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Porsche 356 by Electrogenic: elettrica sì, ma con cambio e frizione originali

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Nuova impresa della britannica Electrogenic che dopo la conversione BEV di una Citroen DS del ’71, propone ora una Porsche 356 del ’63 in versione elettrica, con tanto di cambio a quattro velocità. 

L’entusiasmo del pilota nella prova su pista

Rory Reid

L’ha testata in pista il giornalista specializzato Rory Reid di Auto Trader che dimostra in questo video tutto il suo apprezzamento. Electrogenic (qui il sito) fondata appena tre anni fa ad Oxford, ha già all’attivo numerosi retrofit di vecchi modelli iconici come appunto Citroen DS, Volkswagen Maggiolino e  Samba Bus, una Rolls-Royce Silver Shadow e persino un Hudson Commodore. Ma la realizzazione della Porsche 356 elettrificata non è il solito scambio di motore termico con motore elettrico.

La sfida di Electrogenic: l’integrazione meccanica

Nient’affatto. A differenza della maggior parte degli altri retrofit, qui Electrogenic ha mantenuto una trasmissione con cambio manuale originale. Altri tributi al passato sono per esempio il motore ancora nella parte posteriore, i finestrini a manovella e il sistema di raffreddamento della batteria ad aria. Quindi  Electrogenic ha dovuto progettare dispositivi di collegamento fra la vecchia meccanica e il powertrain elettrico.

Più “autentica” la guida di Porsche 356 by Electrogenic

Il motore elettrico è collegato al volano e da questo allo spingidisco della frizione del modello originale. Un adattatore progettato ad hoc fa poi funzionare il tutto. Questo  assicura, nella guida, un comportamento non troppo dissimile dalla Porsche 356 con motore termico.  Può anche andare “su di giri” quando si preme l’acceleratore dal folle, emettendo un ronzio sempre più acuto. Per ripartire è necessario premere la frizione e innestare una marcia. Oppure tenere innestata la quarta e lasciare che la coppia costante del motore elettrico faccia tutto il lavoro.

porsche 356 electrogenic
La Porsche 356 elettrica di Electrogenic alla prova della pista. Al volante Rory Reid

Il motore eroga 120 cavalli (80 kilowatt) e 235 Nm di coppia. Non è molto, ma è sempre più dell’originale 1,1 litri da 40 cavalli.

Di fatto la Porsche 356 elettrica di Electrogenic scimmiotta le caratteristiche di un manuale, e questo la rende interessante anche per gli appassionati di auto d’epoca. Inoltre, ha i classici tre pedali con cui interagire, richiedendo un impegno extra nella guida.

I casi di Soriano Giaguaro d Emula One

Electrogenic non è il primo a costruire un veicolo elettrico con cambio manuale. Di recente abbiamo presentato anche un costruttore di moto, Soriano Motor Company, che per la sua superbike elettrica Soriano Giaguaro ha scelto la medesima strada. Ricordiamo poi il progetto Emula One della strat up 2electron che ottiene il medesimo risultato utilizzando solo un algoritmo per l’elettronica di gestione del powertrain. Attualmente 2electron è stata selezionata fra le nove start up dell’automotive da incubare nell’hub Motor Valley Accelerator sorto a Modena.

Prezzo d’affezione (e l’auto originale è a parte)

Quindi quanto costa la Porsche 356 in versione Electrogenic? Senza il costo dell’auto d’epoca del donatore, la conversione costerà fra 30.000 a 50.000 sterline, a seconda di quanta potenza e autonomia verrà richiesta.

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3 COMMENTI

    • Una premessa: sono patologicamente appassionato di motori e quando sento girare un V12 aspirato provo un innegabile piacere fisico. Insomma, non sono di parte, diciamo così.
      Detto questo, mi permetta di sottoporle una chiave di lettura.
      In linea di massima potrei essere d’accordo con lei.
      Però se le cose andranno come sembra, un bel (o brutto) giorno ci troveremo a guidare qualcosa di elettrico.
      A questo punto i casi sono due: o “noi appassionati” ci facciamo sentire e troviamo il modo di tirare fuori il meglio dalla situazione oppure gliela daremo vinta.
      Gliela daremo vinta a quelli che sotto sotto ci vogliono far credere che guidare in fondo è una grandissima seccatura, e allora evviva l’autopilot e buonanotte alla passione.
      Gliela daremo vinta a quelli che ci dicono che una marcia basta e avanza, che in fondo 150 km orari sono più che sufficienti se il limite è 130, e tanto che ti frega, se la macchina guida lei allora meglio andare tutti a 100 all’ora, guarda è per il tuo bene (come ci diceva la mamma a 4 anni…).
      Gliela daremo vinta a quelli che “se ti piace andare veramente forte allora vai in pista”, e questo è certo, giustissimo, lo dico pure io e l’ho fatto per anni con la moto. Però a 150 all’ora in pista… allora gioco alla playstation che è più divertente… oppure mi compero 100.000 euro di Tesla? Comunque sarò lì a fare su e giù con un pedale come fosse la Peg Perego dei grandi… Di nuovo vai di playstation allora, che costa mille volte meno…
      Gliela daremo vinta a quelli che sono lì a dirti “guarda come sono bravo a schiacciare un pedale a ruote dritte e a vettura ferma, faccio zero-cento in tre secondi”… Si, anche una scimmia è capace.
      Gliela daremo vinta al “buon senso prima di tutto”, sacrosanto principio ci mancherebbe. Guai se mancasse. Ma la passione è follia, e senza questa follia ciò che guadagneremmo in salute fisica lo perderemmo in felicità. Quindi vero, sembra un sacrilegio. Ma sono dell’idea che quando arriva un’onda o provi a cavalcarla o ci finisci sotto.

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