L’Università di Parma scende in pista con una monoposto elettrica. Si chiama PSR01. Progettata e costruita interamente dall’UniPR Racing Team, sposa il principio dell’elettrificazione e lo declina in una bolide da gara che debutterà il 24 luglio sul tracciato di Varano, in occasione dell’evento nazionale Formula Student FSAE Italy 2019.
Una storia di orgoglio e di passione
“Questo è un progetto innovativo con tecnologie che si troveranno un domani sulle automobili di tutti i giorni”, ha dichiarato con entusiasmo Davide Lusignani, Faculty Advisor. Effettivamente, nel corso della storia, le macchine da corsa sono state spesso precorritrici di funzioni e di componenti poi applicati nella produzione in serie. Nel caso della PSR01, però, la portata dei cambiamenti è andata ben oltre l’autovettura, toccando anche la struttura organizzativa che ha elaborato e sostenuto l’intero percorso progettuale.
Una sfida impegnativa che è stata risolta brillantemente grazie alle risorse coinvolte, come ha affermato Carlo Concari, Professor Advisor: “L’università ha un ecosistema di docenti e di ricercatori che sono all’avanguardia nella ricerca sulla mobilità elettrica“. Proprio la stretta collaborazione tra il personale accademico e gli studenti ha permesso di passare in 2 anni da un foglio bianco alla realtà, attraverso studi, ricerche e sperimentazioni. Ancor più strategico per il successo del progetto, forse, è stato unire il contributo teorico a quello pratico delle numerose aziende distribuite sul territorio. “Solitamente si pensa che la Motor Valley sia un po’ più a est, ma anche a Parma ci sono eccellenze in campo automobilistico”, ha aggiunto Concari.
La forza dell’impegno
Marco Avventurieri, Team Leader della scuderia, ha spiegato in dettaglio l’evoluzione dell’organigramma coinvolto nel “sogno elettrificato”. “Alla fine del 2017, si è dovuta riorganizzare la struttura della squadra per adattarla alla progettazione elettrica”. Ciò ha comportato la necessità di ridisegnare il personale, partendo dal reparto di elettronica, centro nevralgico nella ricerca e nello sviluppo della nuova automobile. A questo si sono affiancati studenti provenienti dagli altri rami dell’ingegneria, ma anche dal mondo dell’economia, della comunicazione e della chimica.
Così si è venuta a creare una vera e propria azienda. Attualmente sono 44 i membri del team, accomunati da “passione, determinazione e voglia di mettersi in gioco”. E il lavoro ha portato evidentemente i suoi frutti, poiché nel 2019 l’UniPR Racing Team si è classificato 91° su 600 atenei di tutto il mondo, impegnati nella competizione Formula SAE. Senza dimenticare il budget stanziato per l’anno corrente (40.000 €, lievitato del 33% rispetto al 2017) oltre alla costante crescita dei partner tecnici.
Il teorema del miglioramento continuo
“La criticità principale nello sviluppo dell’automobile è stata l’esiguo know-how da sfruttare per questo progetto” ha detto Stefano Francavilla, Team Project Manager. I ragazzi si sono ritrovati a dover gestire praticamente ex novo lo studio e la realizzazione della maggior parte dei componenti della vettura. Raggiungendo traguardi ragguardevoli. Marco Squeri, Chassis Chief, ha svelato che “il telaio è passato dall’iniziale struttura a traliccio a quella monoscocca in fibra di carbonio, con un importante miglioramento delle caratteristiche meccaniche”.
Lo chassis è un sandwich costituito da pelle in carbonio e da alluminio a nido d’ape, ottenuto al termine (e al superamento) di svariati test. La batteria (celle Samsung) ha una capacità di 6,22 kWh, alloggiata in una scatola in alluminio. Il raffreddamento avviene tramite PCC, materiale a base grafitica che assorbe il calore delle celle. “Ciò permette di lavorare ad alte potenze senza necessitare di un raffreddamento liquido” ha commentato Cristian Maffezzoni, Electrical Chief. L’elettronica a bordo è molto raffinata e comprende funzioni quali traction control, differenziale elettronico e telemetria in tempo reale.
La potenza non è tutto
“Il motore è sincrono a magneti permanenti e flusso assiale” ha spiegato Pietro Canuti, Drivetrain Chief. La potenza è di 80 kW, mentre il picco di coppia è di 240 Nm. Valori più che rispettabili per la piccola monoposto, scaricati a terra per mezzo degli pneumatici Continental da 13″, dotati di cerchi OZ in magnesio. L’impianto frenante è stato studiato appositamente per soddisfare i requisiti prestazionali della vettura. Grande importanza è stata posta anche nei confronti del comportamento dinamico e aerodinamico della PSR01.
Faissal El Idriss, Vehicle Dynamic Chief, ha ricordato che “sono state eseguite simulazioni e ottimizzazioni per valutare la movimentazione dell’automobile”. In questo modo si è giunti alla definizione della distribuzione delle masse (59% al posteriore), valore ritenuto ideale in considerazione del passo di 1535 mm e delle sospensioni a quadrilatero. Analogamente Francesco Saverio Martini, Aerodynamic Chief, ha spiegato che “la fuidodinamica computazionale ha guidato la generazione del carico aerodinamico del corpo vettura, nonché l’ottimizzazione dello scambio termico nei radiatori”.
Una palestra di vita
Per il Magnifico Rettore Paolo Andrei, il prodotto partorito dalla squadra corse è “un piccolo miracolo progettuale”. Ma ancor di più, l’emblema dell’importanza del lavoro in team, in cui “si apprende come fare qualcosa insieme agli altri, capendo che non si è mai soli”. Lo stesso Andrei ha svelato che a breve sarà disponibile un nuovo spazio nella sede scientifica di Ingegneria per il team, a dimostrazione del desiderio di continuare a far crescere questo programma sportivo.
Anche l’Ing. Giampaolo Dallara ha speso parole d’elogio per gli studenti. “Avete fatto qualcosa di grande e di diverso. Una macchina avanzata sotto tutti gli aspetti”. Il celebre progettista e patron della Dallara ha voluto poi ricordare come la scelta dell’UniPr Racing Team sia stata lungimirante, poiché “l’automobile del futuro sarà elettrica, autonoma e connessa“. Infine Massimo Bercella, Sales & Business Development Manager, ha terminato ricordando che nella competizione di Formula SAE “si vince o s’impara“. La PSR01 ha dimostrato che i ragazzi hanno centrato entrambi gli obiettivi.
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