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Prima firma per la Gigafactory Italvolt. Carlstrom: “Ecco come sarà”

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italvolt politecnico
Il progetto della Gigafactory Italvolt firmato da Architecture Pininfarina

E’ stato firmato il protocollo d’intesa che dà il primo via libera al progetto della Gigafactory Italvolt da 45 GWh. L’hanno sottoscritto il fondatore e CEO di Italvolt Lars Crlstrom e Regione Piemonte, Città Metropolitana di Torino e i comuni di Scarmagno, Romano Canavese e Ivrea.

Prevede il coordinamento delle azioni e delle procedure degli Enti sottoscrittori per la più efficiente azione amministrativa unitaria. La Gigafactory Italvolt sorgerà nell’ex sito Olivetti di Scarmagno e Romano Canavese.

Seconda vita per l’ex Olivetti di Scarmagno

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Lo stabilimento ex Olivetti di Scarmagno dove sorgerà la Gigafactory Italvolt

La notizia ci era stata anticipata pochi giorni fa dallo stesso Lars Carlstrom, incontrato a Bologna alla Fiera E-Tech Europe 2022. Ecco cosa ci aveva detto

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Lars Calstrom

Carlstrom: Gigafactory Italvolt, avanti tutta

Signor Carlstrom, dopo mesi di incertezza e i molti dubbi sollevati da più parti sul progetto è lecito dire ora che la Gigafactory di Italvolt si farà?

Sì. Dopo la presentazione del progetto preliminare e il successivo nulla osta ottenuto a inizio 2022, la firma del Protocollo d’Intesa testimonia l’avanzamento di un progetto che procede spedito grazie alla costante collaborazione con tutte le autorità locali. Il rispetto delle tempistiche del cronoprogramma condiviso ci porterà a diventare tra i primi player in Europa ad avviare la produzione, assicurandoci così un ruolo chiave nella filiera automobilistica elettrica.

“Entro l’estate il piano di finanziamento”

Finora avete raccolto una decina di milioni di euro da vari investitori. Ma l’investimento stimato è di circa 3,4 miliardi di euro e manca ancora un piano di finanziamento. A che punto siete?

Siamo nella fase più entusiasmante del nostro progetto: quella che ci porterà dall’essere sulla carta a tradursi in realtà. Abbiamo posto le basi portanti, i pilastri del progetto e ora siamo pronti per presentarci agli investitori con una proposta davvero reale. Io prevedo che lo faremo prima dell’estate. 

Avete avviato anche una trattativa con il governo italiano per accedere ai finanziamenti del PNRR. Ma il momentio è delicato: non la preoccupa la situazione internazionale?

L’attuale situazione in Europa è preoccupante, ma può anche essere uno stimolo per accelerare l’elettrificazione. Abbiamo bisogno di sbarazzarci della dipendenza energetica verso altri continenti e questo crea una situazione di tempesta perfetta per accelerare in modo fantastico il nostro progetto. Stiamo tenendo costantemente aggiornato il governo sui nostri sviluppi e siamo fiduciosi di poter ottenere un supporto concreto. Il nostro progetto può generare un numero importante di posti di lavoro, quindi rappresenta una buona opportunità per l’Italia. 

“Presto l’annuncio della tecnologia in licenza”

Italvolt ha scelto di utilizzare in licenza tecnologie di batterie esistenti, anzichè svilupparne di proprie, come ha fatto la “cugina” Britishvolt nel Regno Unito. Avete già scelto a chi rivolgervi?

Nelle prossime settimane presenteremo le tecnologie prescelte. Saranno tecnologie di base, per cominciare, rivolte alle auto di massa, non a quelle ad alte prestazioni.  Produrremo anche celle batterie abilitate alla ricarica rapida rivolte alle auto dei segmenti lusso. Avremo più linee di produzione modulari con diverse tecnologie per soddisfare le esigenze di tutti i nostri clienti. 

Abbiamo valutato che lo sviluppo e l’ingegnerizzazione di tecnologie propietarie avrebbe richiesto un impiego eccessivo di capitale considerando la rapidità con cui esse evolvono e cambiano. Noi abbiamo valutato che il forte aumento del mercato richiedesse di accelerare i tempi per entrare in produzione e generare ricavi, quindi abbiamo scelto di puntere su tecnologie in  licenza.

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Un rendering del progetto della Gigafactory Italvolt realizzato da Architecture Pininfarina

“Prime batterie a fine 2024, a regime nel 2028”

Pensate ancora di poter produrre le prime batterie già nel 2024?

Confermo che nel 2024 produrremo la prima batteria. Ma di sicuro Italvolt non sarà ancora operativa nella sua piena capacità. La produzoone vera e proria inizierà nel 2025 con circa 6 GW a sarà a pieno regime nel 2028. I tempi per saturare la capacità produttiva sono piuttusto lunghi per tutti in Europa, quindi penso che per i prossimi 10-15 anni la richiesta sarà molto più alta dell’ offerta. Finora non siamo riusciti a tenere il passo con la richiesta dell’industria automoblilistica: solo da allora i nostri prodotti saranno validi.

C’è anche un grosso limite negli approvvigionamenti di materie prime….

Questo è sicuramente un problema che stiamo affrontando. Le soluzioni ci sono, ma non devono limitarsi a trovare le giuste materie prime, bensì anche fare in modo che questi materiali siano ottenuti in modo sostenibile. D’altra parte dobbiamo fare in modo di diversificare la catena degli approvvigianonamenti da più fornitori, altrimenti si sposterà semplicemente il problema da un luogo all’altro.  È molto importante anche per noi affrontare questi argomenti in modo molto serio.

Progetti europei per nuove Gigafactory di batterie per autotrazione. Ora si è aggiunta anche quella di Stellantis, che sorgerà a Termoli

“In Italia per la logistica e il lavoro qualificato”

Lei ha scelto l’Italia. Perche?

L’Italia è  un’ottima location per questo tipo di produzione.  In primo luogo abbiamo una forza lavoro molto qualificata e in secondo luogo la posizione in Europa è ideale per raggiungere facilmente un certo numero di altri Paesi. L’Italia stessa ha importanti produzioni automobilistiche e anche Francia e Germania sono a breve distanza.

Sfortunatamente la transizione elettrica avrà ripercussioni sull’industria automobilistica esistente che per alcuni anni sarà in difficoltà. Dovrà ridimensionare l’occupazione. Questa per noi è un’opportunità: avremo più possibilità di reperire forza lavaro estremamente qualificata per supportare lo sviluppo del nostro progetto, cosa non sempre facile da ottenere proprio nel momento del massimo bisogno.

Certo, siamo consapevoli delle difficoltà che può creare la burocrazia in Italia. D’altra parte in Italia c’è sempre spazio per discutere e trovare una soluzione proattiva. Quindi ribadisco tutta la mia fiducia nel progetto e nelle opportunità che si creeranno per noi.

Lei, Carlstrom, è stato fondatore in UK di Britishvolt, società dalla quale poi è uscito. Ha mantenuto tuttavia legami ed è ipotizzabile una collaborazione tra Italvolt e Britishvolt?

Ho lasciato un anno fa e al momento non ho alcuna collaborazione o alcun altro legame con loro. E’ stata un’esperienza, ma ora è chiusa.

 

Il Protocollo di Intesa appena sottoscritto, si legge nel comunicato ufficiele,  prevede l’istituzione di un Tavolo Tecnico di coordinamento che sarà presieduto da un delegato della Regione «con il compito di coordinare e supportare i vari uffici istituzionali coinvolti, nell’ottica di un’efficiente azione amministrativa». Inoltre, «considerati il rilevante interesse pubblico e i tempi per l’avvio della produzione previsti da Italvolt entro il 2024», le parti si impegnao «a completare il procedimento entro sette mesi dalla presentazione dell’istanza prevista entro giugno 2022».

La Regione Piemonte intensificherà i colloqui già avviati con il Ministero dello Sviluppo Economico e gli altri Ministeri competenti, «allo scopo di affiancare Italvolt nell’individuazione delle misure di sostegno e finanziamento del progetto, incluse quelle previste dal PNRR».

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3 COMMENTI

    • Lo stesso. Dopo lo scandalo citato nell’articolo da lai linkato (vecchio di due anni e mai più aggiornato) Carlstrom si è dimesso ed è uscito da Britishvolt. La fabbrica in UK è ora in costruzione, secondo i piani, gestita dagli altri soci. Tutto scritto, peraltro, da Vaielettrico. Quindi?

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