Il prezzo dell’energia elettrica che tutti paghiamo in bolletta dipende quasi esclusivamente dal prezzo del gas utilizzato nelle centrali termoelettriche. Ma perché mai, viene da chiedersi, se la quota del gas nel mix energetico italiano è in continua diminuzione e oggi copre meno del 50% della domanda? E perché l’avanzata delle molto più economiche fonti rinnovabili, ora al 43% del mix, non si scarica sui prezzi? Lo spiega, in parole semplici, questo articolo comparso sul sito di Octopus Energy Italia e che oggi riportiamo. L’ha firmato un amico di Vaielettrico: l’Amministratore Delegato Giorgio Tomassetti.

di Giorgio Tomassetti
Quando premi l’interruttore della luce, probabilmente non pensi a come viene stabilito il prezzo dell’energia che stai usando. Eppure, dietro c’è un sistema preciso: il meccanismo del prezzo marginale.
Ogni giorno, diverse fonti di energia – solare, eolico, idroelettrico, gas e altre – immettono elettricità nella rete. L’energia prodotta al costo più basso (di norma quella proveniente dalle rinnovabili) viene utilizzata per prima.
Ma il prezzo finale dell’elettricità è determinato dall’ultima fonte attivata per coprire la domanda, che è anche la più costosa. In Italia è spesso il gas.
Come funziona il prezzo marginale?
Immagina che in un determinato momento della giornata la domanda di energia sia pari a 1000 MWh e che questa energia venga coperta da diverse fonti:
Solare ed eolico: forniscono i primi 400 MWh a un costo molto basso o nullo.
Idroelettrico: aggiunge altri 300 MWh, anch’essi a un costo relativamente basso.
Centrali a gas: per soddisfare il fabbisogno rimanente di 300 MWh, è necessario accendere una centrale a gas, che ha un costo più elevato.
Chi stabilisce il prezzo finale?
Nel mercato dell’energia, il prezzo è fissato dall’ultima unità di produzione necessaria per soddisfare la domanda (chiamata marginal unit). In questo caso, si tratta della centrale a gas.
Se, in quel dato momento, il gas costa 120 €/MWh, questo sarà il prezzo applicato a tutta l’energia venduta, anche se una parte proviene da fonti rinnovabili che sarebbero potute costare molto meno.
Cosa significa per te?
Se scegli un fornitore di energia rinnovabile, contribuisci a rendere il mix energetico più pulito e all’abbassamento dei prezzi dell’energia, ma purtroppo il prezzo finale della tua bolletta risente ancora dell’andamento del prezzo del gas. Se il prezzo del gas aumenta e, come accade quasi sempre in Italia, le rinnovabili non sono sufficienti a coprire il fabbisogno, anche il prezzo dell’energia elettrica aumenta.
Problemi derivanti da questo sistema
Le energie rinnovabili costano meno da produrre, ma finché la loro quantità non aumenterà, il loro prezzo sul mercato sarà comunque vincolato a quello delle fonti fossili. Se il prezzo del gas sale (ad esempio per tensioni geopolitiche), anche l’elettricità diventa più cara. I consumatori pagano un prezzo più alto anche quando l’energia verde è disponibile in abbondanza.
Infatti, come avrai capito, se durante la giornata è necessario attivare una centrale a gas per coprire anche solo una minima parte del fabbisogno energetico, sarà comunque il prezzo del gas a stabilire il costo dell’elettricità, sebbene la maggior parte di essa provenga da fonti più economiche come sole e vento.
Allora perché si usa questo sistema?
Il prezzo marginale è stato implementato con l’obiettivo di garantire l’energia necessaria a coprire il fabbisogno energetico in un dato momento a ogni costo. Con l’attuale volatilità del mercato e i danni causati dai combustibili fossili al nostro pianeta, questo modello non è più sostenibile.
Perché il sistema attuale è obsoleto?
Il sistema del prezzo marginale è nato in un’epoca dominata dalle centrali a combustibili fossili, quando si pensava che l’energia sarebbe stata sempre a basso costo. Questo modello punta a coprire la domanda energetica senza una vera ottimizzazione dei costi. Oggi, con l’innalzamento crescente dei prezzi, non possiamo lasciare che la priorità sia solo coprire il fabbisogno: è fondamentale farlo assicurando prezzi accessibili per tutti.
L’energia pulita può essere la soluzione, ma per sfruttarne appieno i vantaggi serve un cambiamento nel modo in cui il mercato viene regolato. È tempo di ripensare il sistema per renderlo più sostenibile, trasparente e vantaggioso per tutti.
Il mercato dell’energia è stato progettato per fonti programmabili, come il gas o il carbone: quando c’è più domanda, basta accendere un impianto e produrre più energia.
Le rinnovabili, invece, funzionano in modo diverso: il sole splende e il vento soffia senza seguire gli orari di picco della domanda. Non possiamo “accendere” un impianto fotovoltaico come faremmo con una centrale a gas.
Se non abbiamo abbastanza accumulo o un sistema flessibile, rischiamo di sprecare energia rinnovabile quando è disponibile in abbondanza e di dover comunque pagare il gas nei momenti di picco.
Il ruolo della flessibilità
Per rendere il sistema energetico più efficiente e sostenibile, è fondamentale integrare tecnologie avanzate che permettano una gestione più intelligente dell’energia. Soluzioni come le reti intelligenti (smart grid), i sistemi di accumulo e la gestione dinamica della domanda consentono di ottimizzare l’uso delle rinnovabili e ridurre la dipendenza dai combustibili fossili. Inoltre, grazie agli strumenti digitali e all’intelligenza artificiale, è possibile prevedere la produzione di energia rinnovabile e bilanciare la rete in tempo reale, evitando sprechi e garantendo prezzi più equi per i consumatori.
L’importanza delle energie rinnovabili
La soluzione è ridurre la dipendenza da fonti fossili! Più energia rinnovabile significa meno impatto delle fluttuazioni di prezzo e più stabilità per le bollette.
Ecco perché Octopus Energy investe in soluzioni sostenibili: più solare ed eolico significa meno dipendenza da fonti instabili e costose come il gas.
Con un sistema energetico rinnovabile:
-Il prezzo dell’elettricità, sebbene meno prevedibile, può essere ottimizzato grazie alla tecnologia.
-Si riducono le emissioni di CO2, aiutando a contrastare il cambiamento climatico.
-I costi per famiglie e imprese si abbassano nel lungo periodo.
-Si incentiva la produzione locale di energia, riducendo la dipendenza dalle importazioni.
Grazie all’innovazione tecnologica e al miglioramento delle batterie di accumulo, le fonti rinnovabili sono sempre più affidabili e in grado di fornire energia anche quando il sole non splende o il vento non soffia.
- LEGGI anche e guarda il VIDEO: Octopus Energy porterà in Italia la ricarica flessibile
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L’energia on demand è ovvio che costa di più. Legge di marcato basilare! Quella che invece produci solo saltuariamente e in modo non prevedibile è già tanto che te la compro. Se invece ti attrezzi tu con accumuli (devi fare investimenti) poi te la compro al prezzo dell’on demand. E se così riesci a costare meno del gas, allora comprerò sempre meno gas e sarai tu a fare il prezzo. Semplice. Chissà perché così non sta avvenendo?
in alcuni paesi sta gia’ avvenendo
questi sono i prezzi enegia elettrica all ingrosso di questa settimana di varie nazioni europee.. con notevoli differenze… Italia e GB i piu’ cari.. Nordici, Spagna, Portogallo i meno cari..
https://www-pv–magazine-com.translate.goog/wp-content/uploads/2025/03/20250324-AleaSoft-European-electricity-market-prices-1536×1070.png?_x_tr_sl=auto&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it
a spanne pare che devi avere circa gia’ almeno 60% di energia rinnovabili nel mix per non far determinare troppo spesso il prezzo orario dell’elettricita’ all ingrosso alle centrali a metano.. in Italia siamo a 42%
e chi non ha nel mix abbastanza idroelettrico, biomasse, eolico, si aiutera’ installando accumuli di energia per creare la fornitura rinnovabile h24, a batteria o a pompaggio idroelettrico
il fenomeno di competizione e smorzamento prezzi contro le centrali a gas aumentera’ ogni anno al ritmo reso possibile dal tempo necessario ad autorizzare e installare sempre piu’ rinnovabili e accumuli.. e ogni nazione ha il suo ritmo
rinnovabili sono scese di prezzo nel 2018/2019,
gli accumuli sono scesi di prezzo nel 2024
da queste date, calcola come tempi di reazione 2 anni necessari tra autorizzazioni e installazione (in Italia purtroppo diciamo 5 anni), e capisci perche’ il fenomeno non e’ ancora cosi’ massiccio da notare ora, se non nei paesi che stanno correndo di piu’, ma sta arrivando abbastanza velocemente
Il costo dell’energia in tutta Europa e’ il problema. Ci siamo legati in passato a filo doppio con fornitori ambigui con l’idea che il denaro avrebbe tenuto a bada altre velleita’. Resta adesso un costo doppio o triplo rispetto ai nostri competitors mondiali.
Vanno bene le soluzioni smart, con il consumo modulato sul costo orario ed accumoli, ma si tratta di opzioni per piccoli consumi, non certo quelli industriali.
Allo stesso modo, chi ha consumi domestici modesti, avendo gia’ efficientato il possibile, non ha giovamenti economici dagli accumoli senza il fotovoltaico. Nodo che invece dovrebbe essere sciolto, perche’ accumulare di notte o quando le rinnovabili sono in surplus sarebbe un’opzione per le tantissimi (in Europa) che il FT non lo possono installare.
in Spagna e Portogallo l’energia elettrica costa poco,
sia come prezzo del kwh all’ingrosso, che nelle bollette delle industrie, che nelle bollette domestiche o le ricariceh alle BEV… ci sono arrivati con 5 anni di installazioni di rinnovabili.. mentre prima, nel 2019, con il nuculare (che ora dismetteranno) avevavano lo stesso prezzo energia dell-italia
Stellantis avrai letto dichiara che costruisce auto e batterie in Spagna e non in Italia perche li’ gli costa tra meta’ e un terzo
idem elettricita’ costa poco, almeno all ingrosso, anche in vari paesi del Nord europa, ed anche in alcuni paesi dell Est europa, li’ costa poco anche in bolletta ma per ragioni di costo della vita piu basso
quelli messi male sono Inghilterra e Italia
Inghilterra ha gia’ fatto i compiti, sono gia’ stati autorizzati molti altri impianti rinnovabili e tantissimi accumuli di rete.. a spanne penso in 2 anni avranno in buona parte risolto il problema costo elettricita’..
situazione a meta’ strada invece tanti altre nazioni.. Germania per es. ha gia’ costo del kwh abbastanza basso all ingrosso, e scendera’ ancora con gli accumuli di rete e altre rinnovabili in arrivo, ma hanno nelle bollette domestica alte tasse e costi di rete (in via di ammodernamento), erano parametrati al costo della vita e a tanti investimenti anche sulle abitazioni.. ora pare alleggeriranno la tassazione
Prova a spiegarlo agli italioti, gente che da sempre la colpa a terzi per i propri fallimenti.
Spiegazione chiara
poi preciserei che credo che buona parte dell’energia da FTV ed Eolico di grandi taglie siano retribuiti tramite contratti a lunga durata e prezzo fisso e basso dei contratti Cdf pubblici o PPA privati… questa fornitura di energia rinnovabile in pratica e’ gia’ disaccoppiata dal prezzo del gas
rimangono da sistemare le quote di FTV ed Eolico vendute in libero mercato, al prezzo orario della borsa energia determinato spesso dalle centrali a metano
e probabilmente in italia le centrali idroelettriche, se stanno vendendo energia invece principalmente a prezzi di lbero mercato invece che con contratti a prezzo fisso e basso
per sistemarle, se non si trova un espediente formale come limitare il prezzo massimo dell energia elettrica pagabile alle centrali a metano, ad esempio 3 volte il costo al MWh termico del gas in quel momento, non rimane che installare piu’ rinnovabili, questo un po’ alla volta porta a erodere il numedo di ore annue in cui il prezzo lo fanno le centrali a metano, e ad abbassare il pun medio annuo
PS anche installare accumuli dovrebbe funzionare, andranno in concorrenza diretta con le centrali a metano nella gestione dei picchi orari di energia alle ore 19 della sera e alle ore 7 del mattino, smussando i picchi prezzi determinati in tale orario dal meccanismo dell prezzo della unita’ marginale sopra spiegato
Ottima e comprensibile spiegazione: sono sempre più convinto ( anche x la mia piccola sperimentazione che ho in corso) che le batterie di accumulo diventeranno come lavatrice e lavastoviglie: ovvero parte integrante delle abitazioni ( anche senza fotovoltaico famigliare) che si caricheranno nei momenti più favorevoli x cedere energia nei momenti di picco. Voglio sottolineare ( con forza) l’efficacia del “ fotovoltaico da balcone) che in Germania ha grandissima diffusione mentre da noi…anche risatine in faccia…come x l’auto elettrica…
condivido !
tra l’altro il FV da balcone dovrebbe essere anche più incentivato per invogliare residenti nei condomini ben esposti e creare pure più occupazione per gli installatori, che sono comunque caldamente consigliabili per effettuare in sicurezza e “a regola d’arte” il lavoro.. Se fatto a livello “intero condominio” e non singolo appartamento comincia ad avere un discreto impatto sui consumi cittadini, potrebbe essere anche predisposto qualche impianto FV+BESS condominiale per alimentare luci scale, autoclave etc che in un anno accumulano cifre notevoli di consumi elettrici, rendendo l’eventuale spesa ammortizzabile in uno o due esercizi (a parte ovviamente la possibilità ancora sotto-sfruttata di partecipare a C.E.R. ).
Per coloro che hanno possibilità di installare FV ovviamente.. non resta che decidersi.. e non se ne pentiranno!
Infatti come condominio abbiamo appena finito di mettere un impianto sul tetto per alimentare le parti comuni incluso ascensore. Però sui balconi boh non mi convince, tra nebbia ,ombra e altro sarebbe più la perdita di spazio per appartamenti già piccoli ove anche il balcone ci torna utile che altro. Perlomeno secondo me. Più che altro volevo capire come funziona la comunità energetica locale che hanno aperto da circa un anno.
Solitamente i kit fotovoltaici da balcone prevedono il fissaggio esterno (che quindi non ruba spazio) ma deve essere fatto in assoluta sicurezza!
Per il rendimento… ovviamente l’ esposizione (tempo complessivo, orientamento ed inclinazione) è fondamentale…e se non ottimale il tempo di ammortamento diventa lungo.
Le C.E.R. invece sono alla portata di tutti ed ovunque.. c’è persino dell’ ENEL…
Comunque vale la pena provare…
Tanto più che con i cambiamenti climatici gli inverni sono molto meno freddi e duraturi di una volta, meno nebbia o lunghi periodi piovosi (adesso solo brevi “bombe d’acqua!”) e riscaldare una casa con split PdC (e raffrescarla nelle stagioni calde, ora più lunghe ed intense) sta diventando la soluzione migliore…
Ho appena comunicato il consumo di metano di febbraio.. solo 11mq di gas nell’ ultimo mese (praticamente solo per ACS) visto che oramai scaldo casa 🏠 solo in elettrico…
E purtroppo la casa ha i suoi anni, grazie al bonus l’abbiamo un po’ rinnovata ma resta un’ impianto a termosifoni e un paio di condizionatori in un appartamento intero. Mi/ci piacerebbe ridurre il consumo ed essere più autonomo ma non so quanto sia possibile in una casa di 40 anni. Intanto abbiamo messo anche la Wall box anche se non abbiamo l’auto elettrica 😅 e fintanto che non usciranno segmento b a prezzo onesto non l’avremo.
Adesso appena ho tempo proverò a sentire per la comunità energetica del comune
La mia è stata costruita e finita nel 1963..ma sono tanti anni che investo in miglioramenti piccoli e grandi (secondo disponibilità e necessità, sacrificando cose meno importanti), che poi portano ad avere risorse maggiori nel tempo (isolamento Interno di alcune pareti esposte N/O, serramenti, FV, split PdC e in ultimo BEV). Non è arrivato tutto subito… ma con decenni di pianificazione (e studio).
Adesso le C.E.R. si stanno diffondendo sempre di più (il governo sembra prendere atto dei propri errori di valutazione strategica e tattica) ed anche le esigenze degli enti locali spingono verso la creazione di nuove opportunità locali.
Facci sapere se trovi qualcosa di interessante.. perché è la chiave per fare partecipare proprio tutti 😉
Solo due o tre giorni fa a radio 24 un amministratore delegato di un’altra utility che è anche rappresentante dell’associazione di categoria sosteneva che era impossibile per tipologia di misura o giù di lì differenziare il prezzo del gas.
Secondo me ci sono delle lobby troppo potenti che stanno guadagnando soldi a palate e quindi è una battaglia improba.
Per smontare questo mito probabilmente basterebbe guardare come viene formato il prezzo dell’energia negli altri paesi senza fare una media Europea. Ultimamente ce la stanno menando pure col fatto che la Spagna ha le centrali atomiche Non credo che il problema sia lì per il suo prezzo dell’energia più basso.
Spagna nel 2019 aveva il nuculare e gli stessi prezzi energia elettrica di Italia
dal 2019 al 2025 ha installato a testa bassa impianti di rinnovabili, sono passati da 40% a 60%, e ora il suo costo energia e’ la meta’ rispetto noi
NB Spagna ha deliberato di dismettere le sue ultime centrali nuculari dal 2027 al 2035, cosi come Germania, Svizzera, Belgio.. si va tutti verso 100% rinnovabili, chi prima chi dopo
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paesi est europa con nuculare tra 20% e 40%, hanno avuto picchi di prezzo energia anche peggiori dell italia
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….vedere le mappe dei prezzi medi annui sul sito energy charts….
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poi in generale, il nuculare gia’ costruito ha costi ancora passabili tra 50 e 70 euri al MWh, perche’ in pratica giusto o sbagliato si conteggiano circa solo le spese di gestione ordinaria,
mentre nuculare di nuova costruzione in occidente ormai avrebbe costi astronomici, dovrebbe includere nella tariffa anche i costi di installazione, costando circa 180 euri al MWh,
oppure 230 euri al MWh con anche gestione scorie e smantellamento centrali,
o ancora di piu’ se quantificassimo poi i costi assicurativi
GRAFICO comparazione costi al 2024 nel mercato europeo
https://mercomindia.s3.ap-south-1.amazonaws.com/wp-content/uploads/2024/10/Fraunhofer-.png
Forse non tutti sanno che, le famose fasce F1 F2 F3 una volta corrispondevano a prezzi dell’ energia differenti. F1 costava di più, poi F2 costava un poco meno perché la sera non ci sono le fabbriche. La notte costava meno perché il la domanda si riduceva di molto. Ora questo vale solo in inverno, dove il solare lavora meno. In estate a causa del solare in F1 costa meno e in F2 costa di più per il motivo spiegato nell’ articolo la note in F3 poco meno di F2. Il problema che nessuno conosce è che il sabato è tutto in F2 e quindi uno pensa di risparmiare e invece spende di più.
Dipende anche dalla fornitura contrattualizzata però, ormai tutte le offerte sono biorarie (quando non monoorarie) quindi F1 e F2 sono accorpate in un’unica fascia contrattuale. Nelle bollette sono esplicitate differentemente più a fini statistici. Non ho visto da anni offerte tri-orarie.
Nella bioraria le fasce sono F1 dalla 8 alle 19 e F23 dalle 20 alle 7 . Ma anche loro variano in base al pun che nel periodo estivo paradossalmente le fa diventare uguali o addirittura fare costare di più la F23 proprio per il fatto che nella prima fascia si usa tutto solare, controlla la bolletta. Io ho una trioraria e te lo dico con certezza la F1 costa meno della F2. Questo non lo dice nessuno, te ne accorgi guardando la bolletta e scopri che il sabato costa di più
Mentre la curva giornaliera dei consumi è abbastanza prevedibile, quella delle rinnovabili non può essere altrettanto prevedibile, fino a quando la rete intelligente, accumuli vari, avranno risolto questa cosa.
Quello che mi chiedo è perché non venga applicato il vero costo del gas effettivamente utilizzato quel giorno. Se a bilanciare il tutto, consumo tot Smc, sul sistema dovrei ricaricare il consumo effettivo. Credo non sia così complicato fare questo calcolo.
Invece si preferisce ancora fare norme, da presa per i fondelli, per aiutare le famiglie in difficoltà, su base isee. E sappiamo tutti come funziona l’isee.
E’ un po’ come sentir “predichi bene razzoli male” i casi son 2; al governo non interessa e non l’ha mai saputo o chi scrive s’è inventato tutto. In pratica > non è vero per cui non lo fanno(spedire le rinnovabili al 100%. nel peggior caso è vero quel che è scritto ma non lo fanno per poter continuare a tenere alti i guadagni.