Come nasce la Porsche Taycan in un botta e risposta con il capo di Produzione e Logistica, Albrecht Reimold.
Il manager tedesco, 58 anni, ha alle spalle una lunga carriera trascorsa soprattutto all’Audi, con una parentesi italiana. Nel 2002 fece parte del team di tecnici che sviluppò la Lamborghini Gallardo, a Sant’Agata Bolognese.
1- Che cosa significa per voi il lancio della prima Porsche elettrica?
“La Taycan apre un nuovo capitolo nella nostra storia. La Porsche ha voluto che questa modello iconico fosse prodotto nel nostro sito principale, Zuffenhausen, il cuore e la casa del marchio. Le sue prestazioni, la sua autonomia e la sua tecnologia innovativa a 800 volt, per la ricarica più veloce possibile, sono unici. È una sportiva purosangue, che però si adatta anche all’uso quotidiano. In altre parole: è una tipica Porsche. Più di 20 mila persone ci hanno contattato con serio interesse all’acquisto senza averla mai vista. Giù questo è stupefacente, anni-luce oltre quello che ci saremmo aspettati”.
“Partiremo a settembre, come previsto”
2 – Siete pronti? La Taycan è considerato il progetto più complesso nella storia della Porsche, con una fabbrica nuova e un investimento di un miliardo di euro…
“Certo che siamo pronti, sarebbe un bel problema se non lo fossimo. La fabbrica aprirà a settembre, come previsto. È vero, la Taycan è molto importante per noi, un progetto cresciuto a un ritmo impressionante. Abbiamo presentato il concept Mission E al Frankfurt International Motor Show del settembre 2015.
In novembre abbiamo cominciato a costruire il corpo vettura, dove già lo produciamo per la 911. Sei mesi dopo siamo partiti a preparare lo spazio per la nuova fabbrica. E un anno dopo i primi prototipi e i muletti per i collaudi sono usciti del Centro-Pilota”.
3- Quali sono le sfide più critiche nel costruire un modello così? Come nasce la Porsche Taycan?
“Reinventare il nostro stabilimento più importante, costruendo una fabbrica senza la fabbrica. E integrare un impianto con tecnologie e processi completamente nuovi a un altro già esistente, che sta lavorando a pieno ritmo. Non dimenticate che aZuffenhausen non abbiamo mai costruito tante automobili, 250 macchine sportive a due porte al giorno.
È come fare un’operazione a cuore aperto, in cui far conciliare tante funzioni, tutte importanti. Conciliando la necessità che la produzione marci spedita mentre si prepara l’avvio della Taycan. E rispettando i diritti dei nostri vicini. La nostra fabbrica principale confina con zone residenziali e industriali, ma anche con diverse strade e persino una linea ferroviaria. Tutto questo richiede una logistica molto sofisticata. Ed è anche per questo che la Taycan si produrrà su diversi piani e in diversi edifici”.
Dipendenti coinvolti anche finanziariamente
4- Non era più semplice produrre a Lipsia, dove avete molto più spazio?
“Zuffenhausen è il luogo di nascita delle nostre sports cars…E il patto che abbiamo stretto con i nostri dipendenti significa che abbiamo fatto della Taycan ‘il nostro progetto’. Oltre che dei nostri confinanti, volevamo il supporto della nostra forza-lavoro per un passo così importante. I dipendenti partecipano anche finanziariamente al progetto, mettendo una quota degli aumenti retributivi concordati in un fondo speciale. È un accordo unico nell’industria automotive. In più mettiamo in opera metodi produttivi rivoluzionari, un passo nella fabbrica del futuro.
Lo chiamiamo Porsche Production 4.0—smart, lean, e green. Smart sta per produzione flessibile e connessa. Lean sta per uso responsabile ed efficiente delle risorse. E green è riferito a sostenibilità e protezione ambientale. Continuiamo a ridurre l’impatto delle nostre produzioni di auto, dal 2014 le emissioni di CO2 sono calate di oltre il75 %”.
5 – Quindi avete raggiunto i vostri obbiettivi? E in futuro vedremo solo Porsche elettriche?
“Vogliamo fare meglio. La produzione della Taycan a Zuffenhausen sarà carbon neutral. E la nostra visione va oltre. Vogliamo che la nostra intera impronta sia a impatto zero, non solo in produzione, ma nell’intero ciclo di vita. Ma la Porsche resterà un marchio di auto sportive molto potenti, sia che siano spinte da emozionali motori a benzina, da ibridi plug-in intelligenti o, molto presto, da sistemi elettrici puri.
Siamo un costruttore premium, con una quota di mercato relativamente piccola. Ma aderiamo agli accordi di Parigi sul clima del 12 dicembre 2015 e ci sentiamo responsabili di di ridurre le emissioni di CO2. E ci sentiamo di poterlo fare senza perdere nulla in prestazioni e richiamo emozionale. Più di due terzi dei clienti Panamera in Europa scelgono la versione ibrida plug-in. Vogliamo spingerci oltre con la Taycan”.
“Uno choc per i nostri clienti? Forse…”
6– Quanto oltre? Non temete che sia uno choc per i clienti Porsche più tradizionalisti?
“Ci aspettiamo che entro la metà del prossimo decennio l’intera gamma sia venduta con un motore ibrido o elettrico. Uno choc? Forse. Ma posso assicurare che i clienti troveranno tutto quello che si aspettano dal nostro marchio anche in un’elettrica pura come la Taycan. Guidabilità sportiva estrema, dinamicità, prestazioni e, non ultimo, un forte appeal emozionale. Più questi prodotti saranno attrattivi, più veloce sarà l’affermazione dell’elettrico. E non ho dubbi che succederà presto, centrando le aspettative dei clienti”.
7 – C’è differenza tra produrre un’auto elettrica e una con un motore tradizionale?
“Beh, non è che basti mettere un pacco-batterie al posto di un serbatoio e un motore elettrico al posto di un benzina. E installare le batterie, il propulsore elettrico e i sistemi di raffreddamento è ovviamente diverso che mettere un propulsore a benzina con lo scarico. Ma anche la Taycan è un’auto il cui body va assemblato e verniciato, molte parti del processo sono le stesse. Però serve un nuovo, specializzato knw-how per maneggiare i sistemi ad alto voltaggio.
E questo è il motivo per cui stiamo facendo un training aggiuntivo ai nostri dipendenti. Rispettando gli standard di qualità richiesti a una Porsche. E, soprattutto, consentendo livelli di personalizzazione pari a quelli delle auto in produzione. I clienti ce lo chiedono. Si potrebbe dire che facciamo produzione in serie di modelli unici. Deve valere anche per la Taycan”.
“Tagliare? Assumiamo 1.500 persone”
8– Il sistema di produzione della Taycan stabilisce nuovi standard anche di digitalizzazione…
“Vero. Spesso si usa il termine “revolution” in connessione con l’Industria 4.0, ma io la vedo diversamente. Stiamo facendo un ulteriore sviluppo di quanto fatto in passato con automazione, simulazioni, virtual product e production planning. La digitalizzazione ci permette di disegnare l’ambiente di lavoro in modo più ergonomico. Allo stesso temo consente ai nostri dipendenti di analizzare processi e procedure complesse. Genera trasparenza, per esempio consentendoci di esaminare se un certo afflusso di dati non ha preso la migliore strada possibile. E ci permetta di individuare potenzialità che non avremmo visto altrimenti”.
9- È il primo passo verso la fabbrica senza forza-lavoro
“No, la nostra tradizione è focalizzarci sulle persone. Niente cambierà. Automatizziamo i processi per rendere le cose più semplici ai nostri colleghi e supportarli nel loro lavoro, ma continuiamo a puntare su collaboratori altamente qualificati. Per il lavoro molto complesso che si fa nella nostra azienda, è essenziale combinare le tecnologie più avanzate con l’expertise dei nostri specialisti”.
10- Dunque non ci saranno tagli di personale?
“Negli ultimi anni abbiamo quasi raddoppiato la forza lavoro, a oltre 32 mila unità. Stiamo assumendo altri 1.500 colleghi solo per la Taycan e la Cross Turismo. Alla Porsche la mobilità elettrica è un motore per aumentare l’occupazione”.
— L’intervista integrale è sul sito Porsche Newsroom. Qui: elettroscettico? Prenditi…un Taycan. E qui: la Taycan alla frusta, accelerazione…