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Problemi con la Ami: “Mai più un’elettrica”

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Problemi con la Ami: Giuseppe lamenta il lungo fermo-auto, già due mesi patito per un guasto alla piccola Citroen. “Mai più una vettura elettrica“, commenta. Ricordiamo che la la mail per inviarci i vostri messaggi è info@vaielettrico.it

problemi con la AmiProblemi con la Ami: “Dopo 2.700 km il caricabatterie si rompe e non carica piu”

“Sono un vostro lettore da un anno, trovo i vostri servizi sempre interessanti. Vi scrivo per condividere la mia pessima esperienza con la Citroen AMI. A casa ho da 3 anni installato un impianto fotovoltaico da 6 KW. Da allora l’idea di farmi la macchina elettrica mi aveva ingolosito. Cosi ad aprile 2023 decido con entusiasmo  di comprare per mio figlio una Citroen AMI.

Primo problema il disagio del fatto che è stata consegnata a gennaio 2024 (dopo che ho minacciato di avvalermi della facoltà di risolvere il contratto). Sta di fatto che dopo piu un anno scarso di impiego cittadino e 2.700 km effettuati nel percorso casa-scuola, si rompe il caricabatterie e il mezzo non carica piu. Chiamo il call center dell’assistenza che, dopo varie peripezie, mi spedisce il mezzo in assistenza a 300 km di distanza, perché nessun concessionario in zona lo accettava.

punto interrogativoÈ ferma da due mesi, in attesa di un ricambio di cui non si sa nulla, possibile?

Ho telefonato a un paio di concessionari in zona per chiedere se mi riparavano la macchina, ed erano disponibili. Ma appena dicevo che era una AMI, la risposta era “ah no mi scusi, mi son sbagliato, siamo pieni per il prossimo mese, deve richiamare piu avanti“. Con il palese dubbio che i concessionari Citroen stiano sabotando volontariamente l’assistenza. Sta di fatto che la macchina è ferma da 2 mesi in attesa del pezzo di ricambio che non arriva mai e non se ne sa nulla.

Ho chiamato ripetutamente il call center: mi ha rimbalzato di volta in volta da un numero all’altro, han detto che han sollecitato la fornitura del pezzo di ricambio, che hanno aperto una pratica, etc. Fino a dirmi che è colpa del Ramadan, dato che in marocco non han lavorato per un mese. Cosa che trovo per nulla credibile. Mi è stato proposto, dopo mie insistenze, un mezzo sostitutivo…. Ma il numero del fornitore del mezzo non risponde! E al call center mi han detto che  mi offriranno un’auto “normale”, tipo C1-C2! Che non mi serve a nulla.

problemi con la ami“Con le auto termiche in  trent’anni non ho mai avuto un disagio simile”

Nel frattempo la scuola è quasi finita, l’assicurazione corre e non si sa quando sarà riparata la mia macchina. Il concessionario telefonicamente mi ha detto che ne ha un’altra che è li ferma da 4 mesi in attesa dei ricambi! Sono fortemente deluso da questa esperienza. Penso proprio che questa AMI sarà l’ultima macchina elettrica ad entrare in casa per i prossimi 30 anni, finche non vi sarà una rete capillare di meccanici e assistenza che funzioni. 

Sicuramente  non comprerò mai più una Citroen a prescindere, visto che la loro assistenza è inqualificabile (nel senso proprio della parola). Se avessi acquistato una comune microcar a gasolio sono sicuro che non sarei incorso in questa disavventura. Dato che vengono riparate tranquillamente dal meccanico sotto casa. E aggiungo che con le macchine termiche finora avute in 30 anni di patente non mi è mai capitata un disagio simile.

problemi con la AmiI problemi con la Ami non sono meno importanti perché è una macchinetta…

Risposta. Che dire davanti a un racconto come questo? Sicuramente la Ami è una macchinetta azzeccata per dimensioni e prezzo, oltre che per il design. E siamo sicuri che in un futuro fatto sempre di più da mezzi in affitto, nelle grandi città ci sarà sempre più spazio per veicoli come questo.

Però è anche vero che un costruttore del livello e delle dimensioni di Stellantis dovrebbe garantire un’assistenza adeguata a tutti i veicoli, al di là della taglia e del costo. Speriamo almeno che questa lettera serva a sbloccare la situazione per il nostro lettore e  per altri che si trovassero nella nostra situazione. Anche se i problemi di assistenza capitano anche con le auto termiche e in particolare con le macchinette, su cui sono stati scritti fiumi d’inchiostro.

  • FLOTTE ELETTRICHE / I consigli di Electrip: video-intervista  di Mauro Tedeschini al country manager Giovanni Fornaro

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42 COMMENTI

  1. caso mai mai piu’ stellantis , abbiamo capito che se ne fregano di fidelizzare e approffittano di qualsiasi guasto per spennare . io con la dacia spring in 3 anni nessun problema ,sperem in ben !

  2. Ho comprato per mia figlia un’Ami nel 2022 alla fine di giugno. Anche io avrei qualcosa da dire con l’assistenza di Bologna, ma soprassiedo. Anche io ho avuto problemi con in caricatore un paio di volte, ma lavando e soffiando con l’aria compressa la ventola bloccata dallo sporco sono riuscito a risolvere il problema. Il discorso “non sono un meccanico ed esigo che l’assistenza risolva il problema del veicolo in garanzia”, non è sbagliato, ma io preferisco risolvere il problema subito piuttosto che alzarmi alle 5 e mezzo del mattino per accompagnare mia figlia alla fermata del bus! 😉

    • hai ragione, ma bisogna saperlo prima, quando la macchina si è fermata ho chiamato l’assistenza dato che avevo la garanzia full, e come scritto la macchina è finita a 300 km di distanza… che faccio adesso? dico al meccanico che deve pulire la ventola perche l’ho letto su internet? che probabilmente è quello ma oramai nelle officine anche quando si brucia un fusibile ti cambiano tutto il pezzo manco ci guardano, che triste realta

      • Tutto vero, ma siccome io sono a 40 km dall’assistenza e quando ci sono stato l’ultima volta (e credo che non ci tornerò più) non mi hanno nemmeno ricaricato l’Ami… Se mi capita qualcosa io vado subito sui forum per vedere se posso fare a meno dell’officina, infatti le esperienze che ho avuto con queste non sono state piacevoli…ma è inutile parlarne, per me è meglio agire.

  3. A chi mi propone soluzioni varie tipo pulisci la ventola o parlata da un elettrauto, cose probabilmente anche sensate, faccio notare che, oltre a non essere io un meccanico, la macchina è in garanzia, ed avevo anche pagato l’estensione della garanzia per stare tranquillo. Al primo guasto non la porto certamente da un altro riparatore non autorizzato altrimenti mi decade la garanzia.
    Giuseppe G

  4. Partendo dal presupposto volevo un auto elettrica, ok ma AMI è un quadriciclo e fatto a risparmio chiedendo un prezzo folle , per certe parti di ricambio comunque aspetti mesi anche con le endotermiche, detto questo se realmente è il caricatore di bordo puoi andare in un qualsiasi elettrauto abilitato nei mezzi elettrici o vedere se trovi la parte di ricambio nei gruppi AMI

    • Come ho scritto in un’altra risposta, rivolgersi a un riparatore indipendente potrebbe essere una buona idea, il problema è che queste officine sono ancora poche e a volte i componenti non possono essere riparati facilmente da terzi perché il costruttore non rilascia gli schemi elettrici / elettronici proprietari

  5. Salve, ma un bravo elettrauto non avrebbe risolto il problema? Se è il carica batterie di sicuro è saltato qualche fusibile/condensatore.

    • In effetti potrebbe valere la pena rivolgersi ad un riparatore indipendente di componenti elettronici o ad un rivenditore specializzato in veicoli elettrici..

      In un gruppo dedicato al modello ho letto che a volte basta pulire la ventola di raffreddamento dalla polvere che vi si è depositata sopra.

      • Ma si, amici, dai, tanto quel coso è tutto un circuito integrato di fattura economica, con un tripudio di schede stampate magari annegate in qualche bakelite e difficilmente raggiungibili, e non apro l’argomento software… però che sarà mai, un bravo elettrauto ti fa un bel ponticello con la spilla da balia saldata a stagno, una guardata con la pistola stroboscopica allo spinterogeno e alle puntine e ti passa la paura. 😝😝😝😝😝
        (Si scherza, eh?)

  6. Mi sono messo con una tizia un po’ bruttina, che somiglia a una campana per la raccolta del vetro, e per di più ha un brutto carattere e fa l’antipatica.

    Basta donne per tutta la vita! 🤭

  7. Ho avuto un problema simile con la Twingo, la Renault non mi ha fatto alcun problema: anzi sono stati gentili ed è passato tutto in garanzia (compreso il carroattrezzi e la macchina sostitutiva). Certo ci sono volute 3 settimane ma il problema è stato risolto ed in 2 anni non è mai tornato. Quindi il problema non è l’elettrico ma il brand. Comunque la ringrazio per la sua esperienza: volevo prendere la eC3 ma vista la sua esperienza penso che prendo una Renault 5

    • La mia Twingo finora dopo 5 anni di uso quotidiano è perfetta ( tocco ferro) ma sono sicuro che la mia officina Renault sempre disponibile non mi creerebbe problemi. Stellantis? Io mi sono fermato alla Uno 55s, per adesso sono contentissimo di Renault e Kia ( in famiglia abbiamo 2 Twingo, una Niro ed una Stonic)

    • Problema analogo con Peugeot 208, sostituito caricatore imbarcato dopo poco più di 2 anni, 2 mesi di attesa e 1500€. Il problema è Stellantis

      • Ecco che spunta il costo dei tagliandi sotto forma di ricambi non in garanzia e …2 mesi…di attesa…..

  8. Tutta la mia solidarietà e comprensione sig. Giuseppe, però tenga presente che:
    l’Ami è un quadriciclo leggero che non ha nulla a che vedere non solo con un’automobile elettrica ma neanche con un qualsiasi altro quadriciclo elettrico “serio” che, non a caso, mediamente costa quasi il doppio.
    Stellantis non è certo rinomata per la cura del cliente in generale, figuriamoci per un prodotto (di scarsa qualità per me) che utilizza una tecnologia che soltanto ora (Stellantis) inizia a padroneggiare (purtroppo solo la fabbrica, non i concessionari!).

  9. Stessa cosa con la mia Ami del 2021. Dopo oltre due anni mi ha lasciato a piedi perché non caricava piu’. Ci sono voluti oltre 4 mesi per aspettare il fascio di cavi dell’alimentazione della batteria (ricambio 1680466780) . Imbarazzanti. Mai più Stellantis!

    • Anche in un gruppo francese sul modello si sono lamentati per i tempi di attesa che si misurano in mesi 🙁

  10. Più che dell’ elettrico, la situazione descritta rappresenta perfettamente il gruppo stellantis. Che anche nel termico ha devastato migliaia di auto con la cinghia a bagno d’olio o l Ad Blue. Alla larga!

    • Anche rimanendo nel settore elettrico, la reputazione di Stellantis è stata inficiata dalla moría di OBC qualche anno fa, se non altro hanno riconosciuto la difettositá del componente facendosi carico delle spese di sostituzione (almeno per una parte di veicoli coinvolti)

  11. Ancora a parlare di elettrico? E’ arrivata l’ora che chiudete pure voi di Via Elettrico. Basta con queste cavolate.

  12. Il caricabatterie e’ prezioso perché senza, la batteria diventa inutile e col passare dei mesi, si danneggia pure. Conviene avere un caricabatterie di scorta…….

    • A quanto ne so io la Ami ha in dotazione solo un cavo con presa shucko che esce direttamente dalla macchina come fosse un elettrodomestico. Il caricabatterie è interno. Non ha un carichino esterno come le normali auto elettriche.

      • Speriamo che tutte le officine che “bloccano” un EV per mesi abbiano l’accortezza di tenerne la batteria al giusto livello dI carica.

  13. Se fosse il caricabatterie basterebbe comprarne un altro anche su Amazon a carica lenta costano pochissimo o pretenderlo in assistenza

  14. Il punto è che una Citroën Ami non ha nulla a che vedere nemmeno con quadriciclo pesante tipo la YoYo. Ancor meno rispetto ad una elettrica tipo la super utilitaria Dacia Spring. Io ricordo lo scouter Peugeot SV da 50cc di mia sorella. Ogni anno ad inizio stagione stava del meccanico. Alla fine non l’ha usato più nessuno.
    Esclude un’elettrica perché un giocattolo come l’AMI non è resistito nemmeno un anno non ha senso. Comunque ad ognuno le sue idee e relative scelte. Spero solo che il pezzo di ricambio arrivi il più presto possibile, così da poter usare il mezzo.

    • Trovo quantomeno spocchiosa, se non altro questa risposta: la ami è forse una dei mezzi elettrici meglio ingegnerizzati che ci siano. Però effettivamente è qualcosa di poco più complesso di un monopattino. Ora, data la sua semplicità, cosa mai potrà essere il problema? Il cavo? Il controller della batteria? Una cella andata? Che dopo mesi non solo non abbiano risolto, ma che nessuno voglia neanche prenderla in carico è sintomatico: per sillogismo un mezzo più complicato avrà tempi più lunghi. Poi, certamente è anche e soprattutto colpa del costruttore e della sua rete di assistenza, però non posso dare torto a chi rimanendo scottato per inezie, decide di non volerci avere più nulla a che fare per almeno un decennio. Più una cosa è semplice più dovrebbe funzionare senza pensieri, se già un quadriciclo leggero dà tutti questi problemi, pagare di più per un mezzo più sofisticato non garantisce una risoluzione migliore dei problemi

      • A mio avviso, un mezzo come l’AMI è fatto al risparmio. Sarà ingegnerizzato bene ma sempre al risparmio è fatto. Non è soggetto a determinati standard automobilistici e questo permette ai costruttori (non solo Stellantis) di venire meno a degli standard qualitativi. Le auto non possono eluderli, pena la non omologazione. D’altra parte in un certo istante anch’io avevo valutato l’acquisto di questo mezzo. Poi mi sono reso conto che per le mie esigenze avrei solo buttato dei soldi dalla finestra. Il punto è che purtroppo la maggior parte dei meccanici in circolazione non hanno frequentato scuole professionali ma hanno fatto la così detta gavetta (apprendistato) dopo le medie (con dei corsi durante il lavoro). Ancora oggi in molte piccole officine vedi questa situazione (non più a 14 anni ma a 16). Il punto è che la transizione non potrà essere arrestata, le scuole superiori dovrebbero predisporre corsi triennali per preparare questi nuovi professionisti e le officine volendo o dolendo si dovranno adeguare. Per ora hanno 5 e più anni (max 10). Ma passati questi, il numero delle BEV in circolazione inizieranno a farsi sentire anche in Italia. A quel punto, avremo che i meccanici di una certa età e di piccola dimensione si concentreranno sulla manutenzione delle auto termiche con età decennali e non più in commercio, giusto il tempo di andare in pensione. Poi ci saranno i più giovani che se non vogliono fare la fine del topo dovranno virare su questo mercato, perché l’alternativa sarà lasciare questo mercato a catene della riparazione. Il problema è per chi oggi è dipendente di una piccola officina e ha meno di 30 anni. Suggerisco a questi lavoratori di iniziare ad acquisire le conoscenze necessarie per restare nel mercato che si prospetta. Mercato che spero si limiti alle sole BEV, non tanto per la mia preferenza, ma semplicemente perché acquisire conoscenze anche per mobilità alternative richiederebbe più impegno, tempo e denaro che molti dipendenti in questo periodo non hanno e anche perché i datori di lavoro non hanno nessuna voglia di cacciare a meno di essere obbligati dalle normative. Poi immaginate le officine se si dovessero attrezzare non solo per le BEV, ma anche per le FCEV (le così dette auto ad idrogeno) o altro ed eventuale. Che mole di capitali servirebbero?

        • @Bob : sono d’accordo sull’importanza della formazione degli operatori di settore.
          Peró cosa c’entrano gli “standard automobilistici” (sicurezza attiva e passiva) con gli “standard qualitativi” (affidabilitá) ? Sono sempre esistiti modelli di auto che vengono tranquillamente omologati ma poi hanno problemi a non finire..

  15. Non capita solo con le elettriche i problemi lo chieda a briatore che ne ha spesi molti di più. Ci vuole fortuna

    • Lo sanno tutti che la Range Rover è piena di problemi, soprattutto da quando è passata agli Indiani.

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