In Spagna, le rinnovabili al 2030 faranno crollare la bolletta del 40%

spagna rinnovabili

I prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica in Spagna potrebbero scendere del 50%, rispetto alla media dello scorso anno, se entro il 2030 il Paese raggiungesse gli obiettivi di crescita delle fonti rinnovabili

Non lo sostiene qualche think tank ambientalista. A mettere in stretta correlazione la crescita della potenza installata di energie rinnovabili con la discesa dei prezzi dell’energia è la Banca di Spagna.

In un report appena pubblicato, l’istituto iberico è molto netto nel suo giudizio. “Oltre a contribuire alla transizione climatica – si legge nel documento – le energie rinnovabili hanno un ruolo molto rilevante nella riduzione dei prezzi all’ingrosso dell’elettricità e questa rilevanza aumenterà prevedibilmente in futuro“.

La Banca di Spagna: “Sul prezzo dell’energia le rinnovabili avranno un impatto crescente”

In altre parole, “l’impatto dell’energia eolica e solare sui prezzi all’ingrosso dell’elettricità “aumenta più che proporzionalmente all’aumentare del peso delle energie rinnovabili”.

Nel report si fa un esempio: “Un aumento della quota di energia verde nel mix elettrico dal 50% al 60% porterebbe a un calo di circa il 25% dei prezzi dell’energia elettrica“.

Un segnale molto preciso anche all’Italia dove il peso ancora eccessivo del gas sul mix energetico ha portato il nostro Paese ad avere il prezzo dell’energia più alto d’Europa.

Gli analisti della Banca di Spagna hanno fatto anche un esempio al contrario. Cosa sarebbe stato se non ci fosse stata la crescita delle rinnovabili degli ultimi anni? La risposta è netta anche in questo caso.

Partendo da una media di prezzo di 39,12 euro/MWh nel primo semestre dell’anno, le quotazioni dell’elettricità all’ingrosso sarebbero state il 40% più elevate se non ci fossero state nuove installazione di energia eolica e solare dal 2019.

Ma servono una rete più efficiente e nuove installazioni di  sistemi di accumulo

Tuttavia, il calcolo dalla banca centrale spagnola è stato fatto tenendo conto delle migliori condizioni possibili. In buona sostanza, la crescita deve essere accompagnata da uno sviluppo costante  dei nuovi impianti, da una rete sempre sempre più efficiente e un’adeguata potenza installata di sistemi di accumulo e batterie.

Altrimenti potrebbe accadere anche in Spagna quanto si sta verificando in Germania, dove la crescita “impetuosa” degli ultimi anni ha portato le fonti rinnovabili a coprire il 60% della domanda di energia elettrica, ma causando – in alcuni giorni – una forte oscillazione di prezzi che mette in difficoltà gli operatori.

Visualizza commenti (28)
  1. Il titolo dell’articolo non è completo 🙂

    >> SONO GIA’ SCESI prezzi del kwh grezzo in Spagna con le rinnovabili,
    sul 1°semestre il loro PUN medio è un invidiabile 40-50 euro/MWh

    >> SCENDERERANNO ULTERIORMENTE è la previsione, portandoli ai livelli record di 30 euro al MWh, che attualmente hanno solo i Paesi scandinavi

    30 euro al MWh, significa 3 cents al kwh
    prezzo grezzo, poi vanno aggiunti oneri di sistema e tasse varie

    ===== prossimi passi
    in pratica in Spagna andranno a ridurre ulteriormente le quote residue di metano così si liberano dei picchi orari di prezzo che gli “rovinano” la media del prezzo PUN alzandola, specie in Luglio e Agosto; avranno bisogno non solo di più rinnovabili (sono già ora a quota 66%) ma anche di accumuli di energia

    infatti sono in costruzione in Spagna e Portogallo molti impianti di accumulo a pompaggio idrlettrici (sistemi PI), olttre alle batterie di rete; e stanno già facendo i primi progetti pilota con tanto di aste per assegnazione di incentivi anche per la filera ad idrogeno verde

    da ricordare anche che usando in abbondanza dissalatori alimentati da corrente basso costo, raddoppiano la disponibiltà di acqua dolce nazionale (..Sud Italia pensaci..)

    ===== dismissione vecchi asset
    hanno un 20% di nucleare nel mix, ma hanno deliberato di mandarlo in dismissione lenta, stessa decisione recente della Svizzera, oltre che di Germania e Belgio

    secondo le stime di Lazard e Bloomberg:

    – nucleare di nuova costruzione costa circa 150-230 euro al MWh, chiaramente non conviene per un paese che può sviluppare rinnovabili

    – mentre utilizzare una centrale nucl. già esistente, senza considerare i costi già pagati
    di costruzione ( e da pagare comunque in futuro per lo smantellamento), ma contando solo le spese di funzionamento, costa circa 40 euro al MWh

  2. == concetto ingannevole

    segnalo che avere nel mix anche 20-40% di nucelare e persino nel caso più favorevole di centrali già costruite in passato, non evita di avere un PUN alto e sotto ricatto della speculazione delle centrali a gas

    === PUN medio Luglio
    non siamo stati proprio i peggiori

    145 euro a MWh – Romania – 20% nucleare
    137 euro – Bulgaria – 42% nucleare
    136 euro – Ungheria – 47% nucleare

    135 euro – Grecia
    134 euro – Serbia
    117 euro – Italia

    https://energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=GR&interval=month&month=07

    === mia spiegazione

    con le centrali nucl, che non possono modulare velocemente la potenza ( e non gli conviene neppure a livello economico) non se ne esce da questo problema

    per fare la gestione dei picchi di richiesta di energia e in generale il bilanciamento del carico di rete istante per istante, si usano queste alternative:
    >> centrali a gas (molto care quando usate in questa funzione)
    >> accumuli (idrolettrici e batterie)
    >> si modula esportazione di energia (questa opzione però scarica ai paesi vicini l’onere di bilanciare i carichi; ad esempio alle 19:00 tutti paesi avranno un picco di consumo, e alle 12:00 un esubero, e lo scambio di energia tra paesi vicino non li risolve)

    la Francia ha un PUN basso simile alla Spagna,
    ma è un caso particolare, intanto il parco centrali è sovvenzionato dal bilancio statale (con alto debito pubbico)

    poi tra centrali e rinnovabili ha un potenza installata superiore ai suoi consumi, e non usa molto le centrali a gas perché invece fa pagare i costi della regolazione del carico ai paesi confinanti (tra cui noi), in pratica modula istante per istante la potenza esportata per bilanciare il carico della sua rete interna, il bilanciamento del carico lo fanno i paesi confinanti

    lo stesso effetto di limitare l’uso del gas per l’inseguimento del carico che genera alti prezzi PUN, si avrebbe con qualunque fonte di energia, purché sovradimensionata rispetto ai consumi ( e allora tanto vale che sia una fonte di energia più economica dlele centrali), e/o installando accumuli

    === speculazione al picco serale

    ad alzare il valore medio del PUN sulle 24 ore contibuisce in particolare in estate il picco di prezzo del PUN nelle ore 18:00-20:00, quando aumenta la produzione energia da centrali a gas a ciclo combinato e anche a ciclo semplice

    in Luglio i consumi al picco serale sono al massimo di tutto l’anno, e si da fondo alla riserva di capacità di potenza a metano, vengono chiamate più centrali

    apparentemente in alcuni mercati questo permette a più centrali di fare cartello, provano ad indovinare e determinare il prezzo di contrattazione del PUN orario alzandolo ben oltre il mero costo base (circa 90-130e al kwh se generato a metano)

    === Italia
    questo è il picco serale estivo italiano, nella settimana peggiore è arrivato a 220 euro MWh, mentre negli altri orari era a circa 100-108 euro al MWh

    https://energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=IT&week=29

    === Ungheria (Romania, Bulgaria), picchi da urlo

    avere il costoso e rigido nucleare non aiuta, le escursioni del prezzo dovute alla quota gas aumentano, in Ungheria (Romania, Bulgaria) il picco serale del PUN arriva a 800 euro al MWh

    https://energy-charts.info/charts/price_spot_market/chart.htm?l=it&c=HU&week=29

    1. La cosa triste è che i picchi estivi di consumo sono molto legati all’ uso smodato di aria condizionata (oramai indispensabili visto l’ aumento di temperature e l della durata delle ondate di calore…e della gente concentrata in città cementate anziché sparse in ampi territori, tra campagne e colline o alta montagna).

      Secondo me mostrano la necessità di aumentare la diffusione di F.V. (anche tramite Comunità Energetiche Rinnovabili) per risparmiare (tanto) e non aggravare la disponibilità di energia distribuita.
      Anche gli accumuli (familiari e industriali) andrebbero molto incentivati (per chi ha BEV poi sarebbe ottimo poter sfruttare le grandi batterie per V2H/V2G … Anche vetture non predisposte potrebbero essere adattate in After market con una spesa teoricamente molto inferiore ad un equivalente accumulo… E produttori ricambi, officine specializzate potrebbero pure avere una occasione di affari in più… con benefici per tutti…visto che avremmo reti elettriche molto più stabili.

      1. Damiano nonostante venga criticato anche il FV e questo ha veramente dell’ incredibile, per fortuna molti italiani sembrano non farsi coinvolgere da tutte le cretinate che si sentono e chi usa un minimo di logica lo monta , purtroppo con le temperature sempre in aumento il condizionatore diventerà una macchina salvavita,abito in pianura padana ,ameno 10 ore al giorno di condizionatore , uso della rete quasi zero e ci carico anche la macchina . Santo FV subito.

        1. Io misi FV anni fa dovendo cmq rifare rivestimento tetto…e lo misi molto molto sovradimensionato rispetto ai consumi dell’ epoca (praticamente il doppio del necessario); ho abbattuto del 70% i consumi (restando solo i notturni, in mancanza di accumulo) ed ho aggiunto split PdC che vanno col sole estate ed inverno.. così ho ridotto ad 1/4 il metano (quest’ inverno 90 minuti a notte di caldaia soltanto)… La BEV è stata una ovviamente conseguenza…
          Mai spesa è stata più felice.. a maggior ragione visto che altrimenti in estate avrei casa ad oltre 32 gradi interni (quando sono altrove mi diverto a guardare l’app e vedere cosa succede se Non accendo gli split…un forno!); però ho la coscienza di non gravare né sui conti familiari né sulla rete pubblica…che si prende a costi quasi nulli tutte le mie abbondanti eccedenze di produzione.

          Sarei disponibile a investire ulteriormente per aumentare il FV (e magari mettere anche l’ accumulo)..tanto sarebbe un incremento di valore casa e ulteriori abbattimenti di costi energetici residui…che, se legatti ai futuri costi idrocarburi, possono solo aumentare e giustificare ancora di più la spesa.

          Quindi anche io mi associo: fotovoltaico Santo subìto!

          1. Certo Damiano solo PDC due split che utilizzo tutto l’ inverno.
            Ho montato il mio primo FV a fine 2011 .
            Come si può fare per fare capire che il FV è magico .

      1. ok, e come si supera l’ostacolo? è sempre uno scaricabarile…qualcuno prenerà decisioni drastiche e impopolari quando non ci sarà scelta, ma fino ad allora, da buoni italiani che siamo e ci conosciamo, non avverrà!

        1. Non c’è già più nulla da scegliere. L’Italia è in Europa, dove grazie a dio c’è ancora gente più lungimirante di noi, che ha già deciso. Più tempo ci metteremo ad adeguarci, più alto sarà il prezzo da pagare.

          1. be’, allora sostituisci “scelta” con “adeguamento”. siamo bravi a non adeguarci, vedi concessioni balneari…

          2. Infatti. Oggi l’Italia ha il triste record di 72 procedure di infrazione (53 per violazione del diritto dell’Unione e 19 per mancato recepimento di direttive) per cui paga circa un miliardo di sanzioni all’anno. Bel risultato.

          3. E le maggiorazioni impositive a copertura delle sanzioni europee le pagano anche i vari signori tipo effe…alla faccia della loro inerzia e spirito ribelle..

          4. Non lo è certamente. Ma io nel mio piccolo, una soluzione non la ho. Il lamento sterile lascia il tempo che trova. Governi nuovi vengono eletti, e i problemi rimangono o peggiorano. Dunque, posso solo darmi da fare per mettermi al riparo da tempeste finanziarie future, e “sperare in bene”.

          5. Ci sono partiti che perdono le elezioni proponendo più Europa e partiti che le vincono promettendo meno Europa. Oggi governano i secondi, che coerentemente sono all’opposizione nel Parlamento europeo e ne boicottano le direttive. Pagandone le conseguenze. Agli italiani, evidentemente, va bene così.

          6. Non è qualunquismo, è realismo con un po’ di quello che ti porta l’età, ovvero dal farò, al però, al sarà. E’ accettare lo status quo, accettando anche di non avvelenarsi l’esistenza cercando di combattere i mulini a vento. Non vuol dire fregarsene, non è rassegnazione; è accettare che non tutti sono intelligenti come me, o la pensano come me, e che se è una maggioranza votante, bisogna accettare il risultato. Non vuol dire fregarsene, nel proprio piccolo o cerchia si può cercare di fare “il proprio” per “salvare il mondo”, ovvero migliorarlo un pochettino, sensibilizzare le persone verso cose importanti come il non inquinare, il non sprecare risorse, il riciclare…ecco.

          7. Nel nostro piccolo di automobilisti, facciamo la nostra parte viaggiando “a pile” pur affrontando anche qualche piccolo disagio. Le che si pavoneggia della sua Golf 1.6 TDI e ha esordito sul nostro blog con questa frase: “se cambiassi l’auto ora…riprenderei una diesel“, ma ci fa la morale, è l’esempio vivente di quel che rimprovera ai politici: “dal farò, al però, al sarà”.

          8. Come detto, preferisco non avere disagi personali, ché quelli abbrutiscono e avvelenano l’esistenza. Alcuni sono inevitabili, ma se posso farne a meno, preferisco vivere, dormire e alzarmi tranquillo e contento. Che è quel che succede. A ciascuno le sue scelte. Lei dovrebbe essere più rispettoso degli altri, se permette: pavoneggiare e fare la morale non sono due cose che faccio. Forse non sono un campione nella scrittura, ma ciascuno poi interpreta quel che legge come crede ovvero col proprio bias. Io ho il mio (che certamente lei vede), lei ha il suo (che certamente lei non vede, ma io sì).

          9. Le rispondo per l’ultima volta riportando un’altra delle sue perle (lo chiami bias, se preferisce): “Ommamma, la crisi climatica?! Ancora con ‘sto fatto che la colpa è degli automobilisti o che mettendosi sotto le chiappe un’elettrica risolviamo crisi climatica e già che ci siamo magari anche la fame nel mondo?”. Lei sarebbe quello rispettoso degli altri?

  3. Daniele Sacilotto

    In Italia non accadrebbe comunque. Anche avessimo il 100% di energia rinnovabile il prezzo sarebbe comunque alto

    1. Daniele quello che dici è verissimo ma un con un minimo di ragionamento e possibilità vi posso garantire che il FV da un’ aiuto indispensabile. Il kWh è costoso,te ne pago molti ma molti meno con il mio impianto e con lo SSP me ne dai anche indietro. Io sono un discreto consumatore di kWh circa 4.000 kwh nonostante due FV con il primo impianto ho oltre SSP anche il rimborso per kW h prodotto (investimento già completamente rientrato da qualche anno ),con il secondo solo SSP ,tirando le somme a fine anno per la luce non spendo quasi niente. Meditate gente meditate.

  4. Cominciamo a riconoscere che siamo il “cucciolotto docile” degli USA…che dai tempi delle Sette Sorelle han sempre dominato il mercato idrocarburi in Italia ed il povero Enrico Mattei ne subì le conseguenze…con la sua idea di esserne indipendente…
    Sicuramente Mattei, tanto attratto dall’ autosufficienza italiano per l’ energia…non certo dagli idrocarburi in sé, avrebbe puntato molto molto forte sulle nuove tecnologie per autoproduzione rinnovabile.
    Un paese come il nostro è quasi ottimale; magari la Spagna ha zone più desertificate ove piazzare impunemente distese F.V. e pale eoliche , ma noi…con 8000km di coste, dovremmo trovare molto facilmente ove piazzare le ultime versioni di eolico off-shore galleggiante! Si, è vero…costa di più di quello terrestre.. ma almeno non disturba la sensibilità degli amanti del paesaggio naturale, preserva l’ agricoltura.
    Gli unici che si lamentano sono sicuramente coloro che superano di trasformare terreni agricoli o marginali (a basso o nullo valore di mercato) in speculazioni installando impianti anche dove il rendimento sarebbe piuttosto dubbio, per minore intensità e costanza dei venti ; e qui mi vengono in mente i diabolici progetti in zona Pitigliano Sovano Sorana Manciano e Venturina .. quando equivalenti impianti offshore lavorerebbero con maggior costanza ed efficienza..pur con costi impianto maggiori…ma comunque su fondali non oceanici .. Non impatterebbero neppure sulla pesci-coltura nel golfo di Follonica, a differenza della Italis NLG di SNAM (prima Golar Tundra) che per effettuare il suo servizio di rigassificatore (in porto !) scarica acque a temperature e con contaminanti…in nome dell’ emergenza nazionale. Voglio vedere se riusciranno a mantenere la promessa di spostare il rigassificatore in Liguria (ove tutti i vecchi equilibri politici sono saltati..e che già ospitano un pestifero impianto presso La Spezia ). Magari potrebbero studiare il raddoppio a Ravenna (non me ne vogliano gli amici sulla costa adriatica.. è una provocazione!) visto che stanno già spendendo il doppio per ospitare 1 rigassificatore costruendo una necessaria diga foranea di contenimento mareggiate… magari ne potrebbe riparare 2 di navi NLG…

    Speriamo che Confindustria si renda conto rapidamente che il valore degli investimenti promessi in impianti idrocarburi ci porta fuori strada rispetto al resto del mondo…con costi energetici nazionali (ed ambientali) insostenibili..

    1. Ma, a questo punto, re Giorgio deve essere un patriota autolesionista.

      Già deve trovare 13 miliardi per ridurre il debito enorme che sta esplodendo.

      Perché non risparmia “facile” sull’energia?

      Ha la vista annebbiata dai ciuffi finto biondo? Oppure abbiamo anche un sovrano ricattabile da qualche potenza straniera, o azienda nostrana cui ha promesso grasso che cola?

      Il primo contabile che cosa dice? Anche lui ha accordi sottobanco per spingere petrolio e metano a spese nostre?

    2. Ma sarà merito di quelle tre centrali nucleari che hanno, mica per tutte le rinnovabili che stanno installando.

      Certo più difficile è capire come fanno i tedeschi ad avere un PUN più basso del nostro, dopo aver chiuso le centrali nucleari.
      Ma sono certo che tanti fan di gas e nucleare avranno una spiegazione.

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