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Quanto è attendibile La Voce? È nero il futuro dell’elettrico?

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Quanto è attendibile La Voce.info nel suo dipingere un quadro a tinte fosche per il futuro dell’elettrico? Francesco ci scrive esponendo i suoi dubbi. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che le vostre mail vanno inviate a info@vaielettrico.it

punto interrogativoQuanto è attendibile La Voce.info? Davvero è meglio puntare sui biocarburanti?

“Vi seguo con molto interesse da qualche mese e seguo il dibattito sull’auto elettrica attraverso varie fonti di informazione.Sappiamo che l’ignoranza e la disinformazione su questo tema sono molto diffuse. 

Sono, però, rimasto colpito in modo negativo da un articolo del giornale economico Lavoce.info. Sono rimasto colpito perché il giornale è curato da studiosi ed economisti di tutto rispetto. Riporto il link dell’articolo che forse merita una risposta da un’autorevole fonte di informazione come la vostra. Sono rimasto colpito dall’ affermazione che il consumatore ha ad oggi un’ampia scelta di veicoli elettrici, quando mancano auto nel settore B ed A.

Soprattutto si ignora l’evoluzione della tecnologia delle batterie che in un prossimo futuro migliorerà peso, consumi e soprattutto l’economicità delle batterie. I Cinesi in realtà ci sono già riusciti. 

Lo stesso articolo non trova di meglio che proporre i carburanti bio come se questi fossero disponibili a buon mercato e si ottenessero senza produrre CO2Francesco Micozzi

quanto è attendibile
Antonio Sileo, autore dell’articolo (qui il curriculum dettagliato ).

Quel che l’articolo non dice…

Risposta. Giusto quel che dice il lettore: Lavoce.info è un portale di grande interesse, animato da economisti di indubbio valore.
E apprezziamo anche che sia stato specificato che l’autore dell’articolo, Antonio Sileo, è Direttore del programma di ricerca Sustainable Mobility della Fondazione Eni Enrico Mattei.
Diciamo che il clima che si respira in Eni non è esattamente di grande tifo per l’auto elettrica. L’articolo contiene comunque molte osservazioni interessanti, ma manca di dire alcun cose fondamentali per spiegare il calo  vendita di auto elettriche in Europa. Come la cancellazione degli incentivi in Germania e, salvo il fuoco di paglia di giugno in Italia. E, in parte, anche in Francia, dove si sono esauriti i fondi del cosiddetto leasing sociale.
C’è poi un altro aspetto da non sottovalutare: contrariamente. a quanto scrive Sileo, l’offerta di citycar elettriche è ancora insufficiente, mentre abbondano i Suv e le auto sportive. Ora finalmente le piccole stanno arrivando, a prezzi più competitivi: Citroen C3, Renault 5, Hyundai Inster, Leapmotor T03, Grande Panda.
Siamo pronti a scommettere che con questi modelli, e magari nuovi incentivi, tra un anno il bilancio non sarà così disastroso.
Le piccole in arrivo: ecco la Hyundai Inster, autonomia 355 km e ricarica in mezz’ora: articolo VIDEO

TAG: Quanto è attendibile La Voce?

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23 COMMENTI

  1. Il Sig. Sileo dovrebbe avere un po’ più di onestà intellettuale ed essere meno di parte perché se si vanno a controllare gli articoli scritti dallo stesso sul sito sopra citato da Francesco, otterremmo una interessante e illuminante (nei confronti del Sileo stesso) lista di titoli:

    – Corsa ai fondi per le auto elettriche: sarà vera gloria?
    – Se l’auto elettrica rallenta
    – Capitali cinesi per le batterie made in Europe
    – Emissioni: non si risolve tutto con le auto elettriche nuove
    – L’auto elettrica resta una scommessa
    – Gli incentivi per le rinnovabili segnano il passo
    – C’è sempre bisogno dell’OpecPlus
    – Consumi di elettricità, uno specchio della crisi
    – Se l’ecotassa sulle auto è solo una tassa
    – Testacoda per Tesla
    – La miracolosa crescita dell’auto elettrica secondo Di Maio
    – Si fa presto a dire auto elettrica

    Solo la lettura di questa lista potrebbe far sorridere e far capire chi è Sileo, anche non conoscendolo.
    Una sorta di Formigli della Fondazione ENI che forse usa una scrittura più forbita ma che alla fine, concettualmente, assomiglia molto ad un Porro su una nota emittente televisiva i cui programmi sono tutto fuorchè super-partes.

  2. Ci sono tanti commenti, alcuni interessanti e ben ponderati.

    Capire cosa potrà accadere nei prossimi anni è molto difficile.

    Non lo sanno le case automobilistiche, non lo sanno gli economisti, non lo sanno i politici.

    Aggiungerei purtroppo.

    Possiamo solo fare delle ipotesi.

    Però un fatto è certo e sicuro, se vi fate un giro nei concessionari troverete tanta gente, forse tutti che la pensano allo stesso modo.

    Sono tutti spaesati e titubanti e non sanno cosa fare.

    Le informazioni dirompenti che circolano ormai da qualche anno mettono gli acquirenti in confusione e li piazzano in una specie di limbo da cui aspettare, aspettare e aspettare.

    Il calo delle vendite auto è profondo sia sulle termiche e ancora di più sulle elettriche.

    Si sono create troppe aspettative proprio sulle tecnologie collegate all’elettrico, che poi non si sono avverate e non si avvereranno per i prossimi 5 o 10 anni.

    Per il termico invece ci sta un ritorno indietro nelle strategie con l’intento di accontentare gli scettici.
    Ed ecco l’arrivo in massa di Plug In con percorrenza estesa oltre i 120km…

    Plug in che fino a poco tempo fa erano date per morte e inutili.

    Gli annunci di batterie che di ricaricano in 5 minuti è un boomerang per i costruttori.

    La gente aspetta ma non capisce che una tecnologia del genere non ci sarà mai, forse per qualche nicchia.

    In quanto non avremo mai è poi mai una infrastruttura in grado di caricarle.

    Caricare 100kw in 5 minuti, significa erogare correnti di picco sopra i 1000 Ampere.
    Colonnine con picchi di 1 o 2 Mwatt, dove le metti? Ma sopratutto come fai a metterne 4 o 8 per un largo utilizzo?
    Chi ti dà i consensi e le infrastrutture?

    Impossibile.
    Non si farà mai.
    Ed ecco che i 5 minuti sono una falsità pratica.

    Insomma l’esempio era solo per far capire che il caos è totale in tutti i settori auto.

    Oltre naturalmente i prezzi aumentati per ogni tipologia di auto, non solo elettrica.

    Vedremo, ma se non torniamo alle regole del passato, la vedo dura.

    È discorso lungo…

    • Cinque minuti no, ma venti/trenta minuti è fattibilissimo e potrebbe diventare standard nel prossimo futuro. Probabilmente abbastanza da coprire le necessità dell’ottanta percento degli automobilisti.

      • E io aspetto 30 minuti x ricaricare cosa?? Un auto?? Se mi muovo per 500 e più km devo spendere min50 k per una macchina!! AVETE FALLITO E I CINESI VI HANNO FREGATO CON I BRICS !! COMPRATE AUTO CINESI QUALITA SUPERIORI E PREZZI NORMALI !! LOLO

        • Provo a ripetere il concetto: la maggior parte delle persone non vive in auto e non fa 500 chilometri senza una pausa ristoratrice.

  3. Quando si parla dell’elettrico, l’innovazione, la ricerca e la fiducia che per il 2035 sarà tutto pronto (auto economiche, batterie 6C o superiori, ricariche HPC ovunque e sempre funzionanti, prezzi di ricarica contenuti, affidabilità e garanzia estesa su auto e batteria …) ci porta a difendere la scelta del ban del 2035 pensando, appunto, che ce la faremo. In pratica finiamo per scommettere (io in verità mi limito a sperare) che l’elettrico vincerà, convincerà e vivremo tutti felici e contenti.

    C’è però un altro problema ancora più importante che emergerà ancor di più nei prossimi mesi ed è il discorso quote: considerato che quanto sopra esposto ancora non c’è e non ci sarà per parecchio tempo, le elettriche saranno sempre più indigeste agli europei anche perché, per rispettare le quote, le case stanno alzando i prezzi delle vetture a benzina o proprio le stanno eliminando dai listini al fine di dirottare le persone sull’elettrico. Ma il giochino rischia di ritorcersi contro.

    Un esempio: in UK dove la timeline è ancora più stretta elettrico e benzina hanno già raggiunto il punto di pareggio. Come? Hanno alzato i prezzi dei modelli a benzina al livello dei modelli elettrici e poi tutti tronfi hanno mandato ai giornali la velina che il pareggio era stato raggiunto. Peccato che fuori da UK i prezzi sono rimasti inalterati, col benzina molto più economico, sbugiardando così i produttori.

    Altro esempio: VW ha cessato la produzione della Polo e si appresta a sostituirla con la ID.2, così il modello di attacco della gamma, il più economico, sarà un modello elettrico. Ma non perché si sia raggiunto il pareggio, semplicemente perché i modelli a benzina economici non ce li vendono più.

    L’obiezione degli ottimisti, inclusa quella di VaiElettrico, è tutta nell’auspicio che una nuova gamma di new entry nel segmento B possa ribaltare la situazione. L’obiezione è basata o comunque coincide su una previsione dell’ong T&E che prevede un aumento delle vendite di auto elettriche in Europa nel 2025, che stimano addirittura in 1 su 4 (quota 25%). Obiezione che secondo me è sbagliata e spiego perché: le elettriche di segmento B economiche (quindi non Volvo EX30, Lancia Y Rally e Alfa Romeo Junior Veloce) sono pessime auto perché amplificano i difetti delle elettriche già in vendita (range, curva di ricarica, etc.) aggiungendo difetti che queste non hanno come ad esempio prestazioni non degne di un elettrica, in particolare le accelerazioni sopra i 50 km/h e le velocità massima che oscillano tra 130 e 145 km/h. Ricordo che davanti alla speranza di vendita delle elettriche Citroen e-C3 e Fiat Grande Panda ci sono come temibili avversari … proprio la Citroen C3 e la Fiat Grande Panda, ma mild hybrid! A 19000 euro Stellantis si prepara a mettere in vendita la Fiat Grande Panda mild hybrid anche con una dotazione ricca il che annebbierà totalmente le speranze di successo della versione elettrica. Per dare un’idea del paradosso, la e-C3 fa da 0-100 in 11″ contro i 10.6″ della versione mild hybrid, la velocità massima della prima è di 135 km/h e di 186 km/h per la seconda. E la seconda costa meno, si fa il pieno in un niente, ha consumi contenuti e si rivende benissimo. Chi mai comprerà la versione elettrica potendo scegliere di meglio a meno? La rivoluzione ci sarebbe stata con un’auto con le performance di una Volvo EX30 a 24000 euro ma non c’è in Europa, solo in Cina e l’Europa sta imponendo alla Cina di vendere le sue elettriche a prezzi folli.

    Da qui la preoccupazione de La Voce, di Urso, dell’Acea, di De Meo e di tutti quelli che non hanno la benda sugli occhi direi che è più che legittima: che fare nel frattempo se l’elettrico di massa ancora non è pronto e il mercato lo respinge? Sarà il caso di rivederle queste benedette quote?

  4. In relazione al calo di vendite di auto elettriche diffuso in tutta Europa, credo che il primo fattore sia il prezzo. Se le auto elettriche costassero come le loro cugine endotermiche o mild hybrid, credo che non ci sarebbe competizione. Il mio caso è emblematico: a gennaio dovevo cambiare auto. Scelta su Jeep Avenger: tra la versione mild e quella elettrica a parità di allestimento, c’erano 200 euro di differenza al mese. (Da 300 a 500) Secondo voi quale ho scelto?

  5. Ah gli italiani …abbiamo fatto la perfetta battaglia di conservazione del esistente e ostacolato rinnovabili e ev in tutti i modi, dalla politica alla informazione,e adesso ci lamentiamo perché non produciamo più termiche perché il mercato non le compra, non produciamo elettriche perché non abbiamo investito un euro ne in impianti ne in produzione di batterie e ci impoveriamo piu dei cugini europei perché paghiamo l energia da fonti fossili uno sproposito e ostacoliamo le rinnovabili ( basta pensare alla grillina presidente della sardegna cosa sta combinando) noi che siamo il paese del sole. Risultato: sempre meno investimenti esteri visto il costo combinato energia piu burocrazia piu tassazione epperò il problema sono le colonnine , i tempi di ricarica, il motore che non fa rumore. davvero, sembra di assistere alla caduta del impero romano con salvini nella parte del cavallo..

    • che c’entrano gli italiani … il problema è europeo per non dire mondiale, l’elettrico cresce meno del previsto, sputarci addosso non sposta di una virgola le riflessioni esposte da La Voce

  6. Io mi chiedo a cosa serve la storia dei biocarburanti se ogni giorno si legge di batterie che hanno capacità e velocità di carica nettamente superiori alle precedenti. A mio parere da qua al 2030 le batterie avranno raggiunto caratteristiche tali da potere sostituire del tutto i carburanti fossili. Forse sarebbe meglio spendere i soldi per migliorare fonti rinnovabili e rete di distribuzione. Ah, cosa? I petrolieri non sono d’accordo? Strano. Beh, quando fra qualche anno la benzina e il gasolio non li vorrà quasi nessuno, si daranno da fare pure loro, cambiando business

    • Hanno già iniziato, da anni. Non sono mica come i polli italiani che guardano il TG e pensano che l’universo sia tutto lì.

  7. Buongiorno non ho mai sentito la voce parlare obbiettivamente sull’auto gli interessi di parte contano sulla disinformazione.

  8. Vabbè, quando chiediamo all’oste, se sia meglio il vino o il monossido di diidrogeno per idratarsi, non ci aspettiamo che consigli di procurarsi l’acqua in bottiglia di vetro o metallo.

    • Abbiamo capito che l’autore della mail è “rimasto colpito”. Lo ha ripetuto più volte. Parla di ignoranza e disinformazione, come se un consumatore che abbia dei dubbi sia automaticamente un “ignorante”. E se le perplessità vengono invece esposte da studiosi ed economisti di fama come la mettiamo? Retrogradi pure loro? Io credo che più di qualcuno dovrebbe imparare ad accettare le idee altrui senza ergersi ad “entità superiore”. Qui sopra ne leggo troppi

  9. Credo anche che la percezione della gente sia stata influenzata da un po’ di disinformazione di parte. È vero che quello del 2035 è un obbligo ma questo è il classico caso dove il bene comune dovrebbe andare sopra le preferenze personali. Il paese avrebbe dovuto lavorare di più per risolvere i nodi strutturali, disponibilità di ricariche e incentivi anche fiscali per contenere i prezzi delle ricariche pubbliche per togliere per lo meno le critiche oggettive. Detto che per me l’auto elettrica dovrebbe essere un male necessario in vista di un ripensamento a favore della mobilità pubblica.

  10. I biocarburanti vengono prodotti, in gran parte, da coltivazioni dedicate, con consumo enorme di acqua, sottrazione di suolo da destinare alle coltivazioni di cibo. Se poi consideriamo anche la monocoltura di questi terreni…
    Credo che il terreno sottratto al cibo, sia nettamente superiore rispetto a quello consumato dalle FER, a parità di “energia” prodotta.

    • – 1 ettaro coltivato a biodiesel (*)
      ===> muove 1 auto all’anno

      – 1 ettaro coltivato a biometano (**)
      ===> muove 3 auto all’anno

      – 1 ettaro “coltivato” a fotovoltaico (***)
      ===> muove 290 auto EV

      ==============
      (*) = all’anno ricavi 1000 kg cioè 1150 litri biodiesel,
      a 20 km/litro sono 23.000 km di percorrenza auto

      (**) ci almenti una percorrenza di 68.000 km

      (***) = ricavi 1.220.000 kW-h all’anno lordi,
      1.000.000 kW-h netti in batteria a auto BEV,
      a 0,150 kW/km, sono percorrenza 6.667.000 km

      • E senza mai considerare l’inquinamento prodotto della combustione del biocarburante. Dimostrato essere superiore alla combustione dei carburanti classici.

  11. Non c’è da stupirsi che il centro studi ENI abbia un bias negativo sull’auto elettrica, soprattutto in questo momento dove la prima euforia è passata e le vendite sembrano non decollare.
    Il problema è che la storia è piena di queste analisi di incumbent che, forti della quota di mercato ancora maggioritaria, fanno previsioni funeree sulle cosiddette nuove tecnologie che non sarebbero in grado di sostituire le vecchie. Che poi alla fine normalmente si rivelano essere sbagliate, perché basate su presupposti di retroguardia.
    D’altra parte noi che le elettriche le guidiamo tutti i giorni sappiamo che non c’è nulla di esoterico: certamente servirà un’infrastruttura adeguata che oggi non c’è per tanti motivi che ci raccontiamo tutti i giorni su queste pagine, e serve ancora un po’ di maturità dei processi e delle filiere per permettere alle auto elettriche di essere competitive e probabilmente un domani anche molto competitive con i prezzi delle termiche.

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