Un meleto resistente al clima, alimentato a rinnovabili per far lavorare a emissioni zero robot, droni e tutti i dispositivi dell’agricoltura di precisione che per permettono di ridurre sia le emissioni nocive – quelle delle macchine tradizionali – che la chimica (meno trattamenti) ma pure il consumo idrico. Ne abbiamo scritto due anni fa (leggi qui) e ora l’Università di Bologna gli dedica una giornata con visita nel campo sperimentale.
Il progetto europeo Dream

L’iniziativa è all’interno del progetto Dream – Diversified orchards for resilient and sustainable Mediterranean farming systems. Si terrà il 21 maggio. Appuntamento dalle 9 all’università di Bologna, facoltà di Agraria, più precisamente nell’aula 7 (viale Fanin 46). Alle 11:30 trasferimento nei campi sperimentali del podere Fanti-Melloni a Cadriano – frazione di Granarolo – con la visita del meleto a prova di clima.
Il progetto vuole studiare piantagioni sperimentali con l’obiettivo di creare un agroecosistema alternativo per la produzione di frutta di alta qualità, che sia resiliente e adatto a diverse aree produttive.
Resiliente ai cambiamenti climatici

“A causa del cambiamento climatico sono oggi necessarie misure di adattamento che permettano ai frutticoltori un approccio più resiliente agli stress biotici e abiotici e agli eventi estremi“. Parole di Brunella Morandi, docente al Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agro-Alimentari dell’Università di Bologna e coordinatrice del progetto.
“Per questo vogliamo dare vita a una nuova tipologia di frutteto, con varietà diverse e scalari, che fioriscono e maturano in diversi momenti della stagione, così che, nel caso in cui il clima sorprenda con gelate tardive – prosegue in una dichiarazione al magazine dell’Università – , ondate di calore o stress idrici eccessivi, il danno sia limitato solo alle piante che si trovano nella fase più sensibile“.
Cambiamenti climatici e “attentati alla salute” ben si combattono anche con progetti ed iniziative intelligenti..
Speriamo che siano la normalità nel futuro..
Purtroppo ci sono sindacati agricoli come la Cia (Confederazione italiana agricoltori, a cui aimè appartengo) che aspirano a progetti e iniziative “deficienti” come il continuo uso di pesticidi considerati all’estero cancerogeni la liberalizzazione degli OGM e la guerra indiscriminata al fotovoltaico a terrra…