Primi 3 mesi elettrici per Mario, un lettore lombardo, con la Hyundai Inster: quanto spende, che cosa lo convince e che cosa non va. Vaielettrico risponde. Per scriverci: info@vaielettrico.it
di Mario Marini
“Vi seguo da oltre due anni, siete stati dapprima una bella scoperta e poi un punto di riferimento costante. Tanto che da quasi 3 mesi sono felice possessore di una Hyundai Inster, elettrica (tranquilli, non è tutta colpa vostra, anch’io ci ho messo del mio). Le mie condizioni sono ideali: ho una casa con box di proprietà e un impianto fotovoltaico sul tetto. Alla luce di questa seppur breve esperienza di guida in elettrico, vorrei proporvi alcune osservazioni.
Primi 3 mesi elettrici con la Inster: “Per ricaricare meno di 2€/100 km”
Io ricarico prevalentemente a casa in modo lento e super economico. Tanto che ho calcolato, riguardo l’energia elettrica, di spendere qualcosa meno di 2€ per 100 km. Mi capita di ricaricare saltuariamente alle colonnine, che trovo decisamente care, disposte un po’ a caso, spesso poco “friendly”. Ammesso che funzionino, cosa per niente scontata, e pensate da qualche mente contorta e probabilmente sadica. Mi chiedo ad esempio quanto facile sarebbe stato predisporle per il pagamento con carta o bancomat. Invece di doversi servire di app quasi sempre poco affidabili e di relative carte RFID. Ho trovato una gradita eccezione in Electrip. Intanto il prezzo nominale (0.50 €/KWh sia per AC che HPC) è più basso rispetto ai concorrenti. Ma poi quasi sempre, Electrip lancia promozioni davvero convenienti. Ad esempio in questi giorni è di 0.30 €/KWh, sia in AC che in HPC. Non male!
Le colonnine pubbliche? “Ti senti un pioniere lasciato allo sbaraglio”
Peccato che nella mia zona (abito tra Como e Varese) ce ne siano poche. Anche se ne ho appena scoperto una da 60 kW sulla strada che percorro per andare in palestra. Nel raggio di 5 km da casa mia ci sono 10 colonnine di ricarica, la più vicina a 850 metri. Di cui 1 HPC Powy da 110 kW (0.90 €/kWh) e 9 AC da 22. Ovvero 8 Plenitude (0.65 €/KWh) delle quali 3 installate e mai attivate. E una Enel X, incidentata un anno fa e mai ripristinata. Sempre a 5 km ci sono 2 supermercati che accordano mezz’ora di ricarica gratis per chi fa la spesa. Da nuovo utente elettrico mi aspettavo qualcosa di meglio organizzato e più rispondente alle esigenze normali di chi si sposta in auto. La prima impressione è che siamo un po’ dei pionieri lasciati allo sbaraglio, della serie: “hai voluto la bicicletta? Pedala!” . Impressione confermata dai pochi utenti elettrici che saltuariamente incontro e con cui è facile scambiare 4 chiacchere.
Primi 3 mesi elettrici: “Tecnologia comunque vincente, 2035 o no”
Tanto che, se fossi un ipotetico nuovo utente che dovesse obbligatoriamente caricare alle colonnine, e in attesa di una infrastruttura all’altezza, qualche piccolo dubbio sui tempi di passaggio ce l’avrei. Di certo guidare un’auto elettrica è tuttora un piacere: il confort, la semplicità e l’economicità sono, già ora, inarrivabili per le auto tradizionali. Sono convinto che nei prossimi anni l’evoluzione di questa tecnologia porterà il mercato dell’auto a orientarsi naturalmente verso la guida in elettrico. Tanto che, il paventato spauracchio del 2035, appena annacquato per dare il contentino alla miope visione ideologica di Italia e Germania, sarà una scadenza inutile. Grazie per il vostro prezioso lavoro, continuo a seguirvi.
Risposta. Non c’è dubbio che sui prezzi di ricarica ci sia parecchia strada da fare. Sui prezzi, anzitutto, e anche sull’affidabilità delle colonnine, non sempre funzionanti. Anche se la situazione, rispetto a qualche mese fa, è enormemente migliorata. Quanto al pagamento con carta o bancomat, ormai si tratta di una soluzione accettata su buona parte della rete in DC. Che è la più utile da questo punto di vista. E tutte le nuove installazioni ne dispongono, a giudicare dagli annunci dei gestori delle colonnine.
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