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Presa “blu” da 32 ampere/2 Ma il contatore non funziona così

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presa 32 ampere

L’articolo La presa ” blu” da 32 ampere, pregi e difetti dell’amico Alessandro D’Aiuto ha suscitato grande interesse (quasi 20 mila visualizzazioni e 28 commenti) e qualche critica per alcune sbavature formali nella trascrizione (kW, kWh, Kw ecc.) di cui ci scusiamo e che abbiamo cercato di correggere. Ma Claudio contesta due affermazioni di sostanza sui rischi di distacco e sulle caratteristiche dell’impianto di ricarica ipotizzato. Ricordiamo di inviare quesiti e precisazioni a info@vaielettrico.it.

 

presa 32 ampere

Contatore, distacchi e interruttori: la guida tecnica…

Vi leggo sempre volentieri ma nell’articolo in questione ci sono molti errori.
Il contatore della corrente non funziona come lo avete spiegato, mi permetto di consigliarvi di scaricare il PDF delle guida tecnica del contatore che si trova sul sito di e-distribuzione.
Tratto dalla guida sopra indicata.
“Cosa è previsto per quanto riguarda il prelievo di potenza?
Come per il contatore elettronico precedente, il nuovo contatore elettronico consente, per un tempo illimitato, la disponibilità di una potenza fino al 10% superiore rispetto alla potenza impegnata, sottoscritta a livello contrattuale.
Per esempio, per un contratto da 3 kW è possibile prelevare senza limiti di tempo fino a 3,3 kW. Inoltre, se si superano i 3,3 kW, viene data la possibilità di prelevare fino a 4 kW per almeno tre ore. Se si preleva una potenza superiore ai 4 kW, il dispositivo per il controllo della fornitura di energia elettrica scatta entro due minuti.”
Tornando al vostro articolo, chi ha una potenza richiesta di 6kw non avrà interruttori da 25a perchè sono i più comuni, avrà interruttori da 32A massimi che controllano le linee di distribuzione all’interno della casa. Claudio

Lei ha ragione, ma mi rivolgevo ai profani

Risponde l’autore dell’articolo Alessandra D’Aiuto– Carissimo Claudio, la ringrazio per l’attenzione che ha voluto dare alle mie righe.

Le confermo che l’intento dell’articolo non era tanto quello di proporre un trattato scientificamente inappuntabile, quanto di fare un ragionamento generale su un certo tipo di situazione.
Le pagine di Vaielettrico vengono avvicinate da lettori estremamente competenti come parrebbe essere lei, ma anche da persone totalmente “a digiuno” delle specificità della materia.
Ho dunque pensato di offrire uno spunto di riflessione a beneficio soprattutto di questi ultimi, i quali (come già detto nei commenti all’articolo) potrebbero in maniera del tutto innocente pensare che da una presa capace di erogare 32 ampere si possano effettivamente prelevare 32 ampere sempre e comunque. Questo, converrà con me, non è sempre vero. Non era mia intenzione spingermi oltre.

E nella vita reale non è sempre così

Rispondo brevemente ai suoi gentili rilievi:
presa 32 ampere-//Il contatore della corrente non funziona come lo avete spiegato (…) //.
Non contesto. Da manuale quello che dice lei è corretto. Ma come ho già avuto modo di far notare, la mia esperienza (grande o piccola che sia) mi suggerisce che nella vita reale accadano cose differenti. Contatori che proseguono senza problemi ad erogare oltre la potenza massima al di là delle tre ore. O contatori che scattano dopo un tempo relativamente piccolo anche in presenza di lievi sforamenti.
Inoltre ad oggi non proprio tutte le utenze sono già state equipaggiate con contatori elettronici.
Non me la sono sentita di dare per certo ciò che, per quanto sicuramente in misura non preponderante, di fatto è sempre un po’ aleatorio.
Ciò non toglie che tecnicamente il suo rilievo sia corretto.
presa 32 ampere-//Chi ha una potenza richiesta di 6kw non avrà interruttori da 25a perchè sono i più comuni, avrà interruttori da 32A massimi che controllano le linee di distribuzione all’interno della casa//.
Per la casa può essere indubbiamente come dice lei. Forse dando un po’ per scontata la cosa, io mi riferivo alla protezione che si dovrebbe mettere a monte della specifica presa. Posto che quest’ultima, appena fosse possibile, andrebbe alimentata con una linea dedicata che parte direttamente dal contatore senza passare dal quadro di casa. In questo specifico caso, dati i 6 kW di potenza massima disponibile, nel quadretto dedicato alla presa interbloccata non monterei più di un C25. Poi per l’amor del cielo: prontissimo a dire che mi sto sbagliando.

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Apri commenti

20 COMMENTI

  1. Alessandro tutto perfetto. Vorrei però fare una precisazione per i profani. E mi scuso se in qualche commento è già stato scritto, ametto di non averli letti tutti.

    Il magnetotermico protegge “il cavo”.
    Quando scrivi in un commento che “se devo mettere una specifica protezione per quella specifica presa, da cui peraltro con lo strumento che mi prefiggo di usare non potrò mai chiedere più di 24 ampere… se metto un C32 di fatto non sto proteggendo un bel niente o quasi rispetto all’uso che posso fare. Altrimenti si metterebbero dei C32 su tutte le linee della casa e morta lì.” capisco cosa vuoi dire ma il C32 lo metti NON per limitare l’assorbimento del device connesso. Lo metti commisurato alla portata del CAVO che arriva a quella presa.
    Perchè il magneto serve in caso di cortocircuito e serve per non far bruciare i cavi. Non serve per proteggere la persona (compito del differenziale) da una dispersione.

    Poi certo, possiamo segmentare per assicurarci che un segmento non asssorba più di tot e far scattare quel segmento nell’evenienza. Ma non sarebbe questo il compito principale dei MT.

    Specifico che non lo faccio di mestiere. Correggetemi se ho scritto castronerie.

    • Hai ragione. Sottointendevo magnetotermico/differenziale

      L’idea di base è che il tutto “scatti e chiuda” se il carichino, che può arrivare a 32 ampere, per esempio si guasta (in un qualsiasi modo possa guastarsi… ) e si metta di sua spontanea volontà a chiederti poniamo 30 ampere anche se per esempio è puntato sui 20 o i 24 ampere.
      Metti che lo faccia di notte, in quel caso la mattina ti svegli ed è scattata solo la presa della ricarica. però non è scattato il contatore e almeno non devi buttare via tutto quello che c’è nel freezer😇

      Evento impossibile? Ma certo che rasenta l’impossibile.
      Ma io sono uno che nelle mie personali valutazioni di rischio ci metto anche il meteorite e lo sbarco degli alieni… 🤭🤭🤭

      • No macchè. E’ possibilissimo. Mi è successo… di ritorno da un luuungo viaggio. Ecco. Già tanto che non ho buttato tutto il frigo. 😀
        Ma il freezer era salvo grazie alla segmentazione che citi. 🙂
        Quindi si, in questo caso usiamo i MT “anche” per tagliare i carichi. Legittimo (ho un setup simile anche io).
        Volevo solo essere puntiglioso per eccesso di “rompicoglionite” sull’effettivo scopo dei MT.
        Parlando di cose pericolose è bene stressare che, esempio, un C24 con un cavo da 1.5 ti protegge dallo scatto del contatore ma rischi comunque l’incendio. 🙂 Forse anche non la prima volta ma se ricapita….

  2. AGGIORNAMENTO POST PRECEDENTE
    Ho installato una WB a luglio del 2021. Prima di decidere se utilizzare una “presa blu” da 32A, oppure optare per la soluzione un pò più costosa (la WB), avevo valutato un aspetto di sicurezza di solito trascurato. Le WB “standard” integrano nell’elettronica un interruttore differenziale da 6mA di tipo A + corrente continua.
    Valutando i diversi “carica batterie portatili”, a potenza variabile, solo alcuni nelle specifiche tecniche evidenziavano la caratteristica di essere dotati di differenziale. Nessuno specificava le caratteristiche tecniche.
    Ricordo ai non addetti ai lavori che gli interruttori differenziali, oltre alla caratteristica di intervento ( TIPO A, B, AC,F), devono essere selezionati anche per la corrente di intervento.
    In estrema sintesi (e gli esperti mi scuseranno per l’eccessiva semplificazione), se devo proteggere un dispositivo utilizzatore, che ha le parti accessibili collegati a terra, nel caso di un’auto elettrica le norme IEN 61851 e CEI 64-8 richiedono l’installazione di un interruttore differenziale. Nel mio caso la qualità del dispositivo di protezione ha pilotato la scelta.
    Quindi, non essendo riuscito a capire se i “carichini” da 32 A, fossero dotati di questo dispositivo di caratteristiche adeguate avevo optato per una WB di una nota marca. Ricordo, inoltre, che tutti i costruttori di WB “consigliano/raccomandano”, anche, l’installazione di un differenziale aggiuntivo da 30mA.
    Conclusione: per alcune centinaia di euro di differenza, e la mia diffidenza circa le protezioni offerte da prodotti senza scheda tecnica ed a basso costo di aziende sconosciute, ho privilegiato la sicurezza. Considerando, inoltre, che i costi di installazione di una WB, e di una presa da 32 A, non sono molto differenti.
    P.S. I differenziali (domestici) da barra DIN di tipo A+cc, 6mA, sono praticamente introvabili ed in ogni caso di costo elevato.

  3. Ho installato una WB a luglio del 2021. Prima di decidere se utilizzare una “presa blu” da 32A, oppure optare per la soluzione un pò più costosa (la WB), avevo valutato un aspetto di sicurezza di solito trascurato. Le WB “standard” integrano nell’elettronica un interruttore differenziale da 6mA di tipo A + corrente continua.
    Valutando i diversi “carica batterie portatili”, a potenza variabile, solo alcuni nelle specifiche tecniche evidenziavano la caratteristica di essere dotati di differenziale. Nessuno specificava le caratteristiche tecniche.
    Ricordo ai non addetti ai lavori che gli interruttori differenziali, oltre alla caratteristica di intervento ( TIPO A, B, AC,F), devono essere selezionati anche per la corrente di intervento.
    In estrema sintesi (e gli esperti mi scuseranno per l’eccessiva semplificazione), se devo proteggere un dispositivo utilizzatore, che ha le parti accessibili collegati a terra (ad esempio una lavastoviglie), si può utilizzare un TIPO AC, con una corrente di intervento da 30mA. Se invece devo proteggere un utilizzatore, l’auto elettrica, che NON è connessa a terra, l’utilizzo di un dispositivo di tipo A + cc, con corrente di intervento da 6mA, è mandatorio. In altre parole, non essendo l’auto elettrica protetta dal cavo di terra, l’intervento del differenziale in caso di guasto, è successivo alla richiusura del circuito di terra attraverso il corpo delle persone ! La qualità del dispositivo di protezione installato ha pilotato la mia scelta.
    Quindi, non essendo riuscito a capire se i “carichini” da 32 A, fossero dotati di questo dispositivo avevo optato per una WB di una nota marca. Ricordo, inoltre, che tutti i costruttori di WB “consigliano”, anche, l’installazione di un differenziale aggiuntivo da 30mA.
    Conclusione: per alcune centinaia di euro di differenza, e la mia diffidenza circa le protezioni offerte da prodotti senza scheda tecnica ed a basso costo di aziende sconosciute, ho privilegiato la sicurezza. Considerando, inoltre, che i costi di installazione di una WB, e di una presa da 32 A, non sono molto deifferenti.

  4. In questo articolo e nel precedente omettete un dato molto importante! Queste prese funzionano con 16A o 32A per 6h! Quindi una presa da 32A magari è ottima per caricare un veicolo a 16A per 10 o più ore.

    • No lucas, la prego di credere che ci “cascano” in tanti su sta cosa, ma il 6h che a volte si riscontra indica l’orientamento del “dente” sulla presa e sta per “a ore 6” , cioè in basso dove effettivamente si trova. Non ha nulla a che vedere con un tempo massimo di uso. 😉

      • Grande Alessandro D., Hai corretto quella falsa notizia che in passato mi hanno passato e non ho mai verificato. Certo che andate ad ore per segnare la posizione sembra una americanata, poco europea.

        Io altresì non ho mai provato. Ma allora perché le prese civili date per 16A non li tengono? Anche questo non l’ho verificato di persona, ma anche tramite questo sito ho sentito che è successo che si danneggiassero… dove è specificato nei dati di targa ciò?

        • I 16 ampere che io sappia li tengono per un numero di ore non indifferente ma nemmeno indefinito. Quante siano di preciso non lo so, è un dato che mi sono ripromesso tante volte di trovare… ma il tempo è tiranno. Rimedierò prima o poi, magari la redazione mi/ci aiuta

  5. L’articolo, che peraltro si rifà ad un precedente articolo linkato nel sommario, si basa su un presupposto piuttosto basico e che non pretende in alcun modo di andare a coprire qualsiasi successiva evoluzione. E cioè l’adozione di una presa da 32A per caricare con un carichino da max 32 ampere. Fine.

    Tant’è che a un certo punto si scrive che la cosa: “possa rappresentare un valido compromesso fra costi e benefici qualora per varie motivazioni su cui non indaghiamo non si voglia procedere all’acquisto di una wallbox.”

    Inoltre viene detto chiaramente che non si esclude la possibilità di avere fino a 9 kW in monofase, ma che la cosa non è da ritenersi la norma e la regola. Di conseguenza tutte le evoluzioni che lei prospetta per il suo impianto, che sono molto intelligenti e mi spingo a dire addirittura bellissime, rientrano però nella casistica del novero individuale.

    Volendo seguire strettamente tutta la logica che ho esposto, e prendendo per buona la nota che la stragrande maggioranza dei carichini di quel tipo usa una scala 10/16/20/24/32 ampere, una persona che si trova nelle condizioni “normali” di poter ambire, in assenza di fotovoltaico che però non possiamo dare come certo e sicuro, come il 95% degli italiani ad un massimo di 6 kW nel contatore, i 32 A non li vedrà mai.

    Quindi se devo mettere una specifica protezione per quella specifica presa, da cui peraltro con lo strumento che mi prefiggo di usare non potrò mai chiedere più di 24 ampere… se metto un C32 di fatto non sto proteggendo un bel niente o quasi rispetto all’uso che posso fare. Altrimenti si metterebbero dei C32 su tutte le linee della casa e morta lì. 😉

    Chiaro che se ho i pannelli fotovoltaici sul tetto, una pala eolica in giardino, una cascata dietro casa con cui far andare una piccola turbina idroelettrica e quant’altro 😉😉😉😇😇😇… Insomma a quel punto ci sta che se uno prevede tutto questo tipo di evoluzioni allora predisporrà un altro tipo di impianto. Però mi viene anche da dire che ben difficilmente con tutto quel ben di Dio poi uno vada a lesinare sull’acquisto di una wallbox. 🙂

  6. Caro Alessandro, l’avevo inteso esattamente per come l’hai scritto: per chi ne sa già qualcosa, non è sbagliato ma solo impreciso, per chi è totalmente digiuno, una semplificazione in chiave prudenziale, correttamente.
    Per chi ha auto o wallbox con regolazione al singolo ampere, io monterei comunque il 32A e cavi adeguati ai 40A (certi gestori a 9kw ci arrivano senza fare storie e comunque con il 6kW se non sei sfortunato per 3 ore i 7kW li puoi superare).

    • -se non sei sfortunato per 3 ore i 7kW li puoi superare-

      Ma infatti l’articolo dedicato a quello che punta il carichino a trentadue ampere pensando di poter ricaricare tutta la notte.
      E che non ha la tesla magari. 🤭

    • Cioè Guido…. parlo con te come se fossimo al bar perché sei una persona intelligente. Ad una rivista si approcciano tutti. Io quando lavoravo con le moto ho avuto a che fare con gente che in maniera del tutto innocente mi chiedeva come si fa a controllare la temperatura del liquido di raffreddamento della Moto Guzzi o come si fa a tirare la catena sul BMW. Adesso: io non voglio buttare la croce addosso a nessuno ci mancherebbe. Però al mondo c’è anche di questo. E ci sta, aggiungo. In fondo è anche giusto che sia così.

      • Ho assistito, una ventina di anni fa, al seguente dialogo, da un elettrauto:
        “Buongiorno, la macchina a volte fa proprio fatica a partire, secondo me ha le candele da cambiare, oppure è lo spinterogeno o la valvola del gas”. “Signora, la sua auto è Diesel”. “Ok, non ha il gas, mi sono confusa con quella di mio marito, infatti al distributore ci mettono un liquido”.
        E ribadisco: “semplificazione in chiave prudenziale, correttamente”.
        Perchè poi c’è chi (sopra) legge 6H e pensa che si possa usare solo per 6 ore, la presa…

  7. Grazie della puntualizzazioni. Premetto che, avendo una Tesla e potendo dunque regolare la intensità di corrente direttamente dall’auto caricando con il MCU, per me che non ho FV la wallbox non rappresenta un plus fondamentale (sarebbe solo comodità).
    Non capisco però perchè Alessandro sottolinea nuovamente la opportunità di mettere un C25 a monte di una linea che potrebbe – anche se solo teoricamente – erogare 32A. Se l’impianto (cavi) è correttamente dimensionato, credo che un C32 – come ho io – non sia una scelta sbagliata, anche in ottica di futuro aumento di potenza contrattuale che, in monofase, il mio distributore consente sino a 9 kW.

  8. Solo una precisazione: dal contatore può partire solo una coppia di cavi. Non è ammesso, per e-distribuzione uscire dal contatore con più di una coppia di cavi.

    • Giusto, ma questo è risolvibile in dieci minuti mettendo la coppia di cavi lunga 20 cm, e a questa collegare un magnetotermico da 32A da cui partono poi i vari cavi necessari, ognuno a un quadro di zona, dove ci sarà il magnetotermico da 25A per le varie necessità, tanto immagino che nessuno con un contatore da 32A installi un singolo apparato che da solo rischi di consumarli tutti.

      A casa mia abbiamo fatto cosi, due aree principali, quella in casa e quella nel garage con ognuna un quadro protetto da magnetotermico 25A. In garage è attaccato per ora il carichino da 10A ma a breve ci sarà la wallbox, che collegherò con pinza amperometrica al cavo generale (quello da 20 cm) ma comunque auto-limitata a 24A. Tanto è comunque il 240% di aumento di potenza rispetto a quello che carico oggi nell’auto.

      Secondo me segmentare il più possible la rete aiuta a prescindere, evitando distacchi del contatore se un solo apparato consuma troppo, alla peggio si disattiva quella singola zona, mentre le altre continuano a funzionare (e oltretutto tutta la parte di home automation, informatica e allarme è sotto UPS per non farla fermare mai).

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