Quante sono quanto costano: tutte le ricariche d’Italia operatore per operatore. ChargePlanner pubblica uno studio in cui conferma quel che già sapevamo: siamo tra i più cari in Europa. Aggiungendo una fotografia dei prezzi (e del numero e tipo di colonnine) marchio per marchio.
Quante sono quanto costano: siamo tra i più cari d’Europa
Lo studio, di cui ci siamo già occupati, conferma quel che andiamo dicendo da tempo. In Italia non mancano le colonnine, ce ne sono 70 mila e sono ben bilanciate con le varie potenze. Il problema è che quattro operatori (CPO) controllano il 55% dell’offerta totale. E soprattutto che i prezzi sono tra i più alti in Europa: in media 0.73 €/kWh per le ultrafast e 0.55 € per le lente in AC. Molto di più di Francia, Spagna e Germania. Ci sono alcune eccezioni, naturalmente, come Electrip, che arriva a proporre ricariche a 0,15 al kWh. Ma con una capillarità non paragonabile a quella dei grandi network. C’è poi un problema di prospettiva: tra elettriche e ibride plug-in, nel 2030 il parco circolante italiano potrebbe arrivare a 6 milioni di unità. E la rete attuale copre solo il 26% delle necessità di ricarica che avremo.
Non tutte le regioni sono uguali: chi è più servito e chi…

Parliamo quindi di 1,6 GW già in funzione e di 4,7 GW da sviluppare nei prossimi cinque anni. E non si tratta di un lavoro omogeneo. Secondo ChargePlanner, alcune regioni come Umbria, Sardegna e Piemonte sono già vicine al 40% di quella che sarà la necessità nel 2030. Cosa che non si può dire per Sicilia, Lazio, Toscana e, sorprendentemente, anche Trentino-Alto Adige. Ma c’è un problema alla base di qualsiasi sviluppo futuro: molte stazioni di ricarica non sono profittevoli. Sono state installate in luoghi poco frequentati e, spesso, con potenze inadatte. E qui entra in gioco ChargePlanner, con una piattaforma che combina i dati sulle possibili location grazie anche all’intelligenza artificiale predittiva.
- Ma quando calano i prezzi di ricarica? VIDEO-INTERVISTA
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Scusate ma dove sono stati presi i prezzi? Non mi risulta che con EnelX e Plenitude, le AC più diffuse, si riesca a caricare sotto i 0,60
Ci risiamo col 6 milioni di auto elettriche nel 2030…. un paio di numeri per fare il punto.
Attualmente girano circa 330000 auto elettriche per cui il delta a 6 milioni skno 5.670.000, ipotizziamo molto ottimisticamente che coi bonus arrivino a 400000 a fine anno, ne mancherebbero 5.600.000 il che vuol dire che dal 2026 occorrerebbe immatricolare tra bev e plugin 1,120.000 auto ogni anno.
Nel 2024 si sono immatricolate complessivamente 1.558.000 auto e il trend del 2025 è pure in lieve discesa. Ad oggi le % di BEV e plugin sommate è circa il 14% dell’immatricolazione, per fare i numeri di cui sopra occorrerebbe arrivare al 72% circa …. a qualcuno sembra lontanamente realistico che ciò accada (soprattutto senza bonus una tantum come quest’anno) ?
Manca Hera oppure ho visto male?
Ma davvero qualcuno spera nella riduzione dei prezzi?
In Italia un solo settore ha visto una vera guerra dei prezzi: la telefonia (cosa che peraltro sta mettendo in crisi tutte le compagnie telefoniche).
Tutti gli altri settori hanno visto trend in aumento.
E aggiungo, anche se dovessero diminuire i prezzi della materia prima energia, ci penserà lo stato ad aumentare per bene le accise a stretto giro.
O magari non lo farà subito per non affossare le vendite dell’elettrico, ma sicuramente lo farà.
Chi vuole scommettere?
In verità Arera ha avuto mandato di studiare un sistema tariffario che consenta di ridurre i prezzi alle colonnine. Le scommesse non sono la nostra passione, ma le tariffe elettriche sono una faccenda molto complessa che coinvolge le auto solo marginalmente e molto più i costi industriali e i consumi domestici