Quante notizie sul web contro l’auto elettrica: Stefano, un lettore, elenca tutto quel che si scrive per smontare l’alternativa dei veicoli a batterie. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i quesiti vanno inviati alla mail info@vaielettrico.it
Quante notizie sul web sui posti di lavoro, le emissioni che non migliorerebbero…
“Sono un vostro sostenitore e leggo i vostri articoli. Ma nel web girano notizie in merito alle quali la mobilità elettrica è demonizzata perché andrà a togliere migliaia di posti di lavoro. Come se le colonnine di ricarica, le batterie, gli inverter e i motori elettrici cadessero dal cielo, senza bisogno di fabbriche dove gli operai li producono. E girano altre notizie secondo le quali illustri scienziati dicono che i cambiamenti climatici non sono dovuti alle emissioni di co2. Per cui potremmo tranquillamente continuare a bruciare gas, gasolio e benzina, come se dai tubi di scappamento uscisse solo aria profumata. E i blocchi del traffico nelle città sono un’invenzione dei sindaci. Secondo altre fonti, poi, le riserve petrolifere sono eterne e benzina e gasolio arrivano ai distributori con prezzi sempre al di fuori da qualsiasi speculazione…Che cosa ne pensate?“. Stefano Fiorani
Una sfida che va giocata, senza le solite tifoserie
Risponde Mauro Tedeschini. Il mio parere è che dovremmo darci una calmata e fermarci ai dati oggettivi. Non c’è bisogno di schierarsi da una parte o dall’altra, come se andassimo a votare, ma di prendere atto di quel che sta succedendo in casa nostra e nel mondo. In casa nostra accade che, soprattutto nella Pianura Padana in cui il sottoscritto ha il piacere di vivere, l’inquinamento nella città resta su livelli insopportabili. E le auto termiche danno il loro contributo, non in termini di Co2, ma di polveri sottili e altri veleni che non giovano ai polmoni. Giusto quindi esplorare la strada dell’elettrico? La risposta sensata è sì, dato che le EV non emettono nulla mentre circolano, mentre devono ancora risolvere il problema delle emissioni in fase di produzione. Ma nell’intero ciclo di vita non c’è gara, sono molto più sostenibili e lo dicono le stesse Case auto, che avrebbero preferito restare per sempre nella comfort zone del termico.

Quante notizie sul web e quanta poca verità
Ma usciamo dalle nostre quattro mura per vedere che cosa succede nel mondo. Succede che si ragiona non sull’oggi e sul domani, ma su prospettive lunghe, con la convinzione diffusa che l’auto elettrica ha margini di miglioramento enormi. La prima batteria al litio, che ha aperto un nuovo mondo, è del 1991, mentre la prima Mercedes è del 1884 o giù di lì. C’è un enorme lavoro da fare per rendere le batterie più leggere, meno costose, con un maggior contenuto energetico e ricarica più rapida. Ci si lavora in tutto il mondo, con enormi risorse umane e finanziarie, mentre ormai non si investe quasi più sullo sviluppo dei motori termici. La stessa Mercedes l’ha detto in termini chiari. È un lavoro difficile, ma appassionante, che ha già dato enormi frutti: oggi con 53 mila euro acquisti una Tesla con oltre 600 km di autonomia. Il range cresce il prezzo cala. Cosa impensabile fino a qualche anno fa. È una grande sfida, vediamola come tale senza curarci delle solite polemichette di casa nostra.
- Il vero problema dell’auto elettrica? Guarda il video di Paolo Mariano
Leonardo “@L’Astuto, sì certo, continuiamo tranquillamente a vivere nel più ostinato negazionismo.” Lei non sa neanche di cosa sta parlando. Si studi le serie storiche dell’ARPA prima di scrivere sciocchezze.
“. Come se le colonnine di ricarica, le batterie, gli inverter e i motori elettrici cadessero dal cielo, senza bisogno di fabbriche dove gli operai li producono” Il suo è un ragionamento semplicistico. E’ ovvio che produrre un’auto elettrica è meno complesso che produrre un’auto termica.
/// produrre un’auto elettrica è meno complesso che produrre un’auto termica \\\ Vero ma con l’importante eccezione della batteria.. A parte questo, mi rendo conto del problema visto che sotto ho commentato che in molti casi i componenti per le auto elettriche sono (o dovrebbero essere) piú durevoli il che non va molto d’accordo con i posti di lavoro, anche se per fortuna il settore del ricondizionamento e riciclaggio dovrebbe compensare in parte.
…e quindi a tendere costerà meno produrla rispetto ad una termica.
(Qualcuno ha detto 2035? 😀)
…e quindi, seguendo il suo ragionamento,
dovremmo mantenere lo status quo, le ICE, e mantenere i posti di lavoro pur con produzioni più complesse
oppure
virare verso produzioni più semplici e vedere una riduzione di ore lavorate, uno spostamento delle stesse verso altre produzioni e un quadro orario lavorativo complessivo minore?
mio nonno nel ’58 comprò il primo trattore:
quello che arava in 3 settimane dopo lo arava in 3 giorni, c’era meno fatica e meno lavoro per l’uomo
fu una buona idea?
secondo mio nonno sì,
secondo mio padre sì
secondo i braccianti a giornata…no.
“E’ ovvio che produrre un’auto elettrica è meno complesso che produrre un’auto termica.”…e siccome non piace vincere facile, lasciano i guadagni a Tesla? Sono diventati ONLUS e non gli interessa guadagnare facile?
Se davvero è meno complesso e più remunerativo, cosa stanno aspettando? Di perdere ancora quote di mercato per sportività?
Ricordo qualcuno che un paio di anni fa commentava che i carmaker si sarebbero mossi presto spazzando via Tesla, cosa aspettano? Paura di pagare troppe tasse per i troppi guadagni che permette l’elettrico con la sua minore complessità?
Come già pubblicato più e più volte (basta andare sul sito ARPA e scaricare le serie storiche), l’aria in pianura padana è immensamente più pulita di quella di 50 anni fa. Ma continuiamo a dire che è irrespirabile. Mi chiedo come facessero a vivere negli anni 70.
Io parlo delle concentrazioni a bordo strada, in inverno e specialmente quando le condizioni atmosferiche sono sfavorevoli, i miasmi dei motori sono percepibili anche “a naso”. Sappiamo che è tutta roba che non fa bene alla salute.
Poi se vogliamo negare l’innegabile come fa il fedifrago colto sul fatto…
Lei parla di sensazioni, io parlo di dati. Veda lei.
…e quindi ciò conferma che le normative Euro 1 – 2 – 3 ecc,
tanto osteggiate e tanto foriere di danni alle nostre aziende
(questo ci è stato raccontatto in lungo e in largo negli anni ’90)
alla fine han portato il beneficio atteso.
noto vaghe e distribuite analogie col tempo attuale, non trova?
aaah, la scienza, che mistero, che ogni tanto le imbrocca al di là degli appetiti e delle comfort zone…
E lei ha confuso i dati ARPA con le concentrazioni a bordo strada: due cose ben diverse, ma per capirlo occorre prima capire cosa misura ARPA.
Esatto, bisogna capire che cosa misura e soprattutto che cosa NON misurava ARPA tempo fa. Ad esempio non credo proprio che 50 anni fa misurassero cose come PM10 e PM2,5 (particolato)
-Mi chiedo come facessero a vivere negli anni 70.-
Ti ricordi quando eravamo piccoli? Io abitavo a Milano da piccolo, magari ero in giro con la mamma… vedevi passare qualcuno che stava benissimo… poi all’improvviso due colpi di tosse… e punf! A terra! Morto stecchito! 😖
Al semaforo fra Piazza Cantore e Corso Genova era una strage. 🤭😇😉
Questo non vuol dire che, piaccia o no, l’andazzo si possa far durare in eterno però. 😉
E quindi “si stava meglio quando si stava peggio” 😀
Bravo, assieme alle mezze stagioni e ai treni puntuali è la frase che sta bene ovunque. 🤭 E se non avete capito che la mia era un iperbole con un pizzico di humor nero, peggio per voi. 🤣
Alessandro, vatti a guardare le serie storiche. Poi ne riparliamo.
Rileggi la mia risposta con calma attenzione e senza malizia, e ti accorgerai che andava nella direzione di darti ragione. Perché quello che dici è vero: rispetto anche solo all’inizio degli anni 80 la qualità media dell’aria nella Pianura Padana è migliorata moltissimo. Confermo però la chiosa. 😉
Lo so Alessandro, mi riferivo allultima frase. Sai che mi salta la mocsa al naso quando leggo banalità del tipo “Oddio, in pianura padana l’aria è terribile”, semplicemente perchè non è vero.
@L’Astuto, sì certo, continuiamo tranquillamente a vivere nel più ostinato negazionismo.
https://www.esa.int/Applications/Observing_the_Earth/Copernicus/Sentinel-5P/Sentinel-5P_brings_air_pollution_into_focus
Anche prima di abolire l’eternit lo si usava nelle scuole, negli ospedali e la maggior parte degli acquedotti hanno ancora le condutture in eternit.
Poi si è scoperto che cosa succedeva e l’azienda che lo produceva (tra le altre, a Rubiera di Reggio Emilia, a Casale Monferrato e in provincia di Napoli) hanno dovuto chiudere. Avremmo dovuto tenerle aperta per non danneggiare i suoi lavoratori?
Di inquinamento da NOX e da particolato si muore. 10 miliardi all’anno per le sole città di Milano, Roma e Torino spesi in cura di malattie respiratorie (tra cui carcinomi polmonari) di cui un bel 25% è attribuibile all’inquinamento da trasporti. 2 miliardi e mezzo di euro all’anno per tre sole città che significano persone che SOFFRONO E CREPANO IN SOFFERENZA.
E ancora continuiamo a difendere lo status quo? Mi viene sempre in mente quell’aggettivo.
https://youtu.be/hXN_iH_GLa8
Esempio evidente di Canale zeppo di notizie contro la e.mobility 🙈🙃 pur essendo condotto da esperti del settore dell’auto (sino alla F1…addirittura 🔝
Trattasi di (clamorosa!) impreparazione nello specifico settore 🔋🔌 nn credo trattarsi di malafede od anke cieca prevenzione 🤔
/// Canale zeppo di notizie contro la e.mobility 🙈🙃 pur essendo condotto da esperti del settore dell’auto \\\ Esperti ? E’ un covo di petrolheads pieno di video con le offerte dei rivenditori di auto termiche.. Il link è quello giusto ?
Link giusto 👍 Bobb è un commerciale quindi nn stupisce inserti pubblicitari 🤷 Ciccaroni è sempre sui circuiti F1 x Automoto…se nn sbaglio 🏎️ Cmq battute o peggio….attakki diretti alla transizione green♻️ del tutto ingiustificati🥊🤔
Sí il link è giusto ma per criticare l’elettrico si limitano ad “assecondare” l’articolo da copertina https://www.giornalone.it/g/2023/01/11/panorama-002336230.webp senza entrare nel dettaglio.. Vabbé per passare dal termico all’elettrico c’è ancora tempo 🙂
I problemi dell’elettrico sono altri, non certamente quelli di un’azienda priva di ottica futura e di ditino già pronto sul pulsante “Fire” (inteso come “Licenziamento”).
Visto il trend, c’è più ottimismo che pessimismo. La concorrenza americana e cinese, che giocano a ribassare i prezzi anziché rialzarli, ha preso in contropiede i nostri produttori: fosse dipeso dai nostri produttori, l’auto elettrica con 400 km di autonomia sarebbe costata tantissimo e per quella da 600 km sarebbero serviti assegni a 6 cifre. Grazie USA e grazie Cina, ci state risolvendo il problema. Non so se avete notato ma la Avenger 1st edition era uscita – con un allestimento più ricco – a 39500 [ https://www.vaielettrico.it/la-avenger-a-39500-un-buon-prezzo/ ] e adesso c’è già un allestimento che costa 35400 [ https://www.jeep-official.it/jeep-avenger/elettrico ] (grazie Smart #1, grazie MG ZS !).
In Cina, poi, il fenomeno è ancora più visibile, il vero cuore della competizione è lì, tra USA e Cina. Lì c’è uno scontro forte al ribasso, pensate che non appena Tesla annuncia un taglio di prezzo ai suoi modelli gli altri inseguono e il giorno dopo (!!!) annunciano un pari taglio al loro listino, in modo da mantenere inalterato il rapporto/posizionamento sull’ambìta americana.
La stessa Porsche Boxster elettrica dovrebbe costare “poco” perché quest’anno esce l’ “economica” MG Cyberster, la Taycan S ha vissuto lo stress di confrontarsi con la Model S Plaid (sia come listino che in pista al ‘ring) e la Ferrari elettrica uscirà probabilmente solo dopo che Musk avrà svelato le sue carte con la sua performante (e “economica”) roadster.
Insomma, il vero punto critico tra elettrofan e elettroscettici è la morte del termico nel 2035 (e anche l’Euro 7 non aiuta) ma con la diminuzione dei prezzi dell’elettrico quella data spaventa meno: se nel 2025 avremo elettriche con 400 km di autonomia per 20000 o 25000 euro, possiamo aspettarci elettriche low cost da 600 e oltre km per il 2035 (ricordiamoci che tra 3 anni sono attese le batterie a stato solido per molti brand).
Ma la strada non è affatto in discesa: ci sono tanti aspetti su cui ancora lavorare, dalla rete di ricarica (che per gli inquilini senza posto auto sarà un incubo e qui si apre il discorso dell’idrogeno) fino alla minacciata chiusura (con scuse poco credibili) verso la competizione estera che in Europa prende piede (significherebbe addio alla corsa al ribasso dei prezzi, un closed garden in stile Apple riservato solo a utenti facoltosi). Su quest’ultimo punto so già che i più ingenui diranno che è giusto che l’Europa tassi le produzioni inquinanti, incuranti sugli effetti dei listini: in realtà l’Europa dovrebbe fare quello che ha fatto Biden negli USA, ovvero incentivare la produzione in loco così da ottenere 2 effetti: sia un controllo sulle emissioni sia una ulteriore riduzione dei prezzi (venendo meno buona parte dei dazi e delle spese di trasporto). Negli USA sta funzionando, qui da noi invece sospetto si voglia uccidere la competizione. Vedremo …
Enzo, davvero pensi che le vendite della Taycan soffrano il confronto con tesla e che Ferrari aspetti la roadster di tesla per far uscire la sua elettrica? Voglio dire, sei serio?
Beh, le vendite della Taycan quest’anno sono diminuite rispetto all’anno prima (Porsche ha accampato la scusa degli approvvigionamenti, chissà quale fornitore si può permettere il lusso di dire no a un brand come Porsche …) e Ferrari non potrà mai sfornare una supercar elettrica che va più piano di una Tesla elettrica. Non a caso il suv Ferrari quando è uscito ha dovuto far meglio della Lamborghini Urus, così come la sfida al nurburgring a botte di record tra Porsche e Tesla ha riempito le pagine dei giornali per mesi. Tra i brand c’è competizione e oggi se vuoi sfondare ed essere credibile nel settore delle elettriche devi confrontarti con il miglior brand al mondo in questo settore, ovvero Tesla.
Da notare come questa “ansia da prestazione” stia ritardando le uscite dei brand più blasonati: la Macan rinviata senza appello al prossimo anno (il firmware non era all’altezza di …), la 911 elettrica è stata rinviata addirittura al 2030, la Ferrari che uscirà nel 2025 ancora non si sa che sarà (se una “Taycan” – quindi berlinone non troppo prestazionale – o una “Rimac” – elettrica performante ma dal costo proibitivo). La Maserati Folgore ha poco più di 400 km di autonomia e un peso di 2260 Kg che sono il meglio che si può avere oggi nel campo dell’elettrico ma il peggio che si possa offrire a qualcuno che ha le tasche gonfie.
Considera che la restituzione delle auto elettriche da proprietari “poco informati” è fatta dai ricchi e non dai poveri. Ci sono persone che acquistano auto elettriche lussuose e performanti ma dopo aver sbattuto il muso con ricariche e autonomie autostradali le ha date subito indietro perdendoci anche soldi. E questo i produttori lo sanno bene. Aston Martin ha appena presentato la DB12 che non ha nulla di elettrica e monta un mostruoso V12.
Credo che in casa Porsche ci sia un certo imbarazzo per la Boxster elettrica. Il mio sospetto è che stia venendo fuori un compromesso al ribasso e credo che Porsche abbia qualche riserva sul progetto. La Model 3 AWD parte da 52.990, offre oltre 600 km di autonomia WLTP, la Taycan GTS arriva a 500. La Rimac C_Two arriva a 650 km di autonomia, la Tesla Roadster dichiara 1000 km di autonomia, un range impensabile per qualunque altra supercar. Proprio l’autonomia è un fattore chiave per una supercar altrimenti quando vai in pista (o quando affondi sull’autobahn) il divertimento dura quanto un giro di giostra. Se la Ferrari non si avvicinerà abbastanza ai 1000 km di autonomia della Roadster, sarà un flop annunciato.
Interessante questa cosa delle auto elettriche restituite dai ricchi, e in effetti anche sotto questo aspetto Tesla fa sempre la differenza, con rete Supercharger integrata nel navigatore e ricarica senza bisogno di App o tessere.
/// la mobilità elettrica è demonizzata perché andrà a togliere migliaia di posti di lavoro. Come se le colonnine di ricarica, le batterie, gli inverter e i motori elettrici cadessero dal cielo, senza bisogno di fabbriche dove gli operai li producono \\\ Sono d’accordo ma è anche vero che in molti casi si tratta – o perlomeno dovrebbe trattarsi – di “componentistica” ben piú durevole di quella impiegata per la mobilitá endotermica. Tanto di guadagnato per la famosa sostenibilitá, un pó meno per i posti di lavoro (anche se si potrá “compensare” parzialmente con il ricondizionamento e il riciclaggio dei componenti stessi)
La vince chi segue il cambiamento. La perde chi si attarda a difendere lo status quo. E’ così per qualunque cosa. Tavares ha appena annunciato che smetterà di fare lobbying sui politici, ma andrà direttamente a convincere le persone, secondo il principio che se i politici non cambiano….si cambiano i politici.
Tutti gli articoli sull’elettrico (a favore o contro) non fanno altro che fare pubblicità……all’elettrico stesso! Lo sa da tempo la Tesla, lo stanno imparando anche le tedesche. L’unica verità anche in questo articolo di Vaielettrico è che l’industria automobilistica, se non si riforma, perderà un sacco di posti di lavoro.
Questo è certo anche dai contatti aziendali che abbiamo con Mercedes e BMW, non so Audi, oltre alle officina auto che non avranno più tagliandi da fare.
Ma queste sono le sfide attuali, se guardiamo cosa è successo negli anni ’80 col computer (Olivetti…) o nei primi 2000 coi telefonini (Nokia, Motorola, Blackberry….) qualcuno la vince e qualcuno la perde.
Se andassimo qualche anno ancora più indietro ci accorgeremmo che l’agricoltura, con la meccanizzazione, ha perso migliaia di posti di lavoro, in compenso l’industria cha produce macchine agricole e le manutenzione ne ha guadagnato. Mia madre che ha vissuto quel periodo dove mio nonno e le mie zie si spezzavano la schiena da mattina a sera coltivando i campi mi dice sempre che è stata una fortuna che sia andata così.
E sarà una fortuna anche in questo caso, soltanto che in media le persone non sono attrezzate mentalmente per focalizzare i cambiamenti epocali.
Senza andare tanto indietro,i miei amici poco più grandi,negli anni 80 si andava a raccogliere i pomodori con le cassette per comprarsi il ciao..e parlo della provincia di parma…ben venga la tecnologia
L’industria automobilistica perderà posti di lavoro (tanti) anche se si “riformerà”, come dici tu, cosa che farà per forza perchè l’alternativa è chiudere. Ci scommetto una cena dove vuoi, ci rivediamo fra 10 anni.
a inizio ‘900 si lavorava mediamente 12 – 14 ore al giorno in fabbrica.
poi un po’ per volta si è arrivati a 8 ore.
immaginare 6 ore, o addirittura 5, o 4
fa saltare sulla sedia i più ….ma il passaggio da 14 a 8 ha fatto saltare sulla sedia alla stessa maniera.
nessuno oggi si sognerebbe di tornare indietro.
ora: meno lavoro = obiettivo dell’automazione raggiunto!
o veramente si pensa che l’obiettivo dell’automazione sia solo aumentare all’infinito la produzione?
per farne che cosa?
e con quali risorse?
Secondo me i posti di lavoro si perderanno proprio sprecando tempo a “fermare il vento con le mani”.
Il mercato si sta spostando lì e lo si vede nel momento in cui in un contesto di contrazione di vendite generali (78mln auto 2022 Vs 80mln 2021) le elettriche crescono a doppia cifra.
Dove investe un’azienda che vuole fare business e farlo per i prox 30 anni? Nel mercato col segno- o in quello che fa da drive?
Le aziende che oggi lavorano nell’automotive, semplicemente, quando cercheranno competenze e maestranze se non le trovano qui si sposteranno altrove.
Esatto!!!!
100% concorde con la risposta.
Posso soltanto aggiungere che la transizione tecnologica è inevitabile e assolutamente necessaria.
Possiamo provare a fare finta che non serva o, peggio ancora, a ritardarla, ma ciò servirà soltanto a comprare tempo, che però sarà faticosissimo recuperare quando gli altri saranno già andati avanti.
Stiamo vivendo gli anni interessantissimi di una rivoluzione che ci porterà da un modello di sviluppo insostenibile perché basato su una risorsa incredibile come il petrolio, che però sarà sempre meno disponibile, a uno sostenibile: possiamo affrontare la cosa con l’ideologia dei mediocri ed essere destinati all’oblio oppure possiamo abbracciare il cambiamento e creare un mondo migliore.
È, come sempre, una questione di scelte.