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Power Cruise Control, l’antidoto italiano alla range anxiety

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Power Cruise Control è un sistema di navigazione che assiste l’automobilista elettrico consentendogli di gestire l’autonomia fino alla destinazione finale. E’ un’App per smartphone che si può scaricare per 36,90 euro. Tutta made in Italy.

C’è un filo sottile che lega i box per canili con l’auto elettrica e un campo di addestramento per esemplari da caccia in Finlandia con l’antidoto alla sindrome tipica dell’automobilista elettrico, la range anxiety.  Quel filo percorre otto anni della vita di Leonardo Spacone, ingegnere gestionale di Montepulciano convertito alla Nissan Leaf fin dal 2011. E spiega perché Spacone ideò il suo Power Cruise Control, il sistema che garantisce ad ogni auto alla spina “tanta autonomia quanta te ne serve”.

Un’idea nata in Finlandia

A me ne serve tantissima _ racconta Leonardo _: per vendere box in tutta Italia e in mezza Europa percorro mediamente 70-80 mila km l’anno. Appena comprata la mia Nissan Leaf ricevo un ordine da un addestratore che opera in Finlandia. Come ci arrivo, mi chiedo? Ci arrivai. Ma quanta ansia, quante soste fuori programma, quanto tempo perso. Il display delle Leaf sembrava ubriaco: mi indicava continuamente autonomie diverse. Infatti da allora lo  chiamo l’indovinometro.  Io però sono uno tignoso: al ritorno da quel viaggio decisi che avrei realizzato un dispositivo più preciso, qualcosa che permettesse di viaggiare da un punto all’altro sapendo esattamente quanta strada riesci a percorrere”.

Dopo due anni di lavoro quel dispositivo c’è, funziona, e assiste centinaia di automobilisti elettrici in tutta Europa. Consentendo di arrivare dove si vuole spaccando in due l’ultimo kilowattora. Per realizzarlo Leonardo ha dovuto analizzare nei minimi dettagli i consumi reali di un’auto elettrica in ogni condizione di marcia e su ogni percorso, studiare la resa delle batterie in marcia e in ricarica e ad ogni temperatura e tasso di umidità, ha dovuto integrare in un software mappa, altimetria e previsioni meteo di tutto il continente. E infine ha dovuto decrittare i codici della diagnostica di bordo di ogni casa automobilistica.

Leaf e Zoe per cominciare

L’ha già fatto per tutte le versioni di Nissan Leaf e per tutte quelle della Renault Zoe. Presto arriveranno anche BMW i3Volkswagen e-Golf. A seguire l’intero panorama dei veicoli EV, esclusa Tesla che monta di serie qualcosa di analogo al suo Power Cruise Control.

Intanto, però, ogni proprietario di Leaf o Zoe può scaricare la App Power Cruise Control dal sito al costo di 36,90 euro, acquistare separatamente e installare per qualche euro in più un dispositivo OBD (On Board Diagnostic, reperibile su Amazon), attendere una decina di minuti per la configurazione che permette allo smatrphone di dialogare con l’OBD via Bluetooth, e dare corrente al motore.

Guidando fra il rosso e il verde

Prima di partire basta impostare la destinazione (o le destinazioni se sono più di una): Power Cruise Control calcola il fabbisogno energetico teorico per raggiungere l’obiettivo nel minor tempo possibile e con il minor consumo. Indica anche varie opzioni, che privilegino la rapidità ovvero l’autonomia. Una volta scelta l’opzione, il guidatore non deve fare altro che osservare sul display una schermata bicolore, verde e rossa, usando l’acceleratore in modo che l’icona dell’auto resti sempre a cavallo fra la zona rossa e quella verde. Così facendo il consumo reale sarà identico a quello teorico e si raggiungerà la meta ad autonomia praticamente esaurita.

Se invece l’icona dell’auto è nella zona verde significa che si sta viaggiando con consumi di energia inferiori al previsto, quindi si arriverà a destinazione con un eccesso di autonomia nelle batterie. Al contrario se l’icona permane sul rosso vorrà dire che i consumi sono eccessivi e si rischia di non avere autonomia sufficiente a raggiungere la meta. In questo caso basterà ridurre il “gas” per rientrare immediatamente in zona verde.

L’indovinometro non funziona

Nell’ultimo aggiornamento, Power Cruise Control è stato integrato con una mappatura dei punti di ricarica. E’ quindi in grado di pilotare la vettura verso la colonnina più indicata ad ottimizzare il tempo totale del viaggio. «Nessun essere umano _ spiega Leonardo _ può calcolare a mente se convenga viaggiare a 150 km/h in autostrada effettuando tre soste per la ricarica fast, o viaggiare a 90  ed effettuarne una sola, magari anche a 22 kW in concomitanza con una sosta per il pranzo. Power Cruise Control  è in grado di farlo, tenendo presente un insieme di decine di parametri. Io ho viaggiato sulla mia Leaf da 30kWh con l’assistenza del Power Cruise Control per 1.429 km da Reggio Calabria a Milano in 22 ore esatte.  Sfido qualsiasi automobilista con un diesel a fare altrettanto in meno di 18 ore».

Viene naturale chiedersi perché le case auto non adottino il sistema Power Cruise Control nella dotazione standard di bordo. Forse ci arriveremo, ma per ora, lascia intendere Spacone, i costruttori preferiscono le ambiguità dei loro indovinometri. Che, rivela, non riportano i dati reali acquisiti attraverso la diagnostica interna, ma si rifanno ad algoritmi “addomesticati” che confrontano medie di consumo degli ultimi chilometri o degli ultimi minuti di guida effettiva con i parametri standard dell’omologazione. Così facendo, spiega «sovrastimano l’autonomia a batteria carica e la sottostimano in prossimità dell’ultimo quarto residuo, enfatizzando l’allarme dell’automobilista per indurlo a rallentare e precipitarsi a ricaricare. Spesso con margini abbondanti di autonomia non sfruttati».

Un aiuto all’usato

Power Cruise Control monitora anche lo stato di degradazione della batteria. «Voglio dimostrare _ spiega Spacoe _ che un’auto elettrica è perfettamente in grado di soddisfare le esigenze di un utente medio anche con il 50% dell’autonomia originaria, soprattutto se assistita dal nostro sistema». Buone notizie, insomma, anche per il mercato dell’usato.

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12 COMMENTI

  1. Le PHEV (e sottolineo PHEV) del gruppo VW hanno il Travel Assist che quando in ibrido gestisce il consumo della batteria in base alla destinazione facendoti arrivare ad essa con lo 0% se gli dici che a destinazione puoi ricaricare o col 50% se dici che devi anche tornare indietro senza poter caricare.
    Altro che 36€ di app per distrarti dalla guida…

    • Abbiamo appreso, quindi, che il Travel Assist delle PHEV del gruppo VW raddoppia d’incanto la percorrenza in elettrico: basta dire che vuoi fare andata e ritorno. Via Raffaele, ottimizzare il mix fra elettrico e termico è un conto, gestire un’auto solo elettrica senza rischiare di rimanere a secco è tutt’altro.

      • Qualcuno più avvezzo alla tecnologia che al giornalismo avrà appreso sicuramente, ma chi pensava che le PHEV si caricassero in un’ora alla colonnina sicuramente no…

        • Abbiamo tutti appreso che lei è sempre fuori tema. Visto che lei è così avvezzo alla tecnologia, si rivolga ai lettori che lamentano autonomie invernali dimezzate per le loro PHEV e spieghi loro perchè.

          • Sicuramente i possessori di PHEV hanno capito quello che ho detto, ma penso anche gli utenti di BEV, ma lei dalla sua prima risposta è chiaro che no. Se vuole rilegga bene il mio commento e la sua risposta e riprovi, sinceramente non ritengo necessario dover stare a spiegare il concetto a chi “pubblica” su un sito come questo, non dovrebbe essere necessario.

          • Più che altro, non capisco a cosa lei alluda e cosa stia commentando.

    • Grazie Marco per l’attenta opera di revisione del testo. Ringrazio anche Gabriele e Paolo. Lavorando a tarda notte qualche refuso ci scappa sempre.

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