Porsche eBike: stop a Greyp. L’azienda tedesca inverte la rotta e chiude la fabbrica che aveva acquisito da poco. Focus sulle trasmissioni, ma è vero che quella bici elettrica “non è profittevole”?
Inversione di marcia per Porsche nel mondo delle eBike. Infatti il brand high-tech croato Greyp Bikes verrà chiuso e la tecnologia assorbita nelle altre attività di Porsche. Eppure era solo febbraio 2023 quando Porsche annunciava che Greyp Bikes (di cui l’azienda è diventata principale shareholder a novembre 2021) sarebbe entrata “nell’esclusivo ecosistema Porsche eBike Performance”. Così come avveniva con il produttore dei sistemi di trasmissione Fazua.
Il progetto del brand in quei giorni prevedeva Porsche eBike Performance GmbH con sede a Ottobrunn in Germania, concentrato sullo sviluppo delle trasmissioni per eBike. E Porsche eBike Performance Doo, con sede a Sveta Nedelja in Croazia, che avrebbe prodotto le bici elettriche Greyp. Ma già da qualche tempo circolava sulla stampa croata la notizia che il brand Greyp faticava a creare profitti. Di qui la scelta di dare a tutti il nome Porsche, inutile dire quanto sia di maggiore appeal di fronte a un pubblico non specializzato.
Porsche eBike “non redditizia”?
E infatti ecco il comunicato dei giorni scorsi di Porsche. Asciutto e inesorabile. “Greyp non si è rivelata sufficientemente redditizia e, di conseguenza, non sarà più inclusa nei piani futuri del marchio”. Quindi chiusura in Croazia. Ma se le attività di Greyp non saranno più sul mercato dal primo gennaio 2024 Porsche assicura che gli attuali proprietari di biciclette elettriche Greyp continueranno a ricevere, ancora per lungo tempo, supporto per i loro mezzi. Tutta la tecnologia e il know-how di Greyp confluirà invece in Porsche eBike Performance.
Dall’altra parte si conferma che con le eBike si guadagna eccome, ma conta senza alcun dubbio il marchio stampato sul telaio. E probabilmente oggi, che le due ruote elettriche sono diventate un vero prodotto di largo utilizzo, ancora di più. “Il business delle eBike è molto redditizio“. Ha ricordato a stretto giro il ceo di Porsche eBike Performance Jan Becker alla piattaforma Capital.de. “Inizialmente non avevamo la capacità di sviluppare e produrre noi stessi così velocemente. Ora gli esperti di Porsche possono condividere il loro know-how con quelli di Fazua e Greyp“.
Uno dei primissimi modelli Greyp
Porsche eBike ha un futuro roseo
Nonostante l’annuncio della chiusura di un’azienda e dei dubbi sui dipendenti, Porsche eBike guarda al suo futuro con grande ottimismo. “Gli shareholder di Porsche eBike Performance hanno deciso di concentrarsi sul suo core business, e quindi su sviluppo e produzione di sistemi di trasmissione eBike. Per questo, il segmento di Greyp verrà gradualmente chiuso entro il 31 dicembre 2023“, ha dichiarato l’azienda.
“Nelle ultime settimane e negli ultimi mesi sono state vagliate accuratamente diverse opzioni. Tra queste, alcuni contatti con possibili investitori per la continuazione del business delle eBike“. Inoltre Porsche ha affermato che i dipendenti interessati sono stati personalmente informati e che verrà trovata loro una soluzione accettabile. In termini di perdita di posti di lavoro, non è stata fornita alcuna cifra. L’azienda infine ha assicurato che continuerà il servizio di customer service per i possessori di eBike Greyp.
Chi pensa al cliente e ai dipendenti?
Una storia che riporta alla mente quanto avvenuto in estate all’olandese VanMoof. Andata in bancarotta per scelte sbagliate, eppure considerata un ghiotto boccone per chi è sul mercato con stabilità economica (ma anche non). Perché il prodotto è valido e piace tanto al pubblico, che acquista apprezza, ma poi rischia di rimanere a piedi da un giorno all’altro. Letteralmente. Allora è davvero impossibile fare business e alimentare la passione? Conta solo il margine di profitti?
Porsche ha una visione chiara. Continua a lavorare con il suo partner di lunga data, Rotwild, nel lancio di nuovi modelli di bici elettriche. Inoltre con le acquisizioni facilita lo sviluppo di eBike a marchio esclusivo Porsche. Tanto è vero che l’altra joint venture P2 eBike (sempre di proprietà Porsche, sede a Stoccarda) intende usare questi sistemi per lanciare una nuova generazione di biciclette elettriche Porsche. Infatti il tentacolare marchio tedesco cerca siti per impiantare una nuova fabbrica in Europa sarà dedicata alla produzione dei motori per le bici. In Croazia tengono le dita incrociate.
Si chiama marketing e fidelizzazione clienti, mio padre mi disse “può essere anche colore della m,,,da ma basta che sia una 911” ; se era una panda rimaneva panda qualsiasi colore o ecessorio ci buttavi su. Allo stesso modo se vendi una e-bike a marchi Porsche ha un appeal ben diverso che chiamarla topolino . Se si chiama topolino vale poco se la chiami Porsche deve valere molto forse di più.