Porsche ha pubblicato risultati finanziari preoccupanti: nei primi nove mesi del 2025, l’utile operativo è passato da oltre 4 miliardi a “soli” 40 milioni di euro (-99%). Dietro il tracollo, una strategia confusa sull’elettrico e la difficoltà di adattarsi a un mercato in rapida transizione.
Il dato, brutale, racconta di un costruttore simbolo del lusso sportivo tedesco che oggi fatica a trovare la rotta giusta. Porsche, che per anni è stata sinonimo di redditività record, paga ora l’incertezza del suo “piano di riequilibrio” tra motori termici e modelli elettrici.
Non funziona la transizione a due velocità
La decisione di rallentare il lancio di nuovi EV e di prolungare la vita di motori benzina e ibridi, presentata come una scelta “di prudenza industriale”, si traduce oggi in un fardello economico pesante.

Il 2025 doveva essere l’anno della svolta elettrica per Porsche, ma la realtà è stata diversa. La domanda inferiore alle attese per i modelli a batteria ha spinto il Gruppo a rivedere i piani, mentre il mercato continua a evolversi a ritmo serrato.
Nel frattempo, i costi di sviluppo e di aggiornamento delle piattaforme termiche pesano sui conti, e la transizione “a due velocità” rischia di diventare insostenibile.
Consegna a picco in Cina (-26%), effetto dazi negli Usa
Tra gennaio e settembre, le consegne globali sono calate del 6% (212.509 unità), con un crollo del 26% in Cina, tradizionale pilastro di crescita per Porsche. Il marchio tedesco sta pagando l’avanzata delle marche cinesi premium, capaci di unire lusso, design e tecnologia a prezzi più aggressivi.
Negli Stati Uniti, poi, i dazi doganali più alti hanno eroso ulteriormente i margini, con un impatto stimato in oltre 700 milioni di euro.
In Europa la domanda regge, ma le prospettive restano fragili in un contesto economico che spinge i clienti verso soluzioni più efficienti o sostenibili.

Si riparte dall’elettrico?
Dati alla mano, è evidente che la Casa di Stoccarda si trova a fronteggiare la crisi più profonda della sua storia recente. E le proiezioni indicano che una possibile ripresa non sarà visibile prima del 2026.
Un segnale di speranza potrebbe arrivare dai modelli elettrificati, le cui vendite sono comunque aumentate – anche se non come auspicato – nei primi nove mesi di quest’anno. Segno che l’elettrico forse non è un fallimento totale, ma piuttosto una svolta mal gestita.
La nuova Taycan aggiornata e il prossimo Macan elettrico potrebbero rappresentare la base della ripresa. Ma la coesistenza di nuove generazioni ibride e benzina – con 718 Boxster, Cayman e Macan termico destinati a uscire di scena entro il 2026 – rivela una strategia ancora ambivalente.
In un mercato dove Tesla, BMW e marchi cinesi accelerano sulla transizione, Porsche rischia di rimanere nel limbo troppo a lungo.
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La realtà è che nella fascia di mercato dove si colloca(va) Porsche l’auto a batteria non la vuole nessuno. Li vogliono sentire il rombo del V6.
Stesso discorso vale per Ferrari o Lamborghini, faranno una macchina elettrica perchè devono… ma ne venderanno 3. Il core-business di queste aziende è ben altro. Tornando ai tedeschi, dovevano fermarsi alla Taycan (che di suo è stato comunque un mezzo flop) e lasciare il resto della gamma a benzina. Ora stanno facendo marcia indietro ma ci vorranno almeno 2/3 anni per recuperare la clientela che hanno perso!
Scusate, ma che film state vedendo? Addossare a quella scelta scellerata di applicare dazi gran parte del danno, significa non voler rendersi conto che sull’elettrico manca la domanda. Su certe fasce di mercato l’elettrico non ha senso. Credo vada bene,, almeno per i prossimi 30 anni solo per la mobilità urbana.
Se Porsche non avesse abbandonato la Macan e le 718 termiche forse non sarebbe in questa situazione
forse non ce la siamo fatta abbastanza sotto da capire cambiamento climatico e inquinamento e distruzine di ecosistemi per accettare un mondo di auto elettriche e di rinnovabili , ne riparliamo al prossimo secolo quando sara’ troppo tardi o ci proviamo adesso ?
ma tu hai un auto perche’ cosi’ ti si filano o hai un auto che ti basta e avanza per l’uso quotidiano fregandotene dei commenti altrui ?
-La nuova Taycan aggiornata e il prossimo Macan elettrico potrebbero rappresentare la base della ripresa-
Posso esprimere qualche leggerissimo dubbio? 🙂
Alessandro anche io ho lo stesso dubbio. E la mia idea è che a chi ha le capacità economiche per permetterselo non interessano solo le prestazioni ma da un’auto vuole altro. Chi può comprare una Ferrari, una Lamborghini, una Porsche compra qualcosa che fa parte di una leggenda, compra uno status symbol , compra emozioni. Ci sono auto che a livello di prestazioni non hanno nulla da invidiare a quelle Supercar : un mio amico ha una Kia EV6 GT, bellissima auto, un missile con 585 CV. Ma quell’auto è una anonima Kia che nessuno si fila, quando passa neppure si sente, nessuno si ferma a guardarla. Inquinano tanto quelle a benzina? Bene, facciamole pagare tanto, perché i proprietari se lo possono permettere. Anche perché dubito che ci sia la fila di Carrera al mattino mentre si va al lavoro, non credo siano loro il problema ambientale maggiore
Molti commentatori la vedono al contrario, ossia che Porsche abbia puntato troppo sulle BEV e ora ne paga il prezzo (bassi margini).
Bisognerebbe vedere che margini fanno su ICE vs BEV.
Poi naturalmente i costi di sviluppo di una nuova piattaforma EV pesano. In questo senso, non si capisce perchè facciano da soli, invece che lavorare alle altre consociate (Audi per primi, ma pure Cupra).