Rinnovabili al 52%, ma il prezzo lo fa il gas. E la bolletta non scende

prezzo energia

Nuovo record per le rinnovabili a maggio: hanno soddisfatto il 52% della domanda. Ma il prezzo dell’energia continua a essere influenzato soprattutto dal gas naturale. E la bolletta non scende

Ancora un mese più che positivo per le rinnovabili in Italia. I dati del mese di maggio fotografano molto bene cosa significhi la transizione: il fotovoltaico ha battuto nuovamente il suo record e l’idroelettrico ha superato per la prima volta il gas naturale.

Complessivamente le energie green hanno coperto il 52% dei consumi. Ma nonostante questo, il prezzo dell’energia continua “a farlo” proprio il gas. Il che limita le possibili ricadute positive sulle bollette di cittadini e piccole imprese.

A rivelarlo è una analisi compiuta dal sito specializzato Staffetta Quotidiana, che ha elaborato i dati di Terna, la società di gestione dalla rete ad alta tensione. Rispetto a un anno fa, la produzione elettrica è rimasta stabile (+2,1% sul maggio 2023). ma è migliorato il mix energetico.

L’aumento delle installazioni nel 2023 ha permesso al fotovoltaico di battere un nuovo record

Le rinnovabili ora coprono il 52% dei consumi, con una crescita negli ultimi dodici mesi del 26,7%, superando il record di aprile (51%). La ripresa delle installazioni di impianti fotovoltaici, ha permesso al solare di crescere del 37% nella copertura dei consumi rispetto a un anno fa, facendo registrare un nuovo record assoluto.

Ma grazie alle piogge abbondanti degli ultimi mesi, buona parte del merito va all’idroelettrico, salito del 35% in un anno, superando così l’apporto delle centrali a gas -22,9%).

Ma nonostante siano fonti che hanno prezzi bassi, se non addirittura nulli in certe ore del giorno, la formazione del prezzo dell’energia continua a essere sotto il controllo degli operatori che producono con il gas.

gas russo

La formazione del prezzo dell’elettricità è determinato soprattutto dagli impianti a gas

Così, se da una parte il 52% delle rinnovabili è sicuramente positivo per il calo delle emissioni, il predominio del gas non lo è per il prezzo finale dell’energia.

Come scrive Staffetta Quotidiana, ha influito il rialzo delle quotazioni del gas sui mercati (+13,2% a maggio), con il Pun (prezzo unico nazionale) dell’elettricità che ha registrato un +9,4% sulla borsa italiana a 94,98 €/MWh “su cui deve aver esercitato qualche pressione al rialzo anche il prezzo dei permessi di emissione“.

Visualizza commenti (37)
  1. L’ennesima promessa di “Giorgia” e della CE non mantenuta, nel 2022 avevano detto che avrebbero disaccoppiato il prezzo del gas da quello dell’energia elettrica, vinte le elezioni “Giorgia” se ne è completamente dimenticata e passata la crisi del gas l’UE ha messo l’argomento sotto il tappeto. Tanto a pagare sono i cittadini …

  2. Iorio Cavallini

    Forse è interessante la mia situazione: quando c’è il sole con un solo pannello ( fotovoltaico da balcone)riesco a coprire il fabbisogno giornaliero quasi completamente ( vedi mia lettera Enel dopo 2 anni mi ha riconfermato il contratto…pago la materia prima il doppio in f1 e f2 mentre in f3 zero. Mi sono dotato di due batterie da un kWh che carico in buona parte in f3 e di giorno cerco di caricare il surplus ( quando c’è) prodotto dal fotovoltaico che andrebbe in rete senza compenso.Questo con un convertitore da 220v a 12v attraverso presa accendisigari ( regolabile).Praticamente carico le batterie dalla presa muro alimentata dal fotovoltaico. Lavatrice, lavastoviglie e carica auto sempre in f3. Le batterie assorbono il carico maggiore del piano cottura ,macchina caffè, e altri consumi in particolare serali ( fino alle ore 23 ) della cucina compresa illuminazione consentendo un basso prelievo dalla rete nelle ore più critiche.

    1. MI complimento per l’ingegno ! le soluzioni esistono … onore a chi le cerca ed usa !

      Il fotovoltaico da balcone è alla portata di tante persone (si può arrivare mi sembra fino a 2 pannelli senza autorizzazione GSE; ma l’installazione coadiuvata da un tecnico con magari una relazione tecnica per evitare problemi e discussioni in condominio la consiglierei).

      Giustamente Iorio ha anche piano induzione (microonde ? pentole a pressione?) che riduce tantissimo il consumo elettrico vista l’enorme efficienza e, visto che si sta andando verso l’estate … pure il riscaldamento in casa !! ( maggiore è la dispersione nell’ambiente… maggiore il calore in cucina.. oltre ai residui di inquinanti evitati togliendo il gas… che è pure fonte di pericoli in casa – ustioni, fughe di gas – intossicazioni )

      Bravo Iorio !

  3. Che la diffusione delle rinnovabili non avrebbe portato benefici sul prezzo era prevedibile. Il lato positivo e’ la minor dipendenza energetica dai fornitori di gas che dovrebbe rendere in generale l’Europa piu’ resiliente, quindi prezzi alti ma non folli come accaduto.

    Da notare come le reti diventano intanto in grado di gestire una sempre maggiore produzione da rinnovabili, cosa non banale affatto.

    In attesa di sistemi di accumulo con capacita’ adeguate.

    1. Ciao, un effetto di diminuzione dei prezzi già lo fanno le rinnovabili, basta guardare i tracciati orari del Pun, solo non è ancora quanto ci servirebbe; per aumentarlo ne andrebbero aggiunte altre, come già in altri paesi

      ACCUMULI “PI”
      di accumuli in Italia già ne abbiamo una grossa quantità (circa 60 GWh contando quelli ereditati dagli anni ’80 e uno di quelli nuovi già in costruzione) del tipo idroelettrico “sistemi PI” a cui affiancheremo anche quantitativi di batterie (queste sono installabili anche a livello privato e aziendale, oltre che di rete)

      DIFFERENZIALE DI PREZZO PUN
      ma finché non si crea un netto differenziale di prezzo del Pun tra le varie ore del giorno/notte, non c’è convenienza economica ad usare i sistemi di accumulo, o se il differenziale c’è ma non è abbastanza forte, Enel che è il gestore di buona parte dei nostri sitemi PI preferisce usare le centrali a gas perché ottiene più margine, così al momento i nostri sistemi PI lavorano a circa i 10% della loro capacità, in polemica con Terna che formalmente ne dispone e già vorrebbe usarli maggiormente

      cioè se un sistema di accumulo aquista energia a 5 cents, contando anche le perdite energetiche e i costi/margini di guadagno, per essere redditizio devono rivenderla a 8 cents; quindi nella giornata devono già esistere oscillazioni di prezzo sufficienti, cioè i picchi di generazione delle rinnovabili

      CREARE DIFFERENZIALE PUN
      un certo livellamento del prezzo pun nelle diverse ore è un effetto dell’uso massiccio del metano e del meccanismo del prezzo margiale discusso nell’articolo, mentre un differenziale di prezzo si crea aumentando la quota di rinnovabili, perché nei picchi di generazione eolico e fotovoltaici fanno crollare il Pun orario; ma affinche convenga stoccare l’energia per usarla in altro momento, i picchi di generazione rinnovabili devono superare i consumi di rete

      questo in Italia sta iniziando a succedere da questo anno, abbiamo inziato ad avere momenti in cui le rinnovabili saturavano la rete, mandando il prezzo istantaneo a zero o quasi, per cui ci siamo, c’è movimento nel settore degli accumuli PI, compresa la costruzione di nuovi impianti al Sud italia, finanziati e gestiti da investitori privati in regime di libera concorrenza e non dallo Stato

      SCENARIO NATURALE RAPIDO
      per velocizzare questa naturale evoluzione che porterebbe ad un abbassamento del PUN, basterebbe assecondare la “fame” già evididente nel mercato energetico e di libera imprenditoria di altre installazioni di parchi fotovolici, aggiungendone almeno +10 GW all’anno

      SCENARIO ATTUALE ARTIFICIALMENTE FRENATO
      ma su questo il governo attuale purtroppo sta facendo massacri con un accanimento indecente, da sudamerica latifondista dei peggiori periodi,
      perderemo qualche anno di tempo, ci costa diciamo minimo 40 miliardi di costo aggiuntivo nei primi 3 prossimi anni sul Pun, più altri costi indiretti anche più alti (mancati investimenti della filiera rinnovabili, e mancato aiuto all’industria da energia più economica) e altri costi futuri

  4. Alessandro Mariani

    Il prezzo dell’energia elettrica è fatto dal produttore MENO efficiente che il gestore di rete deve “chiamare” per soddisfare la domanda… Se con le rinnovabili coprissi il 90% avrei comunque bisogno di un 10% (da gas naturale? carbone?…) chi mi produce quel 10% ci vuole guadagnare, ma dovendo tenere in esercizio una centrale per produrre poche ore al giorno, può guadagnare solo con un prezzo astronomico. Il punto è che quando lui è chiamato a produrre, tutti ricevono quel prezzo. Arriverà un giorno in cui tra rinnovabili e accumulo non avremo più bisogno di altre fonti e il prezzo dell’energia calerà drasticamente, fino ad allora il costo della “continuità di servizio della rete” manterrà il prezzo alto, anzi più si ridurrà il quantitativo di energia da fonti fossili immesso in rete, più quella energia costerà cifre assurde… non ci si può fare niente è il mercato.
    Per anticipare la fine di queste storture bisognerebbe investire in rinnovabili e accumulo, tutto qui. Come dite? il governo va nella direzione opposta? e va bene, ricordiamocelo alle prossime elezioni.

    1. Veramente, stando ai dati del nuovo rapporto di legambiente, le rinnovabili non sono mai cresciute così tanto come nel 2023 e primi mesi del 2024. Solo nel 2023 sono state registrate 5.79 GB di nuove installazioni, raddoppiando la capacità produttiva. Nel 2024 siamo già a + 52% sul già ottimo 2023. Tutto ciò dopo gli anni ” bui” ( parole di legambiente) vissuti tra il 2014 e il 2021 , quando c’erano governi di ben altra ispirazione bravi ed ecologici solo a parole per i fessi che ci credono. I dati e i fatti , dicono tutt’altro.

        1. Lasciando perdere il superbonus che comunque ha creato svariati e gravi problemi , per il 2024 , e siamo già a metà anno, siamo al + 52% sul 2023. Un vero tracollo!

      1. un punto da capire è che è da circa il 2018 le rinnovabili sono scese di prezzo sotto al costo dei combustibili fossili, e il calo di prezzo è continuato negli anni successivi

        per cui DOPO TALE ANNO l’andamento naturale dovrebbe essere una adozione sempre più massiccia e per molte tipologie senza l’uso di incentivi, come hanno fatto altri paesi che ne stanno già ricavando un minore costo dell’energia con risparmi destinabili ad altro in un circolo virtuoso

        nel nostro caso dovremmo installare circa 10-20 GW all’anno di rinnovabili, iniziando dai quelle che sono già scese di più di prezzo (nel nostro caso i parchi fotovoltaici) invece abbiamo una serie di inizative governative che ostacolano questo, apparentemente perché influenzate da interessi di bottega delle altre fonti energetiche

        siamo all’èassurdo che chi realizza parchi di rinnovabili deve a volte ricorrere al TAR cioè a giudici ed avvocati per contrastare i ritardi e gli ostacoli posti a livello amministrativo e di normative capestro

    2. @Alessandro

      il meccanismo del prezzo marginale verrà rivisto e ancora prima affiancato da mercati paralleli a quello principale, smussandone gli effetti negativi;
      poi già ora non è così netto negli effetti, perchè in un numero crescente di ore della settimana le fonti energetiche più care già non è necessario chiamarle;
      detto in altro modo: man mano che le rinnovabili crescono, il prezzo Pun medio cala, solo che lo fa in modo meno che proporzionale, però cala lo stesso.. vedi gli esempi di Spagna e Portogallo, e anche il caso Italiano, le rinnovabili a quota 40% stanno già abbassando il Pun medio del 20-25% circa

      quanto alle centrali a metano che lavoreranno sempre meno spesso, quelle già costruite che abbiamo in quantità hanno una struttura dei costi fatta all’80% dai costi del carburante, questo le rende un sistema flessibile, usabile a richiesta, per cui meno le usi e meno spendi

      > quando le useremo sempre meno, per tenerle in piedi andrà renumerata anche la loro disponibilità a fare da back-up flessibile, cioè i costi fissi incideranno in percentuale più di ora, ma c’è comuque un forte risparmio sul Pun risultante dalla diminuzione dei costi del carburante usato

      > le centrali a metano ce ne sono di due tipi, a ciclo semplice (più costose perché meno efficenti, ma rapidissime a modulare la potenza) e a ciclo combinato (meno costose e più efficenti, più lente da modulare, ma usate di preferenza per il grosso della generazione da metano)

      i sistemi di accumulo che già abbiamo ( pompaggi idroelettrici PI ) e quelli in arrivo ( batterie chimiche) man mano che cresce la disponibilità di rinnovabili e la capacità intallata dei PI (questi ne abbiamo già una buona quantità) e delle batterie andranno a sostituire le centrali a metano a ciclo combinato per le funzioni di energy peakers e di funzione di bilanciamento di rete,
      perchè offrono lo stesso servizio (anche migliore nel caso delle batterie chimiche) a un prezzo minore; lo sappiamo perché in alcuni Stati sta già succedendo

      rimarranno più a lungo ad assisterci anche come sistema di back-up le più economiche centrali a ciclo combinato, che hanno un costo al kwh nettamente minore delle centrali a ciclo combinato (e anche emissioni minori), diciamo circa 5-10 cents a kwh contro 12-18 cents a kwh, per cui sarà un altro step di risparmio

  5. Il costo dell’energia da fotovoltaico nullo ? Non sapevo che i pannelli fotovoltaici li regalassero, l’assistenza agli impianti è fatta da volontari e i terreni dovo sono posizionati gli stessi sono gratuitamente concessi !!

  6. il prezzo del mix è fatto dalle sue componenti,
    serve eccome sostituire quelle costose con le economiche rinnovabili

    lo studio accenna una concetto diverso, che l’effetto sul prezzo medio non è esattamente proporzionale alla media delle componenti;
    le componenti più costose pesano di più nella media rispetto a quelle più economiche, cioè le rinnovabili; questo perché le contrattazioni nella borsa energia avvengono con il “meccanismo del prezzo marginale dell’energia”, un po’ lungo da spiegare

    ma le rinnovabili italiane stanno già calmierando il nostro prezzo Pun, quantifico per visualizzare meglio:

    > senza rinnovabili avremmo circa 12-13 centesimi al kwh
    > con la quota attuale di rinnovabili 9-10 centesimi al kwh

    se non ci fosse il meccanismo accennato del prezzo marginale, il nostro PUN sarebbe una media matematica più esatta delle componenti, e avremmo una influenza ancora maggiore delle rinnovabili nell’abbassare il prezzo PUN:

    > senza rinnovabili avremmo circa 12-13 centesimi al kwh
    > con la quota attuale di rinnovabili 7-8 centesimi al kwh

    ================================

    le conclusioni sono che per far scendere il PUN italiano si può:

    > installare velocemente grosse quantità di rinnovabili, iniziando da quelle che sono già molto economiche, ovvero il fotovoltaico con pannelli bassi

    NB: il nostro governo sta facendo l’opposto, sta vietando e ostacolando le rinnovabili più economiche, quelle di tipo utility (grandi installazioni) e per il fotovoltaico del tipo con pannelli a terra (senza incentivi, non sovvenzianate, in quanto già molto economiche)

    il fotovoltaico e l’agrivoltaico con pannelli a terra, sono quelli che il ministro dell’agricoltura è corso a vietare il mese scorso, secondo mia opinione dietro un preciso calcolo del consorzio di interessi formato da ENI / Bonifiche Ferraresi / Coldiretti ( ENI e BF si sono associati dal 2021-2022 per la produzione massiccia di biodiesel sui campi agricoli italiani, e la distribuzione carburanti agricoli e per camion)

    > rivedere il meccanismo del prezzo marginale, altra cosa che l’attuale governo di corrotti non farebbe mai;
    per fortuna ci sta pensando l’europa, poi dovremo ratificare a livello nazionale le nuove normative, possibilmente senza aspettare anni

    1. Leonardo (R)

      Col biodiesel andrà a finire come con l’olio di palma: devasteranno tutto il devastabile per poi dover tornare indietro in emergenza, anche soltanto per un discorso di tutela delle biodiversità e degli ecosistemi in generale.

      1. Edwin Abbott

        Un modo come un altro, per l’italiano cosiddetto furbo, di guadagnare due volte. Perché l’emergenza la pagheremo noi, ovviamente.

        In altre epoche li avrebbero chiamati invece “parassiti”. L’Italia ha sempre amato i parassiti, almeno se possiedi una azienda, o ci lavori, che fa una attività parassita, meglio se garantita e protetta dallo Stato. Oggi in Italia va così e ai governi è sempre piaciuto. Ricordiamo gli odiosi monopoli di stato che se non ci fosse stata l’Europa sarebbero ancora lì. Ricordiamo i “cari” forestali che si appiccavano gli incendi da soli ed ora sono stati assorbiti dai Carabinieri (polizia militare), perché non sapevano dove metterli e dovevano legittimare ancora di più il doppione della Polizia che girava per le strade ben oltre mezzo secolo dopo la fine della guerra, perché nessuno di quelli che paghiamo lautamente a Roma aveva mai avuto il “coraggio” di rimandarli in caserma. Anche lì siamo noi a pagare due volte. Finché ce n’è.

        La vittima va spolpata finché muore. Poi si possono ancora spartire le vesti tirando i dadi. Poi si cambia preda. Infatti non effettuare la transizione energetica vuole dire puntare ai nostri figli e ai nostri nipoti. Si prendono d’anticipo, perché noi siamo alla fine.

  7. Meno male che ci voleva uno “studio” per dimostrarlo … E a tutti quelli che dicono è uno scandalo, colpa del governo ecc ecc fatevi due calcoli e andatevi a vedere le variazioni di prezzo dell’elettricità che si sono in germania, nonostante abbiamo molte più rinnovabili di noi. Non serve a un cxxxo installare tutti quei pannelli e pale, serve pianificare bene il mix energetico

    1. non hai capito il senso dell’articolo

      invece ovviamente aiuta installare più rinnovabili ed eliminare dal mix le componenti più costose; sul caso italiano ho risposto sopra

      come altri esempi europei ci sono i dati del Pun medio 2024 (primi 5 mesi):
      https://energy-charts.info/charts/price_average_map/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year

      > Italia – prezzo Pun 92 – rinnovabili 41%
      > Germania – prezzo Pun 67 – rinnovabili 61%
      > Spagna – prezzo Pun 37 – rinnovabili 67%
      > Portogallo – Prezzo Pun 37 – rinnovabili 79%

      ci sarebbe anche Francia Pun 47, ma è ingannevole:
      le loro centrali sono sovvenziate dallo Stato che ha pagato e pagherà buona parte dei costi; nel loro caso il Pun, cioè il costo visibile in bolletta, è solo un ” acconto” sul prezzo energia, il resto lo pagano tramite la fiscalità generare, cioè un aggravio sulle tasse

      mentre i parchi utility (grandi installazioni) di rinnovabili in tutta europa, e anche in Germania, Spagna e Portogallo, non sono sovvenzianati, invece contrattano nelle aste il prezzo di aquisto del kwh, con cui gli investitori privati ripagano i costi di installazione sostenuti da loro e non dallo Stato, e questi prezzi a cui offrono il kwh risultano vantaggiosi

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      quanto alle “variazioni di prezzo”, sono normali oscillazioni del prezzo, possono essere oscillazioni ora per ora, oppure mese per mese; ci sono in tutte le nazioni, banalmente anche già solo per la presenza di una quota di energia fossile

      le oscillazioni del prezzo delle rinnovabili poi avvengono tra un prezzo basso e uno stracciato (tipicamente tendente a zero), quindi è sempre conveniente anche se fossero oscillazioni percentualmente ampie, ma rimanendo in valori assoluti super convenienti

      che tu abbia citato questo a sproposito, mi fa pensare che hai letto fonti che fanno di proposito disinformazione.. chiediti perchè cercano di ingannare

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      PS: anche la Francia, che ha un sistema energetico costoso, anomalo e poco flessibile, ha le stesse oscillazioni di prezzo degli altri paesi;

      anzi durante la crisi del 2022:

      > ha avuto le oscillanzioni di prezzo più violente di tutti, con molti picchi orari di costo energia a 700euro al MWh, e un mostruoso picco orario a 3000euro al MWh

      > ha avuto il prezzo Pun MEDIO calcolato su tutto l’anno 2022 più alto di Germania e Spagna, durante la crisi si sono svenati

      e purtroppo anche noi ci siamo andati di mezzo, dipendeno troppo dal gas;
      ma l’epicentro della crisi era la Francia, se vai a guardare i tracciati sul calendario, la crisi del gas russo aveva fatto alzare i prezzi solo moderatamente;
      l’impennata stratosferica chericordiamo c’è stata quando metà delle centrali francesi sono andate in panne tutte insieme per crepe agli impianti, altre ferme per il caldo, e altre ancora in manutenzione obbligata; alla Francia solo nel 2022 sono mancati circa 100 TWh, che ha dovuto aquistare dall’estero a qualunque costo pur di evitare i black-out, facendo impennare i prezzi euroepi per quasi un anno e facendo riaprire per il 2022 anche vecchie centrali a carbone, ora già richiuse

      dopo questo shock europeo, la corsa a installare rinnovabili, già in corso dal 2018, è aumentata ulteriormente, qui si vede la progressione da record anno per anno:

      https://energy-charts.info/charts/renewable_share/chart.htm?l=it&c=ALL&interval=year

      solo noi in italia stiamo esitando perché abbiamo un governicchio malleabile agli interessi delle aziende di gas e petrolio.. se anche fossero i tuoi preferiti, tenendo alti i costi energia stanno derubando anche te

    2. Leonardo (R)

      Se la produzione da gas resta la più costosa a lungo andare verrà sbattuta fuori dal mercato, oltretutto anche per ragioni di emissioni e non solo di prezzi alti. Dove le rinnovabili sono molto importanti nel mix si parla ormai di solare con accumuli come la soluzione più conveniente sia per chi produce che per chi consuma.
      Nella fase di transizione ovviamente nelle poche ore dove il gas è ancora indispensabile i prezzi purtroppo schizzano in alto per mancanza di competizione, ma d’altra parte i prezzi alti stimolano e accelerano gli investimenti in soluzioni alternative.
      Stiamo vivendo tempi molto interessanti.

      1. i sistemi di accumulo tramite pompaggi idrolettrici (PI), e sempre più anche quelli a batteria, hanno minori costi di instalalzione/gestione rispetto a continuare a generare quote di energia flessibile con le centrali a metano del tipo meno efficiente, quelle a ciclo combinato, che saranno le prime candidate ad estinguersi

        però perchè gli accumuli siano più convenienti economicamente deve esserci anche esubero di energia rinnovabile in alcune ore della giornata, da poter aquistare a basso costo, per cui è la crescita della quota di rinnovabili che guida anche l’aumento dell’uso e delle installazioni degli accumuli

        ad esempio in Portogallo, con rinnovabili al 79%, i loro sistemi di accumulo idroelettrico vengono usati al massimo perchè è conveniente, e possono stabilizzare il mix di rinnovabili senza aggravio di costi apprezzabile (il lorio Pun medio rimane molto basso), mentre da noi i nostri sistemi PI per ora vengono fatti lavorano poco.. siamo nella fase precedente

        1. Leonardo (R)

          I nostri accumuli PI hanno storicamente sempre lavorato poco e se si va a cercare negli archivi ci sono stati contenziosi tra Terna che avrebbe voluto usarli per soddisfare la domanda di picco e Enel che voleva tenerli fermi per far girare le sue centrali a gas e mantenere i prezzi alti.

          Alla fine segui il denaro…

  8. caprone manicheo

    E chi produce il gas?

    E chi permette tutto questo con le leggi su misura?

    E che rapporto c’è tra chi produce il gas e chi fa le leggi?

  9. l’ennesima dimostrazione che siamo un paese da terzo mondo governato da incapaci e/o raccomandati. complimenti a noi che li votiamo. ci meritiamo di continuare ad andare a benzina e gasolio sperando che finalmente arrivino a 3 euro al litro, così poi i fanatici del fossile non sapranno più cosa inventarsi

    1. Leonardo (R)

      Che arriveremo, per una ragione o per l’altra, a 3 € al litro è pacifico.
      Da capire soltanto quanto velocemente.

    2. Edwin Abbott

      Quando la preda muore e il predatore ha mangiato e succhiato tutto quello che poteva succhiare, passa a un’altra preda.

  10. Noi a questi argomenti pensiamo qualche momento ma c’è gente, ben pagata, che sa esattamente cosa vuole.
    Probabilmente una delle ultime frontiere sarà la produzione di energia quasi gratuita (rinnovabili) da vendere al prezzo del prodotto più costoso.
    Siamo pur sempre in Italia.
    E non pensate di rendervi indipendenti, vi tasserebbero per la lughezza dei capelli, il colore degli occhi, il numero di scarpe o la quantità di starnuti.

  11. Lorenzo VENTURA

    Il prezzo dell’energia elettrica dipende dal più costoso dei kWh che compongono il mix energetico: quello della centrale a gas fossile che aspetta tutto il giorno di fare la rampa serale, cioè di compensare con la sua accensione il maggiore utilizzo di energia che si verifica alle 19 quando scatta la tariffa ridotta. Vorrei una “bioraria solare” che spostasse i consumi tra le 10 e le 15, sono convinto che anche gli oneri di sistema diminuirebbero.

    1. In effetti, se ben ricordo (io ho una monoraria), le biorarie hanno una tariffa maggiore dalle 9 alle 19 (vado a memoria, eh!) e minore negli altri orari.
      Con il progresso delle rinnovabili le tariffe dovrebbero invertirsi, visto il bassissimo costo dell’energia che consentono!
      E se si investisse in sistemi di accumulo, come hanno iniziato a fare pesantemente in California, dove hanno raggiunto un grosso surplus di produzione da rinnovabili… 🤩

      1. Da Arera:
        “Fascia F1: da lunedì a venerdì, dalle 8.00 alle 19.00, escluse le festività nazionali.
        Fascia F2: da lunedì a venerdì, dalle 7.00 alle 8.00 e dalle 19.00 alle 23.00, escluse le festività nazionali; sabato, dalle 7.00 alle 23.00, escluse le festività nazionali.
        Fascia F3: da lunedì a sabato, dalle 00.00 alle 7.00 e dalle 23.00 alle 24.00; domenica e festivi, tutte le ore della giornata.”
        E la fascia F2 è la più costosa di tutte. L’aumento dei consumi intorno alle 19 è semplicemente dovuto al fatto che tutti ormai sono a casa e cucinano (sempre più con l’elettrico), accendono climatizzatori e altri elettrodomestici energivori. In soldoni, ci stangano proprio quando usiamo di più l’energia elettrica, che di giorno nel residenziale si usa molto meno.

        1. Leonardo (R)

          La cosa bella è con poche ore di accumuli si mandano fuori mercato gli impianti a gas. Dobbiamo tenerli ancora un po’ per consentire una transizione senza troppi traumi. Occorre anche tenere in conto che con l’aumento delle rinnovabili il fattore di capacità delle gas si riduce sempre più e quindi un “premio” quando entrano in funzione al momento dobbiamo pagarglielo per evitare che chiudano, è un fenomeno che hanno già visto in California e che si sta risolvendo col deployment degli accumuli.

        2. E’ sbagliato dire che “ci stangano”. Nei momenti in cui usiamo più energia, produrla costa di più. Coincidono infatti con una bassa produzione da fonti più economiche, per esempio il fotovoltaico, che devono essere sostituite facendo ricorso a fonti più costose, per esempio il gas o gli stoccaggi chimici. E’ una banale legge di mercato.

        3. Villi: assolutamente no. La tariffa luce multioraria è quella in cui sono previste tre fasce orarie luce, a seconda del momento della giornata e del giorno della settimana. Le tre fasce sono chiamate: di punta, intermedia, fuori punta.

          La fascia di punta, chiamata F1, è quella in cui il prezzo dell’elettricità è più alto. Questa fascia va dal lunedì al venerdì dalle 8:00 alle 19:00 e corrisponde al momento di massima attività economica e dunque di massima domanda di energia. L’energia elettrica costa meno nella fascia intermedia, chiamata F2. Questa fascia va dal lunedì al venerdì, dalle 7:00 alle 8:00 e dalle 19:00 alle 23:00, e il sabato dalle 7:00 alle 23:00.

          La terza fascia, quella coi prezzi più bassi, è chiamata fuori punta. Questa fascia va dal lunedì al sabato, dalla mezzanotte alle 7:00 e dalle 23:00 alle 24:00, e tutte le ore di domenica e dei giorni festivi.

      2. Ieri ho acceso per la prima volta il mio nuovo impianto con accumulo, vedere la batteria caricarsi a 2 kW è stata una soddisfazione enorme, purtroppo devo ancora aspettare la parte burocratica per l’allaccio in rete ma per adesso ho settato l’inverter per funzionare al isola, piuttosto per caricare la Twingo uso una bella prolunga 😁 non posso mica sprecare tutta quella robetta…

  12. Non conosco bene il meccanismo di formazione del prezzo, credo che se possedessi una centrale a gas e mi chiedessero di vendere l’energia allo stesso prezzo del fotovoltaico semplicemente chiuderei (oppure chiederei che ai produttori di energia col fotovoltaico venissero applicati gli stessi criteri di continuità della fornitura….). Magari un articolo che spieghi nel dettaglio la cosa sarebbe molto utile. Mi pare che ci sia un prezzo unico per tutti, giusto?

    1. si ogni 60 minuti viene contrattato un prezzo orario Pun unico per tutti i fornitori necessari a soddisfare le richieste di energia di quei 60 minuti

      ci sono due aspetti, decisi decenni fa quando furono create le borse energia di libero mercato (in italia decreti Bersani, che fecero abbassare il prezzo energia)

      1) le offerte di aquisto energia inziano dal prezzo zero e poi crescono, e si fermano quando si raggiunge il quantitativo di aquisti necessario a soddisfare il consumo di energia previsto (semplificando, poi ci sono anche altri mercati paralleli che rifiniscono meglio l’offerta e il bilanciamento dlele rete);

      in questo modo si crea una competizione tra i fornitori per cui vengono presi prima quelli disposti ad accettare le tariffe del kwh meno care, sennò rischiano di non essere presi

      2) all’epoca si era stabilito inoltre che tutti i fornitiori presi sarebbero stati pagati al prezzo esatto del più caro, cioè l’ultimo che partecipa alle contrattazione, invece che adottare formule di retribuzione dei singoli fornitori più complesse e progressive

      questo perché all’epoca le rinnovabili erano più care del gas e senza questo meccanismo non avrebbero potuto partecipare in modo competitivo e svilupparsi;

      pero oggi è il contrario, sono le rinnovabil ad avere costi più bassi, e addirittura costi stracciati nel caso dei costi marginali di esercizio, che sono quelli che determinano l’esito delle contrattazioni orarie; per cui in molti casi vengono retribuite al costo del metano, perdendo parte (ma no tutti) i vantaggi del minor costo che possono portare

      =========
      il temaoleggo che è già in discussione a livello europeo, per disaccoppiare maggiormente il costo dele rinnovabili dal costo del kwh fatto con il metano

      come interventi rapidi sono arivo già ora il potenziamento dei mercati di contrattazione e scambio energia paralleli a quello principale del Pun orario (chiamato “mercato del giorno prima”, perché le contrattazioni si fanno il giorno prima e poi vengono solo affinate nel giorno stesso)

      come azione a medio termine, si vuole poi anche modificare l’attuale meccanismo del prezzo marginale, perche non è più quello che garantisce il Pun medio più basso

      la modifica comunque non è banale come sembra, perchè bisogna mantenere un meccanismo competitivo che impedisca ai fornitori energetici di fare cartello alzando articialmente il prezzo (cercando di indovinare il prezzo su cui si asseterebbe il pun orario e offrendo tariffe solo appena inferiori)

      inoltre come notavi tu,
      andrà previsto un premio alla flessibilità (disponibilità ad essere un back-up) per le centrali a metano che lavoreranno sempre meno ma che sarà utile conservare per i momenti sempre emno frequenti in cui servirà ancora una integrazione, cioè pagare anche i loro costi fissi, oltre ai costi marginali di esercizio come si fa ora con il mercato del Pun orario;
      contando che lavoreranno sempre meno (meno carburante bruciato) e che il carburante costituisce l’80% dei loro costi, sarà comunque più conveniente della situazione attuale in cui le usiamo in quantità

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