Proposte anti abusivi della ricarica: Danilo, un lettore, chiede perché non si prendano misure più drastiche, come una denuncia o una diffida. Vaielettrico risponde. Ricordiamo che i vostri messaggi vanno inviati a info@vaielettrico.it
Proposte anti abusivi della ricarica: è possibile diffidarli o denunciarli? Il danno c’è
“Grazie per il vostro impegno per la (purtroppo ancora sparuta) community degli elettronauti. Di cui faccio parte con la mia triennale Renault Zoe 135 (batteria 52kWh e ricarica 22kW AC + 50kW DC, mai scelta fu più azzeccata!) di cui non riesco più a fare a meno… Avrei una domanda volta a creare i presupposti per frenare il fenomeno della occupazione abusiva delle colonnine di ricarica pubbliche. In questo comportamento sono ravvisabili violazioni del diritto civile o penale a danno degli utenti o dell’ente erogatore di energia? Per esempio: illegittimo impedimento alla commercializzazione di bene indispensabile, danno diretto per impossibilità di fruizione di un diritto pubblico, danno biologico ecc…Se così fosse, sarebbe possibile denunciare od almeno diffidare l’occupante abusivo?“.
Almeno dotiamo le colonnine di un semaforo che indichi la situazione
“Anche se penso che poi ci toccherebbe… girare armati, un deterrente del genere varrebbe ben più della minaccia di applicazione di un articolo del Codice della strada. Codice disatteso in primis dalle forze dell’ordine. Se questo non fosse possibile, bisognerebbe ripensare le colonnine dotandole di un semaforo indicante occupazione abusiva, vettura in carica, colonnina libera. Con lampeggiante e segnalazione acustica, ad uso soprattutto delle forze dell’ordine. Il che ci renderebbe la vita ben più facile quando siamo alla ricerca della colonnina per ricaricare. Non credo che sia difficile, la tecnologia è trita e ritrita e questo aiuterebbe anche il gestore a rientrare più rapidamente dall’investimento. Oltre che ad eliminare un problema foriero di scelte alternative alla trazione elettrica. Grazie per la vostra attenzione e buon lavoro“. Danilo Mariuzzo.
Proposte anti abusivi comprensibili, ma senza la Polizia Locale…
Risposta. In questa rubrica di dialogo con i lettori il tema dell’occupazione abusiva delle colonnine è tra i più gettonati, con segnalazioni da tutta Italia. Purtroppo solo le Polizie Locali possono garantire una soluzione. Applicando l’articolo del Codice che prevede la multa non solo per chi occupa lo stallo senza ricaricare, ma anche per chi ha terminato l’operazione da oltre un’ora. Si è ipotizzato di tutto per frenare questo malcostume, come l’installazione di “panettoni” che consentano l’accesso solo a chi, avendo un veicolo elettrico, è abilitato ad abbassarli. O anche l’installazione di semafori d’accesso. Ma si tratta di soluzioni complicate da applicare e, se parliamo di suolo pubblico, occorre sempre un’autorizzazione comunale e siamo daccapo: c’è una sensibilità scarsissima. E torna la domanda di sempre: ma se si parcheggiasse davanti a una pompa di benzina impedendo a chiunque di fare il pieno, che cosa succederebbe?
A me è capitato a Verona di trovare di domenica sera una Zoe della polizia municipale collegata ad una DC da 50kW di Enel X con ricarica terminata da chissà quando (ipotizzo collegata il venerdì?). Io ero uscito dall’autostrada a posta x ricaricare perché da Brescia in A4 direzione Trieste fino a Gorizia o Treviso non c’è un autogrill che abbia una colonnina (altro tema su cui meriterebbe un articolo: i gestori di tratte autostradali che se ne sbattono altamente dell’installazione di punti di ricarica)
Buonasera sig.r Paolo, voglio complimentarmi con lei per il suo commento, veramente ben ” strutturato ” ed ” inerente ” con l’ articolo in questione, solo una cosa non capisco e vorrei un chiarimento da lei : perche’ le stanno cosi’ ” sulle scatole ” i possessori di auto elettriche ?
Perche’ lei suggerisce di prendere una full hybrid piuttosto che una bev ?
Sinceramente non capisco questa avversione, 1° perche’ ognuno di noi e’ libero di acquistare cio’ che vuole con i propri soldi, 2° perche’ ad oggi l’ elettrico e’ la soluzione migliore per quanto riguardano le emissioni inquinanti delle auto, 3° ma non meno importante il perche’ che ci si debba sentire ” autorizzati ” a parcheggiare l’ auto dove e’ vietato, non vedo il motivo per fare una cosa del genere ( forse mancanza di rispetto per le regole e verso le altre persone ? ).
Essendo piu’ che certo delle sue valide delucidazioni rimango in attesa.
qua si parla delle stesse cose…. e scrivo sempre le stesse cose… ma la redazione non coglie….
il nuovo codice della strada sanziona sì gli abusivi degli stalli adibiti a ricarica elettrica, ma si trascura il fatto che non esiste la cartellonistica approvata…. quindi se io parcheggio un diesolone nello stallo e mi viene elevata la contravvenzione andrò a vincere il ricorso perchè sono tenuto ad obbedire alla segnaletica approvata e non ad un cartello inventato che tipicamente è una macchina verde con una spina e la scritta ” solo elettriche” o “no motori endodermici no ibride” non ha nessun valore legale.. anche perchè non è necessario saper leggere per avere la patente (infatti i pittogrammi sono fatti apposta perchè siano intuitivi… ma se non sono approvati rimangono disegnini).
Riassumendo.. la legge c’è, ma manca la cartellonistica che mi comunica il divieto a parcheggiare lì.. quindi il divieto non mi vincola! chiaro?
per quanto rigurda la denuncia.. dove leggevo “danno biologico”.. mi sa che provarlo è dura…. ma sarebbe ben utile il reato di “violenza privata” che è procedibile d’ufficio se si sporge denuncia ai carabinieri o polizia… certo che il pm andrà a stabilire l’archiviazione per tenuità dei fatti.. anche se il guidatore furbacchione si ritroverebbe la fedina penale sporca…
La segnaletica ovviamente esiste. Si tratta del cartello “divieto di fermata” col pannello integativo “esclusi veicoli in ricarica”. Il mancato rispetto del divieto comporta la rimozione forzata. Potrebbe essere utile un cartello che non imponga la rimozione forzata, ma consenta di elevare solo una contravvenzione.
Premesso che non si capisce perché i comuni non portino via i veicoli quando previsto dalla cartellonista, sono solo soldi in più che entrano nelle casse dei comuni e una maggior dissuasione anche per chi ha soldi che escono da ogni dove ma il tempo non lo vuole perdere, il problema è culturale e riguarda anche i possessori di auto elettriche, giusto ieri ho visto una Tesla parcheggiata in uno stallo per la ricarica e non aveva neppure fatto finta di caricare, era semplicemente parcheggiata e lo ha fatto in una zona di parcheggi blu dove le auto elettriche non pagano il parcheggio quindi ha occupato un posto solo per essere più vicino a dove doveva andare, ad uno così la macchina andrebbe rimossa e messa nel parcheggio più lontano e irraggiungibile.
// ad uno così la macchina andrebbe rimossa //
E infatti la rimozione è esattamente la sanzione principale (art. 159 CdS) per un’auto elettrica che, se è parcheggiata in uno stallo senza ricaricare, è anch’essa in divieto di sosta (art. 158 CdS).
L’eventualità di trovare gli stalli adibiti alla ricarica impropriamente occupati da “abusivi” o “elettronauti furbastri” va inserita nella CHECK LIST (BEV SI/BEV NO) che il potenziale acquirente di auto elettrica deve redigere in fase di valutazione della spesa.
Purtroppo (ma anche per fortuna, in molti altri contesti) siamo in Italia, con tutti i sottintesi del caso.
Pensare di scomodare la Giustizia civile (o addirittura penale) per un divieto di sosta mi sembra una pia illusione.
Così come pensare che la Polizia Locale debba intervenire ogni volta su chiamata, per situazioni del genere.
Il problema, comunque, rientra nel discorso di ritenere IMPRESCINDIBILE (ai fini dell’acquisto di una BEV) la possibilità di ricaricare a casa.
Chi non ha questa possibilità, AD OGGI, DEVE semplicemente pensare ad altre soluzioni per la propria mobilità.
Io non ho ricarica a casa ma abito in zona centrale con molte colonnine.
Ma il problema più in generale è che se non sei a casa devi fare con le ricariche pubbliche e quindi gli abusivi vanno eliminati, in particolare nelle zone dove non ci sono ancora molte colonnine.
si pero’ distinguendo da coloro che l’auto hanno diritto di caricarla e magari sbagliano i tempi ,dalle soste davvero incivili delle auto termiche ,per le quali proporrei multe salatissime .
Le regole attuali già consentono un minimo di “sbagliare i tempi”: esattamente 60 minuti dal termine della ricarica, come da art. 158 h-ter CdS. Poi però l’auto va spostata, altrimenti scivola nel divieto di sosta (art. 159 CdS) proprio come una termica.
Personalmente sono d’accordo, perchè esiste il pubblico ludibrio e se una auto endotermica occupa uno stallo l’emissione di un suono di allarme, chiaramente adeguato simile a quello del passaggio pedonale, che denuncia l’occupazione sarebbe disincentivante e poi mi domando come possa essere possibile per la polizia stradale o municipale definre da quanto tempo un’auto ha smesso di caricare, se non esiste uno standard certificato che permetta di leggerlo dal display. C’è da fare ancora molto nella messa a punto dei dispositivi.
Per lungo tempo si sono viste le piazzole destinate ai disabili occupate, ma il ciondolare delle teste di chi accoglieva il furfante al momento di riprendere le auto ha fatto molto perchè il costume cambiasse.
Roberto non male poco costosa l’ idea di un suono fastidioso per le non collegate per quelle in ricarica finita basta copiare caricatori Tesla
Un euro al minuto a fine ricarica