Abbiamo fatto una lunga chiacchierata con Lerrj Piazza, sales & marketing director di Askoll EVA. Si è parlato di progetti, di quadricicli e degli obbiettivi del marchio dopo la scomparsa del fondatore Marioni.
Askoll ha di recente perso il suo fondatore e grande ispiratore, Elio Marioni. Un imprenditore visionario che, partendo dalle pompe per acquari è arrivato a costruire una realtà innovativa anche nella mobilità elettrica. Già da un paio d’anni però il brand Askoll, pur rimanendo tra i marchi leader di settore, sembra sia un po’ scomparso dai radar e la comunicazione consumer è piuttosto scarsa. Facciamo il punto della situazione e gettiamo uno sguardo sugli obbiettivi futuri insieme a Lerrj Piazza, sales & marketing director di Askoll EVA.

Askoll è un’azienda nata e cresciuta sulle idee e sulla esplosività di Marioni. Il paragone con la Apple di Steve Job è chiaramente sproporzionato, ma Marioni è stato certamente un fortissimo propulsore per Askoll.
«Sicuramente Askoll è uno di quei sogni che nascono da un imprenditore che dà una grande spinta all’innovazione. Chi riesce a vedere dieci anni nel futuro ha sempre un punto di vista che agli altri sembra impossibile. Questo modo di pensare è ormai dentro all’azienda, Marioni non c’è più, ma rimane: rimane nella tensione verso l’innovazione e nel cercare di andare sempre oltre ai problemi. I valori dell’imprenditore sono talmente forti che rimangono anche senza di lui».
Askoll da un po’ di anni manca dal palcoscenico delle due ruote. Non si è vista ad EICMA e anche la comunicazione un po’ “silenziosa”.
«Ci sono strategie e tattiche. Ci sono momenti contingenti legati non a difficoltà economiche, ma proprio al fatto che quest’anno non abbiamo novità di prodotto e stiamo lavorando sotto traccia per quello che sarà il nostro futuro. In questo momento facciamo leva su altri ambiti di comunicazione, come il dialogo diretto con i dealer o ambiti legati al mondo del professional. Quindi non abbiamo preso una posizione strategica (sulla comunicazione, NDR) ma è un aspetto tattico nel mix di marketing, comunicazione e vendite».

Parlando di consumatore finale però questa tattica fa un po’ uscire Askoll dai radar.
«Noi non abbiamo disinvestito. Abbiamo semplicemente spostato le risorse da un canale all’altro con sempre l’obbiettivo di raggiungere il consumatore finale. L’abbiamo spostato in parte all’estero e in parte in attività sui canali social internazionali e anche sull’influencer marketing».
Parliamo di prodotto. Su cosa state lavorando?
«Noi partiamo sempre da una piattaforma tecnologica e quando si parla di mondo elettrico due sono le cose: la potenza del motore e l’autonomia della batteria. Poi c’è la parte estetica che spesso prevale nelle scelte d’acquisto. Noi stiamo lavorando su una piattaforma nuova legata appunto alle prestazioni ma con un occhio vigile rispetto alle richieste del mercato, in Italia e all’estero. Quando si parla di prestazioni si penserebbe a motori da 10-12 kW, ma se noi andiamo a vedere quelle che sono le reali richieste del mercato elettrico, i numeri su quella gamma di “super” scooter sono veramente bassi.
L’utente non sta chiedendo quel tipo di prodotto, quindi noi non stiamo lavorando su quello, ma su soluzioni diverse che permettono di avere più autonomia, molta più potenza e spunto. Vogliamo permettere ai nostri utenti di andare al mare, magari a 100 km di distanza e di tornare in giornata.
Noi vogliamo dare la libertà a chi sceglie Askoll di andare fuori città e questo avverrà con motori sempre più prestazionali con un’ottimizzazione dei consumi e di tutto quello che permette di traguardare l’obiettivo di avere un mezzo green e utilizzabile in qualsiasi condizione. Vogliamo permettere ai nostri utenti di andare al mare, magari a 100 km di distanza e di tornare in giornata».
Quando vedremo questo nuovo mezzo?
«Se siamo bravi, tra circa un anno».
E il progetto del tre ruote per uso commerciale a che punto è?
«Siamo già praticamente in produzione. Stiamo dialogando con Poste Italiane e abbiamo già invitato i nostri migliori clienti nazionali e internazionali a vedere e a provare il mezzo. È piaciuto molto e adesso siamo in preserie. Al rientro, a settembre, inizierà la produzione vera e propria per essere in grado di evadere i primi ordini».
Abbiamo parlato di due ruote e di tre ruote. Adesso non possiamo esimerci dal parlare anche di quattro ruote. Il quadriciclo è sempre stato un po’ un pallino tra l’altro di Marioni.
«In azienda è assolutamente un pallino e oggi con il tre ruote, a livello tecnologico, fondamentalmente ci siamo. Il passo fra il tre ruote e il quadricilco è oggi meno importante rispetto a quello che avrebbe richiesto partire da zero, anche in termini di investimenti.

Se sarà un progetto industriale effettivo, ce lo dirà il prossimo futuro. Possiamo dire che non ci stiamo lavorando, ma che abbiamo completato il percorso del tre ruote e che quindi abbiamo una piattaforma. Il mercato poi ci dirà se avrà senso per noi entrare anche nella nicchia dei quadricicli».
Avete completato poche settimane fa il delisting per Askoll EVA.
«Sì a giugno. La holding ha riacquisito il 100% delle quote di Askoll EVA perché ritenevamo che fosse troppo oneroso come sistema di gestione dell’azienda. Inoltre (la quotazione in borsa, NDR) toglieva la flessibilità di cui oggi un’azienda delle nostre dimensioni ha bisogno».
Quali sono le prospettive e gli obbiettivi per il 2025?
“L’azienda traguarderà circa 10 milioni di fatturato quest’anno vendendo 2.000-2.500 veicoli sul mercato mondiale. Lo scorso anno in Italia abbiamo immatricolato 1.600 mezzi, quest’anno invece avremo un calo: andremo sopra i 1.000 e se siamo bravi saremo intorno ai 1.200. Il mercato nazionale è particolarmente complesso: non abbiamo un prodotto nuovo che aiuta per fare un rimbalzo nei numeri e l’ecobonus è stato piuttosto caotico, se no avremmo fatto più o meno gli stessi numeri del 2024 se non di più. Noi non siamo l’azienda che fa milioni di pezzi, ma siamo una nicchia di qualità che riesce a servire i propri clienti con numeri crescenti rispetto anche a quella che è la cultura dell’elettrico».

Il percepito è un graduale allontanamento di Askoll dal consumer per concentrarsi più sul mondo flotte. È così?
«No. E al di là dei valori dell’azienda, non ci si può reggere solo sul mondo professionale, ma bisogna appoggiarsi su tre gambe, come uno sgabello. Devi avere la parte professional, la parte sharing e una consumer. Perché la cultura dell’elettrico appartiene alle persone che vivono ogni giorno in città. Il nostro futuro è quindi di investimenti e lavoro duro perché quando la cultura dell’elettrico partirà al 100% allora l’azienda sarà pronta per rispondere al mercato».
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Più o meno una volta l’anno faccio una valutazione di un Askoll in sostituzione del mio SH150 ormai obsoleto, ma faccio troppi pochi km per giustificare un investimento in sostituizione di un mezzo ancora funzionante e libero di circolare in quanto Euro2.
Spero che in futuro i prezzi potranno scendere a sufficienza, magari valutando anche un buon usato.
Ovviamente come in ogni campo le considerazioni sono del tutto personali. Ho un concessionario vicino e mi sarebbe comodissimo. Eppure non ho mai preso in considerazione il brand perché trovo che i mezzi esteticamente siano veramente bruttissimi. Ne vedo girare solo uno, e non capisco come possa piacere un mezzo del genere. Va bene la qualità, l’efficienza, ma se fossero anche minimamente belli da vedere? Per il resto credo, dopo 4 anni di scooter elettrico che la misura giusta possa essere motore da 5 kW, batteria che garantisca 100 km e velocità massima 90 kmh. Con un vano sotto sella che contenga almeno un casco aperto jet. Uno scooter così che costasse al massimo 4000€ secondo me venderebbe molto, ma deve sembrare uno scooter non un trespolo
Non ho capito la parte di intervista dove si afferma che gli scooter intorno agli 11 kW (il massimo concesso ai possessori di sola patente B) non sono molto richiesti dal mercato e che sono allo studio modelli molto piú potenti e con buona autonomia.. Credo che veicoli di questo tipo sarebbero ancora meno ricercati dai potenziali clienti per motivi di prezzo e peso (e di patente).
Ciao Luigi. Intendeva dire modelli più potenti rispetto agli attuali, ma senza arrivare a scooter intorno ai 10 kW che richiedono poi anche batterie decisamente più grandi e di conseguenza addio ai pacchi estraibili e si dovrebbe pensare magari a una ricarica a colonnina. Risultato: prezzi molto più alti.