I punti di ricarica in Italia hanno sfiorano quota 57 mila a fine giugno. L’annuncia Motus-e nel suo aggiornamento periodico. Le nuove istallazioni sono in lieve rallentamento (solo 6 mila in più nel semestre) perchè gli operatori preparano la lunga volata per utilizzare i contributi del 40% previsti dal Pnrr. Entro il 2025 dovranno installare e allacciare 41 mila nuovi punti di ricarica, tutti fast e ultrafast.
Al 30 giugno i punti di ricarica a uso pubblico installati nella Penisola sono 56.992, in crescita di 11.782 unità nei 12 mesi e di 6.314 unità dall’inizio dell’anno (+2.828 nell’ultimo trimestre).
«Il lieve rallentamento delle installazioni nell’ultimo trimestre indica che gli operatori della ricarica si stanno già attrezzando per la grande sfida del PNRR, per la quale occorrerà uno sforzo straordinario» ha commentato il presidente di Motus-E, Fabio Pressi.

La sfida del Pnrr è quasi impossibile: serve l’impegno di distributori e amministrazioni
«Per centrare gli obiettivi del Piano – ha poi avvertito – sarà determinante il contributo di tutti gli attori coinvolti, dalle municipalità ai distributori di energia elettrica, chiamati anch’essi a un impegno eccezionale».
In base alle disposizioni del PNRR i 41.000 nuovi punti di ricarica ricarica ad alta e altissima potenza dovranno anche essere connessi alla rete dai distributori locali e attivati entro fine 2025. Una sfida colossale se si pensa che oggi il 17,9% dei punti è ancora in attesa di collegamento e attivazione.
E’ necessario quindi velocizzare le procedure autorizzative con un maggiore coinvolgimento di tutti i soggetti chiamati in causa.
Sottolinea Pressi: «Dobbiamo realizzare in tempi strettissimi un’infrastruttura senza precedenti, che può fare dell’Italia un punto di riferimento a livello europeo».
L’ulteriore implementazione della Piattaforma Unica Nazionale (PUN) può poi diventare, in prospettiva, «un efficace strumento per la pianificazione della rete, come avviene in altri Paesi Ue».
Crescono le stazioni in Autostrada, ma solo il 41% delle aree di servizio è elettrificata
Oggi i punti di ricarica autostradali sono 963 (da 657 del giugno 2023 e 235 del giugno 2022), e coprono il 41% delle aree di servizio. Tardano ancora, però, i bandi per assegnare le restanti aree di servizio, soprattutto sulle reti non Aspi.
Le Regioni con più punti di ricarica sono nell’ordine la Lombardia (10.902 punti di ricarica, +3.245 negli ultimi 12 mesi), il Piemonte (5.775 punti, +1.261 nei 12 mesi), il Lazio (5.641 punti, +1.290 nei 12 mesi), il Veneto (5.508 punti, +1.088 nei 12 mesi) e l’Emilia-Romagna (4.720, +754 nei 12 mesi).
Tra le Province svetta Roma con 4.451 punti di ricarica (+1.052 nei 12 mesi). Seguono Milano (3.618 punti, +1.074), Napoli (2.839 punti), Torino (2.641 punti) e Brescia (1.681 punti).
Troppi soldi e spesi a casaccio, d’altronde siamo in Italia…come se poi non li dovessimo ripagare, manco fossero piovuti dal cielo
Un po’ di malsano qualunquismo…
Si chiama realismo e lo vediamo quotidianamente dal 110% dato a pioggia e da come si ricorre alle emergenze quando è anni che le cose sono sotto gli occhi di tutti ( vedi EMERGENZA siccità in Siciliano), si può anche chiamare malagestione o malgoverno a scelta.
Ben vengano le migliaia di nuove installazioni, ma mi auguro che saranno fatte in maniera intelligente e non con l’obiettivo di far numero. Altrimenti tra 3 anni saremo qui a parlare di nuovi aumenti di prezzo dovuti al basso tasso di occupazione delle colonnine.
Tanto per fare un esempio siamo stati tutti contenti di vedere le varie SME del triveneto installare in accordo con Plenitude decine, se non centinaia, di colonnine lente in AC (più qualche DC) nei piazzali dei loro punti vendita.
Non passa settimana però che passandoci davanti in macchina non le veda vuote e inutilizzate. Non ho mai visto una, e dico una, auto collegata in carica alle AC. E non è colpa di SME, sia chiaro ci mancherebbe.
Ma mi chiedo come possa un provider di tale servizio pensare di installare un parco di ricarica simile in un parcheggio di un negozio di elettronica e casalinghi. Quanto tempo potrà trascorrere una famiglia all’interno di un negozio un ora? Poi vado a Gardaland, dove trascorrerò ore e pianifico di ricaricare comodamente e lentamente durante il giorno, e trovo solo 8 stalli in AC tutti già occupati alle 10 tra turisti stranieri e tassisti. Perché nessuno ha pensato a tentare un esperimento simile in un parcheggio attiguo a una zona residenziale con grossi condomini? Magari anche senza un box ma con 50 colonnine a fianco un pensierino alla BEV qualcuno ce lo farebbe.
Nel paese in cui vivo su 9 frazioni non c’è una colonnina in AC, ma nemmeno in DC figuriamoci. Se mi si dovesse rompere la wallbox devo fare 12km per la DC più vicina.
Secondo me possono scrivere anche che installeranno 100 mila colonnine, ma senza una pianificazione strategica rimarranno la gran parte inutilizzate, facendo lievitare ulteriormente i prezzi della ricarica, penalizzando di conseguenza anche quelle installate correttamente
Non posso essere più d’accordo, va bene che le auto elettriche sono un nuovo paradigma, ma se invece di correre a installare a casaccio si facesse un piano accurato di dove servono, o possono servire, si potrebbe evitare lo stillicidio di proclami di reti adeguate e le contemporanee lamentele di persone che non possono acquistare un’auto elettrica perché non hanno possibilità di ricaricare in modo ragionevolmente comodo.
Forza installatele tutte che i soldi scappano.
Poi lasciatele spente (o a prezzi folli che è lo stesso)… che non capiti che la benzina va a male nei serbatoi.
Se permettono questo sono fessi (o collusi) anche in europa.
No, semplicemente chiedono i fondi del PNRR, fanno il compitino minimo per prendere i soldi (colonnine installate ✔)… e poi siano ANCHE funzionanti e mantenute nel tempo è TUTTA un’altra storia…
Beh, il 60% è a carico loro…sarà il caso che le facciano funzionare.
Bè dovrebbe già essere così.
Comunque 100.000 colonnine è un bel dire, sarà il caso che si mettano anche di buzzo buono a vendere auto.
Altrimenti servirà un altro pnrr ad hoc per ripagare i debiti delle società.
Pensiero senza polemica , solo realtà
Per fare un contratto occorre sempre essere in due , chi vende e chi compra e l’ultima parola generalmente l’ha quest’ultimo
Se I fondi se li aggiudicheranno CPO medio-piccoli, saranno sicuramente interessati a che le loro colonnine funzionino e fatturino.
Se invece se li aggiudicheranno i noti duopolisti, per i quali – come già detto e ridetto – il business delle ricariche è una goccia nel mare del loro business globale e a cui già ora non interessa di essere in perdita…
… tanto ne coprono i costi con tante “gocce di idrocarburi” che ci rifilano col “core business”…
Bisognerebbe che i fondi PNRR fossero erogati solo ad impianti mantenuti funzionanti… non solo ad installazione eseguita..