Povero Microlino: altri problemi, la produzione slitta ancora

la microlino

Povero Microlino, l’inizio produzione è stato ancora posticipato, a metà marzo. Motivo: il Covid-19 e conseguenti difficoltà nella catena di approvvigionamento.

Povero Microlino
MADE IN PIEMONTE / La linea di produzione del Microlino alla Cecomp di Torino.

Povero Microlino: “Colpa dei ritardi nelle forniture”

È stato Merlin Ouboter, membro della famiglia svizzera che ha creato il Microlino, ad annunciarlo. Rassicurando sul fatto che questa volta i problemi non sono all’interno dell’azienda, la Micro Mobility Systems AG. E tanto meno del partner torinese chiamata a costruire la macchinetta elettrica stile Isetta, la Cecomp. “Le continue difficoltà della filiera globale ci costringono a posticipare l’inizio della produzione a metà marzo“, scrive Merlin, aggiungendo però che “il ritardo sarà compensato da un più rapido ramp-up“. E per rassicurare tutti sul fatto che questa volta non ci saranno intoppi ha messo on-line​​ un video che mostra i progressi nella preparazione della produzione. Con un primo assaggio della linea di montaggio BIW e chassis.“Il nostro configuratore online sarà lanciato a febbraio e i primi eventi di test drive subito dopo”, rassicura.

Povero MicrolinoPovero Microlino: “Prime consegne ad aprile-maggio”

L’obiettivo era di consegnare i primi veicoli entro fine 2021, ma il caos della catena di approvvigionamento mondiale ha colpito anche il povero Microlino. “Nonostante i nostri preparativi per ordinare parti cruciali in anticipo, la situazione è peggiorata notevolmente. Ora, anche le parti di base come i semplici connettori per il cablaggio, sono diventate scarse e hanno tempi di fornitura fino a 50 settimane!. Prevediamo di consegnare i primi veicoli dei clienti ad aprile/maggio in Svizzera e subito dopo in Germania. Oltre alle tre edizioni Urban, Dolce e Competizione, già presentato, introdurremo l’edizione limitata per i primi 500 Microlino prodotti, la Pioneer Series”. Appello finale, affinché i clienti non perdano la fiducia: “Siamo al traguardo, diamo un’ultima spinta!”. A settembre Ouboter d disse avere già 24 mila prenotazioni: la lista d’attesa rischia di essere lunga, dato che a Torino la produzione dovrebbe aggirarsi sulle 7.500 unità/anno.

Povero Microlino
L’interno del Microlino: saranno disponibili anche tessuti vegani.

Tre versioni, con autonomia da 95 a 230 km

In effetti quella del Microlino è una storia lunga e travagliata, oltre sei anni, tra gestazione  del progetto e rottura con il primo partner industriale, la tedesca Artega. Ora sembra che siamo proprio alle battute finali. I nomi delle tre versioni, Urban, Dolce e Competizione, richiamano l’italianità di derivazione del Microlino, in omaggio alla vecchia Isetta. Ognuna corrisponde a diverse dotazioni di batteria e autonomia, rispettivamente per 95, 175 e 230 km. La versione base pesa 435 kg  (senza batteria) e ha un motore elettrico con una potenza di picco di 19 kW e  118 Nm di coppia. Velocità massima: 90 km/h. La batteria è disponibile in due versioni: con nichel-manganese-cobalto (NMC) o nichel-cobalto-alluminio (NCA) con possibilità di scelta tra 6, 10,5 o 14 kWh di capacità. La Dolce Edition ha invece 175 km di autonomia, mentre l’allestimento top, la Competizione, arriva a 230 km di range. I prezzi dovrebbero partire da 12.500 euro.

Visualizza commenti (10)
  1. Ho letto bene? Interni con tessuti vegani? Cioè faranno anche interi con cruscotti di biscotto come opzional?
    Ma dai già, mi sembra pericolosissimo come mezzo, forse tempi indietro (60 anni fa)poteva essere visto un mezzo avveneristico, ma ora con le strade di adesso , forse lo si userà sui marciapiedi come fanno con le bici o i monopattini? Ci vuole un bel coraggio a comprare sto coso, spero sia uno scherzo.

    1. se le vendite si basano sul “coraggio” allora venderà molto, visto che già molte persone rasentano il ridicolo viaggiando con suv 4×4 in pianura e nei centri storici

  2. Peccato vedere che per ritardi di terzi, si affossi la produzione EU , ma dico io non si può cominciare a pianificare una produzione totalmente made il EU con la collaborazione di tutti gli stati membri, in modo da renderci indipendenti , anche lato batterie, ci vogliono cervelloni così grossi per capire, no perché a questo punto a cosa serve la politica europea se non fa nulla di buono 🤷🤷

    1. osservazioni appropriate. Però…se poi le maggioranze votano per partiti sfascia europa (sfasciare è diverso da riformare) una politica coordinata non l’avremo mai sul serio.

      1. Non è un caso che siamo assaliti da fake news manco fosse indovina chi che devi trovare quello giusto in mezzo a 20 fake hehe una Europa veramente unita fa paura a tutti, un unica fiscalità per le multinazionali che rastrellano soldi, unico esercito e intelligence etc etc
        Dopo decenni di tagli al sistema scolastico c’è una percentuale spaventosa di analfabeti funzionali e questo non aiuta certo a porsi delle domande prima di accettare per vera la mezza verità sparata dal politico di turno o appunto dalle fake news, cioè dai.. Il 5g che parla col virus è gli dice di moltiplicarsi e di attaccare le persone non si può credere sia vero 😂

        1. A proposito di fake news, un consiglio a lei e a tutti i nostri lettori: guardatevi il film “Don’t look up”. Lì si parla di una cometa in collisione con la Terra. Qui parliamo di sostenibilità e cambiamenti climatici. Ma il risultato, temo, non cambia.

    2. Ehhh purtroppo però lo stipendio di un operaio tedesco, italiano, svizzero o norvegese è abbastanza più alto di quello cinese o indiano, oltre che han una capacità organizzativa spaventosa nel creare da zero una nuova fabbrica, praticamente quando loro han finito di piazzare tutti i macchinari e avviato i lavori, noi stiamo ancora discutendo su dove aprire la fabbrica, quale politico deve supportarlo, quale deve andare contro perché è il suo lavoro etc etc
      Possiamo mitigare con altissima automazione (alla fine i macchinari usati son quasi tutti di progettazione e realizzazione europea, nella meccanica di precisione e di qualità Italia e Germania non han eguali) che però noi stessi blocchiamo per la perdita di posti di lavoro, la Cina di contro la prima cosa che farebbe (è ha già fatto) sarà abbassare i prezzi per tagliarci mq fuori dal mercato, noi applichiamo dazi e loro spostano la produzione fuori dalla cina per continuare come prima, con i pannelli solari è successo pochi anni fa… La Cina ha grossa paura dato che se noi iniziamo ad autoprodurci quasi tutto in casa, anche loro inizieranno ad avere problemi di disoccupazione e gente incazzata come lo siamo noi da sempre e che magari inizia a pensare ai sindacati sul modello europeo etc etc.. Tutta roba molto pericolosa per il modello cinese e pur di mantenere l’ordine attuale non esisterebbero a fare gli str.. Se non peggio, se non altro tutta questa dipendenza dalla esportazione ci mette un po al riparo da guerre (il clima non è dei migliori ultimamente) le maggiori risorse europee sono nelle persone, risorse naturali ne abbiamo ben poche rispetto a chiunque altro, se Europa e Americhe smettono di comprare da Cina per principio gli resta solo la Russia per vendere le robe di aliexpress… Insomma renderci autonomi troppo velocemente ci esporrebbe a rischi ben maggiori

      1. Ma di fatti nessuno mette in discussione che i paesi emergenti non costano nulla, il problema è che se continuiamo a preferire i loro prodotti, oltre ad un costo energetico elevato per continuare a spostare merci in giro per il globo, ci ritroveremo disoccupati, per un semplice motivo, li producono li finiranno tutti a produrre, e poi qui ci incazziamo perché chiudono per dolocalizzare, bisogna che tutti impariamo a fare girare e nomina locale e non farci prendere dal consumismo sfrenato, che è solo un male per noi e per l’biente.

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