Il progetto PIVOT-Offshore di Seapower e Università Federico II di Napoli porta in mare aperto un innovativo sistema galleggiante per trasformare il moto ondoso in energia pulita e sostenibile.
Sfruttare la forza del mare per produrre energia pulita. È questo l’obiettivo concreto del progetto PIVOT-Offshore, presentato da Seapower e dall’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che mira a sviluppare un sistema galleggiante capace di trasformare il moto delle onde in energia elettrica.
Una tecnologia nata in Italia, pensata per rendere il mare una nuova risorsa energetica sostenibile e contribuire al processo di decarbonizzazione.

Il mare come fonte energetica del futuro?
L’energia ricavata dalle onde marine rappresenta una delle frontiere più promettenti tra le fonti rinnovabili. Gli studi stimano un potenziale compreso tra 16.000 e 30.000 TWh all’anno, una quantità capace di incidere significativamente sul consumo globale di energia, oggi ancora dominato per l’86% dai combustibili fossili.
In Italia, dove il mare circonda gran parte del territorio, l’energia dal moto ondoso potrebbe diventare una risorsa strategica, complementare a solare ed eolico, contribuendo all’indipendenza energetica nazionale e alla transizione ecologica.
Un sistema innovativo
Il cuore del progetto PIVOT-Offshore è un sistema WEC (Wave Energy Conversion) offshore galleggiante, composto da due corpi incernierati: una piattaforma ancorata al fondale tramite cavi in tensione e una boa oscillante che cattura l’energia delle onde. Il movimento della boa viene trasformato in energia meccanica, poi convertita in elettricità attraverso un generatore.
Questa nuova soluzione rappresenta l’evoluzione del precedente brevetto Pivot, sviluppato da Seapower nel 2015 e installato in Sardegna. Un dispositivo di soli 5×3 metri era già in grado di produrre circa 20.000 kWh all’anno, sufficienti ad alimentare una decina di abitazioni. Con PIVOT-Offshore, la tecnologia si sposta lontano dalla costa, riducendo l’impatto visivo e sfruttando un’energia più costante e abbondante.
Una delle principali innovazioni di PIVOT-Offshore riguarda il sistema PTO (Power Take-Off). Al centro della catena di conversione dell’energia si trova un raddrizzatore meccanico, capace di trasformare il movimento oscillatorio delle onde in una rotazione unidirezionale, più adatta ai generatori elettrici convenzionali.
Secondo i ricercatori questa soluzione aumenta l’efficienza complessiva del sistema e riduce l’usura dei componenti, aprendo la strada a dispositivi più affidabili e scalabili anche in condizioni marine difficili.

Dalla simulazione alla realtà
Il progetto prevede due fasi principali. La prima consiste in una serie di test di laboratorio per studiare il comportamento della catena cinematica e verificare l’efficacia del raddrizzatore meccanico. Nella seconda fase, invece, verrà costruito e sperimentato un modello in scala del sistema completo, comprendente la piattaforma galleggiante e la boa oscillante.
I test, che si svolgeranno presso i laboratori dell’Università Federico II, permetteranno di valutare la dinamica del sistema e l’efficienza di conversione in condizioni controllate, passo fondamentale per l’industrializzazione della tecnologia.
Parallelamente alla sperimentazione fisica, il team di ricerca sta sviluppando un modello numerico avanzato per simulare e ottimizzare il comportamento del dispositivo. Questo software consente di prevedere le prestazioni, migliorare la progettazione e implementare strategie di controllo dinamico, che permettono al sistema di adattarsi alle diverse condizioni del mare.
Un controllo intelligente del carico elettrico, ad esempio, può massimizzare l’efficienza e garantire la sicurezza operativa, un aspetto cruciale per un impianto destinato all’ambiente offshore.
L’energia “blu” italiana
“Siamo convinti delle potenzialità di Pivot-Offshore”- spiega il professor Domenico Coiro, presidente di Seapower e docente all’Università Federico II – “Rappresenta un sistema di conversione dell’energia dalle onde efficiente e versatile, con prospettive reali per l’avanzamento tecnologico dei dispositivi WEC.”
Un progetto che nasce dall’eccellenza scientifica italiana e che guarda al futuro dell’energia blu, aprendo la strada a una nuova economia sostenibile, dove il mare diventa protagonista della transizione energetica del Paese.
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