di questi temi in diretta streaming sui nostri social (Facebook e Youtube)

      • Grazie, conto di esserci.
        Tra l’altro, da botanico, riferendomi al discorso sul sistema sequestro della CO2 di cui parla Armaroli al min 13:30, faccio presente che questo sistema esiste, è perfettamente naturale, economico, non impattante, basato sull’energia solare senza bisogno di strumenti artificiali. Si chiama fotosintesi. Se l’uomo cominciasse a non considerarsi Deo (per dirla con Yuval Noah Harari) potrebbe copiare dalla natura e sarebbe meglio.

  2. La tecnica del fotovoltaico ha ormai alle spalle diversi anni di applicazioni in tutto il mondo. Abbiamo quindi una messe di dati storici e di progressi tecnologici (eliminazione continua degli elementi pericolosi e/o costosi). Con tutto ciò – o grazie a tutto ciò – la realizzazione di impianti fotovoltaici progredisce ovunque e stabilisce nuovi record di potenza (Cina e addirittura Paesi Arabi grandi produttori petroliferi). Stanno tutti sbagliando?

  3. Penso che un confronto, anche se “all’americana”, tra un chimico e uno storico sulla validità o meno di tecnologie energetiche sia davvero poco interessante, roba da reti Mediaset nella fascia pomeridiana.
    Potrebbe avere più senso un dibattito fra il prof. Armaroli e qualche altro scienziato, magari un autore di studi sui quali sono basate le idee del dott. Mariutti.

  4. Trovo inutile e dannoso un confronto all’americana su questi argomenti, anche per la reputazione di Vaielettrico. Sono questioni troppo importanti e complesse per risolversi in una chiaccherata di un’ora. Finirà che si citeranno studi su studi di università varie e riviste scientifiche senza che lo spettatore abbia il tempo, non dico di verificarle, ma anche solo di soppesarne l’autorevolezza ed alla fine chi aveva le idee vaghe prima non avrà risolto un bel nulla. Il formarsi delle idee in questo campo richiede anni di attenzione e curiosità. Io le mie convinzione le ho maturate in 40 anni di letture su riviste cartacee prima e web poi e non sarà un litigio in video a farmi cambiare idea.
    Mi basta la recensione di Ocasapiens per capire i termini del dibattito: https://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2019/09/27/un-ricercatore-impressionante/

  5. Enrico Mariutti dovrebbe documentarsi meglio prima di scrivere certe falsita’.
    Andrebbe semplicemente ignorato.
    Saluti,

    Osvaldo

  6. Per prima cosa Auguri di Buon Natale alla Redazione di Vai elettrico e a tutti i lettori. Io sono un progettista di impianti elettrici e fotovoltaici e sono convinto che per quanto riguarda il futuro dovremmo tutti impegnarci per contrastare i cambiamenti climatici migliorando l’efficienza energetica (per esempio utilizzando veicoli elettrici ed ibridi) e sfrttando le fonti rinnovabili per quanto possibile. Io utilizzo una vettura elettrica che ricarico prevalentemente dalle colonnine installate a Milano da A2A che forniscono energia certificata 100 % da fonti rinnovabili (presumo in particolare
    idroelettrico). Per quanto riguarda gli impianti fotovoltaici ci tengo a precisare che i prezzi sono molto diminuiti negli ultimi 2 anni e che

    molti miei client industriali li stanno facendo installare sui loro tetti senza nessun sussidio statale, ma semplicemente per autoconsumare l’energia prodotta risparmiando in bolletta. I tempi di ammortamento economico dell’investimento sono dell’ordine di circa 8 anni. Per quanto riguarda la sostenibilità della rete pubblica in futuro, con una maggiore percentuale di energia prodotta da fonti rinnovabili NON programmabili come fotovoltaico ed eolico, si dovranno realizzare necessariamente Smart Grid, sistemi di accumulo, idrogeno verde, sistemi di ricarica V2G che daranno origine a nuovi posti di lavoro qualificati.

  7. Sono un vecchio ingegnere nucleare in pensione, non mi intendo abbastanza di rinnovabili per appoggiare o confutare nessuna tesi. Mi pongo però delle domande. Perché le rinnovabili hanno bisogno sussidi pubblici per svilupparsi? Come si risolve il problema dell’intermittenza delle rinnovabili senza l’uso di combustibili tradizionali? Si è sicuri che le rinnovabili, senza il ricorso al nucleare, riusciranno a darci tutta l’energia che ci serva a prezzi accessibili?

    • Buon Natale, ingegnere.

      Potremo rispondere a questa domanda solo provandoci.

      Mi piacerebbe avere dei pareri nel solare termodinamico, funzionante anche durante la notte, dove, cito da Wikipedia: “Nel 2008, il fisico italiano Carlo Rubbia ha stimato che un ipotetico quadrato di specchi di 40 000 km² (200 km per ogni lato) basterebbe per sostituire tutta l’energia derivata dal petrolio prodotta oggi nel mondo, mentre per alimentare un terzo dell’Italia bastava un’area che producesse la potenza di 15 centrali nucleari: vasta, in pratica, quanto all’area circoscritta dal Grande Raccordo Anulare”.

      Questa del solare termodinamico è una delle domande che rivolgerei al Prof. Armaroli.

      Sul nucleare, a prescindere dalla fusione e da ITER, mi ha colpito Kilopower o KRUSTY – Kilopower Reactor Using Stirling Technology, un motore Stirling della NASA già utilizzato da qualche anno.
      Kilopower, semplificando, è un minireattore che usa il calore per azionare un motore Stirling che può far girare un alternatore o le ruote di un veicolo.
      La reazione può anche essere modulata con dei servomotori, in base alla profondità di inserimento delle barre di uranio.
      Le barre sono molto piccole, simili a delle matite, schermate nell’apposita protezione non risultano radioattive.
      Sulla temperatura di esercizio, la NASA evidenzia che è minore di quella di un tipico motore a combustione interna, e ci si aspetta una durata di esercizio di 15 anni. Lo scopo ovviamente è quello di usare reattori simili per sonde e su Marte per veicoli e per la base, ma una volta perfezionato, nulla vieta (affrontando il problema radioattività) di poterlo usare anche altrove.

    • Perché le rinnovabili hanno bisogno sussidi pubblici per svilupparsi? Come si risolve il problema dell’intermittenza delle rinnovabili senza l’uso di combustibili tradizionali? Si è sicuri che le rinnovabili, senza il ricorso al nucleare, riusciranno a darci tutta l’energia che ci serva a prezzi accessibili?
      ———-

      ingegnere, se crede ed ha un pò di tempo a disposizione potrebbe impiegarlo leggendo questo report del team di Tony Seba
      https://www.rethinkx.com/energy

      • Caro Luca, apprezzo il suo impegno nel citare le ragioni della buone scienza suggerendo letture di approfondimento. Mi permetto solo di aggiungere che anche VaiElettrico, in tre anni di vita, ha affrontato questi argomenti decine e decine di volte. Ci farebbe piacere che ogni tanto se ne ricordasse.

        • scrivo qui (anche se di rado, non servo, bastate voi) perché apprezzo l’opera divulgatoria che portate avanti. ho riportato questo studio recente su casi concreti perché le tecnologie e i relativi costi sono costantemente in evoluzione e la richiesta dell’ingegnere Pulici verteva soprattutto su sussidi e costi, purtroppo non esiste uno studio valido decenni, ogni tanto è il caso di aggiornare quanto esposto in precedenza alla situazione attuale
          cordiali saluti

          • Si può tuttavia dire che ad oggi in svariate parti del mondo il solare FV e l’eolico onshore sono gia le fonti con Lcoe più basso, a livello di installazioni utility. Tanto che i gas peaker rischiano tutti di essere stranded asset nel giro di pochissimo. Stati come Australia e California stanno inoltre investendo sullaccumulo (da batteria, risulta) nell’ordine di MW, con ritorno sullinvestimento nell’ordine delle decine di mesi, non anni.
            Se poi le rinnovabili possano entrare anche nel baseload, è ancora da vedere e qui la discussione diventa molto più lunga.
            Anche l’eolico offshore ha prezzi che crollano. Non mi stupirei che in 5 anni fosse più economico che bruciare carbone.
            E infine, parecchie fonti citano gli innumerevoli aiuti alle fonti fossili. Quindi per un serio confronto, andrebbero considerati anche questi

  8. Auguri di serene feste a tutti. In questo pomeriggio mentre tanti stanno riposando vorrei rispondere in merito al punto 1 (eroei negativo e rimarrà 1:1 per molti decenni) con preghiera al signor Mariutti di leggere quanto segue
    Non cito gli studi pubblicati, ce ne sono tanti incluso meta, ed anche vecchi e strani. C’è sempre appiglio per i pretesti. Ad esempio potrei valurare la capacità di elaborazione di cuiabbiamo bisogno oggi mediante unità Commodore 64, ma non sarebbe corretto
    In alternativa propongo un piccolo esercizio che tutti possono seguire
    Il mio piccopo impianto pv male esposto, da 6.2 KWp, ha prodoto 62MWH in 9 anni, senza degrado in efficienza. Diamogli 25 anni di vita utile (ma è un limite arbitrario, può funzionare oltre), con una riduzione nella sua seconda metà che esagerando stimiamo a 80%, ossia una perdita di produzione graduale a partire dalla sua semivita che raggiunge il 20% di perdita ai 25 anni: in totale a 25 anni la produzione stimata sarà 163 MWH, 26.3 MWH per 1KWp
    Con l’ipotesi (non verificata) di eroei 1, cioè nessun guadagno, occorre ammettere che esiste un costo di 26.3 MWH per ogni KWp i stallato nel mondo. Possiamo verificare?
    Le conversioni ci dicono che 1MWH corrisponde a 0.61 barili di petrolio (1 TOE = 12 MWH; 1 TOE = 7.33 barrels oil)
    Quindi 1KWp dovrebbe essere costato l’equivalente di 16 barili di petrolio (26.3 MWH moltiplicato 0.61)
    Secondo la IEA, nel 2019 si sono installati globalmente 108 milioni di KWp
    Se l’ipotesi del signor Mariutti è corretta, nel 2019 abbiamo speso 1728 milioni di barili di petrolio (108 milioni moltiplicato 16) ossia 4.7 mbd milioni di barili al giorno per la produzione dei 108 GWp di pv
    Signor Mariutti, le risulta da qualche rapporto (IEA oppure BP per esempio) che il mondo abbia sostenuto un così alto consumo per un settore tanto piccolo come il pv?

  9. L’indice H, o indice di Hirsch (a volte, in inglese, H-index), è un criterio per quantificare la prolificità e l’impatto scientifico di un autore, in una parola la sua AUTOREVOLEZZA.
    Esso si basa sia sul numero delle pubblicazioni, sia sul numero di citazioni ricevute.
    Non sono riuscito a reperire informazioni in merito riguardo al dott. Mariutti; al contrario di quelle sul dott. Armaroli sono copiose.
    A dire il vero del primo non mi è chiaro nemmeno il percorso accademico.
    Qualcuno può aiutarmi ?

  10. Accetto la proposta e, contestualmente, rinuncio a procedere per via legali nei confronti del dott. Armaroli. Vorrei però beneficiare di un intervento bonus iniziale, perché sono in credito di una risposta, e vorrei evitare di trovarmi 2/3 contro 1.
    Nel frattempo, vi segnalo che uno dei più grandi intellettuali italiani viventi, Franco Cardini, ha ripreso il mio intervento sul suo blog, introducendolo così:

    Il saggio che segue è un buon antidoto contro i troppo facili entusiasmi sui quali convergono sia molti militanti di estrema sinistra (cattolici e no), sia anche una sparuta pattuglia anticonformista di quella che gli altri definiscono “estrema destra” e che talora si autodefinisce ancora e nonostante tutto così. Giusto guardare al disastro ambientale e planetario come a uno degli esiti del turbocapitalismo e della dittatura della “banda di Davos” sul mondo, ma anche molti argomenti degli oppositori di quello e di questa rischiano di far quello che decenni fa già segnalava il vecchio Bertolt Brecht: coloro (e sono tanti…) che marciano contro il nemico senza accorgersi che il nemico marcia (anche) alla loro testa.

    https://www.francocardini.it/minima-cardiniana-306-4/

    • Nella mia ormai lunga esperienza professionale ho avuto la fortuna di conoscere personalmente il professor Franco Cardini, prestigiosa firma del Quotidiano Nazionale ai tempi in cui io ero caporedattore centrale di quella testata. Lo considero uno dei più brillanti storici europei e un intellettuale dall’ampia visione. Non mi stupisco, quindi, che dal suo intervento abbia tratto spunto per sottolineare uno dei tanti, possibili, paradossi della storia. Altro discorso, dottor Mariutti, è però accreditare le sue tesi nel merito scientifico. Di questo ci piacerebbe discutere nel contraddittorio con il professor Armaroli che le abbiamo proposto e che lei si dice disposto ad accettare. Ringraziandola per questo, rimandiamo a un contatto privato gli accordi sulle modalità dell’evento. A presto e buon Natale

      • Mah, trovo curioso questo continuo riferimento al merito scientifico. Nei miei due interventi io ho postato una trentina di fonti scientifiche di primo livello: Nature, Science, PNAS, Energy Strategy Reviews, i rapporti dell’Accademia delle Scienze europea, di quella americana e di quella inglese, i dati della Banca Mondiale. Il prof. Armaroli non ha fatto riferimento a una singola fonte scientifica. Quindi, per il momento, non vedo quali sarebbero le critiche nel “merito scientifico” avanzate dal professore. Ricambio gli auguri e rimango in attesa del contatto.

        • Ho fatto riferimento al merito scientifico in relazione alla citazione di Franco Cardini, che ovviamente parla da storico e quindi prende per buone tutte le sue valutazioni senza discuterle. Armaroli contesta fondamentalmente due cose: la fattibilità della cattura della CO2 su scala planetaria e la sostanziale differenza fra un’economia lineare, come è quella degli idrocarburi, e una circolare come quella delle rinnovabili. Ciò detto, spetta a voi entrare nel merito, richiamando tutte le fonti del caso.

  11. sono d’accordo al 110% con Vittorio Milani, lasciamo perdere il confronto con un convinto …….. terrapiattista
    Nicola Armaroli deve confrontarsi con persone dello stesso valore scentifico e intelletuale, non mischiamo cani e porci …..

  12. The Rumble in The Jungle
    Comunque vada, la querelle o supposta tale, tra queste due intelligenze di estremo riguardo coinvolgerebbe tutti. Per tutti non intendo solo la piccola ma grande comunità di VaiElettrico.
    L’unico rischio che s’inizi qui con arbitro il Dott. Tedeschini e si vada avanti da Corrado Formigli passando da Giovanni Floris per approdare infine da Sigfrido Ranucci a Report.
    Un dibattito tra questi due personalmente mi ricorda l’incontro tra George Foreman e Muhammad Ali, solo che qui impari qualcosa.
    Armaroli lo conosciamo e non solo per averlo letto, Mariutti lo stiamo scoprendo leggendolo e vorrei conoscerlo anche on air, oltre che di persona.
    Se poi si potessero porre le stesse domande in question time sarebbe veramente il top.
    Ovviamente, Degli Esposti oltre a formulare le domande deve fare il moderatore.
    Non vedo l’ora di assaporare questo confronto di opposte intellighenzie.

    • Alberto, la proposta è fatta. Nicola Armaroli ha già dato il suo OK. Aspettiamo una risposta da Mariutti…

      • Buon natale Massimo, ho sempre interpretato il Vostro lavoro come: “VaiElettrico perchè…” e mai: “VaiElettrico a tutti i costi”.
        Questa è l’onestà intellettuale che Vi contraddistingue da sempre, nonostante tutte le critiche a cui prestate il fianco quando parlate di idrogeno verde e di fuell cell, di rinnovabili, di batterie ai nanotubi di carbonio, ai nanodiamanti, di superconduttori a temperatura ambiente, di supercapacitor, di tutte quelle tecnologie che tutti vorremmo avessero concretezza piuttosto che restare dichiarazioni di principi.
        Le new entry Paolo Mariano e Matteo Di Lallo hanno contribuito ulteriormente, mentre l’Armaroli lo inserirei in tutti i programmi scolastici partendo dalla terza media.
        Ma ciò che più vale è l’attenzione e lo spazio che riservate verso la libertà di opinione e di espressione, senza condannare chi, per la propria opinione diversa dalle altre cerca uno spazio per diffonderla e subito gli offrite spazio.
        La critica, quella costruttiva perchè fondata su ragioni logiche, deve sempre avere il suo ruolo, quello di protagonista.
        Andate avanti così. Ritengo non ci sia modo migliore per proseguire il Vostro impegno.
        Buon anno su “VaiElettrico perchè…” a tutti.

        • Grazie Alberto. Mettendomi nei panni di un lettore, direi che anche tu fai parte a pieno titolo del valore aggiunto di VaiElettrico. Anche se purtroppo il tuo immenso patrimonio di conoscenze si manifesta solo qui fra i commenti. Se posso esprimere un augurio per VaiElettrico, è che tu possa figurare fra le new entry 2021… E comunque grazie di essere in qualche modo nella nostra squadra. Buon anno di cuore

  13. Sul “telluluro” forse Mariutti si riferiva a questo composto chimico usato nei pannelli a film sottile “(da wikipedia)”:

    … Tellururo di cadmio (CdTe): sono i pannelli a film sottile più economici e col più basso rendimento termodinamico. A maggio 2011, il Consiglio d’Europa ha confermato che non esiste alcun divieto di produzione o installazione di questi pannelli, allo scopo di rispettare gli obiettivi prefissati in termini di energie rinnovabili ed efficienza energetica; contestualmente, data la sua documentata tossicità, ha inserito il cadmio nella lista dei materiali vietati nelle produzioni elettriche o elettroniche. Il divieto di utilizzo nella produzione di celle fotovoltaiche parte dal 2013 (modifica alla Direttiva: Restriction of Hazardous Substances Directive del 24 novembre 2010)…

    • Marcus, il telleruro di cadmio è un composto chimico mentre il tellurio è un elemento della tavola periodica. È la differenza che c’è tra una parola e le lettere dell’alfabeto. Essere precisi nella ricerca e nella sua divulgazione è fondamentale.

  14. Io lascerai cadere la cosa, e spero che il Prof. Armaroli sia della stessa idea. Un dibattito all’americana su un argomento scientifico può essere interessante se ci sono due scienziati con due posizioni scientifiche a confronto e non è questo il caso dove di scienziati ne vedo uno solo. Certo, il confronto tra i due scatenerebbe la passione delle folle che vogliono il sangue ma alla fine non sarebbe un buon servizio per la divulgazione scientifica di qualità, il rischio della rissa a base del “lei dice menzogne! – no, è lei che dice menzogne! ” è dietro l’angolo. Non è mettendo a confronto diretto l’astrofisico premio Nobel con il terrapiattista che si risolve il problema della buona e corretta informazione scientifica. Due considerazioni: il prof. Armaroli, oltre che uno scienziato di primissimo livello, è un ottimo comunicatore e spero di risentirlo spesso in questa sede e magari su altri media nazionali a grande diffusione popolare, perché questo paese ha più che mai bisogno di crescere in cultura scientifica. Secondo: sono sempre più sconcertato nel vedere come testate nazionali di grande rilevanza e presunta autorevolezza non si preoccupino di selezionare come si dovrebbe gli autori di temi scientifici, e questo di cui stiamo parlando purtroppo non è un caso isolato. Spesso, leggendo certe cose, casco dalla sedia, poi leggo il CV del presunto esperto e mi spiego tutto.

    • Sono d’accordo in parte. Questa è un’agorà, non un convegno scientifico, e il Prof è un ottimo divulgatore, come la controparte. Vista in quest’ottica la cosa mi sembra interessante, sempre se ben moderata (non ho dubbi) e direi che i rischi di bagarre non ci siano, non stiamo parlando di politici…..

      • la politica c’entra eccome o per lei le lobby non esistono ?
        Gardini era arrivato a “comprare” tutti i partiti ,Romiti non era da meno ..

        non vorrà credere che i media e la divulgazione scientifica non subiscano pressioni economiche e di carriera come la politica ?

        come si spiega “personaggi televisivi” come il prof. Franco Battaglia ?

        possano pubblicare roba come questa
        https://www.nicolaporro.it/lutopia-dellauto-elettrica/

        che letto da chiunque usi un’auto elettrica ..
        lo farebbero scompisciare dalle risate , pensando :
        ma cos’è Battagia ; un comico ?
        e Porro è un conduttore di cabaret ?

        no purtroppo uno è un “giornalista”
        l’altro “insegna” chimica “ambientale” .

        a questo punto si capisce perchè in Italia si legge poco ;sempre meno ..
        se a scrivere è gente così ..
        Viva l’ignoranza

      • Un confronto dove, tanto per iniziare, uno dei dei due ha detto che sta provvedendo a querelare l’altro non nascerebbe comunque sotto i migliori auspici… Comunque vedremo.

        • Vittorio, abbiamo moderato match ben più scabrosi in altre stagioni della nostra vita giornalistica, Armaroli e Mariutti (cito in stretto ordine alfabetico) sono persone perbene.

        • Alla luce dell’ultimo post del dottor Mariutti mi pare che l’ipotesi della querela sia decaduta. Stiamo cercando di organizzare il dibattito in streamong: state pronti perchè sarà molto interessante.

          • Bene, non vediamo l’ora. Indicativamente quando?
            A noi importa approfondire e posizioni diverse ci possono far riflettere. Quindi ben venga se vi sarà un incontro del genere, che magari potrà restare su YouTube e altre piattaforme e essere recuperato più volte anche da noi.
            Peraltro a me piacerebbe se ci fossero dei dibattiti anche su temi difficili come il riciclo delle batterie, le analisi LCA, l’utilizzo dell’idrogeno che tanto ha tenuto banco anche qua. Non so se sia possibile, ma credo sarebbero seguitissimo.

  15. MI sembra che la replica di Armaroli sia ben solida e possa ridurre a più miti consigli Mariutti. Ma il tema esiste ed è intrigante. Appoggio l’idea di un confronto sul web, invocato dallo stesso Mariutti.

  16. Il confronto, il dibattito che scaturisce da queste contrapposizioni è importante, fondamentale, è un valore aggiunto per chi segue questi temi.

    Sul dualismo auto elettrica e tetto fotovoltaico domestico con wallbox nel garage, modello di approvvigionamento energetico ambito per conseguire quell’indipendenza energetica che tanti vorrebbero, mi sono sempre chiesto, oltre agli obblighi di legge per lo smaltimento come recuperare le terre rare impiegate nel drogaggio.
    Questo perché le terre rare sono fondamentali non solo nel fotovoltaico, ma anche nella produzione di magneti permanenti, di componenti dei televisori, di telefoni cellulari e molto altro ancora.
    Logica la preoccupazione sull’esaurimento delle terre rare in un’economia ancora prevalentemente lineare dove l’approvvigionamento mondiale di terre rare sono un regime monopolistico cinese dalle concessioni minerarie all’estrazione e produzione di questi minerali indispensabili in questa economia.
    Per cui è fondamentale poter recuperare in modo efficiente, a fine vita, le terre rare impiegate nel fotovoltaico. È su questo aspetto che devono convergere obbligatoriamente tutte le ricerche di soluzioni efficaci ed efficienti per recuperare le terre rare.
    Perché purtroppo, la carenza delle terre rare rischia di diventare il freno della green economy, questo afferma un report del Joint Research Center della Commissione europea, particolarmente per 5 metalli (indio, gallio, tellurio, neodimio e disprosio) che presenteranno problemi di approvvigionamento mettendo a rischio il settore fotovoltaico.
    Per quanto riguarda l’Energy Return on Investment, il ritorno energetico sull’investimento economico del fotovoltaico è paradigmatico il caso svizzero ticinese.
    Il cantone più meridionale della Svizzera ha adottato il fotovoltaico fin dagli albori ed oggi abbiamo dei riferimenti temporali sull’EROI e sul decadimento delle prestazioni che conforterebbero chiunque.
    Impianti fotovoltaici in silicio monocristallino che risalgono al 1982, installati ad opera di un gruppo di ricercatori che ancora funzionano efficientemente.
    https://www.swissinfo.ch/ita/come-invecchia-il-fotovoltaico-pannelli-solari-svizzera/45116672

    Alla SUPSI Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana da anni ricercano nuovi modi per integrare il fotovoltaico nell’involucro degli edifici per consentire a tutti coloro che dispongono di un appartamento condominiale di avere una quota di energia autoprodotta con il fotovoltaico.
    I nostri cugini confederati proseguono da anni questa ricerca rappresentata presso il Centro svizzero di competenza BiPV e sono sempre più frequenti le famiglie che investono sui propri tetti fotovoltaici solo per mero tornaconto economico, paragonando l’apporto energetico fotovoltaico ad un investimento finanziario con tasso annuale del 3%.
    http://www.bipv.ch/index.php/it/
    https://www.tvsvizzera.it/tvs/produzione-elettrica_energia-solare-in-svizzera–grande-potenziale-ma-poco-sfruttato/44997604

  17. A mio avviso al frutto del sudato, lavoro del Professor Armaroli bisognerebbe dare più visibilità magari facendolo scrivere su testate nazionali di primaria importanza, in televisione o altro.
    Un sito (seppur encomiabile) come Vaielettrico è un po poco.

    • Invece sui media nazionali ci scrive di energia e clima Mariutti, che poi mette nelle edicole di tutta Italia libri pieni di assurdità. Armaroli invece è alla terza edizione di “Energia per l’astronave terra” scritto con il prof. Vincenzo Balzani grande chimico dell’università di Bologna, e quest’anno ha scritto “Emergenza energia, non abbiamo più tempo”

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