Quanto è indietro l’Italia nel passare all’elettrico lo certifica l’Indice 2023 di Leaseplan: retrocediamo dal 14° al 16° posto tra i 22 Paesi europei considerati.
Quanto è indietro l’Italia: passiamo dal 14° al 16° posto
L’Europa (ma non l’Italia) è più pronta che mai per la transizione all’elettrico, con miglioramenti significativi in tutto il continente. È la conclusione principale dell’Indice di preparazione ai veicoli elettrici 2023 di LeasePlan. L’Indice si basa su tre fattori: maturità del mercato, maturità dell’infrastruttura di ricarica e costo totale di proprietà (TCO) delle auto a batteria. Contrariamente a quel che molti pensano, non sono le colonnine a mancare da noi: Leaseplan certifica che la rete migliora rapidamente. Dove andiamo molto male è nella maturità del mercato verso l’elettrico e soprattutto nel Total Cost of ownership, il costo complessivo di acquisto e mantenimento. Anche per tariffe di ricarica decisamente più care. “Ora è essenziale che anche l’Italia si allinei a questo trend“, commenta Alberto Viano, n.1 di Leaseplan, “Mantenendo alta la pressione su governo e amministrazioni locali, affinché garantiscano una solida infrastruttura di ricarica per tenersi al passo con la domanda“.
Da noi costa troppo acquistarla e mantenerla
I risultati principali dell’Indice 2023 sono quattro: 1) La preparazione ai veicoli elettrici complessiva aumenta del 12% (72 punti) nell’insieme dei paesi oggetto del sondaggio. Evidenziando un miglioramento generale nella maturità per gli EV in tutta Europa. 2) La maturità del mercato è aumentata del 19% (42 punti) e ciò riflette il miglioramento complessivo della penetrazione degli EV nei paesi europei. 3) L’infrastruttura di ricarica è considerevolmente migliorata, + 43% (45 punti) in tutta Europa. Sarà essenziale che i governi locali, nazionali ed europei investano nella ricarica, per garantire che la disponibilità resti al passo con la crescente domanda. 4) I veicoli elettrici continuino a essere più convenienti rispetto alle alternative con motore a combustione interna nella maggior parte dei paesi. Ma la convenienza del TCO è leggermente diminuita -6%, 14 punti. Principalmente per la crescita dei prezzi dell’energia nel 2022.
- “Basta, l’auto elettrica mi costa troppo, la vendo”. La video-provocazione di Paolo Mariano
Con il mio lavoro sono a contatto con molte persone, e vi garantisco che almeno il 30/40% di questi soggetti non ha la possibilità di comprare auto nuove pari alle sconto che tesla ha fatto poco tempo fa!!!……figuriamoci comprare una panda nuova….per non parlare di EV.
Quindi, il 60-70% ha la possibilità di comprare un’auto elettrica nuova. Come mai lo fa solo il 3,1%?
Perché fare solo 250km in autostrada e fermarsi poi mezz’ora ed oltre per ricaricare rompe le scatole come parcheggiare sotto il palazzo di casa e non avere possibilità di ricaricare o trovare il posto colonnina occupato. Con le pompe tradizionali tutta questa attesa non esiste! Oltre al costo d’acquisto anche in presenza di sconti/incentivi è economicamente non conveniente.
Diventeremo i “cubani” d’Europa con le nostre vecchie carrette che attireranno flotte di turisti curiosi di vedere come si guidavano le macchine nel passato, poi non illudiamoci, se aumenteranno le vendite delle EV troveranno il modo di tassarle.. è matematico!!
Questo articolo ed il precedente sulle vendite a rilento delle BEV, con le PHEV che si vendono leggermente meglio, indicano, secondo me, due cose.
La prima, la più importante, è che “la moltitudine” in Italia non ha i soldi, e le BEV sono carissime. Anzi, tutto è carissimo, pure il pane! E quello che ti danno con una mano te lo riprendono con l’altra. Ed i più giovani, magari i più disponibili a discorsi ecologici, o se ne vanno dal paese se ne hanno le capacità, o vanno a costituire il precariato più infelice: se non hai un lavoro serio, non metti su casa, non fai figli e, men che meno, compri la BEV.
La seconda, la più pericolosa, è che se si comperano più PHEV che BEV (ormai la differenza di prezzo è minima, se c’è) indica che, anche chi ha i soldi, continua a non fidarsi delle elettriche.
E questo è un preoccupante orientamento culturale.
Ed è certo che l’orientamento “al vecchio” dei politici che ora guidano il paese, con le ovvie conseguenze anche nelle azioni di incentivo e nelle informazioni, unito ad una situazione internazionale che ha seriamente minato il risparmio nella gestione (ed anche se c’è stato ad Aprile il ritorno a tre anni fa nelle tariffe elettriche, il recente aumento del gas crea nuove aspettative negative), non aiutano gli italiani al “passaggio”.
Perdurando queste situazioni, la vedo difficile…
Comunque, abbiamo un governo che “punta” ad Ungheria e Polonia: la prima l’abbiamo raggiunta e superata (verso il basso), ora ci si indirizza verso la seconda (buona ultima).
Riusciranno i nostri eroi nell’intento neo-medievale?
Ai “poster” l’ardua sentenza.
che strana cosa non me lo sarei mai immaginato di solito siamo sempre al primo posto nelle classifiche.
Gira i fogli delle altre classifiche e vedrai che tutto torna. Erano solo alla rovescia
Eccola la spiegazione all’eccezione! Era un anno e passa che mi arrovellavo sul perché del successo delle elettriche in Portogallo! Perché mentre in tutti i paesi con salari bassi le elettriche vengono snobbate (Italia, Spagna, Grecia e tanti paesi con salari da fame con il nostro) il Portogallo invece era un’isola felice dove per anni l’elettrica più venduta era la Peugeot 208, neanche la Dacia Spring. E la risposta ora c’è: in tutta Europa il Portogallo, con le sue politiche, ha reso il TCO superconviente, rispetto all’Italia conviene quasi il doppio (punteggio di 15 vs 9).
Il fatto che l’unica eccezione alla regola, il Portogallo, ha ora finalmente una spiegazione logico-razionale solida conferma quindi in pieno la regola: il tasso di adozione è direttamente proporzionale al reddito pro-capite! Ma lo si vede anche dalla classifica dove in basso regnano gli stati con salari da fame. Non è un caso che l’auto più acquistata in Europa è la Tesla Model Y mentre da noi sono le solite utilitarie a benzina e sempre da noi si allunga l’eta media delle auto a oltre 12 anni e mezzo quindi con un fine vita che arriva a oltre 25 anni!
Dimostrata dati alla mano la tesi, allora è chiaro perché in Italia non si passa all’auto elettrica: l’inflazione galoppa, il governo non vuole che i salari aumentino (ufficialmente per non far aumentare l’inflazione …), le famiglie diventano sempre più povere e del doman non c’è certezza. La vendita di auto elettriche, un po’ come la spesa alimentare, diventa un “indice” dello stato di salute e ricchezza dell’Italia: quando la vendita aumenta economicamente stiamo meglio, quando cala stiamo peggio. Chiaro che l’auto elettrica sarà adottata dagli italiani quando i prezzi saranno compatibili con le loro tasche.
Enzo se consideri che l indice istat ad aprile è dell 8.3 % ma nella realtà negli alimentari siamo al + 12.5 e nell energetico generale siamo a +17.8 ma ciò non viene rilevato dall istat perché ad esempio sugli alimentari gli indici di valenza sono due anni che sono rivisti a ribasso per non comunicare la vera inflazione…diciamo che l auto elettrica per i comuni mortali è una chimera
Già, e nel frattempo l’Europa ha annunciato che ha stretto di nuovo i cordoni della borsa, tornano i falchi. Nel frattempo aumentano i tassi di interesse non solo sulla rata del mutuo ma anche sulle rate di acquisto delle auto nuove [ https://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2023/05/04/codacons-dall-aumento-dei-tassi-stangata-sui-mutui-variabili_3cdd6f2b-d49d-4ed8-9841-485d0299b35c.html ]. Il problema è che se guardi il primo grafico, le prime 14 posizioni sono paesi benestanti che l’auto elettrica se la possono permettere, gli ultimi 8 no. Va da sé che i produttori si posizionano per vendere le auto a quei 14 lì, mica a noi, tanto quelli i soldi ce li hanno e possono pagare. In questi anni i margini sono arrivati alle stelle, come risultato i paesi poveri hanno un parco auto che continua a invecchiare ma di questo non frega niente a nessuno: chissà quanto ci farà bene respirare i gas di scarico di auto che hanno oltre 25 anni di vita, con catalizzatori rotti che anziché filtrare lo smog quasi lo amplificano.
E che fa l’Europa? Da un lato si pavoneggia sui giornali di aver imposto l’auto elettrica, dall’altro quando vede che le persone non possono permettersela si gira dall’altra parte: evidentemente a loro va benissimo che noi continuiamo a circolare con auto di oltre 25 anni. L’effetto Cuba. Non c’è traccia di un sol provvedimento, anche solo di facciata, di questa Europa volto a calmierare i prezzi delle auto elettriche (ad esempio avrebbe potuto imporre una politica europea sul prezzo del kWh alle colonnine …).
Se si abbinassero tettoie fotovoltaiche
TUTTE le colonnine fast superfast , in centri commerciali,grandi aziende,parcheggi di scambio,autostrade ,superstrade e tangenziali
come ad esempio il supercharger Tesla di Via S. Rebecchini a Roma
sono sicuro che il prezzo delle ricariche sarebbe molto più conveniente nel giro di pochi ..
MESI !!
l’integrazione tra rinnovabili e EV è fondamentale per contenere i costi
non solo per chi ha “la villetta col fotovoltaico”
inoltre sarebbe bello , una tariffa variabile in base alla disponibilità di energia in rete ESPOSTA;
sappiamo che il prezzo del kWh ,varia di ora in ora ,minuto in minuto e che questi dati sono a disposizione dei produttori e gestori di rete in tempo reale , che la comprano e la vendono in tempo reale come in borsa.
Perchè non dovrebbe essere lo stesso per il consumatore che carica l’auto con un cartello digitale ?
magari scoprirebbe che caricare la domenica mattina ..
il pieno di elettroni costerebbe anche la metà
my 2 cent
Nello, ma mi stupisci!
Vuoi davvero che a Roma prendano in considerazione tecnologie consolidate, di rapida e facile implementazione, senza costi nascosti e che rispettano il preventivo di investimento iniziale e in più riducono la nostra dipendenza dall’estero e puliscono l’aria che respirano i nostri figli?
Macché. Se è una buona idea, la lasciamo agli altri.
Molto meglio costruire ponti che intersecano faglie continentali!
ORGOGLIO DEL GOVERNO
Stasera, all’osteria del bicerin, davanti alle graspette del dopocena, brinderanno di fronte a questi dati.
Saranno felici di aver scalato due posti e, penso, non si accontenteranno se non arriveranno a stare sotto la Grecia.
Te li immagini? IL MATTEO NAZIONALE .. con la felpa della DIESEL che si esalta di fronte a questo risultato.
“Dobbiamo fare di più” dal mese prossimo diamo un incentivo a chi rottama i pannelli fotovoltaici per comprare un trattore Italiano. Omologhiamo i trattori per la circolazione in autostrada!!!
Chiaramente questo è il risultato di 7 mesi di governo …. ma anche i risultati in parte dell’azione di Draghi (quelli positivi).
Come dice un mio amico Teslaro… e come non dargli ragione…. “sono i migliori 5 anni che potevamo aspettarci. Andiamo a fare il pieno senza trovare traffico. Con queste vendite avremo sempre le colonnine libere”.
Messa così non è mica male ragazzi. Un pò egoistica come visione ma degna di nota.
Peccato che i nodi vengano sempre al pettine e che le mancate vendite si trasformino così in un gap generazionale evidente.
Di certo possiamo anche aspettarci che questi mettano una tassa sulle elettriche in barba a qualsiasi fondamento logico.
Dal punto di vista economico se guardiamo le vendite elettriche al 15% contro il nostro striminzito 3% significa che nei paesi UE di fascia 1 rinnoveranno il parco auto con largo anticipo rispetto al 2035 mentre noi rimarremo con le auto di seconda mano usate e si creerà un mercato dell’usato a cui attingeranno tutte le categorie più svantaggiate (non a caso i prezzi dell’usato nel termico sono aumentati a bomba).
Quindi se non si vendono elettriche è colpa del governo. E quale sarebbe il motivo? Che ha messo incentivi da 10k/15k sull’acquisto di auto elettriche?
Perdonami Furio dopo sono i 10-15k di incentivi?
I 10k c’erano nel governo Conte, poi Renzi ha fatto crollare tutto e nell’agosto successivo erano esauriti i fondi, ripristinati a singhiozzo e prenotati/succhiati tutti dalle concessionarie.
Se l’energia elettrica costasse il giusto….invece siamo alla follia.
E gli abbonamenti (neppure loro a buon mercato) ti costringono ad andare alla colonnina e restarci (parlo per Enel X, quelle maggiormente diffuse nella mia zona) per un sacco di tempo ed a romperti le uova in caso non hai consumato tutto il “plafond” oppure lo hai utilizzato tutto e manca ancora tanto al rinnovo.
Praticamente una doppia schiavitù.