Altra Porsche EV: Cayenne ai test finali – Solo elettrico dal 2030? Volvo ci ripensa – La Twingo Z.E. si fa in Slovenia – Quanto vale l’usato EV / Settimana flash.

Porsche Cayenne EV in arrivo: via ai test finali
Entra nella fase finale lo sviluppo della nuova Cayenne. I primi prototipi mimetizzati hanno lasciato la fabbrica Porsche per i test su strada. Contrariamente alla Macan, da poco arrivata sul mercato, la Cayenne non sarà disponibile solo in versione elettrica. I clienti potranno scegliere tra tre tipi di propulsori, tra cui un ibrido e un motore a benzina V8 particolarmente potente. Mentre la versione EV fruirà della Premium Platform Electric (PPE) con architettura a 800 volt e e ricariche rapidissime. “La flessibilità della PPE ci consente di integrare la tecnologia più recente nei campi dei sistemi ad alta tensione, del gruppo propulsore e del telaio. Sfrutteremo il potenziale dell’elettrificazione per portare la Cayenne a livelli completamente nuovi in molti modi, ad esempio nelle prestazioni di guida”, spiega Michael Steiner, responsabile della ricerca&sviluppo. “Oltre alle caratteristiche di guida tipiche di Porsche, gli obiettivi includono elevata capacità e ricarica stabile, alta efficienza ed elevato livello di comfort e usabilità quotidiana”.

Porsche e… / Solo elettriche dal 2030? Forse Volvo ci ripensa
Anche Volvo potrebbe far slittare la pianificata decisione di passare al solo elettrico dal 2030. Lo fanno pensare alcune recenti dichiarazioni del n.1 Jim Rowan, apparso molto più cauto nel delineare per fine decennio il completamento della transizione. Secondo quanto annunciato nel 2021, la casa svedese (ma di proprietà della cinese Geely) puntava a far sì che il 50% delle vendite globali di auto fossero EV entro il 2025, con il restante 50% costituito da ibride. Per poi passare al solo-elettrico entro il 2030. Ma la risposta del mercato resta al di sotto delle attese. E a complicare ulteriormente i piani sono arrivati i dazi della UE sulle auto di produzione cinese (come le Volvo), in vigore dal 5 luglio. Secondo Rowan gli ibridi potrebbero “formare una solida soluzione-ponte”, dato che la conversione all’elettrico non procede con la stessa rapidità in tutti i mercati: “I nostri ibridi plug-in e ibridi leggeri rimangono molto forti e apprezzati dai clienti e continueremo a investire in questa gamma“, ha spiegato.
La Slovenia annuncia: la nuova Twingo EV si farà qui
Si farà in Slovenia la nuova Twingo elettrica. Mentre in Italia si continua a parlare di nuovi produttori in arrivo, i nostri vicini possono annunciare risultati concreti. “Il Gruppo Renault baserà la produzione della futura Renault Twingo E-Tech Electric nello stabilimento di Revoz. È stato lo stesso primo ministro Robert Golob ad annunciarlo, non senza una punta d’orgoglio, sul sito ufficiale del governo. “Dopo oltre 50 anni di produzione di automobili Renault a Novo Mesto, comprese le auto elettriche, lo stabilimento beneficerà di ingenti investimenti in nuovi processi produttivi. Dopo aver discusso con l’investitore, il governo sloveno ha deciso di sostenere l’investimento, garantendo così il futuro dello stabilimento Revoz a Novo Mesto. Questa mossa garantirà non solo il futuro della Slovenia come produttore di automobili, ma anche la sua transizione a produttore di veicoli elettrici“.

Porsche e…Quanto vale il mercato dell’usato elettrico? 3 mila auto all mese
Quanto vale il mercato dell’usato elettrico? Per ora molto poco. Siamo allo 0,7% del mercato, quindi poco più di 3 mila macchine al mese, secondi le ultime rilevazioni dell’Unrae. In maggio, per esempio, in Italia si sono vendute 462 mila auto di seconda mano (+4,4%) e la quota delle EV è rimasta appunto stazionaria allo 0,7%. Un po’ più numerose le vendite di ibride plug-in, che a maggio hanno rappresentato l’1% del totale (0,9% nel cumulato dei primi 5 mesi dell’anno). L’alimentazione più richiesta resta il diesel, con il 45,5% nei 5 mesi. Al secondo posto le auto a benzina, al 38,2%, seguite dalle ibride occupano la terza posizione (7,1%), dal Gpl (4,9%) e dal metano (al 2,2%) .
- Le auto elettriche costano troppo? Guardate che cosa sta facendo BYD: il VIDEO di Paolo Mariano
Se si esclude l’Italia, nei grandi paesi europei la vendita delle elettriche ha solidamente superato la quota del 10%, anche 15%. Quindi al netto di normali oscillazioni del mercato si sta stabilmente ritagliando la sua quota di mercato. Adesso attendiamo che i costruttori vorranno riversare sui prezzi di vendita delle auto la grande discesa dei prezzi delle batterie che c’è stata, per dare vita alla prossima onda.
I nuovi minori costi delle batterie purtroppo si rifletteranno sul costo delle auto elettriche solo fra uno o due anni, dato che vi sono scorte da smaltire prima di passare di passare a quelle.
I costruttori europei – ed in particolare Stellantis e Renault, che avrebbero il compito di “elettrificare” le masse così come le hanno “automobilizzate” con la loro massiccia e tipica produzione di utilitarie -, se avessero veramente voluto ‘spingere’ i propri modelli elettrici, avrebbero potuto benissimo fare come Tesla, che negli ultimi 3 anni ha abbassato più volte il prezzo di listino di Model 3 e Model Y man mano che venivano ammortizzati impianti e produzione dei componenti.
Invece Stellantis (per esempio) sono 6 anni che cicla e ricicla il pianale CMP, ormai iper-ammortizzato avendone ricavato non meno di 12-13 modelli dal 2018 in poi (https://it.wikipedia.org/wiki/Pianale_CMP), tutti venduti ancor oggi ad un prezzo di listino che non è mai stato abbassato di un centesimo in 6 anni. Questo ha prodotto l’effetto ridicolo (se non ci fosse da piangere) che le sue auto elettriche con pianale CMP, tutte di segmento B e B-SUV, da un paio d’anni costano poco meno delle Tesla Model 3 e Model Y, che però sono di segmento D e un’altra galassia dal punto di vista tecnologico.
Anche Renault, pioniera delle auto elettriche con la sua Zoe, una paciosa segmento B lanciata nel 2012 e prodotta fino a marzo di quest’anno, è stata maestra di riciclo di piattaforme condivise tra i modelli termici e quelli elettrici Zoe e Twingo – quindi stra-ammortizzati dal grandissimo numero di vetture prodotte globalmente – e di componenti condivisi con altre marche di auto elettriche (tipo i motori elettrici della Twingo ZE condivisi con la Smart EQ). Eppure anch’essa ha sempre prezzato le sue vetture elettriche un buon 30% in più rispetto alle versioni termiche e non ha mai abbassato di un centesimo il loro prezzo di listino.
Le case auto non possono permettersi di guardarsi l’ombelico del 15% (quando va bene), devono considerare il mondo che c’è fuori all’85%
Vero, però le case automobilistiche hanno fatto degli investimenti per produrre le auto elettriche, e queste sono arrivate ormai ad un non più ignorabile 15%.
Quindi è vero che le case guardano al rimanente 85%, ma al tempo stesso non possono più permettersi di buttare alle ortiche quanto fatto nel settore dell’auto elettrica – lo dichiarano tutte le case – e sono consapevoli che la tecnologia dell’auto termica sarà sempre meno sostenibile dal punto di vista delle risorse e ambientale – e anche questo lo dichiarano le case stesse.
La logica conseguenza è dunque che le case inizino a impegnarsi di più per espandere quel 15% con auto elettriche di qualità migliore, grazie ai grandi progressi che la ricerca sta producendo quasi ogni giorno, e a prezzi accettabili per la diffusione di massa oltre l’attuale 15%.
Ha ragione, le case hanno fatto un enorme sforzo che non è ancora stato minimamente ripagato dalle vendite, vedremo come andrà in futuro.
Nel frattempo sono obbligate a guardare a quell’85% che l’auto elettrica la lascia in concessionario.
Io terrei ANCHE ben presente, nel valutare tutte le strategie e le varie “correzioni di rotta”, che nell’infante settore dell’auto elettrica ogni “annuncio” in materia di intenzioni e pianificazioni ha assunto, da qualche anno a questa parte, significative potenzialità non solo commercial-pubblicitarie ma anche, se vogliamo, di natura… politica.
In un diffuso clima di esagitato… entusiasmo che racconta l’auto elettrica come cosa fatta, risolutiva, pronta per essere adottata su larga scala e ostacolata SOLO da alcuni “loro” brutti e cattivi (dimenticando gli enormi problemi tecnologici relativi al comparto “batterie” che ancora oggi, come un secolo fa, penalizzano pesantemente tutte le applicazioni “mobili” dell’energia elettrica), dichiararsi ufficialmente contrario potrebbe costare caro, a un costruttore di automobili.
D’altronde le “strategie di comunicazione e marketing”, che sono ormai diventate persino oggetto di specifici corsi di laurea, insegnano proprio a confezionare e diffondere messaggi che siano più… convenienti possibile, in rapporto al contesto del momento, all’azienda che li commissiona.
Non dico che tutto dipenda solo da ciò, ma, come ho scritto all’inizio, non escluderei affatto che ANCHE questi aspetti abbiano avuto (e abbiano) un peso non irrisorio.
E’ vero anche il contrario. Tant’è vero che il marketing del petrolieri l’ha convinta che le batterie abbiano “enormi i problemi tecnologici, come un secolo fa”. Forse le è sfuggito qualche passaggio.
Io, Massimo, NON ho detto che le batterie abbiano oggi enormi problemi tecnologici COME un secolo fa (??).
Ho detto che oggi, come un secolo fa, a penalizzare in maniera sensibile la diffusione delle auto elettriche (e anche di altre applicazioni mobili dell’energia elettrica) sono essenzialmente, per non dire solamente, i problemi tecnologici legati alle batterie.
Cosa ben diversa.
Le batterie odierne sono molto più evolute di quelle di un secolo fa, mi pare ovvio. Però sono ancora loro, di fatto, a fungere da freno, ostacolo.
Nessuno, mi pare, critica le auto elettriche definendole rumorose, puzzolenti, poco prestanti e così via. TUTTE le critiche invece, direttamente o meno, riguardano puntualmente le batterie.
E siccome la mobilità elettrica rappresenta oggi, anche per motivi di natura ecologica, una potenziale fonte di colossali profitti, il fatto che vi siano tanti filoni di ricerca relativi proprio alle batterie mi sembra un chiaro indizio che dovrebbe indurre, almeno, a… sospettare che i problemi squisitamente tecnici da affrontare e risolvere per ottenere le batterie che tutti vorrebbero (relativamente piccole, leggere, economiche, sicure, sostenibili e “veloci”) sono parecchio rognosi.
Le batterie sono molto migliorate e miglioreranno ancora. Tuttavia la tecnologia attuale soddisfa già il 99% delle esigenze della gran parte degli automobilisti. Capisco che sia difficile da capire per chi non usa un’auto elettrica, ma posso assicurarle che i problemi vengono semmai dall’infrastruttura di ricarica. Se fosse efficiente, capillare, accessibile e a costi accettabili viaggiare in elettrico sarebbe una passeggiata.
So bene che le batterie sono molto migliorate (mi pareva di averlo scritto) e che miglioreranno ancora (anche se non si può sapere quando e quanto).
Comunque le esigenze degli automobilisti sono variegate, e includono anche il comprensibile desiderio di non fare “passi indietro” nelle abitudini che si ritengono soddisfacenti.
Purtroppo al momento le infrastrutture di ricarica non sono in grado, neanche nel migliore dei casi, di far sì che una vettura elettrica, specie se non grande e lussuosa, possa fare rifornimento con una comodità paragonabile a quella fornita da una pompa di benzina o gasolio, che permette di passare da serbatoio vuoto a pieno in 3-5 minuti, eventualmente aspettando 3-5 minuti per ogni vettura già in coda al distributore. Quindi l’infrastruttura, per quanto evoluta, non può oggi essere efficiente da QUEL punto di vista. E ciò, a differenza di altre cose (costi, accessibilità…) non deriva dalle scelte infelici o colpevoli di qualcuno ma deriva direttamente dalle caratteristiche tecniche delle batterie.
E il fatto che i tempi per fare un pieno “rapido” siano di almeno mezz’ora rende estremamente difficile anche la capillarità, perché per evitare che l’automobilista si trovi a dover aspettare, oltre alla “sua” mezz’ora, anche altre mezze ore per quelli eventualmente arrivati prima di lui, le colonnine di ricarica dovrebbero essere, in proporzione, molto più capillari e numerose delle pompe, che già sono ovunque.
Certo si può fare un rifornimento parziale, aspettando “solo” un quarto d’ora o 20 minuti (SE la propria auto è compatibile con le potenze di ricarica più alte), ma questo non risolve il problema perché ovviamente se faccio rifornimenti parziali rendo più frequente la necessità di fare rifornimento.
Fanno eccezione, ovviamente, coloro che hanno la possibilità di ricaricare a casa propria o comunque in contesto privato e dedicato; che sono poi quelli che, oggi come oggi, sono (specie se non hanno grosse esigenze di percorrenza quotidiana) i candidati ideali per trarre le più grandi soddisfazioni dal possesso di un’auto elettrica.
Per finire, faccio notare (senza alcun intento polemico) che tutti, nel valutare quanto le cose possano essere “difficili da capire” per le altre persone, dovremmo sempre tenere presente che le altre persone possono essere anche parecchio diverse da noi in quanto ad abitudini ed esigenze (e anche, perché no, interessi, passioni, gratificazioni) e che, quindi, anche noi potremmo far fatica a capire loro. SENZA per questo essere, noi o loro, necessariamente nel torto.
Chi non ha esperienza diretta (e non si fida di chi ce l’ha) è molto più probabile che abbia torto
Non metto in dubbio il valore dell’esperienza diretta.
Io però parlavo di un’altra cosa.
Anch’io vorrei parlare di altre cose. Per esempio della crisi climatica e dell’impegno globale a dismettere gli idrocarburi. Anche qui vale il principio che “altre persone possono essere anche parecchio diverse da noi in quanto ad abitudini ed esigenze (e anche, perché no, interessi, passioni, gratificazioni)”.” ?
Ci sono molti modi per contribuire concretamente all’impegno globale, anche potenzialmente più efficaci rispetto all’acquisto di un’auto elettrica. Ad esempio installare un impianto fotovoltaico, che tra l’altro, a differenza dell’auto elettrica (che espleta il suo effetto benefico solo quando cammina), funziona ogni giorno dall’alba al tramonto. E mi pare ovvio che, in termini di effettivo contributo al suddetto impegno, l’automobilista elettrico che percorre qualche decina di km al giorno sia molto meno “potente” di chi percorre quegli stessi km con una auto termica di recente produzione e ha installato a casa propria un impianto FV.
E altri esempi si potrebbero fare.
Per quanto riguarda interessi, passioni e gratificazioni posso dire che io devo ancora trovare un possessore di auto elettrica che dica “non mi trovo bene, la macchina va male, non ha ripresa, è rumorosa, l’ho pagata troppo MA la tengo lo stesso per un mio senso del dovere nei confronti dell’impegno globale”. Le esperienze dirette di cui ho letto e sentito parlano sempre di auto silenziosa, confortevole, scattante, assai divertente da guidare, fonte di grandi soddisfazioni; e quindi mi pare davvero arduo ipotizzare che le personali passioni e gratificazioni NON abbiano un ruolo significativo.
Comunque qui mi fermo, sia perché secondo me lei ha capito benissimo ciò che io intendevo dire, sia perché non saprei cosa altro scrivere senza ripetermi.
Per me non è uno scontro frontale tra due fazioni contrapposte una delle quali deve avere per forza tutte le ragioni.
Fotovoltaico più auto elettrica: una non esclude l’altra, anzi si completano a vicenda come dimostra la gran parte dei nostri lettori con esperienza diretta. La ragione ce l’ha chi cerca di risolvere globalmente (ripeto globalmente, non a metà) il problema della sostenibilità
@ Armando: al primo anno di economia ad indirizzo marketing (ma direi che basterebbe interessarsi minimamente di letture economico-finanziarie), si insegna che qualsiasi cosa che venga percepita dalla massa come “imposta dall’alto” (che ciò sia vero o meno), avrà maggiori problemi ad affermarsi sul grande pubblico (eccezion fatta per i c.d. “pioneers” e/o “early buyers”).
Quindi questa cosa era già scritta e risaputa.
A prescindere dalla bontà o meno dell’elettrificazione di massa (che io sostengo), a livello comunicativo tutto è stato fatto in un modo da 3° elementare.
Il motivo è molto semplice: la comunicazione l’hanno decisa i politici, che notoriamente sanno poco o niente sul 90% degli argomenti su cui quotidianamente dibattono, e sono del tutto autoreferenziali con ragionamenti del tipo “nella mia cerchia di amici, tutti sostengono l’elettrico, quindi è ovvio che il 100% delle persone è d’accordo con me e acquisterà una vettura elettrica”.
Quando i politici decideranno di non occuparsi più dell’elettrificazione, avremo una crescita costante (magari non velocissima ma comunque costante) del mercato BEV in Europa e nel mondo, con poche voci dissonanti.
Ciao.
-a livello comunicativo tutto è stato fatto in un modo da 3° elementare.-
Lei è fin troppo generoso.
Secondo me, Nicola, molti “comunicatori” hanno agito (e agiscono) in un certo modo anche spontaneamente, SENZA bisogno di chissà quali suggerimenti o spinte da parte di più o meno precisati “politici”, “potenti” o “loro”.
La mentalità di stampo tecnico, abituata a osservare e valutare istintivamente le cose usando più il metro che lo slogan, più la realtà che le speranze, non sembra essere molto diffusa.
Basta anche vedere con quanta facilità si diffondono tante “notizie” parzialmente errate, distorte o totalmente fasulle (ma assai seducenti, ad esempio perché rassicuranti oppure consone a certe illusioni, frustrazioni, rabbie, invidie…).
nella mia realtà… che si svolge in un ambiente prettaente “rurale”, dove non ci sono problematiche di ricarica…la diffidenza la fa ancora da padrona…niente da fare…
ma mi affaccio anche alla città, dove inveece c’è quasi l’odio verso un veicolo che ti costringe a ricaricarlo, e per chi vive nei condomini urbani…installare una colonninia di ricarica nel proprio garage, sembra uno sforzo insormontabile…
ce ne vorranno ancora di anni, e aggiungiamo l’incertezza dovuta a guerre, lavoro …..
C’è una presa d’atto da parte di tutti gli attori dello stop della domanda di EV. Tutti hanno tirato i remi in barca ma proprio tutti. Hyundai, uno dei brand che sta facendo meglio, ha appena dichiarato che il mercato EV “entered the Chasm” (è entrato nel baratro) e sta intensificando la produzione delle ibride. Solo la Cina continua a crescere e anche lì le plugin crescono più velocemente delle EV.
Un sol produttore aveva previsto tutto questo ed è Toyota e ora tutti a scimmiottarne la strategia, definendo gli ibridi “solide soluzioni apprezzate dai clienti” (ma va?!?). Tutti gli altri avevano sparato cifre a caso che si sono dimostrate impossibili da realizzarsi. Per me la politica ha una grave colpa in tutto questo, contribuendo di fatto allo stato attuale del mercato.
Enzo, possiamo dire tutto quello che vogliamo ma effettivamente l’elettrico si vende poco, molto poco. Io abito in una zona abbastanza benestante, riviera ligure di ponente, abbiamo in zona posti dove girano parecchi soldi, tipo Sanremo e Montecarlo, Costa Azzurra. Di auto elettriche ne vedo ben poche, qualche Tesla monegasca, qualche Twingo come la mia. Per il resto una marea di Panda, Clio, C3 tutte rigorosamente a benzina, poi tanti grossi SUV Mercedes, Audi, BMW ma con motori diesel. Tempo fa un conoscente molto benestante aveva preso una Mercedes suv elettrica, tempo sei mesi lo rivedo con un BMW X5… mi ha detto che non faceva per lui, tutto bello ma schiavo dell’auto no. Le colonnine sono poche, metà non sono attive e comunque vedo sempre deserte. Questo è quello che vedo, magari il mondo altrove è diverso. Attualmente passare ad una bev è un atto di coraggio, bene per chi se la sente ma non è tutta questa meraviglia
Permettemi e perdonatemi il sarcasmo… ma il conoscente molto benestante non aveva ne i soldi per una wallbox ne un garage con una presa dove ricaricare la macchina di notte dopo centinaia di kilometri percorsi giornalmente?
Non riesco a comprare la Mercedes EQC dell’amico di Ilario … Mercedes EQC, Mercedes EQC, dove sei? Com’è che non riesco a trovarla? Qualcuno l’ha vista? Ah, svelato il mistero: non la producono più! E’ uscita di produzione! Erano così tanti gli acquirenti desiderosi di quest’auto che la Mercedes ha pensato bene di cessare la produzione di un modello appena uscito. Strano, no? Eppure era un’auto favolosa …
E le sorelle, come se la passano? La Mercedes EQS e EQS SUV benissimo. Quasi. Le sue vendite in Nord America sono diminuite un pochino pochino, ovvero del 52% su base annua e del 57% nel Q2 2024. Una ‘ntecchia, come direbbero a Napoli. Mentre le vendite delle plugin Mercedes sono aumentate un pochino pochino. Del 524% per essere pignoli, ma possiamo dire una ‘ntecchia, anche qui.
Perdona anche il mio di sarcasmo … sarebbe incredibile se l’amico di Ilario la Mercedes elettrica se la fosse tenuta, anziché liberarsene come ha fatto.
C’è poco da fare sarcasmo. A certa gente non interessa la wallbox, stia tranquillo che i soldi per il garage li ha e non solo per il garage. E visto che può permettersi corposi e costosi pieni di carburante e di cambiare auto costose senza fare una piega diciamo che una volta provata l’ ebrezza della bev ha deciso che non fa per lui.
Sui gusti non si discute, ma dire che utilizzare una bev ti rende schiavo è parecchio un’altra cosa…
E anche correlare la qualità di un’auto ai numeri di vendita penso abbia forti limiti.
Il problema di fondo è che nel nostro modello economico si è consolidato il comportamento secondo cui il benestare (a tutti i livelli, non solo quelli più elevati) è sinonimo di spreco di risorse, spesso riassunto nella tristemente nota espressione dello “zero sbatti”.
Non per niente è definito “consumismo”, cioè consumare risorse come fossero infinite, ulteriormente peggiorato dalla cafonaggine imperante che venera lo spreco come un’affermazione ed un’esternazione del proprio livello di benessere.
È scomparsa a tutti i livelli la cultura dell’acquistare in modo informato e consapevole (per restare in tema, vedi chi acquista insipientemente e per puro sfizio un’auto elettrica per poi cambiarla poco dopo perché vuole “zero sbatti”) e dell’avere rispetto e cura di ciò che si acquista per dare valore al TEMPO che ci è costato guadagnare il denaro per acquistarlo.
Eugenio condivido in pieno quanto ha scritto. Il comprare il mega suv elettrico al prezzo di un appartamento per certa gente è solo uno sfizio. Poi vogliono appunto il zero sbatti e se ne liberano. D’altro canto chi ha il portafoglio ben gonfio vuole vivere sempre al massimo e quindi figurarsi se gli interessa dell’ambiente. Lui non vuole sapere di Wall box, tariffe, app ecc, lui va al servito, fa il pieno, taaac carta di credito e via. Per fortuna sono una minoranza esigua ed è per questo che bisognerebbe puntare a quelli che invece l’auto la usano tutti i giorni per necessità e non hanno possibilità per vari motivi già detti di passare ad una bev
Può anche essere sia vero ciò che scrive ma il pensiero che da un modello così non se ne esce più, se non in secoli di fatiche, vi sfiora mai?
Il pensiero che tutto il ( superfluo o no ) non acquistato o sprecato si trasforma in minori posti di lavoro ?
Che a seguito di cio , le persone si inc….alterino e sfugga poi cio che fanno o votano?
Lasciamo poi il pensiero, molto diffuso per altro, che i lavoratori si reciclino ai nuoi mestieri, noi facciamo assistenza tecnica ad alto livello presso clienti in tutta europa , ebbene, o non vi sono piu le.persone con qualifica giusta ( sono poche , quelle che l’hanno o ci metti anni a formarle o rimarranno sempre e solo mezzi tecnici)o hanno la qualifica ma poca voglia di …..sporcarsi le mani
Lo so che è politicamente scorretto ma tutti sti scenziati l’unica strada che non prendono mai in considerazione è….se le risorse sono beni “finiti” come mai noi esseri umani vogliamo riprodurci “all’ infinito”?
Possiamo sintetizzare nel seguente modo: è molto difficile convincere le persone a pagare di più per avere di meno (e infatti non ci si sta riuscendo).
Per fortuna siamo liberi di usare il denaro come meglio crediamo.
ivan,s: solo 👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏
Ciao Ilario stessa cosa per un mio conoscente, aveva preso la taycan (mi pare quella più costosa tra l’altro), tempo più o meno 6 mesi e l’aveva già venduta, i problemi sono la bassa percorrenza e il ricaricare in giro, il non voler sbattersi a trovare una colonnina adatta, in montagna o al lago.
In parte anche vero, ma é proprio per l’egoismo e menefreghismo dell’uomo che tanto vuole sfruttare al massimo i suoi anni di vita (pochi) ed avere tutto subito e senza sacrifici.. e il mondo infatti adesso si é ammalato.. ed é svidente.. ma a loro non interessa.. loro sono egoisti pensano solo al loro comfort.. tanto alle future generazioni chissenefrega..
Complimenti
Per non parlare dei danni anche di questi giorni.. ma di questo al bar non si parla.. si parla solo di quanto le elettriche siano cattive..
https://www.ilpost.it/2024/07/27/perdita-carburante-petroliera-ribaltata-filippine/
Però mi chiedo: con uno stop alla vendita di nuove auto con emissioni di CO2 superiori a zero in UE così come in tanti altri paesi al mondo (non dimentichiamolo) fissato come minimo dal 2035 in poi, perché tante case automobilistiche si sono avventurate a dichiarare quello che hanno dichiarato, spesso dandosi termini temporali e/o obiettivi di vendite addirittura più stringenti di quanto necessario?
Mi pare evidente che da un lato le loro capacità di prevedere l’evoluzione del mercato dell’auto sia risultata pessima, e dall’altro che alle loro dichiarazioni roboanti non siano affatto seguite scelte di ricerca e sviluppo, di progettazione, di costruzione, di politiche di mitigazione delle inevitabili iniziali differenze di prezzo fra auto termiche ed elettriche, di attrazione e “formazione’ della clientela, di preparazione delle reti di vendita e di assistenza, ecc., mirate a far fiorire il mercato delle auto elettriche per portarlo gradualmente a sostituire le auto termiche.
Chi è causa del suo mal…
Secondo me perché si sono visti apparecchiato un mercato in cui l’auto costa il doppio. E’ da una vita che cercano di gonfiare i prezzi delle auto (sogno erotico di qualunque azienda), in Europa gli ha detto benissimo e noi polli compriamo auto al triplo del loro valore, negli USA gli ha detto malissimo, Stellantis l’ultimo semestre ha aumentato i prezzi e gli americani, più intelligenti dei nord-europei, l’hanno punita, vendite crollate.
Ridurre i costi di produzione delle componenti è uno scherzo ma come fare per aumentare il prezzo di vendita delle auto in tutto il pianeta? E zaaack, gli arriva sul tavolo gratis e inaspettato l’occasione dell’auto elettrica. Prendi la Renault Zoe: regina delle vendite in Europa fino a qualche anno fa, era una Clio elettrica che andava pure peggio e costava il doppio. Chiaro che abbracciare il green per loro significa abbracciare il green dei dollari. C’è un precedente che li ha convinti: sono riusciti a uccidere il diesel, dirottando le vendite sull’ibrido. Da qui l’equazione: se siamo noi a dire al mercato dove andare, fino a ieri gli abbiamo venduto il diesel e ce l’hanno comprato, oggi gli rifiliamo l’ibrido e ce lo comprano, domani gli rifiliamo l’elettrico al doppio del prezzo e ce lo comprano sicuro: c’è anche la tagliola del 2035!!! Vai, tutti a pranzo, si mangia!!!
Ma hanno sbagliato tutti i conti. Intanto c’è stata una grande riluttanza a spendere il doppio per un’auto (e questo è un bene), poi purtroppo c’è la babele delle colonnine (e questo è un male) e la ricarica in AC alle colonnine, che tanto piace agli attuali possessori di auto elettriche, non piace a tutti gli altri che vogliono la stessa comodità di rifornimento a benzina (lo “zero sbatti”) anche perché, se spendo il doppio per comprare l’auto nuova, poi vorrei sbattere la metà e non il doppio. E quindi i piani non hanno funzionato …
E senza dimenticare che, sempre nel frattempo, in 20 anni i prezzi delle stesse identiche auto termiche, con 0% innovazione 100% fuffa estetica, sono aumentati del 100%, altro lauto pasto.
(https://www.ilsole24ore.com/art/prezzi-auto-come-sono-aumentati-20-anni-e-pandemia-una-utilitaria-servono-quasi-8-stipendi-AFPo7IM)
Illuminante su questo ad esempio De Meo in una nota intervista su Quattroruote del settembre 2023 in cui, a proposito della “guerra dei prezzi” per vendere a tutti costi anche abbassando i margini, cosa che a suo dire mina la salute dell’industria, dichiarava: “Quando sono arrivato alla Renault, la mia scelta l’ho fatta: la dimostrazione è che oggi guadagno come la Renault non ha mai guadagnato in 125 anni di storia, molto di più rispetto a quando facevo un milione di auto in più.”
(https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/09/04/luca_de_meo_intervista_monaco_.html)
Hai citato un esempio, la frase di De Meo, che cito sempre anche io. La pensiamo uguale al 100% su questo, ho grande antipatie per quasi tutti i produttori per colpa proprio dei prezzi sparati verso l’alto (VW più di tutti). E la seconda cosa che ripeto sempre è che la colpa è di noi europei, siamo noi la vacca grassa che acquista a peso d’oro un’utilitaria, con prezzi pari a 2 volte quelli praticati negli USA e oltre 3 volte quelli praticati in Cina. O inizia una serie opposizione ai prezzi smodati e fuori controllo di questi produttori o è la fine. E se a questi prezzi aggiungiamo la droga degli incentivi …
…. una di quelle 3000 elettriche usate è la mia :-)…