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Prima provala e fai queste verifiche, se vuoi l’auto elettrica

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auto elettriche italiani

Prima provala, se vuoi l’auto elettrica. La possibilità (qui alcune indicazioni) la offrono un po’ tutte le Case, sfruttala. E fai queste verifiche, per non pentirti di un acquisto frettoloso. 

Prima provala, non ti fidare del sentito dire

Il 2021 è l’anno che in molti vedono come quello del primo boom per il mercato dell’auto elettrica. Ci sono moltissimi nuovi modelli in arrivo, in quasi tutte le categorie. Quindi, alcuni di voi avranno forse pensato: “Ok, è la volta buona. Nel 2021 mi compro un’elettrica“. E potrebbe essere una buona idea, visto che i nostri lettori che l’hanno comprata l’anno scorso oggi dicono in coro: indietro non si torna. Ma per fare la scelta giusta, quella che vi permetterà di ridurre realmente la vostra impronta ecologica e di risparmiare è necessario raccogliere prima alcune info. In molti, è naturale, rivolgono i propri dubbi e le proprie domande ai venditori. Ma purtroppo, nella maggior parte dei casi, essi non conoscono affatto il mondo delle elettriche. E in alcuni casi forniscono risposte quando va bene parziali e quando va male semplicemente errate. Prima provala, chiedi e fatti comunque un’idea.

Prima provala e pensa se potrai ricaricare a casa

Secondo il mio punto di vista, a oggi esiste una condizione imprescindibile (o quasi, e vedremo perché) per poter adottare con soddisfazione e senza disagi un’auto elettrica. La condizione da rispettare è quella di poter ricaricare l’auto presso la propria abitazione o perlomeno presso il luogo di lavoro. Tutte le nostre auto, anche quelle termiche, trascorrono la propria vita per la maggior parte del tempo parcheggiate (tipicamente a casa o sul posto di lavoro). Per le auto elettriche è importante sfruttare questi momenti per il rifornimento. In questo modo i tempi per la ricarica diventano virtualmente nulli. Se possiamo caricare l’auto quando non la stiamo utilizzando, non ha nessuna importanza se l’auto impiega mezz’ora, cinque ore o dieci a caricarsi, no?

La ricarica a casa: occhio ai prezzi delle wall-box

Attenzione: spesso le case costruttrici, e di conseguenza i venditori, propongono l’acquisto di wall-box in abbinamento all’acquisto dell’auto. Nella maggior parte dei casi si tratta di soluzioni il cui prezzo non è giustificato dalle performance. Le soluzioni proposte dalle concessionarie hanno costi che si aggirano attorno ai 750/800 euro. Una wallbox regolabile, senza cavo integrato, ha in realtà un costo che parte da circa 250 euro. Poi si sale a seconda di quanto sono “intelligenti” e consentono di programmare la ricarica anche a distanza. Tutti aspetti che vanno verificati prima dell’acquisto. Se disponete di un parcheggio privato (sia esso un box o un semplice posto auto, ad ogni modo dotato di corrente o comunque raggiungibile con la corrente) non dovete fare altro che chiamare un elettricista e chiedergli un preventivo per l’installazione della wall-box.

ricarica zoe

Se vivete in un condominio, la wall-box dovrà essere collegata al vostro contatore privato. Il condominio non vi può impedire l’installazione. Dovrete solamente far installare a un elettricista che possa rilasciare un certificato di conformità dell’impianto, che dovrete poi consegnare all’amministratore. Certo, a seconda di dove si trova il contatore rispetto al posto auto, i costi di installazione potranno essere più o meno alti.

La ricarica sul posto di lavoro: provate a chiederla

prima provala

Se a casa vostra, per qualsiasi motivo, non fosse possibile predisporre una ricarica, un’altra possibilità potrebbe essere quella della ricarica sul posto di lavoro. Molte aziende dispongono già di wall-box di ricarica nei propri parcheggi. Ma se non fosse così, il mio consiglio è comunque quello di discutere con il datore di lavoro la possibilità che l’azienda faccia installare dei punti di ricarica. In molti casi per le aziende si tratta di interventi sovvenzionati. E a volte la stessa fornitura della ricarica potrebbe essere considerato un benefit dal grande valore percepito per il dipendente e dal basso impatto per l’azienda. Quindi una situazione di reciproco vantaggio.

Le ricariche presso le colonnine pubbliche

prima provala
La Nuova 500, in ricarica presso una stazione ultrafast di Ionity, in città

Il mio consiglio tendenzialmente è: non acquistate un’auto elettrica se non avete la possibilità di ricaricarla presso il vostro domicilio o presso il luogo di lavoro. Non che non sia fattibile, ma vi esporrebbe a dei cambi radicali di abitudini e a disagi nella gestione delle ricariche. Più o meno importanti a seconda delle percorrenze e delle possibilità di ricarica pubblica. Vedremo in coda all’articolo in quali casi a mio avviso si possa immaginare un’auto elettrica il cui utilizzo sia basato unicamente sulla ricarica presso le colonnine pubbliche.

Sistemo la ricarica, ok, ma poi come procedo?

prima provala
La Skoda Enyaq, uno dei tanti nuovi modelli elettrici in arrivo in questo 2021.

Il mio consiglio è quello di procedere in questo modo (ma prima provala):

  1. definite la tipologia di veicolo del quale avete bisogno (citycar, segmento C, SUV compatto, ecc.)
  2. stimate il numero di km che percorrete giornalmente durante la settimana
  3. identificate un’auto elettrica la cui autonomia nel ciclo WLTP, sottratta del 50%, sia sufficiente a coprire la vostra percorrenza giornaliera. Se ad esempio percorrete 25 km per recarvi sul luogo di lavoro e altri diciamo 20 km per andare a prendere i figli a scuola e fare la spesa: 25 + 25 + 20 = 70 km al giorno. Idealmente dovreste identificare un’auto la cui autonomia nel ciclo WLTP sia di almeno 140 km. Questo vi metterà al riparo dalla riduzione di autonomia dovuta all’utilizzo reale dell’auto, anche ad esempio nel periodo invernale (quando l’elettrica soffre di più). Ma, soprattutto, vi permetterà di utilizzare il pacco-batteria sempre nel range 20% – 80%, preservandone la durata nel tempo.

Prima provala e valuta gli incentivi, molto generosi

prima provala

Si, gli incentivi ci sono ancora. Lo stato ha stanziato ulteriori 120 milioni di euro destinati alle auto 100% elettriche. Fino a 10.000,00 Euro di incentivo statale scontato sul prezzo di acquisto quindi in caso di rottamazione di un vecchio veicolo inquinante. Oppure, novità del 2021, sconto del 40% sul prezzo di acquisto per acquirenti con ISEE fino a 30.000 euro. Il prezzo di listino dell’auto dev’esser uguale o inferiore a 30.000,00 Euro + iva e la potenza uguale o inferiore a 150 kW. Questa misura, però, non è ancora operativa: il ministero deve rilasciare un regolamento attuativo con altri dettagli entro il 31 gennaio.  Ma a monte di tutti questi ragionamenti, c’è la raccomandazione fatta all’inizio: prima provala, l’elettrico è un altro mondo rispetto alle auto a cui sei abituato.

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58 COMMENTI

  1. Forse la situazione “dalle mie parti” e’ piu’ rosea…
    A Bologna e Ferrara c’e’
    https://corrente.app/pagina/plus/index.html
    che ti permettte di avere una Zoe per una settimana o un mese, unico limite, la puoi ricaricare gratuitamente ma solo nelle loro colonnine.
    Io sono stato fortunato ed ho trovato http://www.comunitasolare.eu dove uno dei loro servizi e’ proprio far provare le auto elettriche.
    Avevo anche trovato http://www.til.it di Reggio Emilia con prezzi abbordabili e http://www.noleggioelettrico.it di Milano, con prezzi un po’piu’alti, ma anche con auto di livello piu’ alto.
    Infine ci dovrebbe essere https://www.nissan.it/prenota-un-test-drive.html

    • In Emilia Romagna siete sempre più avanti (lo siete pure sul metano), purtroppo abito in Piemonte (e su questa regione preferisco non fare commenti, altrimenti non basterebbe lo spazio del sito).

      Appena ho tempo provo a vedere Nissan (anche se non era tra quelle a cui pensavo).

      Grazie per il contributo.
      N.

  2. Provarla prima, intendo seriamente almeno per un paio di gg, è a mio avviso quasi impossibile.

    A giugno del 2019 per la Model 3 ho provveduto ad affittarla per 3 giorni presso il noleggiatore di Tesla di Rho (seri e disponibili), Tesla era disponibile solo per i 30 minuti oppure il week end se avevo già deciso di acquistarla;

    A giugno 2020 volevo provare la Volkswagen UP (dopo aver cercato invano un noleggio breve) per 2 volte ho tentato con la concessionaria VW di zona, ma di UP neppure l’ombra, neppure per guardarla, alla fine ho desistito.

    A novembre 2020 volevo provare per un paio di gg la ID3 e:
    – al primo tentativo il venditore mi ha comunicato che ne avevano due ma erano in altre concessionarie del gruppo, ha preso i miei riferimenti dicendomi che mi avrebbe chiamato il giorno dopo….ma non si è sentito nessuno;
    – a inizio dicembre ritorno e trovo libero un altro venditore che mi dice che di ID3 ne hanno solo una (ed è presso altre concessionarie) e che quello che chiedo è al momento impossibile…forse si potrebbe combinare per farla portare li per qualche ora ma bisogna mettersi d’accordo e non sarà facile;
    – prima di Natale mi reco ancora in concessionaria e trovo il primo venditore il quale riprende i miei dati, parla con il suo capo e mi comunica che mi farà sapere;
    in quasi un mese e mezzo di ID3 in concessionaria non ne ho mai vista una, l’unica cosa presente relativa alla nuova elettrica VW è un piccolo totem a sviluppo verticale in un angolo con scritto ID3 ed il salone con solo auto termiche;
    – sempre prima di Natale mi reco alla Renault di zona (dove a novembre 2018 mi recai per chiedere della Zoe ma mi guardarono come un alieno) e stavolta in salone c’erano una Zoe ed una Twingo elettrica e fuori in strada un’altra Zoe per le prove – chiedo se è possibile averla per un paio di gg ma mi rispondono che al massimo me la possono dare per uno, chiederà al suo capo e mi farà sapere.

    Queste auto elettriche o si decidono di farle provare, anche a pagamento, per un paio di gg oppure sarà un gran difficile che la Sig.a Pina ed il Sig. Rossi facciano il salto nel buio.

    Poi comincio a pensare che probabilmente la concessionaria VW le elettriche non le vuole proprio: il percorso di prova è pieno di ostacoli e l’auto non è mai visibile, neppure da ferma……..ma io dico come fa una persona a farsi un idea ed a firmare un contratto.

    Io ho chiesto e parlato solo di elettrico e sono uscito sempre a mani vuote, io mi immagino chi entra indeciso quante possibilità ha di uscire con in mano un contratto per l’acquisto di una EV……ZERO (non emissioni, possibilità).

    Tempo fa lessi su vaielettrico un’articolo in merito a questo ostilità strisciante dei concessionari tedeschi nei confronti dell’elettrico, e devo dire che qui in italia è pure peggio, manco riesci a vedere l’auto.

  3. Ringrazio tutti per le chiarificazioni. Certo è che se fosse impossibile portare la corrente nel box, come sembrerebbe, nel mio caso l’acquisto di una auto elettrica sarebbe molto più complicato. Chiederò quanto prima all’amministratore e poi scriverò. Buona serata a tutti.

    • Scusi Giorgio, ma nel suo box la corrente c’è già. O ho capito male?
      Si tratta semmai di capire se e come poterla usare.

  4. Buongiorno a tutti, mi occupo di progettazione elettrica ed anche socio del Comitato Elettrotecnico Italiano. Attenzione che nelle autorimesse soggette alle norme di prevenzione incendi, va chiarito bene ed in modo inequivocabile, che alimentare in ricarica una vettura elettrica sia full che plugin, richiede una specifica autorizzazione dell’amministratore del condominio.
    Inoltre, sempre in autorimesse soggette a prevenzione incendi, essendoci l’obbligo dello sgancio dell’energia elettrica in caso d’incendio, avere una fonte di energia elettrica quale le batterie per autotrazione, al momento e per le mie attuali conoscenze, non è consentito.
    Spero di essere utile e dare giusto consigli,proprio per questa veloce evoluzione del mercato di auto elettriche.

    Cordialmente
    Francesco

    • L’installazione di una wallbox in area soggetta a CPI è possibile (circolare VVFF del 11/2018),
      ma è vero che i requisiti tecnici sono tali che risulta praticamente molto complicato
      farlo in condomini non recenti (io ci ho provato per poi desistere per costi eccessivi).
      Se devo muovere una critica all’articolo, per altro ben fatto, è proprio sulla relativa semplicità dell’installazione di un wallbox in condominio.
      E’ vero che l’amministratore non può opporsi all’installazione della wallbox (se in area privata),ma può, giustamente, imporre che venga fatto secondo le norma di cui sopra e
      quindi renderla molto complicata, tra autorizzazioni necessarie e costi che lievitano.
      E questo secondo me è un problema che emergerà con il diffondersi delle EV.

      • Certamente, la circolare del 2018 deve essere letta attentamente e per intero… oltre alle circolari, devono essere rispettate le corrispondenti Norme CEI per tali impianti. Il problema sta nel riaggiornare la pratica di prevenzione incendi per le attività antecedenti al 2018, in quanto è implicito un aggravio del rischio. Per semplificare ai lettori non addetti ai lavori, non tutte le autorimesse sono soggette alle certificazioni dei VVFF. Ad esempio, quelle interrate sotto ai 9 posti auto non lo sono. Quindi, molta cautela ad installare sistemi di ricarica o semplicemente prese di corrente nei box. Un’azione non autorizzata e conforme alle normative, comporta rischi di natura civile e penale in caso di sinistro. Oltre all’eventuale rivalsa assicurativa nei confronti di chi ha generato il danno.

        • Completamente d’accordo sulla cautela nell’installazione e ovviamente sul rispetto del norme.
          Riguardo aggravio “implicito” che di fatto comporta la revisione del certificato (e non un semplice aggiornamento) con i costi che schizzano, io ho ricevuto risposte contrastanti dai tecnici contattati.
          Evidentemente c’è qualche problema di interpretazione (che non giudico non essendo il mio campo).
          Però il problema è questo: un privato cittadino, come fa a districarsi tra preventivi molto diversi e amministratori sfuggenti (probabilmente nel dubbio lo sarei pure io!)?
          Per fortuna non tutti sono in questa situazione, ma se consideriamo le nostre città non è così raro.

  5. Mi piacerebbe sapere cosa si intende 150 kW per gli incentivi.
    La potenza di libretto delle elettriche è molto più bassa di quella percepita e pubblicizzata, che è quella di picco. Ad es. la Renault zoe 2020 ha 100 kW di picco ma sul libretto c’è scritto 51 kW.

  6. Grazie, pensavo fosse un interrogativo più comune. Chiederò all’amministratore e se avrò delle informazioni precise, dubito, le condividerò senz’altro.
    Comunque immagino che potrei installare un contatore individuale, sperando che in qualche modo siano poi incentivati. Complimenti ancora alla redazione, siete davvero utili a chi intende passare all’elettrico.

    • In questo momento arera sta per rendere attuabili (attraverso l’intervento di GSE per quanto riguarda scambio di dati) le agevolazioni sulle forniture a uso domestico dove a parità di tariffa concede, senza ulteriori impegni economici del cliente, maggiori potenze disponibili in F3. Nel suo caso non potendo attivare fornitura di uso domestico, le consiglio di richiedere allaccio a 1,5 kW (di cui disponibili in maniera continuativa 1,65 kW) e calibrare il caricatore dell’auto al limite massimo in modo tale che se ha la possibilità di stazionare l’auto per circa 10 ore (per facilità di calcolo) si ritrova una potenzialità di circa 100 km giornalieri con una quota fissa che è la più bassa…….il costo dell’energia è indipendente e invariabile dall’impegno di potenza con le forniture “altri usi”.

    • Ovvio che in ogni caso l’installazione deve essere eseguita da un elettricista che deve rilasciare un certificato di conformità dell’impianto, che poi dovrà consegnare all’amministratore. La wallbox infatti deve essere installata in maniera tale da rendere possibile lo sgancio da parte dei vigili del fuoco in un unico punto. Togliendo corrente all’edificio devono poter essere sicuri di togliere corrente a tutto, anche alla sua wallbox.

  7. Buongiorno a tutti. Vorrei fare una domanda: ho un garage di proprietà non nello stabile in cui abito, ma in un altro. Il box non ha prese elettriche ma una lampadina interna senza contatore proprio, dunque condominiale. In questo caso potrei installare una wallbox senza attivare un nuovo contratto? Ovviamente pagando la corrente che consumerei? Grazie

    • Buon giorno Giorgio,
      immagino che lei paghi la corrente di quella lampadina nelle spese condominiali. Se è così, e se non paga una quota a forfait (e quindi c’è comunque una contabilizzazione a monte), se la potenza a disposizione lo consente, potrebbe farlo. Dovrebbe fare un po’ di verifiche.

      • Assolutamente no….se lo facesse sarebbe quello che l’autorità (arera) chiama “cliente finale nascosto”

  8. Io non ho la possibilità di caricarla a casa e mi trovo comunque bene.
    Principalmente perché ci sono colonnine, sia gratis che a pagamento nei pressi dei supermercati e la Zoe avendo un caricatore a 22kw di potenza, riesce a rifocillarsi dell’energia che le serve per la settimana ed anche più nel tempo che io faccio la spesa.
    Qualsiasi altra auto elettrica invece sarebbe stata molto più scomoda da gestire, assolutamente, per via dei caricatori da 7kwh.
    Per la ricarica a lavoro quest’anno dovrei riuscire ad avere l colonnina per me ed un altro con la plug-in.

      • Se si ha il posto di ricarica a casa si. Usare una wallbox invece che una shuko permette di ricaricare con meno perdite e le wallbox più costose hanno la capacità di in automatico bilanciare il carico per evitare che la corrente scatti e/o monitor da cellulare con app così da poter monitorare sempre cosa sta facendo.

        Inoltre se si riesce a sfruttare il 110% per fare dei lavori a casa, ci si può infilare anche la colonnina e prenderla “gratis”.

    • Non lo metto in dubbio Cap.
      E mi fa piacere. Sono contento ci siano anche testimonianze come la sua.
      Quando la percezione dei vantaggi è elevata, si accettano anche piccoli compromessi (che possono persino trasformarsi in piacere), come quello di ricaricare durante la spesa al supermercato, soprattutto se le percorrenze lo consentono.
      Ma certamente questa cosa non può valere per tutti.

  9. Salve, io ho un’auto ibrida plug-in che prosciugo ogni giorno fino all’ultimo elettrone dei suoi 12 kWh disponibili da oltre 4 anni. Ricarico esclusivamente a casa da presa shuko e vi assicuro che non ci sono dispersioni. La Wall box non limita le dispersioni a pari potenza. La mia auto, come più o meno tutte, ha la possibilità di impostare i timer tramite app quindi sfrutto appieno la tariffa in F3 (che per domestico è identica a F2) anche per avere un rendiconto separato in bolletta di quanto consuma l’auto per i suoi 40 km in elettrico giornalieri. Per il momento nessuna diminuzione di autonomia se non l’effetto del riscaldamento acceso nella stagione fredda.

    • Buon giorno Samuele,
      mi riferivo al fatto che tramite il cavo schuko normalmente non si superano i 2 kW di potenza, mentre con le wallbox si parte normalmente da 3,7 kW. E, quando mi riferisco ad auto elettriche, intendo auto full electric, non ibride plug-in.
      Posso chiederle che auto possiede e quanti km percorre in media al giorno?

      • Outlander e in media percorro circa 36 km per andare al lavoro giornalmente oltre a un seconda ricarica sempre giornaliera se bisogna fare altro. in totale sono circa 20000 anno di cui oltre 15000 a zero emissioni avendo fornitore con mix energetico 100% da rinnovabile (idroelettrico 100%).
        Stiamo parlando di circa 3000 kWh anno che escono da una shuko…..

        • Quindi il suo consumo medio in elettrico è di 5 km/kWh?
          Circa 50 km con ogni ricarica (non conosco esattamente la capacità netta della batteria della sua auto, stimo circa 10,5 kWh)?
          Complimenti! E’ un’ottima media!

  10. Condivido in toto l’articolo e pure io al momento consiglierei l’elettrica solo a chi ha il garage/posto auto con presa.

    Il problema della prova di un’auto elettrica è che dopo difficilmente si ha voglia di tornare a guidare il proprio trattore puzzone rumoroso…

    • Sono d’accordo. Un po’ come quando in aereo ti passano dalla solita economica alla business… ed il volo dopo devi tornare in economica!! 🙂
      Guido una Prius da 12 anni… e nemmeno da quella si torna piu’ indietro.

    • Vero Mario, ridendo e scherzando, se fossi stato l’atore dell’articolo avrei fatto una scaletta per chi avesse una mezza idea di acquistare una EV. Io avrei appunto inserito al primo punto la verifica della possibilità di caricare senza stavolgere troppo le proprie abitudini e come secondo punto la quella di essere disposti a spedere un po di più, almeno per l’acquisto iniziale, per poi recuperare l’investimento negli anni a seguire. Come dici tu, rischiare di provare una EV ed accorgersi di non avere a disposizione il budget necessario o non poter chiedere un finanziamento sarebbe un’amara delusione :).

      • Buon giorno,
        Mi pare proprio che l’articolo sia impostato così. No?
        Riguardo al prezzo di acquisto (e attenzione perché in alcuni casi è inferiore a quello della controparte termica) non credo di dover ricordare alle persone di spendere in base al proprio portafogli.

  11. Salve continuo a ripetere che è errata l’informazione che per avere l’auto elettrica si debba disporre di una wall box. QUELLO CHE È VERO è che e superconsigliato avere una presa in garage, nel condominio o in giardino per poter caricare. Ma una NORMALE PRESA DA 10A è sufficiente. In una notte ricarichi quasi ogni mezzo per l’utilizzo richiesto il giorno dopo. Moltissimi modelli di auto elettriche offrono delle app. native per il telefono con cui poter controllare da remoto le ricariche, programmarle a determinati orari, con determinate correnti etc…non è necessaria la wall box smart (se non per andare un po’ piu rapidi in ricarica, ma allora si deve aumentare la potenza del contratto casalingo).

    • Simone, stia sereno e non urli innanzitutto per favore.
      Grazie.
      Non abbiamo mai negato che sia tecnicamente fattibile ricaricare utilizzando il cavo schuko e una normale presa. E non ho dubbi che lei lo faccia sempre in questo modo. Ma questa soluzione, oltre a mettere a dura prova prese e cavi che non sono pensati per reggere un carico simile per tante ore di fila tutti i giorni, rischia di non essere sufficiente per chiunque.
      Quindi non ci sentiamo di consigliare a tutti quests soluzione. Pensi anche semplicemente a una Hyundai Kona con batteria da 64 kWh. Magari di un utente che ha bisogno di ripristinarne il 50% tutti i giorni. Ricaricare a 2 kW di potenza non è sufficiente per riuscire a farlo durante la notte.
      Ultimo ma non meno importante, ricaricare utilizzando il cavo schuko comporta una maggior dispersione e quindi minore efficienza.

      • Salve,noi siamo anni che guardiamo all’elettrico con fiducia provando vari veicoli e facendo i conti con il portafogli… quest’anno penso proprio faremo l’aquisto..abbiamo solo una domanda alla quale i concessionari non rispondono con chiarezza…la batteria a fine vita, può un privato portarla a casa e farla istallare nel proprio fotovoltaico? Oppure la normativa la considera un rifiuto speciale?…la ringrazio .

        • Buon giorno Greta,
          purtroppo non ho la risposta a questa sua interessante domanda.
          Proverò ad approfondire.
          Paolo

    • @Simone: bisogna però secondo me fare moolta attenzione a dimensionare i cavi elettrici per l’amperaggio richiesto. La ricarica avviene sempre di notte, quando un eventuale problema di surriscaldamento potrebbe causare danni seri. Attaccarsi alla prima presa disponibile senza verifiche di un elettricista competente non è consigliabile.

  12. Anche io sto valutando l’acquisto di un’auto elettrica, ma la cosa che più mi preoccupa è la resa nel tempo del pacco batterie. Se infatti con un motore termico si percorrono senza particolari problemi non meno di 200 mila km, mi chiedo se questo sia possibile con un veicolo elettrico, e in quali condizioni di resa il pacco batterie arriva, ad una percorrenza simile, al netto dell’accortezza che si può avere nel mantenere la ricarica tra il 20 e l’80%, accortezza che nel lingo periodo potrebbe diventrare faticosa da osservare. Insommma: l’auto elettricq presenta indubbi vantaggi nell’immediato, ma che ne è del veicolo elettrico nel lingo periodo? Sul punto non si rotrovano molte onformazioni ed anche le case automobilistiche non si sbilanciano oltreci 6/8 anni.

    • Buon giorno Rin,
      consideri una cosa: i costruttori, quando garantiscono la batteria per 8 anni o 160.000 km con un’efficienza di almeno il 70%, si prendono un ampio margine di sicurezza. Margine che consente loro di non sostituire nessun pacco batterie in garanzia.
      Ovvio che a oggi non ci sono migliaia di esempi di auto di costruttori diversi con oltre 200.000 km a cui poter fare riferimento. Ma non è raro imbattersi in auto che superata la soglia dei 200.000 km hanno ancora batterie efficienti oltre l’80%. Non molto tempo fa’ abbiamo intervistato il proprietario di una e-Golf con oltre 160.000 km e un’efficienza della batteria (non climatizzata) ancora ampiamente superiore al 90%. Sembra inoltre che i moderni pacchi batteria climatizzati soffrano persino meno dell’usura. Tenga in ogni caso presente che il processo di decadimento della batteria non dipende solo dai km (dai cicli di carica e scarica) ma anche dal tempo. Se anche lei percorresse pochi km all’anno con la sua elettrica, la batteria comunque perderebbe capacità di anno in anno in ogni caso.

    • A proposito ho trovato molto intessante questo test su una I-Mev con 160milakm ed essnedo del 2014 probabilmnete con ancora la batteria “vecchia”!

  13. Grazie, utilissimo e pacato come di consueto, apprezzo il suo stile. Ne approfitto per un consiglio alla redazione: perché per i commenti che, senza nulla togliere agli articoli, qui su Vaielettrico sono il vero valore aggiunto, non passate al diffuso e stra-professionale Disqus (https://disqus.com/)? I vantaggi rispetto al sistema attualmente implementato sono numerosi: non necessità di un nuovo acccount, migliore leggibilità, possibilità di caricare immagini, archivio, moderazione facilitata, gestione esterna e molti altri. Grazie.

    • Abbiamo valutato anche Disqus. Ci è sembrato più macchinoso e soprattutto più difficile da gestire per noi moderatori. Ma visto che lei non è il solo a preferirlo, riconsidereremo la nostra scelta

  14. Grazie dell’articolo. Lo trovo davvero utile come riferimento per chi vuole fare l’acquisto di una elettrica

  15. Proprio ieri ho preso a “noleggio” per una settimana una Nissan Leaf primo modello con 130Km di autonomia.
    NOn e’ proprio un noleggio perche’ mi sono iscritto a http://www.comunitrasolare.eu per la modica cifra di 25 Euro e tra i vari servizi per i soci c’e’ un car-sharing proprio per da la possibilita’ di provare cosa vuol dire avere un’auto elettrica!
    Il primo impatto e’ spettacolare … e lo dice uno che da 12 anni (e 250milakm) guida una Prius con grande soddisfazione!
    Ma gia’ toccare con mano problemi pratici e’ basilare: la Leaf non mi entra in garare e debbo lasciarla fuori! Per fortuna che con il cavo di ricarica domestioca ci arrivo!!
    Se vorro’ comprare una elettrica… dovro’ rassegnarmi a qualcosa di piu’ piccolo….
    Consiglio a tutti di andare a visitare il sito della ComunitaSolare.

    • Ciao, ci puoi dare informazioni aggiuntive su ComunitaSolare, il sito non e’ poi così chiaro. La Leaf può essere provata soloin alcune città? La comunità è ancora attiva? Grazie.

      • La Comunità Solare è attiva su tutto il territorio nazionale e fornisce assistenza ai soci per tutto ciò che riguarda il risparmio energetico e la transizione all’elettrico in generale.
        Ha sede a Medicina (BO) ed il servizio di car-sharing ha sede lì, dove hanno anche il “negozio” fisico. Se si vuole prendere un auto per un periodo, bisogna andarsela a prendere… Ma loro sono molto disponibili e me l’hanno portata a Bologna. Pare che a breve. avranno anche una Tesla nel pool!!!

    • Terminata la settimana di prova! Com’e’ andata? Per farla breve, ieri ho comperato un C-zero usata… online!! Me la consegnano la prossima settimana.
      Le considerazioni finali sono state:
      l’autonomia deve bastarti senza darti patemi da ricarica,
      lo spazio in garage deve bastarti per non darti patemi da strisciamento-latirofuori-o-lalasciodentro,
      il conto corrente deve bastarti … perche’ no mi piace fare debiti…
      Tutto il resto e’ in discesa!
      I ragazzi della comunitasolare.eu sono fantastici!
      … e dalla prossima settimana hanno pure la Tesla!!

  16. Domanda: lo sconto del 40% relativo all’isee è cumulabile con quello della rottamazione? Se sì, come si applica? Per es. un’auto da 30000 euro quanto può costare?

    • No. Ho letto che e’ alternativo. Di buono ha che non devi necessariamente rottamare qualcosa, che potresti ottenere anche un risparmio maggiore e che essendo una detrazione fiscale non dovrebbe avere limiti di copartura.
      Per contro vedo: devi sborsare tutta la cifra subito e poi detrartela negli anni nella dichiarazio9ne dei redditi… ora come faccia una famiglia con un ISEE di 30000 potersi permettere una auto fino a 36000 Euro (o una utilitaria da 25000) e poi avere un IRPEF tale da potersi detrarre il 40% (in tot anni)… non mi sembra chiarissimo… forse ci vorrebbe la cessione come per gli incentivi alle ristrutturazioni del 110% !!!

      • C’è da attendere il regolamento attuativo. Potrebbe essere data la possibilità di cedere il credito al concessionario, che potrebbe quindi scontarlo totalmente o parzialmente in fattura al momento della vendita.

        • Non è così ragazzi attenzione a mettere in giro notizie non veritiere e non confermate, è vero che c’è da aspettare ancora il decreto attuativo del ministero delle finanze, ma alcune specifiche già abbastanza confermate sono girate e non si tratta di un credito d’imposta bensì proprio di uno sconto diretto in fattura esattamente come già avviene per l’ecobonus!!
          Chiedo Attenzione, specialmente voi di vaielettrico che siete ormai stampa specializzata, a mettere in giro notizie confuse.
          Buon lavoro

          • Quando qui sopra il lettore Antonio Bassi ipotizza che lo sconto del 40% sia un credito d’imposta preoccupandosi che non tutti hanno la possibilità di anticipare l’intera cifra per poi recuperarla nella dichiarazione degli anni avvenire, il suo collega Paolo Mariano, autore di questo articolo, conferma le perplessità del lettore, ipotizzando che il credito d’imposta si possa rivendere al concessionario.
            Questo intendevo… Mi sembrava chiaro.

          • Non ho mai parlato di credito di imposta, ma di credito.
            Se il sig. Rossi ha diritto a ricevere un bonus pari al 40% del valore del veicolo acquistato, potrebbe essere che debba pagare il 100% per poi ricevere dallo stato il 40%, oppure che possa cedere il suo credito al venditore.
            Ad ogni modo, come scritto, non c’è ancora un decreto attuativo. Quando ci sarà i dubbi saranno risolti.

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